Il roseo futuro di Xbox fra l'abbandono delle esclusive e le nuove console in arrivo

Una lunga intervista a Phil Spencer ha tracciato, nuovamente, la traiettoria che Xbox seguirà da ora in avanti e che, per molti versi, è quella giusta.

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a cura di Andrea Maiellano

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Ahahahahahahahahahahahahahahah!

Questo è il commento tipico che, oramai da anni, si trova ogni volta che si tessono le lodi di Xbox e della sua rinnovata visione “for the players” (ogni riferimento è puramente voluto n.d.r.). Una reazione che proviene, principalmente dai videogiocatori console che, a differenza delle aziende che da sempre sostengono, risultano ancora estremamente legati a concetti come “le generazioni” e “le esclusive”.

Due termini che, al netto di tutto, hanno perso sempre più significato nel mercato attuale, al punto che proprio in merito alle esclusive, numerose software house di terze parti, Square Enix in cima a tutte, hanno a più riprese dichiarato che l’esclusività non fa bene agli affari e non risulta profittevole a lungo termine, motivo per il quale Square ha deciso di cambiare rotta e rendere disponibili le sue prossime produzioni su più piattaforme fin dal day one.

Un concetto rimarcato più volte da Phil Spencer nel corso degli ultimi anni e che, in un’intervista rilasciata sabato, ha ripetuto ancora una volta, spiegando ulteriormente quale sia la nuova visione di Xbox e facendo capire, a chi è capace di ascoltare, come mai il futuro della divisione gaming di Microsoft sia più roseo di quanto i giocatori console possano immaginare.

Coesistere… non competere.

Phil Spencer ha dichiarato che, negli ultimi vent’anni, il mercato è cambiato sostanzialmente e che, oramai, è sempre più evidente come il mercato videoludico sia sorretto dai giochi e non dalle macchine da gioco. Il PC Gaming è in crescita costante, le console casalinghe mostrano vendite di molto inferiori alle generazioni precedenti (al netto di Switch che con il suo concept ha stravolto il mercato al punti da portare tutte le aziende a rivalutare il “gaming in mobilità”) e i giocatori chiedono a gran voce una sola cosa: giocare i titoli che vogliono, dove vogliono.

D’altronde basta un minimo di conoscenza delle dinamiche di questo settore per rendersi conto che “le esclusive vanno bene solo quando sono sulla propria piattaforma”. I più anziani si ricorderanno l’indignazione generatasi con l’accordo fra Capcom e Nintendo per portare in esclusiva la serie di Resident Evil sul, mai troppo apprezzato, GameCube; in molti si ricorderanno lo sconcerto generatosi con l’annuncio che Rise Of The Tomb Raider sarebbe stato un’esclusiva temporale per Xbox One; così come recentemente i giocatori PC si sono, nuovamente, inferociti nel sapere da Tim Sweeney che Alan Wake 2 non arriverà mai su Steam.

Insomma le esclusive, al netto di una corposa nicchia di aficionados della mentalità su cui si basavano le celebri “console war” del passato, non piacciono ai giocatori e Xbox lo sa bene, considerando la visione aziendale che ha voluto abbracciare pienamente nel corso degli ultimi anni.

D’altronde, anche essere l’azienda di riferimento per i giocatori console non ti garantisce che le tue esclusive siano profittevoli e infatti Sony, oramai, sta rendendo disponibili le proprie produzioni di punta anche su PC, vista la crescita esponenziale avuta dal PC gaming nel corso degli ultimi anni e il costo sempre più elevato richiesto per produrre un titolo "Tripla A".

Rendere un gioco disponibile dovunque, difatti, non è un segno di fallimento, come in molti tendono a credere, ma una strategia aziendale molto precisa e che permette di massimizzare le vendite dei propri prodotti senza imporre ai clienti il possesso di hardware specifici. La mole di acquisizioni fatte da Microsoft begli ultimi anni, difatti, non è stata esclusivamente orientata a espandere il catalogo del suo Game Pass, quanto più a fare un investimento a lungo termine, che gli permetta di diventare uno dei publisher più importanti, e presenti, sul mercato.

Molto banalmente, a Microsoft non importa dove giochiate Call Of Duty, o il prossimo capitolo di Gears Of War, gli interessa solo che lo facciate. Volete spendere 80€ su PlayStation? State dando soldi a Microsoft. Volete giocarlo sul Game Pass, perché vi basta fruirne di tanto in tanto pagando una sottoscrizione molto più economica? State comunque dando dei soldi a Microsoft. Volete possederlo su Steam? Be... avete capito l’antifona.

