Killer Klowns from Outer Space: The Game | Recensione
Killer Klowns from Outer Space: The Game è un tie-in che prova a rinfrescare il sovraffollato genere dei 4V1 online. Ce l'avrà fatta?
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a cura di Andrea Maiellano
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Il trend, almeno nel settore videoludico, sono uno di quegli elementi che, purtroppo, tendono a uccidere la creatività. Dall’invasione dei titoli “Destiny-Like”, passando per il boom dei Battle Royale, fino ad arrivare alla recente moda dei 4V1, ogni qualvolta uno specifico genere di giochi diventa famoso, per lo più grazie alla sua onnipresenza sulle piattaforme di streaming, molteplici sviluppatori si fiondano su di esso, cercando di conquistare una parte di quella utenza.
Il problema principale, però, è che con le tempistiche di sviluppo attuali, molti di questi titoli arrivano sul mercato fuori tempo massimo o, meglio, troppo tardi per riuscire a far breccia sugli utenti a meno che non siano portatori di qualche novità talmente tanto impattante in termini di gameplay, da catturare l’attenzione dei giocatori.
Consci di questa dinamica, molteplici software house hanno trovato una soluzione alternativa: sfruttare IP di successo, attuali o del passato, che facendo leva sulla passione di alcune nicchie di giocatori, garantiscano a questi progetti di non finire travolti dalla mole di produzioni analoghe che ogni giorno invadono gli store di tutto il mondo.
Killer Klowns from Outer Space: The Game, è una di queste produzioni, la quale riprende le tematiche dell’horror cult del 1988 e le traspone in quel 4V1 reso celebre da Dead by Daylight.
Abbiamo visto produzioni analoghe dedicate a Friday The 13th, Ghostbusters, Evil Dead e The Texas Chainsaw Massacre, tutti titoli che, al netto di un boom iniziale, sono rimasti a galla (chi più chi meno) proprio grazie alle fan base dei rispettivi brand.
Alle redini di questo progetto troviamo Teravision Games, nuovamente promossa da quella IllFonic che già ci regalò l’ottimo Ghostbusters: Spirits Unleashed, ma sarà bastato avere una licenza di questa caratura, e un publisher così noto, per garantire a Killer Klowns from Outer Space: The Game di risaltare rispetto agli altri 4V1?
Da cult del trash a 4V1 atipico
Killer Klowns from Outer Space non era un film dalle indubbie qualità, ma era uno di quegli horror talmente trash da diventare un cult nel corso degli anni, d’altronde è figlio di quel filone di produzioni che profumano di “horror d’altri tempi” e che, in un periodo tempestato di futili jump scare e di un appiattimento generale delle tematiche, è riuscito a diventare un cult del genere, ancora capace di raccogliere proseliti a distanza di oltre 30 anni.
In questo tie-in, quel trash non è stato accantonato, così come il gore e il sangue, i quali sono, però, stati ridimensionati per rendere la produzione fruibile dal maggior numero di giocatoi possibile.
Killer Klowns from Outer Space: The Game, è il classico 4V1 con dinamiche stealth che, però, genera proceduralmente le mappe di gioco a ogni partita, rendendo quindi impossibile, o quasi, per tutti i giocatori apprendere le planimetrie delle varie mappe, aggiungendo una buona dose di pepe a una formula già nota e stranota.
Abbiamo detto che Killer Klowns from Outer Space: The Game è un 4V1 per comodità, visto che in realtà, in seguito all’avvio di una partita, si viene divisi in due squadre: una composta da sette umani e una composta da tre Killer Klown.
Se non bastasse il fatto che la produzione di Teravision Games permetta a un maggior numero di giocatori di partecipare, stravolgendo molte delle dinamiche dei 4V1 più tradizionali, in Killer Klowns from Outer Space: The Game, gli umani possono eliminare temporaneamente i Klown, proponendo una meccanica che, al netto di ricordarci quanto svolto con Spirits Unleashed per rendere le partite più combattute, purtroppo ha rischiato di far naufragare l’intera produzione.
Prima di proseguire con questa analisi, è giusto sottolineare che il motivo per cui abbiamo aspettato ad analizzare Killer Klowns from Outer Space: The Game, è derivato dal costante rilascio di aggiornamenti atti a migliorare un bilanciamento che, inizialmente, era mal calibrato sotto molteplici aspetti. I Klown potevano venire eliminati troppo in fretta, così come questi ultimi diventavano troppo forti nelle fasi finali di una partita, generando un elastico costante che rendeva ogni partita poco divertente e, soprattutto, rischiava di far esaurire la voglia di giocare anche ai fan del cult del 1988.
