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Judgment, recensione del nuovo inizio a Kamurocho

Dovevamo giocare a Judgment per tornare nel famoso distretto a luci rosse di Tokyo, con un’avventura tutta nuova dalle tinte thriller e noir.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

In sintesi

Dovevamo giocare a Judgment per tornare nel famoso distretto a luci rosse di Tokyo, con un’avventura tutta nuova dalle tinte thriller e noir.

Se seguite la proprietà intellettuale di Yakuza da tanti anni e siete affezionati a Kazuma Kiryu, sappiate che non sappiamo ancora quando potremo rivedere le sue gesta – alla luce degli avvenimenti narrati nell’ultimo capitolo Yakuza 6: The Song of Life, ma è certo che potremo tornare presto a Kamurocho grazie a Takayuki Yagami il nuovo protagonista di Judgment, che ci farà vivere una storia tutta nuova e slegata dal filone narrativo di Yakuza.

Se invece non vi siete mai avvicinati ai giochi di Yakuza, Judgment potrebbe essere il gioco che fa per voi: il nuovo titolo sviluppato ancora una volta da Ryu Ga Gotoku Studio è ambientato nello stesso universo di Yakuza, ma tiene conto in modo marginale dei sette titoli della serie di Yakuza – se non fosse per le storiche bande rivali della Yakuza di Kamurocho.

Questo pone l’attenzione sulla possibilità di sfruttare un format molto apprezzato dai giocatori, per poter raccontare storie diverse slegate dal brand originale, proprio come accaduto con Fist of The North Star: Lost Paradise, il titolo dedicato a Kenshiro, seppur con ambientazioni differenti (vi immaginate Ken per le strade di Kamurocho?!) e uno stile grafico più vicino alla natura anime della creatura di Buronson e Tetsuo Hara.

Judgment vuole tornare nel quartiere a luci rosse di Tokyo, ma stavolta vuole raccontare una storia probabilmente più matura rispetto ai toni utilizzati dalla serie di Yakuza, come a voler segnare un ritorno alle origini spirituali di Shenmue dell’indimenticabile Sega Dreamcast, l’ultima console della casa giapponese.

Il secondo volto della giustizia.

La storia principale inizia tre anni prima delle azioni di gioco, quando il nostro protagonista, l’avvocato difensore Takayuki Yagami vinse il suo primo caso difendendo in aula un sospetto omicida. Dopo una brillante difesa, Yagami è riuscito a smontare l’impianto accusatorio che pendeva come una scure su Shinpei Okubo. Ma poco dopo il processo, il suo cliente viene nuovamente arrestato per l'omicidio della sua ragazza, Emi Terazawa. È un duro colpo per Yagami: non aveva capito fino in fondo il suo cliente, rimettendo in libertà un assassino che non ha tardato a colpire ancora, questa volta con delle prove schiaccianti che lo hanno infine condannato a morte. Sentendosi in parte responsabile per la morte della donna, e tradito da quel sistema giudiziario che in un primo momento gli aveva portato fortuna e gloria nello Studio di avvocati associati Genda, Yagami decide di mettere nel cassetto il suo distintivo di avvocato difensore e di avviare un'agenzia investigativa privata con Kaito, un membro esiliato della famiglia Matsugane-gumi del clan Tojo. Gli eventi iniziali ci spiegano sin da subito che il nostro Yagami ha un certo legame con la Yakuza, proprio con la famiglia Matsugane, dato che il boss ha pagato gli studi a Yagami per andare alla scuola di legge.