Capirete, dunque, che acquisire studi su studi per provare a vendere più console sfruttando un enorme numero di esclusive, non ha minimamente senso, in termini puramente economici, per Microsoft. Tanto i giocatori console non cambiano bandiera per una serie di esclusive, per quanto importanti esse siano. Non lo hanno fatto all'epoca di Resident Evil 4, non lo hanno fatto con Rise Of Tomb Raider e, molto probabilmente, non lo avrebbero fatto nemmeno se Call Of Duty fosse diventato esclusiva per le console Xbox.

Questo, la storia di questo media, ce lo ha insegnato innumerevoli volte nel corso degli ultimi vent’anni, quindi perché non smetterla di fare competizioni poco profittevoli e, semplicemente, spostare il proprio obiettivo sul vendere quante più copie possibili dei propri prodotti, generando introiti che permettano di sperimentare con più libertà?

Al netto delle dichiarazioni, squisitamente politiche, di Phil Spencer durante l'intervista, è perfettamente naturale che la divisione Xbox supporti Valve, pur avendo il suo store proprietario su PC, così come faccia uscire i suoi titoli su PlayStation (addirittura facendoli ottimizzare per PS5 Pro) e stia già lavorando con Nintendo per portare il suo catalogo sulla tanto attesa Nintendo Switch 2. Alla fine più soldi entrano nelle tasche di Microsoft, maggiori saranno le possibilità di continuare a investire in nuove produzioni, nuove acquisizioni e nuovo hardware.

Le console non smetteranno di esistere

Con questa visione cristallina di quale sia la rinnovata strategia di Microsoft, anche l’intervistatore ha fatto a Phil Spencer la domanda che tutti da un po’ si ponevano… ma se le esclusive non esistono più su Xbox, per quale motivo si dovrebbe acquistare una console Microsoft?

Spencer, a questa specifica domanda, ha risposto in maniera tanto “gamer-friendly” quanto chiara sotto molti aspetti:

L’importante sono i giochi, non le macchine che le fanno girare. Sarei folle a precludere a milioni di giocatori le nostre produzioni, obbligandoli ad acquistare un hardware specifico. Ma questo non vuol dire che ignoro che la parola BOX sia presente nel nostro nome. Voglio che le persone scelgano l'hardware in base alle sue caratteristiche e al modo in cui questo si adatta alle scelte che vogliono fare riguardo al "come" vogliono giocare. Voglio che il nostro hardware si riveli vincente in base alle sue capacità e non in base al catalogo di giochi che offre.

Una dichiarazione che ha subito fatto gridare allo scandalo, con fan del brand che hanno iniziato a invadere il web sostenendo che, citando il commento più educato: Xbox creerà console solo perché “abituata a farlo”. In realtà, però, basterebbe ragionare con maggior lucidità per comprendere che la dichiarazione di Phil Spencer ha perfettamente senso.

Innanzitutto, la divisione Xbox è già al lavoro sulla prossima console ed è stato chiaramente anticipato che non si tratterà di una macchina “mid-gen” ma di una nuova console che punta a essere la più potente sul mercato (almeno al momento della sua uscita).

Prima di proseguire, però, analizziamo un momento due aspetti molto importanti, ovvero: chi, attualmente, ha comprato, o compra, una console Xbox e la situazione dei diretti competitor di Microsoft in questo settore.

Per il primo punto, al netto di chi ha da sempre una Xbox in casa e sempre ce l’avrà finché morte non li separi, i giocatori che hanno optato per una console di Microsoft fanno arte di una serie di “nicchie” ben specifiche e che, per molti versi, non troverebbero gli stessi pregi nella concorrenza:

  • Giocatori PC che, grazie al Game Pass, al Play Anywhere e all’immediatezza data da una console, ottengono quella continuità che gli permette di giocare in più modi agli stessi titoli spendendo meno (si vi sembrerà strano ma sono una nutrita nicchia ad avere una Series S, o X, solo per questo motivo).
  • Giocatori console che hanno deciso di acquistare una Series S da affiancare alla loro PlayStation 5 per poter giocare ai titoli esclusivi, o di terze parti, risparmiando grazie al Game Pass (che ricordiamoci tutti che per un anno costa come due tripla A).
  • Giocatori che, non avendo particolare interesse nelle esclusive offerte dalla concorrenza, hanno preferito sfruttare formule come l’All Access (che permette di acquistare una console Microsoft semplicemente pagando una mensilità che comprende Game Pass e costo della console) per ammortizzare il costo della propria “macchina da gioco”, potendo giocare a una marea di titoli al day one senza ritrovarsi a pagare ogni volta 70/80€

