Quando mi sono interfacciato con la demo di Inkulinati, in cuor mio sapevo già cosa aspettarmi, ed ero sicuro che mi avrebbe colpito già solo dal menu principale e, infatti, così è stato. Un mondo di gioco che si estende tra le pagine ingiallite di vecchie pergamene medievali, un contesto unico nel suo genere e sì, anche tanta originalità, che in questo periodo non guasta mai, specie tra i tanti annunci di remake, remastered e chi più ne ha, più ne metta, in un panorama che meriterebbe opere originali.
Sviluppato da Yaza Games e pubblicato da Daedalic Entertainment, questo meraviglioso affresco in movimento è frutto della folle ma vincente idea di Wojtek Janas, un game designer che di talento sembra proprio ne abbia da vendere. Nelle ultime ore abbiamo provato la demo in occasione dello Steam Next Fest, un evento straordinario che ne propone parecchie tutte di videogiochi di prossima pubblicazione. È stato facile accedervi e, complice l’interesse che ho per l’opera del team polacco, posso assicurarvi che la prima ora e mezzo è stata caratterizzata da momenti esaltanti, sventure, catastrofi e apocalissi impossibili da evitare.
Vi racconterò la storia di Adalberto, un giovane mugnaio dal nome nobile che…
Non mi sono immediatamente gettato fra le braccia della morte in maniera inconsapevole e sconsiderata, perché prima mi sono dilettato in una toccata e fuga all’Accademia, un luogo dove ho appreso le basi fondamentali del combattimento a turni proposto dai polacchi. Sin da subito ho adorato l’aria di medioevo vestendo i panni di Godfrey, un cavaliere amanuense abile quanto con il pennino che con la spada, anche se mi sembra sia più bravo con la prima, considerando quante vittorie ha collezionato contro di me (due su tre, ma ve ne parlo poco più sotto). Superato il tutorial, mi sono successivamente dedicato alla prime due mappe della campagna principale del gioco, sicuro che non sarebbe accaduto nulla di spiacevole. O forse no?
Ho creato Adalberto. Adalberto, per chi non lo conoscesse, è un mugnaio che vive alla giornata e che, tra una cosa e l’altra, coltiva la passione per il pennino e la pergamena. Disegna e scrive storie, tessendo leggende incredibili, parlando di condottieri dalla folta chioma bionda e avventurieri di ogni genere che arrivano da ogni parte dell’Europa, spinti come tutti alla gloria, in cerca magari di una birreria per levarsi di dosso la durezza del viaggio intrapreso e per rinvigorirsi di fronte a un caldo focolare.
Il contesto iniziale, che lo vede semplicemente come un’apprendista di un maestro amanuense, racconta che Adalberto sogna di scoprire il mondo e diventare il miglior Inkulinato d’Europa. Un sogno che, per quanto nobile, è tuttavia contesi da altri nobili Inkulinati, uno su tutti il già sopracitato Godfrey, oppure Hildegred, una nobildonna che ha scelto la vita monastica ma che vede altro dal mondo oltre le costrizioni della vita ecclesiastica. Insomma, c’è un contesto narrativo che ci appare sicuramente promettente e non vediamo l’ora di esplorare in futuro nella sua interezza, specie per raccontare al meglio le vicende di Adalberto mentre esplora, letteralmente, pagine su pagine di pergamene, apprendendo nuove strategie e accrescendo la sua fama, che nel racconto potrebbe avere un peso essenziale per procedere o seguire dei percorsi alternativi.
Inkulinati propone una struttura di gioco unica nel suo genere
Quando parlo di percorsi alternativi, mi riferisco direttamente alla mappa di gioco, disegnata – come il resto dei personaggi e delle ambientazioni – completamente a mano. Ci sono bivi e strade da seguire, e nessuna è prestabilita come potrebbe accadere con altri videogiochi del genere. In tal senso, Inkulinati ci ha ricordato un boardgame italiano che risponde al nome di Shattered Heaven di Leonardo Interactive, già provato alcuni mesi fa in esclusiva. La possibilità di scegliere dove andare, come approcciarsi agli scenari e ai momenti, è un’implementazione riuscita, e che potrebbe estendersi in maniera del tutto inaspettata a esperienza completa. In più di un’occasione ho chiacchierato con il maestro, selezionando con il puntatore del mouse dove volevo andare e quale dialogo intendevo seguire. È possibile decidere che risposta dare all’interlocutore, scegliendo in questo modo se essere pacifici e accondiscendenti, o provocatori e arroganti.
Adalberto è un personaggio tuttavia pacifico ed educato, tanto che prima di avanzare l’ho personalizzato a dovere, scegliendo il verde speranza per vestirlo adeguatamente. Tuttavia, non è solo lui a vestire un colore così positivo, anzi: a indossare quegli abiti sgualciti ci sono anche le Bestie. In parole povere, si tratta della carne da macello che è possibile schierare durante gli scontri, che possono avvenire casualmente o in una disputa, come è appunto accaduto alla fine della demo contro il buon Godfrey. La struttura delle battaglie, quindi, si esprime proprio all’interno delle pergamene. E a scrivere le storie sono proprio i giocatori, che possono approcciarle come meglio preferiscono. I vostri personaggi (e in questo caso anche Adalberto), che saranno raffigurati all’estremità dello schermo, potranno evocare le Bestie oppure intervenire personalmente per impedire all’avversario di avere la meglio.
