Indiana Jones e l'Antico Cerchio, l'avventura migliore dell'anno | Recensione
La nostra recensione di Indiana Jones e l'Antico Cerchio, titolo sviluppato da MachineGames il 9 dicembre su PC e Xbox e nel 2025 anche su PS5.
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a cura di Giulia Serena
Editor
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Pro
- Ambientazioni variegate e curate dei minimi dettagli
- Narrazione al livello dei primi film della serie
- Indiana Jones ricreato alla perfezione
- Immersivo e divertente
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Contro
- Intelligenza artificiale altalenante nelle sezioni stealth
- Combattimenti corpo a corpo macchinosi
- Qualche lieve imperfezione tecnica su Xbox
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
Certe storie hanno il sapore della leggenda, e poche icone sono scolpite nell'immaginario collettivo come Indiana Jones: nato dal desiderio di raccontare un’epopea di avventura pura, il cappello, la frusta e il sorriso sfrontato di Harrison Ford, l'attore che da sempre lo impersona, ci hanno fatto sognare a ogni film, trasportandoci nell'epoca d'oro degli eroi dallo spirito indomabile. D'altronde, il personaggio nato dalla mente di George Lucas e sviluppato poi con il contributo fondamentale di Steven Spielberg e dello sceneggiatore Philip Kaufman rappresenta da oltre quarant'anni sinonimo di action-adventure: la perfetta amalgama di esplorazione, umorismo, narrazione e, ovviamente, scazzottate.
Ed ecco che Indiana Jones e l’Antico Cerchio è il nuovo tassello di questa mitologia moderna, un viaggio che promette di riportarci alle radici stesse di quel fascino senza tempo. Il titolo in uscita il 9 dicembre su PC e Xbox e nella primavera del prossimo anno anche su PS5 ci mette, infatti, nei panni dell'intramontabile eroe, immergendoci in un'avventura che fa il giro del globo e che si colloca a livello temporale tra gli eventi de I predatori dell'arca perduta e L'ultima crociata.
Dagli USA al giro del mondo
In particolare, siamo nel 1937 e tutto ha inizio quando, nella notte, Indy si sveglia di colpo per un frastuono, scoprendo che un enigmatico artefatto viene rubato dal Marshall College da un uomo misterioso e di altezza imponente. Dopo aver capito che il ladro aveva in mente tutt'altro rispetto al guadagnare soldi facili con qualche oggetto da museo, il nostro protagonista decide di mettersi in gioco ancora una volta, riprendendo in mano la sua inseparabile frusta e il cappello, partendo per una nuova avventura che lo porterà a fare il giro mondo. Dai corridoi universitari al Vaticano, attraversando l’Himalaya, le piramidi egiziane, i templi antichi e altre affascinanti location che non voglio svelarvi in anticipo, Indy dovrà affrontare forze malvagie nel tentativo di fermarle e risolvere il mistero dell’artefatto rubato.
E non è finita qui: come in ogni autentica avventura di Indiana Jones, i nazisti sono inevitabilmente presenti e questa volta sono guidati da Emmerich Voss, un archeologo tedesco determinato a mettere le mani su antichi manufatti di grande potere. La trama si espande, però, oltre i meri seguaci di Hitler, intrecciandosi con leggende e storie millenarie che Indy dovrà scoprire.
Per affrontare questa sfida, l’archeologo non sarà solo: sarà affiancato da Gina, una giornalista investigativa italiana interpretata dall’attrice Alessandra Mastronardi, che apporterà il suo coraggio e le sue competenze alla missione. Inizialmente un po' irritante a causa del suo carattere forte, orgoglioso e un po' saccente - in questo assomiglia decisamente a Marion -, Gina si rivelerà poi un prezioso alleato, aiutando Indy in svariati contesti e accompagnandolo nelle sue tappe in giro per il mondo.
Rimanendo nell'argomento, vale la pena esprimere immediatamente l'eccellente lavoro svolto da MachineGames sui personaggi di Indiana Jones e l’Antico Cerchio. Troy Baker, l'attore che interpreta il protagonista, è stato reso incredibilmente simile a Harrison Ford negli anni '80, tanto che persino il tipico sorriso da canaglia dell'attore è stato riprodotto alla perfezione; nonostante il gioco sia in prima persona, infatti, avrete modo di vedere il volto di Indy nelle svariate ore di filmati presenti, e sarà proprio come guardare un nuovo film della saga.
Anche gli altri personaggi principali sono caratterizzati in modo convincente: vi ho già parlato di Gina, mentre Emmerich Voss è il classico villain "disneyiano", un omuncolo nazista megalomane, assettato di potere e, ovviamente, estremamente fedele al führer; insomma, l'antagonista perfetto per un'avventura di Indiana Jones. Oltre a loro, ognuno degli amici o nemici che incontrerete apporteranno qualcosa al viaggio, confluendo in un'esperienza appagante dall'inizio alla fine.
