La nuova strategia di marketing di Activision si può dire che sia riuscita nell'intento di far parlare di se... anche se forse non nel modo corretto. Attraverso campagne pubblicitarie sui social media, difatti, il colosso dei videogiochi, ora proprietà di Microsoft, sta promuovendo titoli completamente fittizi, creati con immagini generate dall'intelligenza artificiale, al solo scopo di raccogliere dati dagli utenti interessati. Un approccio che sta generando frustrazione tra i fan e sollevando interrogativi sul valore effettivo delle informazioni così raccolte.
Giochi fantasma e pubblicità ingannevole
Immaginate di vedere un'inserzione per un nuovo capitolo di una serie che amate. "Guitar Hero Mobile" compare sul vostro feed di Instagram, catturando immediatamente la vostra attenzione. Cliccate entusiasti, pronti a scoprire di più, solo per scoprire che quel gioco non esiste realmente. È semplicemente un'esca per farvi partecipare a un sondaggio di mercato.
Questo schema si ripete con altri titoli inesistenti come "Call of Duty: Zombie Defender", "Call of Duty: Sniper" e "Crash Bandicoot Brawl". Quest'ultimo presenta immagini particolarmente scadenti generate dall'AI, dove compaiono versioni distorte e replicate del protagonista, creando un effetto inquietante piuttosto che nostalgico.
La strategia prevede pagine di negozi digitali completamente false, con recensioni inventate, numeri di download fittizi e classificazioni per età contraffatte. Solo dopo aver cliccato su "installa", l'utente scopre la verità: "Grazie per il tuo interesse! Questo non è un gioco reale, ma potrebbe esserlo un giorno! Ci piacerebbe se potessi rispondere a questo breve sondaggio, che potrebbe influenzare il potenziale futuro di questo gioco."
Il valore discutibile dei dati raccolti
Analizzando uno di questi sondaggi, emerge quanto sia superficiale il tipo di informazioni raccolte. Le domande poste sono sorprendentemente banali: cosa ha spinto l'utente a cliccare sull'annuncio (con risposte come "i colori" o "i personaggi"), se gioca spesso su mobile, o quali giochi Activision ha già provato. Nulla che giustifichi una strategia così ingannevole.
Alla domanda cruciale "cosa ti aspetteresti da questo gioco in base alla pubblicità?", le risposte predefinite sono talmente generiche da risultare praticamente inutili: "Alta qualità", "Interessante", "Emozionante". Difficile immaginare come questi dati possano effettivamente guidare decisioni di sviluppo concrete o strategie di mercato efficaci.
L'ultima parte del sondaggio chiede perché l'utente gioca su mobile, con opzioni come "per evadere dalla routine quotidiana", seguita da una celebrazione di emoji festose che appare come una ricompensa virtuale inadeguata per il tempo speso e la delusione subita.
Un danno d'immagine autoinferto
La scelta di utilizzare contenuti generati dall'AI di qualità scadente, combinata con questa strategia di marketing ingannevole, rischia di danneggiare seriamente l'immagine di Activision. Un'azienda con franchise storici come Call of Duty, Guitar Hero e Crash Bandicoot dovrebbe probabilmente considerare gli effetti a lungo termine di queste tattiche.
Gli utenti che incappano in queste pubblicità potrebbero formarsi l'impressione che Activision stia virando verso la produzione di giochi mobile di bassa qualità, generati frettolosamente con l'intelligenza artificiale. Anche chi inizialmente mostra interesse per questi titoli fittizi finisce per provare frustrazione quando scopre l'inganno, con potenziali ripercussioni sulla fiducia verso l'azienda.
Resta difficile comprendere quale valore aziendale possa giustificare il rischio di alienare parte della propria base di fan. I dati raccolti, per quanto preziosi nell'economia digitale contemporanea, difficilmente compensano il danno reputazionale di una strategia che appare come un inutile esercizio di mancanza di trasparenza.
L'AI come scorciatoia problematica
Questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio, dove l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel settore videoludico sta sollevando numerose questioni. Activision sembra aver "raddoppiato" il suo impegno verso l'uso di asset generati dall'AI, nonostante le evidenti limitazioni qualitative.
Le immagini utilizzate per questi finti giochi sono chiaramente di qualità inferiore rispetto agli standard dell'azienda, con problemi evidenti nella coerenza visiva e nei dettagli. Personaggi iconici come Crash Bandicoot appaiono deformati, con proporzioni errate e caratteristiche sfocate che tradiscono immediatamente la loro origine artificiale.
Questa scelta appare in contrasto con la storia di un'azienda che ha costruito il proprio successo sulla qualità e l'originalità dei suoi prodotti. L'adozione di scorciatoie tecnologiche potrebbe rivelarsi controproducente in un settore dove l'autenticità e la cura per i dettagli sono particolarmente apprezzate dal pubblico.
Mentre il dibattito sull'uso etico dell'AI nel gaming continua, casi come questo evidenziano come anche grandi aziende possano compiere passi falsi quando la tecnologia viene impiegata senza una chiara visione di come possa realmente migliorare l'esperienza degli utenti piuttosto che semplicemente ridurre costi e tempi di produzione.