Katamari Damacy REROLL | Recensione, rotolare su console
Katamari ritorna sulle nuove console in concomitanza del lancio della next gen, ricordandoci il valore di rotolare a colpi della musica di Shibuya.
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a cura di Alessandro Palladino
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"Okay Mr. Sunshine!" ed è subito magia. Katamari Damacy è uno di quei giochi immortali di cui non ci importa davvero nulla se è un'operazione di nostalgia: c'è sempre spazio per rotolare e raccogliere ogni cosa sulla faccia della Terra. E Katamari Damacy Reroll è esattamente quell'occasione di rivivere le prime avventure del Re del Cosmo e del Principe, una di quelle offerte che non si possono rifiutare se ci si vuole divertire nel modo più puro che c'è.
Per chiarezza, Katamari Damacy Reroll era già sul nostro pianeta dal 2018 per PC e per Nintendo Switch, ma ancora era assente sulle console casalinghe più note. C'era però un momento migliore di proporlo se non quello del passaggio alla nuova generazione? Ovviamente no, se si inaugura la console con Katamari è un po' come quel famoso detto sul Capodanno.
Tornare a rotolare nel 2020
Katamari Damacy Reroll, nella sua trasposizione su console, non differisce per nulla dalle sue versioni pregresse, se non da Switch per una grafica leggermente migliore. Giocarlo per la prima volta è però assistere alla consacrazione di un'idea geniale, nata da una particolare fetta dell'umorismo giapponese uscito fuori direttamente dagli anni '90 con tanto si musiche swing, jazz e rap, testimonianze perfette di quanto il videogioco fosse uno dei ponti culturali più "evidenti" per sancire il passaggio tra un'età e l'altra. Uscito nel 2004, Katamari Damacy targato Namco è stato uno degli esperimenti più riusciti e amati nell'ambito videoludico, tanto che riuscì a conquistare i cuori occidentali nonostante un taglio espressamente giapponese.
La comicità del sol levante, ai tempi almeno, era difficile da poter assorbire al primo impatto, specie se parliamo di un pubblico adolescente. Era un po' come quando sulla MTV Anime Night davano Inuyasha e sembrava tutto normale, per poi ritrovarsi a guardare Abenobashi ed essere catapultati nell'assurdo a metò tra ecchi e riferimenti culturali. Entrambi figli di grandi cambiamenti di prospettive culturali, le due opere hanno in comune quello di trattare l'evoluzione culturale percepibile tra le strade e la TV in una maniera bislacca, divertente e appetibile per il pubblico. Non a caso, gran parte del merito del successo di Katamari è dovuta alle sue iconiche musiche associabili al movimento dello Shibuya-key o Picopop, in Reroll mostrate nella loro forma cristallizzata nel tempo e capace di raccontare come la collezione di locali dell'omonimo quartiere abbia plasmato lo scenario pop dei primi 2000.
L'intento di Takahashi con Katamari non era però certo quello di sfondare come game designer visionario, bensì di riportare nel mondo dei videogiochi, sempre più complessi, la semplicità del divertimento infantile. Il risultato appare evidente ancora oggi con Reroll, capace di trasportare anche i giocatori post 40 anni a un'infanzia fatta di scoperta, stupore e puro svago. L'unica cosa richiesta dal gioco è infatti quella di rotolare su diversi livelli e accrescere il proprio "katamari", il quale è una palla che appiccica qualsiasi cosa sia pari o inferiore alla sua dimensione. Partirete da modeste dimensioni di qualche centimetro fino a costruire dei veri e propri mostri rotolanti di dimensioni sempre più assurde. E sì, il piacere che ne ricaverete sarà assolutamente immenso.
Tra le stelle
La forza di Katamari Damacy è quella di avere un level design creativo, azzeccato e pieno di un'artisticità evidente che rimane in equilibrio tra un minimalismo delle forme e l'assurdo delle rappresentazioni a blocchi. Fa ridere ma è anche davvero bella da vedere, quasi armoniosa se vogliamo, specie per come tutto diventa perfettamente adatto a essere inglobato nella forma sferica. La perfetta dimostrazione di quanto serva solo un'idea semplice ma ben fatta per creare un prodotto stellare.
La trama di Katamari è infatti quasi inesistente se non per qualche riferimento qui e lì che tiene unite le fila e giustifica il perché ci abbattiamo sulla Terra alla ricerca di oggetti ed esseri viventi da trasformare in palle. Tutto il merito del coinvolgimento viene lasciato al Re del Cosmo, unico personaggio parlante stabile oltre i vari "skit" o "scenette" comiche che mostrano la vita degli abitanti terrestri. Oggi come oggi, giocare Katamari Damacy Reroll è ributtarsi in un tempo passato ma decisivo per la visione pop del mondo, capace di fondere il desiderio del gioco da divertimento con la sintesi delle influenze più evidenti della culla orientale sia in termini musicali che culturali.
Certo, l'edizione non aggiunge tantissimo alle dinamiche di un tempo e a livello grafico non ritroverete il Ray Tracing sul Re del Cosmo e il suo elegante vestito, ma del resto è davvero difficile migliorare la perfezione di titoli del genere, e Katamari è uno di quei casi in cui possiamo fare un'eccezione e dire che, dopotutto, è meglio farlo rimanere esattamente come era. E sì, con tanto di logo Namco per i salvataggi.
Voto Recensione di Katamari Damacy REROLL - PlayStation 4
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Il vecchio Katamari in tutto il suo splendore
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- Musiche sempre belle, mai banali
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- Level design geniale e divertente
Contro
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- Nessun nuovo contenuto aggiuntivo rispetto all'originale
Commento
Katamari Damacy Reroll è un prodotto immortale a cui non serve nessuna ritoccata da Bluepoint. Non c'è davvero nient'altro, ad eccezione di capolavori storici della modernità giapponese, in grado di catapultarvi nello scenario Pop tra gli anni '90 e il primo decennio del 2000. Divertente, bizzarro e geniale, Katamari Damacy Reroll è un titolo che non può mancare nelle librerie digitali o fisiche di qualsiasi giocatore che si ritenga tale, non tanto per un mero discorso di nostalgia quanto per la sua effettiva valenza nel design mai e poi mai datato. D'altronde, per il divertimento tra le stelle non c'è una data di scadenza.