Meglio di un film
La trama di Indiana Jones e l’Antico Cerchio riesce a coinvolgere sin dal principio e non annoiare mai, mantenendo un ottimo ritmo narrativo per tutta la sua durata di circa 13 ore. Anche in questo caso il team di sviluppo è riuscito a incapsulare perfettamente l'essenza del franchise, dando vita a una storia che se, da una parte, è senza dubbio narrativamente migliore rispetto agli ultimi film della serie, dall'altra non va a toccare o rovinare in alcun modo tutto ciò che è stato creato da George Lucas e Spielberg.
Tutto ciò è dovuto in larga parte alla divisione del gioco in differenti ambientazioni, ognuna delle quali è completamente diversa dalla precedente, non solo in termini puramente estetici ma anche in quanto a personaggi incontrati e attività da svolgere. Sebbene il fine ultimo di ciascun luogo sia lo stesso - trovare le pietre che compongono l'Antico Cerchio - l'avventura non appare mai banale, e l'impegno del team nel creare le varie location nel modo più storicamente dettagliato possibile è evidente.
Sin dai primi momenti di gioco, infatti, è impossibile non rimanere estasiati dalla quantità e qualità dei dettagli presenti nell'opera: ogni singola schermata è stata rifinita per creare un mondo estremamente accurato rispetto a quella che era la realtà nel 1937. Per esempio, nel Vaticano potrete esplorare luoghi iconici come la Cappella Sistina e svariati palazzi clericali, e non so quanto tempo ho perso ammirando soffitti pieni di decorazioni d'oro o affreschi, muri ricoperti da quadri cristiani dipinti a olio - dove la texture è perfetta - e stanza con oggetti d'epoca; d'altra parte, gli spazi esterni pullulano di manifesti fascisti e accampamenti dove è possibile trovare tantissimi riferimenti alla dittatura, il tutto scritto in un italiano perfetto.
Ovviamente, la stessa cura per i dettagli si applica anche alle altre ambientazioni: a Giza potrete ammirare gli abitanti locali che svolgono le loro attività quotidiane ed esplorare varie piramidi, templi sotterranei e persino la Sfinge, mentre a Sukhothai avrete modo di navigare con un'imbarcazione tipica tra le acque della laguna thailandese, visitando le varie capanne e rovine di civiltà antiche.
In ogni area troverete poi tantissime note che raccontano di storie passate o contemporanee e avrete a disposizione svariate attività sul campo (ovvero missioni secondarie) da poter svolgere in concomitanza della storia principale o dopo averla finita. Anche queste si sono rivelate molto interessanti, portando Indy a esplorare ulteriori luoghi affascinanti, conoscere personaggi peculiari - come una suora amante dei libri - e risolvere enigmi.
Spremere le meningi
E, a proposito di enigmi, questi sono chiaramente uno dei pilastri principali di Indiana Jones e l’Antico Cerchio: il timore era quello che sarebbero stati troppo banali, mentre MachineGames è riuscita a trovare il giusto equilibrio per proporre rompicapi che richiedono un po' di sano ragionamento logico. Sia ben chiaro, non tutti sono complessi, ma soprattutto quelli presenti nelle fasi finali di ogni "capitolo" del gioco sono ben realizzati, offrendo comunque un senso di soddisfazione una volta risolti.
Se, invece, doveste avere problemi a risolvere qualche enigma, basterà inquadrarlo con la macchina fotografica di Indy e scattare una foto per ottenere degli indizi. Questa ci servirà anche per immortalare oggetti o soggetti ogni qual volta appare il simbolo corrispondente, così da inserire tutto nel diario e, così come per il raccoglimento di note o collezionabili, ottenere punti avventura.
Il diario d’avventura non è, infatti, solo un semplice archivio, ma un vero e proprio strumento strategico per il progresso dell’avventura: ogni volta che si aggiunge una nuova voce, si ottengono punti avventura, trasformando la raccolta di informazioni in un'attività non solo utile per avere sempre a portata di mano tutti i dettagli raccolti durante il viaggio, ma anche cruciale per la crescita del personaggio.
Questa è possibile grazie a un sistema di progressione che offre la possibilità di migliorare le abilità e le statistiche di Indiana Jones tramite i libri abilità, dei tomi speciali da trovare in giro per le mappe o da acquistare presso i medici e sbloccabili poi utilizzando i punti avventura accumulati. Per esempio, potrete ottenere la possibilità di eliminare silenziosamente i nemici da dietro e una meccanica che consente di rinascere dopo un abbattimento cercando il cappello di Indy nelle vicinanze, oltre i classici aumenti nella forza e resistenza.