Io ho sempre cercato, e non sempre in maniera semplice e immediata, a differenziare il mio rapporto offensivo e difensivo, schierando alle volte dei cani arcieri o delle guardie armate di lancia, in maniera tale da proteggermi. Il campo di battaglia non è composto da esagoni e non ha una visuale dall’alto verso il basso, bensì avviene tutto lateralmente, con la possibilità di spostare la telecamera attraverso i tasti direzionali della tastiera. Anche se inizialmente ho optato per un livello di sfida basso per non impazzire, ho però trovato pane per i miei denti in più di un’occasione, perdendo delle Piume, ovvero degli oggetti che servono per impedire di arrivare al game over, acquistabili da un mercante, un losco figuro che mi è parso pronto a tutto pur di accaparrarsi qualche moneta d’oro da usare magari proprio contro di noi, anche se non ne abbiamo l’assoluta certezza.
A risultare oltremodo interessante, nonché unico, è il piacevole ritmo dei combattimenti. Mentre mi preoccupavo di difendermi attraverso la preghiera, un’abilità capace di allontanare i nemici in modo intelligente, attuavo al contempo una strategia d’attacco. L’inchiostro, che non è solo importante per scrivere o disegnare, in Inkulinati è rilevante anche quando si utilizza per schierare le Bestie, che non si chiamano così perché sono brutte o cattive, ma perché sono letali a modo loro.
Durante lo scontro con il maestro, infatti, ho avuto modo di incontrare delle creature capaci di farsi esplodere, rovinando in questo modo ogni mio piano. E mentre cercavo di sistemare la situazione, ero costretto a trovare un modo per vincere contro chi avevo di fronte. A volte era impossibile, spesso ero letteralmente alla mercè del nemico; quindi, mi sono dovuto ingegnare e fare esattamente quello che era scontato: cercare un modo per vincere. Non importa in che modo, perché o se fosse importante farlo, ma c’era un obiettivo da portare a termine per non rischiare di finire con un pugno di mosche tra le dita. Potevo schierare un cane che suona una cornamusa, uno spadaccino con scudo (sempre sotto forma di cane, sia chiaro) oppure optare per un santone, ma ho scelto la seconda opzione e, in un modo o nell’altro, mi è andata bene e ho portato a casa la vittoria. Una vittoria pirrica, perché, nel frattempo, ho perso dei valevoli guerrieri (anche se, a conti fatti, erano del tutto sacrificabili).
E ho continuato ad avanzare per la mappa di gioco, non fermandomi più, superando la prova da Inkulinato per poi approcciarmi a una nuova area, in cui ho imparato altre tattiche di combattimento. Oltre ai guerrieri, è infatti possibile evocare dei barili esplosivi o dei carretti di legno, capaci di bloccare l’avanzata nemica e impedire in questo modo che faccia del male alle unità. L’unico modo per infoltire i ranghi è poi quello di posizionarle dove sono presenti le chiazze di inchiostro, fondamentali per il proseguimento dell’esperienza di gioco, poiché danno la possibilità di evocarne quante se ne desiderano, sebbene il limite massimo al momento siano di dodici combattenti schierabili.
La struttura di gioco, insomma, sembra essere profonda e magnificamente rappresentata, e non vediamo l’ora di esplorarla a dovere, poiché potrebbe avere degli ottimi guizzi creativi. Complici le meravigliose illustrazioni, c’è da sottolineare – anche se lo abbiamo già fatto – che è tutto disegnato a mano. Ogni superficie, ogni personaggio, ogni oggetto e ogni caratteristica interessante che potrebbe farvi appassionare a questo videogioco è costruita per stupire, ammaliare e lasciare di stucco. In questo primo contatto con l'opera, che speravo non finisse mai, ho appurato che siamo letteralmente di fronte a un videogioco che merita la dovuta attenzione da parte degli appassionati, perché qui si va oltre lo strategico a turni, la profondità narrativa di una produzione e l’approccio che esprime. Qui c’è una cura maniacale di ogni singolo elemento, che andrà esaminato con attenzione solo dopo la release ufficiale. Che, va detto, non appare affatto troppo lontana (anche se è in un momento imprecisato del 2022).
Cosa aspettarsi?
Yaza Games ci dimostra di essere un team affiatato, appassionato e sicuro dei propri mezzi. Al momento non possiamo fare altro che lodare le scelte di game design e di stile, dando un parere superficiale sulle musiche, il contesto e le illustrazioni, che per l’occasione si presentano in forma smagliante e nella demo ci sono sembrate calzanti.
Inkulinati potrebbe dimostrarsi quel videogioco maturo, ben costruito e coinvolgente che sta facendo tanto parlare di sé sin dalla Summer Game Fest del 2021, e che non vediamo l’ora di approfondire a dovere in sede di recensione. Le avventure di Adalberto, in fondo, sono solo all’inizio. Ricordiamo, inoltre, che Inkulinati sarà presente al day one su Xbox GamePass.