Passati tre anni dalla condanna a morte del cliente di Yagami, la falce inizia a girare nuovamente a Kamurocho, con una serie di omicidi che ha colpito alcuni membri del Kyorei-kai, una banda collegata al clan Kansai concorrenti dei Tojo. I cadaveri degli yakuza sono stati ritrovati orribilmente sfigurati dall’estrazione degli occhi. La polizia inizia ad avere dei sospetti, confermati da alcune prove, su Hamura, uno degli uomini di spicco della famiglia Matsugane, attualmente in guerra con la banda Kyorei del clan Kansai. Ecco una volta chiariti i due schieramenti, sappiate che il nostro Yagami viene tirato in ballo con le sue doti investigative per scagionare Hamura. Stavolta, l’intuito di Yagami non sbaglia, e nonostante la condotta malavitosa di Hamura, Yagami scopre che dietro quegli omicidi c’è qualcun altro, qualcos’altro di più oscuro di una semplice diatriba tra clan rivali: un progetto farmaceutico chiamato Adeck 9, il cui scopo sarebbe quello di trovare una cura per la demenza senile, ma sembra proprio che qualcosa sia andato storto, a causa della corruzione all’interno del progetto.

Parlando di volti, Takayuki Yagami, il personaggio principale di Judge Eyes, è doppiato e modellato da una delle più grandi star del Giappone, Takuya Kimura. Per chi non lo conoscesse, vi basti sapere che è la voce originale di Howl in “Il castello errante di Howl” diretto dal maestro Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli, mentre sempre nella Terra del Sol Levante è stato protagonista di diverse pellicole di successo e fino alla fine del 2016, è stato membro di uno dei più grandi gruppi musicali giapponesi, SMAP.

E anche se il suo volto non vi richiama nulla di noto, in Judgment riesce a rendere bene quell’unicità che dovrebbe caratterizzare ogni buon protagonista, complice anche il fotorealismo di un Dragon Engine ancora più perfezionato dopo l’ottimo lavoro fatto con Yakuza 6. Insomma, trama e un buon protagonista degni di un’autentica pellicola thriller. Ma non dimentichiamo che il team di sviluppo sa intrattenere fino all’inverosimile i giocatori con le mille sorprese che ci riserva la vita pulsante di Kamurocho.

Kamurocho è la nostra casa.

Anche se con un protagonista diverso introdotto in una storia slegata dal franchise di Yakuza, il quartiere di Kamurocho è ancora lì in tutto il suo splendore e una volta iniziato a giocare abbiamo avuto la sensazione di non essere mai andati via da qui. È stato un piacevole ritorno a casa. A farci capire che Judgment è un titolo differente, e che non siamo più nei panni di uno yakuza, ci pensa Yagami.

Infatti, proprio nelle prime battute di gioco si inizia a prendere confidenza con le caratteristiche investigative del nostro protagonista. Essendo un investigatore privato, vengono introdotte diverse nuove sezioni di gioco legate alla nuova professione di Yagami. Per iniziare con uno dei cliché di questo improvvisato Sherlock Holmes, ci ritroveremo spesso a compiere dei pedinamenti, con una barra che ci segnala se siamo troppo vicini al soggetto pedinato e con dei ripari dietro cartelloni pubblicitari, auto in sosta e ogni cosa che possa occultare la nostra sagoma dagli occhi del nostro malcapitato. Ci capiterà di inseguire o essere inseguiti di corsa per le strade del quartiere e qui si rifà viva la presenza massiccia di Quick Time Event, anche se anche tasto premuto con scarso tempismo non ha mai fatto fallire la sessione di gioco.

In altre sezioni, dovremo studiare bene la scena del crimine, alla ricerca delle evidenze di nostro interesse, scrutando l’area con una lente di ingrandimento alla ricerca di ogni dettaglio che possa riguardare il nostro caso. Piccolo suggerimento: al fine di totalizzare punteggi più alti o scoprire altri oggetti di gioco, continuate a scandagliare l’area anche se avete trovato subito le prove che vi interessavano.

Quando ci troveremo davanti a un interrogatorio, ma anche nei comuni dialoghi, dovremo scegliere le giuste domande per acquisire un maggior punteggio di esperienza. La sequenza migliore serve solo a questo, poiché anche sbagliando o con un ordine differente abbiamo notato che si arriverà al medesimo risultato. Dobbiamo ammettere che questa cosa non ci ha fatto impazzire, ma crediamo che faccia parte di un coinvolgimento semplicistico che non vuole appesantire una formula di gioco inedita per questo format.

