IMAGO: Beyond the Nightmares | Recensione - Quando l'incubo è dentro e fuori di noi
La nostra recensione di IMAGO: Beyond the Nightmare, un'opera horror di debutto di Light Off Studio, alla sua prima esperienza
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a cura di Nicholas Mercurio
Qualcuno pensa che gli incubi, come i sogni, dicano qualcosa. Non si sa quanto il loro significato sia alla fine reale, quanto effettivamente sia tangibile e neanche come si manifesti. Un incubo arriva all’improvviso, mostra solo cosa intende mostrare, trasmette disagio e sgomento, nonché paura e panico, lascia disarmati, impassibili e alle volte persino confusi. Spesso vedi del sangue scorrere su una parete e in altre occasioni cammini da solo in un lungo corridoio mentre senti un orologio segnare la mezzanotte. Non senti il freddo, perché è un incubo e quanto accade è solo frutto della tua immaginazione. E allora pensi che passerà, che se ne andrà via com’è arrivato, che andrà a infastidire qualcun altro e ti consentirà di riprendere a dormire tranquillo. Anche se il sonno, ormai, è già disturbato e sarà dura riuscire ad addormentarsi.
Interfacciandomi con IMAGO: Beyond the Nightmares, già sapevo cosa c’era ad aspettarmi. In tal senso, mi è bastato leggere la descrizione su Steam per rendermene conto. Una volta compresa, ho preso coraggio e ho fatto un gran respiro, imbarcandomi in un’avventura inquietante e disturbante ma assolutamente profonda, nonché inaspettata sotto diversi aspetti. D’altronde, si parla di un horror psicologico: anche se ero consapevole che non sarebbe mai stata una passeggiata di salute, ero certo che mi sarei angosciato con facilità.
L’opera di debutto del team italiano Light Off Studio, infatti, segue tante ispirazioni ma prosegue per la sua strada attraverso certezze già note al genere. Eppure, sorprende perché percorre un suo modo per raccontare delle vicende che possono solo avvenire nella mente di qualcuno che vive in un limbo diviso tra la realtà e la finzione, certo che niente è come appare. In Signalis questo è stato raccontato attraverso l’approccio di rose-engine, che ha seguito un percorso già segnato da Resident Evil e Silent Hill, IMAGO: Beyond the Nightmares, però, potrebbe avvicinarsi a In Sound Mind. La produzione nostrana, tuttavia, non si concentra in un solo luogo ma in diversi, e ognuno di essi legato a incubi ricorrenti e spietati che picchiettano con insistenza nella psiche del protagonista. Quanti di voi conoscono Freddy Kruger e le sue malefatte? Lo ammetto, è uno dei personaggi della cultura pop che più mi inquietano assieme a poche altre, tanto da non avere nulla da invidiare al Dracula di Francis Ford Coppola, che ho conosciuto da bambino. E non mi pento di averlo fatto così presto. Freddy Kruger, tuttavia, è un personaggio del genere horror che ho sempre trovato più spietato del principe Vlad Tepes.
Comparire nei sogni, anziché all’improvviso sotto forma di una nube verde, è decisamente più brutale. Dormire è un gesto semplice che chiunque compie per riposare, ma immaginate non poterlo fare perché d’altra parte c’è un assassino con la faccia bruciata che attende vendetta, agendo in ogni modo per fustigarvi. IMAGO: Beyond the Nightmares, in tal senso, segue questa logica e ne espande l’approccio, parlando non soltanto agli appassionati del genere ma anche a chi non ha mai giocato a un’opera dell’orrore. Qui si va oltre il buio, l’oscurità e cosa c’è di giusto e sbagliato nella vita di un singolo individuo. Qui ci sono più incubi da affrontare, e ognuno nasconde una tremenda verità con cui è obbligatorio fare i conti prima che sia troppo tardi, perdendosi in un limbo fatto di speranze infrante. La paura è in ogni angolo ed è costante, e non si può trattenere né comandare. Arriva con spietatezza, e nel modo peggiore possibile.
Gli incubi secondo IMAGO: Beyond the Nightmares
La storia, travolgente e tremenda, racconta le vicende di Marty Burton e del suo amico immaginario Arthur, entrambi legati da un vincolo che va ben oltre il tempo e lo spazio. Marty, una volta un ex detective, lavora alla giornata come investigatore privato, ma il suo passato è legato indissolubilmente a ricordi funesti, a momenti tragici e a situazioni scomode. È vittima di continue allucinazioni, che lo colpiscono in modo improvviso e brutale, annientandolo e prosciugandolo, tenendolo appeso tra la realtà e la fantasia che non riesce più a distinguere.