Dopo una serie costante di aggiornamenti, però, la situazione è leggermente cambiata e Killer Klowns from Outer Space: The Game, sta cominciando a mostrare maggiormente il suo potenziale, rendendo meno sbilanciate le varie fasi in cui è suddivisa una partita e guadagnando, update dopo update, sempre più il favore della fanbase.
Tornando alle dinamiche di gioco offerte dall’ultima produzione di Teravision Games, in seguito alla suddivisione dei giocatori in due squadre, entrambe le fazioni dovranno scegliere le classi con cui giocare: gli umani, o sopravvissuti se preferite, sono suddivisi in cinque classi differenti, ognuna di esse che potrà essere fatta salire di livello semplicemente giocandoci; dall’altro fronte, anche i Klown propongono un numero di classi simile, ciascuno con delle abilità speciali uniche e un sistema di livellamento dedicato a ogni tipologia di pagliaccio alieno.
Per quanto concerne lo svolgimento di una partita, i sopravvissuti, molto banalmente, dovranno riuscire a scappare dalla mappa di gioco prima che la temibile Klownpocalypse si abbatta su di loro, eliminandoli all’istante. Per scappare dalle mappe ci sono diverse soluzioni: barche, uscite chiuse, bunker, portali e i fratelli Terenzi che, con il loro iconico camioncino dei gelati, possono salvare i giocatori nelle fasi finali della partita.
Ognuna di queste vie di fuga andrà sbloccata cercando oggetti o conseguendo degli obiettivi. Per rendere più speziata la situazione, ogni via di fuga presente nella mappa, non permetterà a tutti i giocatori di scappare, obbligando questi ultimi non solo a collaborare, ma a dividersi in team più piccoli concentrati ognuno su uno specifico metodo di salvezza.
Questo comporterà un costante esplorare, da parte dei giocatori che impersoneranno gli umani, alla ricerca di risorse di ogni tipo per sopravvivere alle costanti offensive dei Klown e sbloccare una via di fuga.
I Klown, dal canto loro, saranno in grado di annientare molto velocemente i sopravvissuti o, in alternativa, trasformarli in bozzoli per alimentare i loro macchinari capaci di generare minion capaci di rendere, ancora più difficile, la vita dei sopravvissuti.
Molto interessante è la dinamica che permette ai sopravvissuti di interagire dall’oltretomba durante il tempo necessario a un respawn; in questi momenti ogni giocatore potrà compiere dei minigiochi che permetteranno di ottenere delle risorse da fornire agli altri compagni di squadra, supportando il proprio team anche in quegli specifici momenti.
Ma allora cosa non funziona?
Se inizialmente Killer Klowns from Outer Space: The Game, mostrava un evidente sbilanciamento per il quale, dei gruppi di sopravvissuti ben organizzati, riuscivano a tenere testa ai Klown semplicemente colpendogli il naso per stordirli, potendoli finire facilmente in seguito, dopo numerosi update il bilanciamento del gioco è indubbiamente migliorato, ma alcuni problemi strutturali permangono, non permettendo alla produzione di Teravision di svettare sopra altri titoli simili.
Innanzitutto tutorial ed elementi sbloccabili sono gestiti davvero male e rappresentano, a tutti gli effetti, l’aspetto peggiore dell’intera produzione. Tutti i tutorial sono dei semplici “consigli scritti” privi di qualsivoglia situazione dove possano essere testati con mano dai giocatori per capire le dinamiche.
Il risultato di questa scelta è che, al netto di aver passato del tempo extra a consultare tutti i tutorial, ci si ritrova nelle prime partite ad avere un’infarinatura superficiale delle dinamiche di gioco, ritrovandosi a commettere errori su errori, prima di ingranare realmente.
Il secondo, grosso, problema, risiede nel tempo necessario a sbloccare i vari elementi di gioco, il quale richiede un grinding assurdo per un titolo di questa portata e capace, in breve tempo, di far allontanare anche i giocatori più coriacei.
Questi due problemi, purtroppo, riducono drasticamente l’appeal di Killer Klowns from Outer Space: The Game, il quale, al netto di essere una produzione estremamente derivativa, avrebbe avuto tutte le carte in regola per offrire alcuni elementi diversi in un genere oramai sovraffollato, specialmente in virtù di un team di sviluppo che, costantemente, ascolta i feedback degli utenti per ribilanciare gli aspetti di gioco.
Voto Recensione di Killer Klowns from Outer Space: The Game
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Mappe procedurali
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Alcune dinamiche che si distaccano dalla massa
Contro
-
Tutorial appena accennati
-
Grinding eccessivo