Non chiamatelo action-adventure
Avrete capito che l’esplorazione è fondamentale in Indiana Jones e l’Antico Cerchio, tanto che il gioco, come dichiarato dagli stessi sviluppatori di MachineGames, può essere considerato un adventure action piuttosto che un classico action adventure. E il termine adventure action calza a pennello, d'altronde Indiana Jones non è un personaggio che affronta ogni situazione solo con pugni e pistole, anzi. Il suo spirito avventuroso e astuto si riflette, quindi, in un gameplay che valorizza la furtività e l’uso creativo dell’ambiente.
Potrete, infatti, raccogliere e utilizzare una vasta gamma di oggetti improvvisati, come pale, padelle, cacciaviti, bottiglie o persino sturalavandini per neutralizzare i nemici in modo silenzioso o, banalmente, picchiarli facendogli più male rispetto che coi meri pugni. In ogni ambientazione avrete poi l'opportunità di travestirvi e muovervi praticamente inosservati tra i nazisti - a patto che se siate abbastanza bravi per trovare gli abiti giusti -.
Naturalmente, optare per uno scontro diretto con i cari e vecchi cazzotti o con il revolver di Indy rimane una possibilità che avrete sempre a disposizione, ma dovrete essere consapevoli che fare a botte è pericoloso. Soprattutto nelle fasi più avanzate dell'avventura, farvi beccare significa essere ben presto riempiti di pallottole, e in quei casi potrete fare ben poco per difendervi. Insomma, lo stealth nella maggior parte dei casi rimane l'opzione più consigliata e, sebbene l'intelligenza artificiale dei nemici sia abbastanza scarsa, la progressione della difficoltà complessiva del gioco è stata gestita bene, con nessuna fase troppo frustrante.
D'altra parte, il secondo - e ultimo - lato in cui il gioco è più carente sono i combattimenti corpo a corpo: sebbene le animazioni dallo stile quasi fumettistico quando Indy prende a pugni i nemici siano apprezzabili, gli scontri risultano macchinosi. Le opzioni sono alquanto limitate, potendo solamente colpire, schivare e parare, il tutto dovendo prestare attenzione alla barra della resistenza che si esaurisce in fretta e con i movimenti del protagonista che appaiono poco fluidi. L'opzione migliore è, dunque, avvalersi sempre di oggetti per picchiare i nemici quando possibile, così da evitare gli scontri diretti.
L'altra componente dell'essenza adventure action del gioco è, ovviamente, l'esplorazione: dovrete esplorare le varie zone avvalendovi non solo della fedele frusta per arrampicarvi e dondolare da una sporgenza all'altra, ma anche di oggetti come accendino e maschera per respirare sott'acqua. Complici un level design ben pensato e le ambientazioni molto diverse tra loro, dunque, non vi annoierete mai durante l'avventura, mentre avrete sempre a disposizone una mappa del luogo in cui vi trovate; anche quest'ultime sono state pensate in modo davvero intelligente, essendo tutte riprodotte su carta così da dare la sensazione di star usando delle cartine reali dell'epoca.
La temuta prima persona
Infine, vale la pena spendere qualche parola su quello è stato l'aspetto più criticato di Indiana Jones e l'Antico Cerchio, ancor prima che il titolo veda la luce: la prima persona. Una scelta che, per l'appunto, in molti hanno già condannato, ma che in realtà non solo è stata sensata per MachineGames, avendo sempre sviluppato giochi in prima persona, ma che anche è stata gestita bene. Se temete di "non vedere Indiana Jones" potete mettere da parte la paura, visto che le occasioni per vederlo in terza persona ci sono eccome: come vi ho raccontato, il gioco è davvero pieno di filmati, i quali sono presenti in ogni momento in cui hanno senso, per cui non sentirete mai di star impersonando un personaggio generico.
Inoltre, anche ogni qual volta dovrete arrampicarvi da qualche parte con la frusta o attraversare dei punti stretti la visuale passerà alla terza persona, dandovi così il giusto compromesso tra esperienza di gioco immersiva e sensazione di star godendo di un'avventura cinematografica di Indiana Jones. A concorrere nel rendere l'opera così immersiva è anche la colonna sonora composta da Gordy Haab, il quale si è ovviamente ispirato al lavoro di John Williams per dare vita a dei brani che accompagnano alla perfezione l'avventura.
A livello tecnico, l'esperienza su Xbox Series X è stata abbastanza solida, con qualche leggero calo di frame durante i filmati - ma nulla che ne rovinasse la godibilità - e delle sporcizie tecniche visibili soprattutto nell'ambientazione di Sukhothai, essendo ricca di acqua ed elementi naturali più pesanti da caricare. Graficamente il titolo è molto piacevole, con la cura che vi ho raccontato posta sia nelle ambientazioni che nei personaggi a dar vita a un mondo dal feeling davvero cinematografico. Nelle mie circa 20 ore di gioco ho incontrato solo qualche bug, di cui nessuno che ha compromesso la partita o richiesto di riavviare il titolo, e in ogni caso facilmente risolvibile con una patch.
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