Queste ovviamente sono solo alcune delle tipologie di clienti di Xbox ma sono tutte categorie di utenti ben definite, per quanto parecchio di nicchia se si guarda al panorama generale del mercato console, che però hanno mostrato che Microsoft è stata in grado di rispondere a una serie di esigenze che, fino a ora, non venivano considerate in questo settore e che, al momento, i diretti concorrenti dell'azienda non offrono in maniera analoga. 

A questo si unisce la situazione attuale della concorrenza, la quale vede una Sony che ha, chiaramente, ribadito innumerevoli volte di non voler più vendere hardware in perdita e che, grazie alla sua posizione predominante, ha potuto lanciare una mid-gen da 800€ e permettersi di essere il primo publisher ad aumentare di 10€ il prezzo di listino delle sue produzioni. Una politica ben precisa e che mostra quanto Sony voglia proseguire con la visione generazionale, e costellata di esclusive, che gli ha permesso di diventare leader del settore.

Nintendo, invece, ha scelto di percorrere quella visione iniziata con Wii, puntando al far giocare tutti, ma proprio tutti, ignorando la potenza bruta e concentrandosi sull’esperienza finale offerta all'utente. Una combo che ha permesso a Switch di diventare una delle console più vendute della storia dei videogiochi e capace di generare entrate incredibili anche per le software house di terze parti che hanno trasposto i propri titoli sulla console ibrida del Colosso di Kyoto.

Ovvio che, con due colossi del genere sul mercato, Xbox abbia pensato prima di espandersi con i propri titoli su entrambe queste piattaforme, le quali non avendo voluto il Game Pass garantiscono all'azienda entrate "piene" per ogni gioco che viene venduto a prezzo di listino (e vi ricordo che Call Of Duty e proprietà di Microsoft), e poi di sfruttare questa rinnovata liquidità per andare a realizzare del nuovo hardware che gli permetta di rispondere a delle precise esigenze.

Ora, facendo un volo pindarico, cosa impedisce a Microsoft di sfruttare la sua rinnovata natura da “publisher”, e la costate liquidità che questa gli genera, per lanciare sul mercato una console, magari nel 2026, che si dimostri più potente della concorrenza e che costi meno (vendendola persino in perdita in virtù del fatto che le entrate gli vengono garantite dalle sue produzioni disponibili ovunque)? Assolutamente nulla!

E se oltre a fare una mossa del genere, dando un ovvio scossone al mercato per qualche mese fino a che Sony non risponderà, magari decidesse di rendere la prossima Xbox molto più simile a un PC da salotto, magari collaborando con Valve per garantire la compatibilità con SteamOS per chi lo volesse installare?

Ve l'ho detto, è un volo pindarico, ma in un solo istante soddisferebbe i suoi attuali clienti, attirerebbe l’attenzione dei giocatori alla ricerca di una console sempre più performante (così come accadde con la celebre Xbox 360 che uscì in anticipo rispetto PS3 e a un prezzo inferiore) e convincerebbe ulteriormente gli utenti PC ad affiancare al loro hardware una console casalinga da sfruttare con tutti i loro giochi, anche in virtù del fatto che, al netto del catalogo Nintendo, oramai le produzioni PlayStation Studios stanno arrivando su Steam con una certa costanza.

Si tratterebbe di una mossa tale da frantumare il predominio di Sony? Assolutamente no e Microsoft lo sa bene. PlayStation, al netto di una serie di scelte scellerate prese nell'ultimo periodo, gode di ottima salute. I “consolari” la vedono come unica “scelta possibile” e, come ampiamente dimostrato, gli basta annunciare il prossimo titolo di Naughty Dog, o delle varianti nostalgiche dei suoi prodotti, per far dimenticare ogni errore alla sua abnorme utenza. Questo a Xbox, però, non interessa… tanto Call Of Duty è disponibile su PlayStation e la sua utenza è disposta a pagarlo 80€ senza battere ciglio. 

Inoltre, il resto del parco titoli degli Xbox Game Studios sarà disponibile su PS5, quindi che si scelga la nuova console di Microsoft o si rimanga fedeli a PlayStation, il titolo più venduto dell’anno, ogni anno, convoglierà soldi sempre e comunque nelle tasche di Microsoft.