Per alcuni casi secondari, verrà anche richiesto di scattare delle foto e il gioco spiega perfettamente quali caratteristiche dovremo ritrarre. Per esempio, in uno dei primi casi riguardanti un tradimento coniugale, dovremo scattare una foto che ritrae i volti della coppia clandestina, nel momento in cui entrano nell’hotel e l’insegna di quest’ultimo. Tutti elementi necessari a dimostrare l’adulterio alla moglie che ci ha ingaggiato. Per aiutarci in queste imprese, abbiamo a disposizione perfino un drone da modificare con numerosi upgrade e con altrettante sezioni di pilotaggio per scopi di ricognizione prima di infiltrarci in un edificio oppure se occorre scattare ulteriori foto “impossibili” in volo. Alla Millennium Tower, ci viene data la possibilità di partecipare a gare di droni con premi in palio, ovvero gli upgrade appena menzionati.

Dopo aver fatto una ricognizione, per poterci infiltrare in un luogo protetto, non dovremo ricorrere sempre alla forza bruta – altra netta distinzione con i capitoli di Yakuza. Yagami può travestirsi, creare diversivi grazie anche all’aiuto di Kaito, e perfino scassinare delle serrature.

Oltre la trama principale articolata in ben 13 capitoli, che ci ha legati allo schermo per circa 40 ore di gioco, Judgment offre cinquanta quest secondarie (che aumentano di almeno il doppio il tempo di gioco) che chiamano in causa la professione investigativa di Yagami. Le storie secondarie vengono presentate come casi laterali da risolvere per Yagami, come aiutare una moglie a confermare i suoi sospetti sul fatto che suo marito abbia una relazione extraconiugale, scoprire l’identità dei ladri e, addirittura trovare animali domestici scomparsi - sì, vi toccherà anche fare questo tipo di cose, che rientrano nell’attività quotidiana di un qualunque investigatore privato. I casi secondari vengono sbloccati man mano che incrociamo diversi NPC di Kamurocho, talvolta sviluppando con loro la nostra amicizia, una delle novità per questo Yakuza-like.

A differenza dei panni di Kazuma Kiryu, agli occhi di Yagami Kamurocho è meno chiassosa e usa perfino una palette cromatica leggermente più tenebrosa. A darci ragione sono anche le molteplici attività da svolgere per il quartiere con tutti i suoi minigiochi, ma stavolta non abbiamo le gare di karaoke, di ballo o le sessioni da barman, insomma il nostro Yagami è un po’ più serioso rispetto al Dragone di Dojima. Non temete per i templi del videogioco: i vari Club Sega e moltissime sale giochi vi attendono con Fantasy Zone, Space Harrier, Fighting Vipers, Virtua Fighter 5 e Kamuro of the Dead (chiaramente ispirato a House of the Dead), e vi possiamo assicurare che nella maggioranza si parla delle versioni complete dei giochi citati, disponibili anche dal menù principale del gioco, come Virtua Fighter 5. Insomma tanti giochi dentro un gioco, come una meravigliosa matrioska e nella tradizione della serie di Yakuza per la felicità di tutti gli appassionati.

Sono tornate anche le relazioni con le donne, seppur con un atteggiamento più contenuto del nostro Yagami. Il sistema amicizia entra in scena anche qui, ma può raggiungere nuovi confini con un amore dichiarato dopo una serie di regali, battute romantiche e appuntamenti. Il tutto servirà ad incrementare i nostri punti esperienza, utili a potenziare il nostro Yagami con un sistema del tutto rivisto.

