Sviluppato da Crystal Dynamics e pubblicato nel 2013 da Square Enix, Tomb Raider (il titolo nella sua originale semplicità rimarca l'intenzione di un nuovo inizio) ci propone Lara nei panni di archeologa ventunenne alle prese con la sua prima avventura. A bordo della nave Endurance, prende il largo in cerca del regno perduto di Yamatai, a est del Giappone. Insieme con lei viaggiano Samantha "Sam" Nishimura, amica dai tempi dell'università; Conrad Roth, il capitano della nave; Alex Weiss, tecnico; il Dottor James Withman, archeologo a capo della spedizione; infine i membri dell'equipaggio Joslin Reyes, Jonah Maiava e Angus "Grim" Grimaldi. È attraverso l'interazione con molti di loro, nonché con l'antagonista principale e ovviamente l'ambiente ostile in cui si troverà, che meglio emerge la nuova visione di Lara come ragazza costretta a crescere e diventare donna attraverso una disperata sopravvivenza che, di gioco in gioco, la cambierà con lenta ma costante consapevolezza. Colpita da una tempesta nel Triangolo del Drago, l'Endurance affonderà proprio sulle coste di Yamatai e i suoi occupanti scopriranno presto di essere precipitati in un incubo: l'isola è abitata dai sopravvissuti di precedenti naufragi, diventati adoratori della Regina del Sole Himiko al punto da riconoscersi in una fratellanza, i Solarii. Loro leader è un uomo spietato di nome Mathias, che in anni e anni ha cercato di trovare un modo per fuggire dall'isola maledetta. A mano a mano che la storia procede emergono dettagli sempre più inquietanti sulla storia di Himiko e l'obiettivo della setta: vorrebbero sfruttare Sam come contenitore per l'anima della regina, poiché sua discendente e unica in grado di superare il processo di trasmigrazione. Lara farà di tutto per salvarla e questo implicherà dover affrontare un nemico più implacabile dell'uomo, perché la natura ha leggi proprie e imprevedibili: caccerà in cerca di cibo, si medicherà le ferite con il solo ausilio di ciò che la foresta offre, ucciderà e vedrà molti suoi compagni di viaggio morire - testimone dei loro ultimi istanti, costretta a vivere con i sensi di colpa.
Gli annunci e le dichiarazioni in merito al gioco non bastano a far comprendere quanto radicale sia il cambiamento di Lara. Ai giocatori serve una prova concreta ed è il trailer di annuncio, finalmente, a sollevare il velo e gridare al mondo che Tomb Raider come era sempre stato conosciuto non c'era più: al suo posto atmosfere buie, sanguinarie, terrificanti. È di fatto il primo titolo, in vent'anni della serie e diversi capitoli, a essere inserito nella categoria M dell'Entertainment Software Rating Board. Molte persone restano scioccate dall'estrema violenza e dalla chiave di lettura più cupa. Lara non è più l'irrealistica, attraente e fiduciosa avventuriera degli anni '90 ma una giovane donna spaventata che combatte per la propria sopravvivenza - parola attorno alla quale ruota tutto il concept di gioco. L'uso del motion capture per catturare le espressioni e le microespressioni del personaggio, l'aiuto offerto dalla recitazione e un look ben lontano dallo stereotipo femminile cui ancora si rifanno molte donne/ragazze nei videogiochi rendono Lara una protagonista molto più forte di prima grazie a una narrazione dedita a mostrarci il suo percorso di crescita come persona determinata e indipendente.
Come abbiamo accennato, tutte le interazioni di Lara concorrono a plasmare la donna che ora calca le scene di Shadow of the Tomb Raider, ma è soprattutto il suo rapporto con i personaggi nel primo capitolo della trilogia a essere determinante. Con Roth, Lara passa da ragazza terrorizzata sempre nell'ombra del suo mentore a sopravvissuta in grado sia di cavarsela da sola sia di gestire i restanti compagni di viaggio; Sam la porta all'accettazione del suo ruolo di eroina, attraverso un rapporto il cui cardine fondamentale è ancora una volta la fiducia; l'infatuazione di Alex per Lara porterebbe alla costruzione di una situazione tradizionale, se non fosse che le attenzioni del tecnico non sono per nulla ricambiate e i suoi tentativi di attirare l'attenzione di Lara servono soltanto a rafforzarne il ruolo di eroina; infine Withman, la cui debolezza e inclinazione verso il male creano un contrasto molto netto con l'integrità di Lara, che nonostante le difficoltà non viene meno alla sua morale ma, anzi, ne esce rafforzata. Questi quattro personaggi in particolare sottolineano come Lara fosse da principio spaventata e tendente a fare affidamento sugli altri, salvo poi nel corso del gioco diventare autonoma nelle decisioni, prendendosi maggiori responsabilità verso gli altri. La morte dei suoi amici la costringe a cavarsela da sola e le dà un motivo per risolvere il mistero dell'isola, mentre le terribili esperienze vissute sulla propria pelle la rendono più riservata e abituata a togliere vite. Il prezzo per crescere, nel caso di Lara Croft, è stato sacrificare la sua innocenza in favore di una crudele ferocia.
Alcuni fan potrebbero chiedersi se questo cambiamento fosse necessario. Dopotutto Lara era fra i personaggi più riconoscibili del panorama videoludico, ma il suo caso a differenza di altri era molto particolare: lo stato di sex symbol è stato spesso fonte di controversie, dunque un cambiamento di questa portata avrebbe potuto giovare alla sua immagine pubblica. La sessualità nei videogiochi non passa più sotto silenzio come in passato. Le modifiche imposte alla sequenza introduttiva di Street Fighter V e la decisione di Koei Tecmo di non importare Dead or Alive Extreme 3 in Occidente sono entrambi esempi dell'attuale avversione del pubblico verso i personaggi femminili esagerati. I due casi sono occorsi nel 2015, il che prova come gli sviluppatori di Tomb Raider avessero già "fiutato" la tendenza e fossero consci del fatto che proporre una Lara Croft classica non sarebbe convenuto. Una volta eliminato l'ostacolo principale, appunto la sua eccessiva sessualità, ai nostri occhi appare una figura nuova pur mantenendo alcuni dei suoi aspetti originali. Lara cade e si rialza, abbandona la propria innocenza e cambia pelle. Per citare la conclusione del gioco stesso, "a survivor is born".
Crystal Dynamics ha dimostrato di avere compreso il personaggio di Lara Croft e deciso di rivelare al mondo cosa la renda veramente interessante. Quelle qualità nascoste sotto curve formose e pelle nuda sono ora sotto lo sguardo di tutti, spada e scudo della nuova eroina, pronte a sottolineare che il sex appeal non è l'ombelico del mondo e che un personaggio femminile può distinguersi per altro. Rise of the Tomb Raider nel 2015 prosegue e naturalmente approfondisce questo discorso. Certo non sono mancate le criticità, che spesso hanno messo a contrasto la narrazione con il gameplay sottolineando come le meccaniche di gioco tendano a premiare il giocatore per comportamenti di cui Lara dovrebbe soffrire, ma a monte una cosa è chiara e innegabile: il reboot di Tomb Raider ha aperto la strada a un diverso approccio verso i personaggi femminili e come negli anni '90 Lara Croft si è fatta vessillo di una realtà videoludica aperta alle donne, oggi osa, allontanandosi dal modello che l'ha resa famosa per dimostrare come la barriera dello stereotipo femminile possa essere rotta.
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