Oggi, 24 febbraio 2023, apre finalmente l’Early Access di Kerbal Space Program 2, seguito dell'ormai celebre Kerbal Space Program, videogioco simulativo gestionale sviluppato da Squad e prodotto da Private Division, sussidiaria di Take-Two Interactive.
Per chi non conoscesse il primo titolo, si tratta di un prodotto nato e cresciuto come indie a partire dal lontano 2011, accedendo al programma early access di Steam nel 2013 e divenuto presto un vero e proprio cult. Dopo l’interessamento di numerose agenzie spaziali, quali la NASA, la ESA e SpaceX, Kerbal Space Program è stato acquistato, nel 2017, da Take-Two Interactive (ed affidato alla già menzionata Private Division). Una crescita esponenziale che non ha mai fiaccato lo spirito indipendente ed autonomo degli sviluppatori, i quali hanno sempre voluto proporre un videogame dall’alto profilo simulativo ma anche dalla grandissima apertura alle mod degli utenti.
Un grandioso aggiornamento
Passando a Kerbal Space Program 2, una prima differenza da sottolineare è il passaggio di testimone nello sviluppo, affidato ora a Intercept Games. Il gioco, ad ogni modo, appare in queste primissime fasi (nonché nelle intenzioni emerse dall’analisi della roadmap) come un massiccio “more of the same” del predecessore. Lo dico subito, utilizzo questa espressione senza alcun connotato negativo, tutt’altro: KSP2 mantiene intatto lo spirito del primo titolo, ossia quello della gestione di un’agenzia spaziale e relativa costruzione dei mezzi aerospaziali; introducendo però centinaia di nuovi contenuti.
L’obiettivo del prodotto insomma rimane lo stesso, ossia gestire la base spaziale di Kerbin (il pianeta che ospita i simpatici Kerbal, gli umanoidi verdi protagonisti del gioco), costruire navicelle e mezzi aerospaziali fantasiosi ma fortemente legati alle necessità ingegneristiche proprie dei viaggi stellari ed infine esplorare lo spazio.
In questa prima fase di Early Access Kerbal Space Program 2 offre ancora “poco”: abbiamo a disposizione una modalità di costruzione sandbox, la possibilità di esplorare l’intero sistema di Kerbolar e, soprattutto, una nuova modalità tutorial implementata con video esplicativi ed un’interfaccia completamente rimaneggiata.
Il problema di KBS, infatti, è sempre stato quello di presentare una curva di apprendimento ripidissima, caratterizzata da una quasi totale mancanza di tutorial, se non nelle primissime fasi. Allo stesso tempo, però, la serie ha sempre proposto tonnellate di contenuti, centinaia di possibilità di costruzione dei mezzi, nonché una gestione della cosiddetta “fisica” (ossia la simulazione delle regole che governano i movimenti, gli spostamenti e le interazioni degli oggetti con il mondo virtuale) fortemente simulativa. Quest’ultima caratteristica è, chiaramente, un plus per chi voglia approcciare un titolo dall’elevato livello di sfida, ma è anche un malus nel momento in cui è difficile per l’utente capire cosa fare e come farlo.
Personalmente ho dedicato molte ore a Kerbal Space Program, e debbo ammettere che senza dei tutorial esterni (sia tramite la wiki degli utenti che tramite i benedetti video su Youtube) non sarei mai riuscito a portare i miei Kerbal sulla Luna e oltre. La speranza è che il sistema introdotto da Kerbal Space Program 2 aiuti i neofiti a padroneggiare il complesso gameplay, senza facilitare troppo l’esperienza.
La corsa spaziale è lunga
Per il resto, lo dico subito, servirà portare pazienza: la prima fase dell’early access è densa di contenuti (nuovi propulsori, nuove parti dei razzi, nuove componenti aerodinamiche, nuovi carburanti, ecc.) ma povera di gameplay. A parte la costruzione sandbox delle nostre navicelle mancano una serie di milestones già annunciate ma non ancora implementate: il sistema scientifico (che si traduce nel dover accumulare punti scienza tramite gli esperimenti e l’esplorazione, al fine di comprare nuovi strumenti e nuova oggettistica per gli shuttle), il sistema di colonie (che promette la possibilità di colonizzare i pianeti del sistema Kerbolar), i viaggi interstellari e il multiplayer (di quest’ultimo sono davvero curiosissimo).
Anche dal punto di vista tecnico c’è molto da fare e molto da aspettare: oggi l’aspetto di Kerbal Space Program 2 è migliore del precedente per quanto concerne la resa degli ambienti spaziali, dei pianeti e della gestione della luce, ma è anche lontano dalle punte di eccellenza promesse dagli sviluppatori. Stesso discorso anche per l’interfaccia di gioco e per la gestione delle collisioni e dei viaggi spaziali, ancora in fase embrionale (ed è uno stato di avanzamento noto anche alla software house, per cui non credo ci si debba preoccupare). Insomma, Kerbal Space Program 2 è realtà, e ritengo già questa semplice notizia come entusiasmante, ma al tempo stesso è in una fase molto grezza della lavorazione. Gli appassionati si armino di pazienza, mentre i nuovi arrivati forse potrebbero trarre più giovamento nel recuperare il primo titolo. Nel frattempo continuerò a giocare Kerbal Space Program 2 e ad aggiornare i lettori con tutte le novità dello sviluppo.