Immortals of Aveum | Recensione - Uno sparatutto fantasy che funziona a metà
Immortals of Aveum è la scommessa del neo-nato Ascendant Studios: sarà riuscito l'FPS fantasy a portare una ventata d'aria fresca nel genere?
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a cura di Giulia Serena
Editor
Vi è mai capitato di avere un sogno o semplicemente un’idea strana e di appuntarla da qualche parte con la consapevolezza che probabilmente non vi ricapiterà più di leggerla? E cosa succederebbe se a quella fantasticheria se ne aggiungessero col passare del tempo, fino a diventare un progetto concreto? Ebbene, questo è, a grandi linee, ciò che ha portato alla creazione di Immortals of Aveum, nato dalla mente di Bret Robbins e trasformato poi nell’impegno di un team fondato con l'unico scopo di dare vita a quella brillante visione.
Quando Bret Robbins fondò Ascendant Studios, infatti, usciva da decenni di esperienza nell'industria videoludica, con la direzione di titoli come Dead Space, The Lord of the Rings: The Return of the King e alcuni Call of Duty. Nel corso degli anni egli si era appuntato quelle famose idee, riuscendo poi a fondare uno studio di sviluppo Tripla A indipendente e puntando tutto su un unico e ambizioso progetto.
Un po' come degli Avengers, un gruppo di veterani del settore si è riunito per dare vita a Immortals of Aveum, uno FPS fantasy single player ambientato in un mondo completamente originale che vedrà la luce dopo anni di lavoro il 22 agosto su PS5, Xbox Series X|S e PC grazie al supporto di Electronic Arts nella pubblicazione. Dopo averlo provato in anteprima a San Francisco qualche mese fa abbiamo ora avuto modo di giocarlo nella sua interezza, per cui siamo pronti a fornirvi le nostre impressioni complete.
Guerre, magie e traumi
Ciò che mi ha più impressionato di Immortals of Aveum sin dai primi minuti di gioco è l'immensità della lore messa in piedi dal team. Per quanto si tratti di un'esperienza lunga circa venti ore, il mondo partorito da Ascendant Studios è così ricco e pieno di informazioni che basterebbe per dare vita a interi romanzi o film fantasy. Ci troviamo ad Aveum, un mondo che si contraddistingue per essere patria di un conflitto per il controllo della magia lungo millenni, tanto da venir chiamato Sempiguerra.
I cinque regni di Aveum si sono ridotti a due superpotenze, Lucium e Rasharn, divise dallo Squarcio, un'enorme e infinitamente profonda spaccatura posta al centro del mondo, che ne funge da confine naturale — chi ha visto o letto Made in Abyss si può fare un'idea di cosa significhi —. In questo scenario non proprio paradisiaco è cresciuto Jak, un cosiddetto Advenuto, ovvero una persona che non manifesta poteri magici alla nascita, bensì in una fase più avanzata della vita. Non è solo questo a renderlo speciale, però, dato che si dimostra anche un Triarca, ovvero un rarissimo caso di mago capace di lanciare tutte e tre le tipologie di incantesimi presenti in natura.
Dopo un evento drammatico che lo sradica completamente dal suo focolare, Jak si ritrova improvvisamente parte dell'esercito di Lucium, diventando con gli anni un Immortale, ovvero uno dei combattenti determinati a sconfiggere Sandrakk, tiranno del regno di Rasharn. Nel corso dell'avventura sarete, dunque, affiancati da compagni e superiori che vi affiancheranno — o insulteranno, in base alle circostanze — nel corso della campagna.
Finalmente un non-open world
In un'industria videloudica che ormai pullula di open world, Immortals of Aveum va — fortunatamente — controcorrente, proponendo una narrazione in capitoli e una mappa divisa in regioni. Queste sono esplorabili liberamente, ma non aspettatevi di trovare punti di interesse o attività, dato che gli unici elementi aggiuntivi, oltre alle varie casse sparse con risorse ed equipaggiamento sparse in giro, sono i Velarion, dei livelli extra-terreni simili agli Squarci della Forza negli Star Wars Jedi.
Per quanto Immortals of Aveum sia un titolo completamente originale, è impossibile non notare l'influenza di opere fantasy per quanto riguarda la storia e il mondo di gioco, come Il Signore degli Anelli, Star Wars e i supereroi Marvel o DC. Il risultato è un'ambientazione ispirata e dettagliata, in cui ogni regione esplorabile ha una propria identità e un motivo di esistere. Insomma, a differenza delle sabbie quasi indistinguibili di Atlas Fallen, vi ricorderete il luogo che avete esplorato e potrete, come per ogni altro elemento del gioco, saperne di più tramite il glossario accessibile dal menu.
La narrazione di per sé, invece, non mi ha convinto quanto le ambientazioni, essendo caratterizzata da alti e bassi che ne rendono alcuni frangenti interessanti e altri scontati. Non tutti i colpi di scena riescono, infatti, a sorprendere veramente, e, per quanto ciascun personaggio principale abbia una propria crescita e climax, ciò non è sufficiente per far arrivare la storia a un livello ottimo, soprattutto considerando che non sono presenti missioni secondarie. Ho apprezzato, però, la localizzazione completa in italiano, con tanto di un doppiaggio ottimo e la traduzione di ogni singolo elemento.
Una volta finita la campagna principale sarà possibile continuare a esplorare Aveum alla ricerca di casse ed equipaggiamento più forte, combattere "I Sei", ovvero boss aggiuntivi da sconfiggere in cambio di ricompense e poco altro, rendendo l'avventura un po' fine a sé stessa. Dopo aver svolto anche queste attività difficilmente avrete motivo per riprendere in mano Immortals of Aveum, a meno che il team non decida in futuro di integrare contenuti aggiuntivi come una modalità arena o nuove missioni da svolgere.
