Il passare del tempo sta modificando in modo sorprendente le prestazioni delle console Super Nintendo, con un effetto decisamente inatteso. Una recente indagine condotta da Alan Cecil, consulente di sicurezza e amministratore di TASBot (un robot specializzato in speedrun assistiti), ha rivelato che i chip audio delle vecchie console SNES stanno gradualmente accelerando con l'invecchiamento, un fenomeno che nessuno aveva previsto quando questi dispositivi furono lanciati negli anni '90.
Un'accelerazione microscopica ma significativa
Il cuore di questa scoperta risiede nel processore audio Sony SPC700, un componente fondamentale del Super Nintendo che gestisce l'elaborazione dei segnali digitali. Originariamente progettato per funzionare a una frequenza di 32.000 Hz, questo chip sembra aver sviluppato una sorta di impazienza con l'età. Già nel 2007, i programmatori di emulatori SNES avevano notato delle anomalie che li avevano costretti ad adottare un valore di 32.040 Hz per evitare malfunzionamenti in alcuni giochi.
La causa di questa accelerazione è attribuibile al risonatore ceramico operante a 24.576 Hz che regola la frequenza del coprocessore SPC700. Questo componente elettronico sensibile può subire alterazioni nel tempo a causa del calore e di altri fattori ambientali, modificando gradualmente il suo comportamento.
A fine febbraio, Cecil ha lanciato un appello sulla piattaforma Bluesky tramite l'account TASBot, chiedendo ai possessori di console SNES di fornire dati per verificare la sua teoria. I risultati preliminari hanno confermato l'ipotesi: le console più vecchie mostrano frequenze più elevate nel chip SPC700, con il valore massimo registrato finora di 32.182 Hz.
Implicazioni per gli appassionati di speedrun
La questione diventa particolarmente rilevante per la comunità degli speedrunner, quei giocatori che cercano di completare i videogiochi nel minor tempo possibile. Poiché il chip SPC700 elabora esclusivamente dati audio, teoricamente non dovrebbe influire sul gameplay, soprattutto se si gioca con l'audio disattivato. Tuttavia, la situazione cambia radicalmente quando si considerano i tempi di caricamento.
Durante i caricamenti tra un livello e l'altro, la console elabora tutti i dati necessari per la fase successiva, inclusi quelli audio. Se l'APU (unità di elaborazione audio) riesce a trasmettere questi dati alla CPU leggermente più velocemente del previsto, i tempi di caricamento si riducono proporzionalmente.
Cecil spiega: "Non sappiamo ancora quanto impatto possa avere su uno speedrun di lunga durata. Sappiamo solo che ha almeno qualche effetto sulla velocità con cui i dati possono essere trasferiti tra CPU e APU". Per i giocatori umani, questa differenza risulta trascurabile, ma per TASBot, un robot programmato per eseguire speedrun con precisione millimetrica, potrebbe rappresentare un elemento determinante.
Un caso di studio per l'invecchiamento elettronico
Il fenomeno osservato nelle console SNES va oltre il semplice interesse per il gaming competitivo. Rappresenta un importante caso di studio sull'invecchiamento dei componenti elettronici e sulle sfide della preservazione digitale. Comprendere come i dispositivi elettronici si modifichino nel tempo è fondamentale per sviluppare emulatori accurati e conservare l'esperienza autentica dei giochi classici.
Cecil continua a raccogliere dati per documentare meglio questa evoluzione temporale. La sua ricerca potrebbe fornire preziose informazioni non solo per la comunità dei retrogamer, ma anche per tecnici e sviluppatori impegnati nella conservazione del patrimonio videoludico che ha segnato l'infanzia di milioni di persone in tutto il mondo.