Infatti, Judgment ha abbandonato l’ultimo sistema d'avanzamento visto in Yakuza Kiwami 2 ed è tornato a servirsi di un unico tipo di punti esperienza, cumulabili in mille modi diversi, dall’avanzamento della quest principale, il crescendo dei rapporti di amicizia, provare un cibo nuovo, beccare la giusta sequenza di dialoghi o semplicemente acquisire un nuovo vinile da ascoltare nel giradischi del nostro studio. Tutti i punti sono spendibili in tre categorie differenti. La prima sezione riguarda la vitalità e velocità delle combo, la seconda e la terza riguardano l'apprendimento di mosse EX e tutte le nostre caratteristiche da investigatore. Siamo davanti a dei cambiamenti importanti, ma che non scontenteranno i fan di vecchia data, che considereranno tutte le nuove peculiarità di Yagami come dei nuovi mini giochi.

Anche Yagami ha un forte prurito alle mani.

Anche sotto il profilo del combattimento il confronto tra Yagami e Kiryu è inevitabile. La serie di Yakuza è stata a lungo apprezzata per questa sua natura da “picchiaduro a scorrimento”, rappresentando una delle costanti della sua formula di gioco, nonostante i vari cambiamenti assunti nei vari capitoli della saga. Ebbene, Judgment vuole distinguersi nuovamente introducendo solamente due stili di lotta strettamente legati alla tecnica (visivamente parlando) e lontani dalla mera forza bruta.

A seconda del numero degli avversari, Yagami può modificare il proprio stile di lotta semplicemente con la pressione del tasto direzionale “giù”, per eseguire lo switch tra lo stile Tigre (caratterizzato da un’aurea rossa), indicato negli scontri uno contro uno, mentre lo stile Gru (distinguibile da un’aurea blue) è ideale per gli scontri con più nemici contemporaneamente. Yagami sembra essere un amante della tecnica e della velocità, lontano dalla forza devastante di Kiryu e vicino a uno stile di lotta che ricorda molto Jackie Chan. In ogni caso, abbiamo davanti il solito picchiaduro piacevole da giocare e facile da padroneggiare… forse davvero troppo poco tecnico nelle sue esecuzioni, tanto che potreste spesso cavarvela anche con uno smashing furioso (ma sareste delle brutte persone).

Le mosse Heat, qui rinominate EX-Actions, sono ancora presenti in colpi singoli con la pressione del tasto “triangolo”, e con momenti di furia continuata dopo la pressione di R2. Contrariamente all’ultimo Yakuza, Yagami sembra non voler esattamente uccidere i suoi avversari, tanto che riesce a picchiarli con numerosissime armi improprie, come biciclette, coni stradali, insegne e tutto ciò che possa diventare uno strumento da colpo, ad eccezione delle armi da fuoco, che non saranno mai impugnate dal nostro protagonista: se un nemico abbandona una pistola, la pistola scompare. Il sistema delle amicizie interviene anche nelle sessioni di botte da orbi, poiché se nelle immediate vicinanze avrete un amico, questo vi aiuterà nel combattimento anche eseguendo prese e mosse combinate. Nonostante una lampante semplificazione delle meccaniche di lotta e dei vari upgrade, nonché la decisione di non far impugnare armi da sparo a Yagami, Judgment riesce a divertire come ogni capitolo di Yakuza e, soprattutto, come ci si aspetterebbe da un buon picchiaduro a scorrimento. Ancora una volta, il team Ryu Ga Gotoku Studio viene promosso a pieni voti sotto questo aspetto.

Una vera pellicola da vedere e giocare.

È passato un anno dalla prima volta che abbiamo visto in azione il Dragon Engine in Yakuza 6. Si direbbe un’eternità nel campo videoludico, eppure, il motore grafico approntato dallo studio giapponese riesce a restituire delle immagini assolutamente incredibili anche in questo nuovo Judgment, con alcuni segnali evidenti di progresso nella tecnica. Il volto di Yagami e di tutti i personaggi comprimari che appaiono nel corso del gioco – praticamente catturati da tutti attori veri –  raggiungono un realismo quasi eccellente, se non fosse per i modelli utilizzati nelle capigliature. Kamurocho sembra ancora più viva, adesso quasi tutti i passanti hanno dei ballon che evidenziano i loro pensieri, ci sono molti più negozi e, molti di essi, sono interamente visitabili come i mini-market (es. la catena di negozi Don Quijote).