Attacchi a colpi di magie
Lato gameplay, invece, il modo più semplice per descriverlo è quello di immaginarvi una fusione tra Doom, Ghostwire Tokyo e Forspoken; come vi accennavo prima avrete a disposizione tre magie, verde, blu e rossa, intercambiabili in qualsiasi momento e dotate di caratteristiche uniche. La prima fungerà come una mitraglietta con colpi in rapida sequenza, la seconda come una specie di fucile d'assalto e la terza come un fucile a pompa, con "proiettili" potenti ed esplosivi.
Nonostante Jak sia capace di brandire tutti e tre i tipi di magie, i nemici ne utilizzeranno unicamente uno dei tre e, com'è solito per i titoli del genere, colpirli con il colore corrispondente sarà più efficace. Potrete poi usufruire alcune abilità speciali e strumenti che vi aiuteranno in situazioni differenti, anche se il gameplay alla lunga risulta comunque piuttosto ripetitivo: gli avversari da un certo punto della campagna in poi saranno sempre gli stessi, e avendo a disposizione solo tre incantesimi la varietà non è così ampia da rendere ogni scontro davvero unico o approcciabile in modi differenti.
Il team avrebbe certamente potuto osare di più con gli attacchi a disposizione, inserendo strumenti che sarebbero potuti tornare utili come le granate o, semplicemente, altre tipologie di magie o abilità speciali. Per quanto sia possibile creare o potenziare il nostro equipaggiamento tramite le fucine, infatti, ciò modifica unicamente la potenza, cadenza e quantità dei colpi per ciascun sigillo (l'oggetto che permette a Jak di lanciare gli incantesimi), non portando, dunque, cambiamenti significativi a livello di gameplay. Immancabile come nella stragrande maggioranza dei titoli odierni è poi l'albero delle abilità, grazie al quale è possibile potenziare degli aspetti di ogni magia in modo separato.
Oltre che nei combattimenti, le magie serviranno anche per risolvere i puzzle ambientali disseminati nel corso delle missioni, che per la maggior parte dei casi hanno a che vedere con cristalli da colpire per aprire porte. Nulla di particolarmente complesso o che vi farà scervellare ma, d'altronde, nella mia esperienza ho trovato Immortals of Aveum generalmente semplice: dopo qualche ora di gioco ho aumentato la difficoltà al massimo (sono presenti solamente i corrispondenti a Facile, Normale e Difficile), trovandolo comunque semplice fino agli ultimi capitoli della storia, nei quali la quantità di nemici è aumentata e i boss si sono fatti più tosti.
Un mondo magico, ma statico
A livello grafico Immortals of Aveum dà decisamente il meglio di sé nelle cutscene. Il titolo punta tantissimo sull'effetto cinematografico, dato che in certe sequenze vedrete elementi in movimento come navicelle, personaggi ed edifici che subiscono danni o crollano; in qualsiasi altra situazione, però, il mondo di gioco risulta statico, con gli NPC che si muovono appena e che non solo non interagiscono col protagonista in alcun modo, ma che, nei casi in cui parlano tra di loro, lo fanno in modo impercettibile da comprendere. Non potrete, dunque, andare in giro a dialogare con chiunque, bensì potrete farlo solo con i personaggi principali e pochi altri per scoprire di più sulla lore.
Infine, vale la pena spendere qualche parola sul lato tecnico di Immortals of Aveum: ho avuto modo di provare il titolo su PS5 in una versione ad accesso anticipato. Con mia sorpresa ho scoperto l'impossibilità di scegliere tra differenti modalità grafiche, bensì il gioco è — almeno sulla carta — fisso a 60FPS. Il frame rate, però, non è rimasto stabile per tutta la partita, dato che ci sono stati cali soprattutto in situazioni con numerosi nemici a schermo o durante l'utilizzo dell'abilità speciale, anche se nulla che abbia compromesso il gameplay in modo serio. Nonostante ciò, la patch del day one verrà rilasciata in concomitanza con l'uscita del titolo il 22 agosto, con Ascendant Studios che promette miglioramenti di prestazioni sia su console che su PC.
Voto Recensione di Immortals of Aveum | PS5
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Lore di gioco enorme e interessante
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Localizzazione completa in italiano
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Ottimo risultato per un team ridotto e neo-nato
Contro
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Esperienza ridotta alla sola campagna
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NPC e mondo di gioco statico
-
Prestazioni altalenanti
-
Gameplay alla lunga ripetitivo
Commento
Immortals of Aveum è stata la scommessa di Bret Robbins e il suo team, che hanno puntato tutto su questo FPS fantasy. Il risultato è un'opera che poggia su una lore ispirata e originale, tanto che è impossibile non desiderare di saperne di più. Il titolo, però, si riduce a una campagna singleplayer, senza missioni secondarie o contenuti extra che avrebbero permesso di immergersi maggiormente nel mondo di Aveum. Anche a livello di gameplay si sarebbe potuto fare di più, rendendo i combattimenti più strategici e variegati e aumentando la varietà di nemici. Infine, a livello grafico Immortals of Aveum è certamente piacevole, anche se non arriva a eccellere come alcuni videogiochi usciti negli ultimi tempi. Insomma, ci troviamo dinanzi a uno sparatutto divertente e ispirato, ma che difficilmente lascerà davvero il segno nell'industria videoludica.