Giocare a Black Myth Wukong con la mente? Ora è possibile, ecco come

Il dispositivo cinese Beinao-1 consente a un paziente di giocare a videogiochi complessi utilizzando unicamente i segnali cerebrali.

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a cura di Giulia Serena

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La corsa ai progressi nell'interfaccia cervello-computer ha registrato un passo significativo con il dispositivo cinese Beinao-1, che consente a un paziente di giocare a videogiochi complessi utilizzando unicamente i segnali cerebrali. Il diciannovenne sottoposto alla sperimentazione, originariamente in cura per epilessia del lobo frontale destro, ha dimostrato una capacità di controllo sorprendentemente rapida, richiedendo solo un terzo del tempo di addestramento rispetto ai pazienti Neuralink di Elon Musk. Secondo quanto riportato da ITHome, la risposta dell'interfaccia si avvicinerebbe notevolmente a quella di una persona che utilizza un mouse tradizionale, benché tali affermazioni non siano ancora supportate da documentazione scientifica verificabile.

Frutto della collaborazione tra Brain Tiger Technology, l'Istituto di Ricerca Tianqiao Brain Science (TCCI) e l'Istituto di Microsistemi di Shanghai, il Beinao-1 rappresenta un esempio di come la Cina stia accelerando nella corsa alle neurotecnologie avanzate. Il dispositivo è caratterizzato da 256 canali per la rilevazione di segnali EEG corticali e utilizza materiali flessibili per l'impianto. Questa prima versione richiede ancora collegamenti fisici, ma i ricercatori hanno già annunciato che una versione wireless dovrebbe entrare in fase di sperimentazione clinica entro la fine dell'anno.

La vera innovazione del Beinao-1 risiede nella sua architettura tecnologica multi-livello. I segnali EEG vengono elaborati attraverso un sistema di decodifica in tempo reale e motori duali per il miglioramento dell'interazione. Successivamente, questi impulsi sono sottoposti ad analisi dell'intenzione di movimento, mentre modelli di deep learning e machine learning ottimizzano costantemente il sistema. Il tutto viene gestito da XessOS, un sistema operativo appositamente sviluppato per l'interfaccia cervello-computer.

I risultati empirici, seppur limitati, appaiono promettenti. Il paziente ha raggiunto una velocità di controllo del cursore di 4,1 bit al secondo dopo meno di 20 ore di addestramento. Il dato acquista valore nel confronto con il primo paziente Neuralink, che ha ottenuto 4,6 bit al secondo dopo ben 60 ore di formazione. Questo suggerisce che la tecnologia cinese potrebbe offrire una curva di apprendimento significativamente più rapida, elemento cruciale per la futura adozione di massa di queste interfacce.

L'aspetto più affascinante della sperimentazione riguarda la capacità del soggetto di interagire con videogiochi complessi. Dopo un percorso iniziale con titoli semplici come Pac-Man e Tank Wars, il paziente è riuscito a giocare a Black Myth: Wukong e Honor of Kings, due titoli moderni dalla complessità considerevole. Questa progressione dimostra come l'interfaccia possa gestire comandi articolati e non solo semplici movimenti di cursore.

Al di là degli aspetti tecnologici, la storia ha anche un risvolto terapeutico positivo. L'impianto ha infatti aiutato i medici a identificare con precisione l'area cerebrale responsabile dell'epilessia del paziente. Secondo ITHome, il soggetto ha successivamente subito un intervento di resezione della lesione, con un recupero completo. Questo duplice beneficio – diagnostico e funzionale – evidenzia il potenziale medico di queste tecnologie, al di là delle possibili applicazioni nel gaming o nella comunicazione.

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