Il suo nuovo incarico, l’ennesimo di una vita passata a indagare su numerosi casi, lo conducono a Quiet Island, un luogo remoto e avvolto da una strana nebbia minacciosa. Un magnate del petrolio, attirato dalla sua esperienza, lo assume per trovare il nipotino misteriosamente scomparso. Potrebbe sembrare una missione come tante altre, ma è qualcosa di ben più potente e delineato. Non facendovi troppe rivelazioni, sappiate soltanto che la trama segue binari inaspettati per merito di una narrazione intelligente e ben orchestrata, che riesce a coinvolgere e a sorprendere per merito della sua fluidità, non allungandosi più del previsto ma restando fedele alle sue potenzialità.
Il ritmo, in tal senso, non incespica mai e segue un percorso preciso ed esaustivo, che sorprende grazie ai personaggi e al legame fra Marty e Arthur. Il team di sviluppo, riuscendo a incastrare questo rapporto nella pregevole narrazione di gioco, ha avuto la capacità di caratterizzare due protagonisti fenomenali con semplicità, non esagerando mai e lasciando al giocatore tutte le chiavi di lettura necessarie dall’inizio alla fine per comprendere soprattutto i patemi di Marty.
Il protagonista principale, in tal senso, affronta il suo passato mentre scende nell’abisso dei suoi stessi incubi, interfacciandosi con quanto ha di fronte, cosa accade e perché succede. Abituato a quelle illusioni, che lo affliggono e annientano, Marty le affronta con naturalezza, mentre Arthur teme cosa vede e sente, come se potesse percepire le medesime emozioni provate dall’amico, che affronta le dinamiche con grande difficoltà, riuscendo però sempre a cavarsela. Marty, a riguardo, è un personaggio ben scritto e inserito magistralmente nel racconto, che si ritrova a dover resistere alle stesse paure che non riesce più a controllare. Il rapporto tra Marty e Arthur, per l’appunto, è sincero e ispirato. I loro scambi, complici una scrittura dei dialoghi semplice ma assolutamente convincente, forniscono sempre dettagli nonché informazioni sul loro legame, complesso e difficile da approcciare al tempo stesso per via di messaggi tenuti sottotraccia, che però si comprendono una volta conclusi i vari incubi sparsi per l’avventura di gioco. Pur vivendo a stretto contatto con le imprevedibilità della vita, Marty affronta il suo passato con il peso nel cuore.
L’avventura, seppure lineare, ha la capacità di tenere incollati allo schermo del monitor attraverso una fondamentale regola famosa degli horror: la curiosità che spinge un giocatore ad avanzare nell’esperienza, rendendolo consapevole che quanto troverà davanti sarà orribile. Lo studio di sviluppo italiano, con estrema capacità, è riuscito a seguire proprio questo genere di approccio, già celebre in tante opere horror. In questo caso, inoltre, è stato fatto un enorme lavoro sul piano psicologico del protagonista perché vada a coinvolgere anche gli stati emozionali dei vari giocatori.
Sarà impossibile, infatti, riuscire a tenere a freno i ricordi personali e le esperienze vissute, comprese le difficoltà. IMAGO: Beyond the Nightmares, in maniera del tutto intima, parla al cuore dell’anima del giocatore esortandolo a ricordare e a riprovare sensazioni già provate, alcune delle quali scomode e per nulla dimenticate. Ho provato l’orrore e percepito la morte, sentito i miei fantasmi riaffiorare e il silenzio assordante comparire più e più volte. Il contesto, i messaggi finali e le ispirazioni, ben inserite nell’opera nella sua interezza, rappresentano i suoi tanti punti di forza e le sue peculiarità, arrivando all’obiettivo.
Una struttura di gioco intelligente e classica
IMAGO: Beyond the Nightmares, come tanti esponenti del genere, è un horror lineare in prima persona che fa dell'esplorazione il suo cavallo di battaglia. Sotto questo aspetto, infatti, potrebbe suonarvi come niente di nuovo, eppure è l’approccio alle situazioni a colpire nel segno. Semplice e ben implementato, il game design spinge il giocatore a esplorare i livelli, a raccogliere informazioni e a seguire bivi e strade secondarie che permettono, infatti, di arrivare a una nuova area. In più di un’occasione, a causa del buio, ho usato una torcia per illuminare l’ambiente circostante, avanzando adagio per poi ritrovarmi in aree ampie e ben inserite. Non è semplice per uno studio indipendente alla sua prima opera riuscire a differenziare il gameplay e, soprattutto, i vari enigmi da cui prende a piene mani da altre opere del genere. IMAGO: Beyond the Nightmares, tuttavia, riesce a proporre dei rompicapo diversi tra loro e ben ragionati, alcuni dei quali particolarmente impegnativi.