Il numero di attrazioni, ristoranti e fast food è davvero incredibile e il dettaglio raggiunto dal quartiere a luci rosse potrebbe tranquillamente sostituire una visita guidata virtuale di Tokyo. E se vogliamo ancora parlare dell’impatto di stampo cinematografico di questo titolo, abbiamo ancora delle scene di intermezzo lunghissime pari a quelle di un vero film; si tratta di scene che nella loro durata potrebbero infastidire, ma possiamo assicurarvi che grazie alla complicità di un’ottima regia, con delle musiche davvero molto azzeccate e un doppiaggio di prima qualità, vi starete dimenticando di “giocare”. A proposito di doppiaggio, questo presente in inglese e giapponese, per la prima volta da parte del team Ryu Ga Gotoku Studio, noi italiani possiamo godere della presenza dei sottotitoli in italiano! Ci duole riscontrare molte imprecisioni nella traduzione dei dialoghi, ma si tratta di un ottimo assist per il Bel Paese.

Judgment non tradisce le aspettative. Le supera brillantemente pur restando attaccato a quel cordone ombelicale che porta il nome di Yakuza (anzi, per chi conosce bene la saga avrà qualche piccola e gradita sorpresa). L’intreccio narrativo è coinvolgente e permette di vivere l’esperienza del micromondo di Kamurocho a tutti coloro che non hanno mai giocato gli altri titoli del team giapponese della scuderia SEGA, mentre i fan di vecchia data si sentiranno a casa, padroneggiando molto presto quelle nuove meccaniche originate dall’uso di un personaggio finalmente differente nella sua natura investigativa. Judgment è l’esempio calzante di come un format di gioco possa essere esattamente riproposto per raccontare storie differenti da quelle che lo hanno reso famoso, cambiando addirittura l’approccio del gameplay seppur in minima parte. Siamo curiosi di giocare il DLC che sarà disponibile prossimamente… magari potrebbe rivelare una delle tante magiche sorprese di questa cittadina incredibile.

Il remake dello storico Yakuza 2 è disponibile per PS4, col titolo Yakuza Kiwami 2 in offerta su Amazon.

Voto Recensione di Judgment - PS4


9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Piacerà ai fan di Yakuza, ma anche ai novizi grazie alla storia slegata e originale

  • - Kamurocho rispecchia la vera Kabukicho in modo ancora più fedele rispetto al passato;

  • - La trama principale è molto coinvolgente e tocca una tematica realmente molto sentita in Giappone relativa alla demenza senile;

  • - Il sistema di combattimento si lascia padroneggiare con estrema velocità.

  • - Abbiamo i sottotitoli in italiano!

Contro

  • - I filmati sono davvero molto lunghi. Fortuna che i sottotitoli nella nostra lingua rendono più semplice seguire le vicende anche se con diverse imprecisioni;

  • - Il sistema di combattimento è semplice, ma nonostante i vari upgrade resta poco variabile;

  • - QTE non sempre azzeccatissimi.

Commento

Judgment regala l’incredibile esperienza di gioco conosciuta nella serie di Yakuza anche a chi non ha mai giocato ad alcun capitolo della fortunata serie SEGA. Con una trama nuova e completamente slegata dalla serie storicamente ambientata a Kamurocho, Judgment non si può definire come un semplice spin-off delle avventure del Dragone di Dojima. Il protagonista Yagami ha carisma da vendere, con una storia in continua evoluzione dalle tinte thirller e noir che non mancherà di appassionare. Visivamente siamo ai massimi storici da parte del team di sviluppo, con una Kamurocho ancora più completa e dettagliata, anche se alcune note comiche dei giochi precedenti vengono eliminate per dare spazio a maggior drammaticità, anche alla luce del particolare tema trattato. Il gioco vi impegnerà per moltissimo tempo, sia per la storia longeva, sia per l’incredibile mole di minigiochi e missioni secondarie. Se amate il genere, Judgment è un acquisto decisamente obbligato!

Informazioni sul prodotto

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