La sua struttura, infatti, si fonda su questi pilastri assolutamente ben congeniati che riescono a dare il meglio soprattutto durante i momenti più concitati. Spesso, anche a causa degli incubi che compariranno dal nulla, sarà complesso riuscire a decifrarne uno e avanzare senza essere costretti a guardarsi indietro, temendo di essere colpiti da un momento all’altro dalle varie entità. In tal senso, analizzare la parte puramente horror della produzione è in realtà la più interessante: rispetto a molte opere, IMAGO: Beyond the Nightmares sa come spaventare e inquietare.
Non si affida semplicemente ai vari jump scare sparsi per il level design, che durano poco rispetto alla continua sensazione di ansia che trasmette al giocatore, mettendolo in condizione di dover misurare ogni passo mentre avanza al suo interno. Tanti horror, in tal senso, rimangono spesso troppo piatti e non prendono mai l’iniziativa, eppure IMAGO: Beyond the Nightmares riesce a tenerli in pugno con semplicità anche grazie alla continua sfida che propone la struttura di gioco. L’opera non è complessa ma va affrontata pensando a ogni gesto con particolare attenzione, non limitandosi soltanto a dover prendere decisioni che potrebbero vedere Marty morire.
Quando parlo di enigmi diversi, mi riferisco al tipo di approccio scelto per affrontarli: la produzione non accompagnerà mai per mano il giocatore, bensì lo getterà tra le braccia dei suoi stessi incubi, non limitandosi soltanto a creargli confusione, paura e sgomento, ma trasmettendogli una continuazione sensazione di angoscia che ammetto di aver provato raramente in una produzione del genere. Il suo obiettivo principale, in tal senso, è stato assolutamente raggiunto: proiettare una tipologia di terrore capace di inquietare e disturbare, tanto da spingere Marty ad avere paura di addormentarsi, con Arthur come unica ancora di salvezza dalla pazzia.
La fine di ogni incubo è l’inizio di una nuova vita
Il mondo è un posto brutale, traumatizzante e spesso infimo, e IMAGO: Beyond the Nightmares lo ripete a ogni occasione con cinica decisione. In tutta questa oscurità, però, c’è una luce perpetua da seguire, l’unica che può condurre al sicuro e a un caldo abbraccio di qualcuno. Spesso è una persona cara e altre volte uno sconosciuto, ma in tante occasioni è l’immagine riflessa di qualcuno che si conosce molto bene: noi.
Sotto il profilo tecnico, IMAGO: Beyond the Nightmares incespica in alcuni momenti senza però creare alcun genere di problema per quanto riguarda la godibilità dell'esperienza. Al netto di questo, però, i caricamenti non sono particolarmente lunghi e buttano immediatamente nel bel mezzo dell’azione. Il lavoro sul versante dell’ottimizzazione è quindi ragguardevole, e non è semplice aspettarsi da un’opera simile un certo tipo di cura. Invece, IMAGO: Beyond the Nightmares sorprende anche su questo versante.
Pur essendo un’opera indipendente, il team si è impegnato tanto per creare delle atmosfere ansiogene e particolareggiate attraverso un aspetto grafico non certamente all’ultimo grido ma comunque apprezzabile. Inoltre, l’inserimento della localizzazione in italiano è un suo punto a favore per capire al meglio alcuni dialoghi e momenti importanti. Gli incubi esistono davvero: sono ovunque, non hanno pietà e giungono all’improvviso. A volte è meglio non sottovalutarli affatto.
Voto Recensione di IMAGO: Beyond the Nightmares - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Una storia intensa e particolare, capace di intrattenere e coinvolgere in maniera inaspettata
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Marty e Arthur sono due personaggi incredibili, tristi ma ironici al tempo stesso
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Un gameplay semplice e lineare
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Enigmi sempre ben pensati e ottimamente implementati
Contro
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Animazioni facciali da rifinire con maggiore attenzione con le prossime produzioni
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Qualche rallentamento nei momenti concitati
Commento
In definitiva, l'opera di debutto di Light Off Studio arriva all'obiettivo confezionando tanto semplice quanto estremamente complessa nelle tematiche. Raccontare gli incubi, parlare di una persona disturbata e in difficoltà non è affatto semplice, specie in un mercato che ti dice che ogni cosa ha un colore e niente può essere nero. IMAGO: Beyond the Nightmares, invece, racconta di quanto possa essere oscuro il mondo e come esso possa ritrovare la luce. Complice una narrazione forte e appagante, l'opera intrattiene e coinvolge, con un gameplay che però avrebbe potuto osare di più. Gli enigmi, sempre calzanti, sono diversi fra loro e spingono il giocatore a ragionare.