Quindi perché comprare una Xbox? Esattamente per le ragioni dette da Spencer, ed elencate poc'anzi, ovvero ritrovarsi fra le mani un prodotto che risponda alle vostre esigenze, sia in termini di hardware che di User Experience, e che, fra l'altro, vi permetta di fruire del Game Pass direttamente da una console casalinga.

Al netto di questo volo pindarico sulla prossima generazione (se ancora la si può chiamare così) di console Xbox, Spencer ha dichiarato che Microsoft è al lavoro anche su un device portatile, così come ha ammesso che Windows necessita una revisione alla user experience pensata per chi utilizza i PC handheld.

In questo caso il settore dei PC Handheld è ancora un terreno fertile e Microsoft avrebbe tutte le carte in regola per creare un alternativa a ROG Ally, Legion Go, Claw e tutti gli handheld che sfruttano Windows, che faccia del Game Pass il suo cavallo di battaglia, magari proprio grazie a una versione ottimizzata di Windows o dell'applicazione per PC di Xbox, e che allo stesso tempo permetta agli utenti di installare liberamente SteamOS per fruire dei propri giochi per PC in totale libertà. 

Immaginatevi per un secondo un device che a livello di hardware sia leggermente inferiore a Xbox Series S (dovendo esprimere tutto il suo potenziale su uno schermo con una risoluzine di 720p) e che permetta agli utenti, tramite un filtro ad hoc, di capire al volo quali titoli per Game Pass possano girare al meglio sull'hardware del PC Handheld targato Xbox.

Se vi sembra assurdo che Microsoft possa permettere agli utenti di installare liberamente SteamOS, ricordatevi quanto detto prima, ovvero la posizione favorevole dell'azienda lato software, oltre a tenere in considerazione il fatto che Activision, da qualche tempo, pare sia al lavoro per rendere Ricochet (il sistema anti cheat presente su Call Of Duty e non disponibile su Linux) pienamente compatiible con SteamOS per rispondere alle richieste dei giocatori PC che vorrebbero giocare a COD su Steam Deck. D'altronde perché precludersi potenziali clienti? 

Se in tutto questo consideriamo che Microsoft è, come dicevo poc'anzi, forse l'unica azienda che, forte della sua liquidità, potrebbe permettersi di vendere questo device a un prezzo realmente concorrenziale (anche rischiando di perderci nel primo periodo), viene da se che le possibilità che ha di fronte Xbox sono molteplici.

Con una libreria di software proprietari mostruosamente ampia, in costante crescita e, soprattutto, disponibile su ogni piattaforma, nessuno impedisce a Xbox di sperimentare con l’hardware, tentando di ampliare la sua base di utenti, ritagliandosi un ruolo, per certi versi, inedito nel settore e ignorando completamente quella competizione con Sony che, fino a qualche anno fa, era invece fondamentale per la divisione gaming di Microsoft.

Il Game Pass è importante ma non è tutto

Oramai si dice sempre e solo che il Game Pass sia l’unico asso vincente nella mano di Xbox ma in realtà così non è... e credo proprio che questa rinnovata visione della divisione gaming di Microsoft, ribadita più volte da Phil Spencer, ne sia la prova più tangibile.

Se tutto ruotasse solo attorno al Game Pass, che motivo ci sarebbe di portare le proprie produzioni su altre piattaforme? Basterebbe continuare a promuovere il fatto che “tutto è una Xbox” per convincere sempre più giocatori che basta una televisione, un applicazione, un abbonamento e un controller per giocare alle ultime uscite, insistendo con gli utenti console sul fatto che "giocare su Xbox è più conveniente".

In realtà il Game Pass è un po’ come il celebre Cavallo di Troia, ovvero è lo strumento che permette a Microsoft di insediarsi ovunque, oltre a essere un ottimo “affare” per i moltissimi giocatori che gli danno fiducia da tempo.

Basta analizzare il periodo di uscita di Indiana Jones e l'Antico Cerchio, per capire quanto Xbox sia riuscita a fare breccia con la sua esclusiva temporale per console. Facendo un rapido giro su Reddit, ho scoperto che tantissimi giocatori, possessori o meno di una console Sony, hanno fatto la stessa, identica, cosa, ovvero sfruttare il Game Pass, e la sua possibilità di fruire in streaming del catalogo di giochi presente nel servizio, per provare l’Antico Cerchio e capire se fosse davvero così bello come tutti sbandieravano a destra e a manca. Vi serve davvero che vi spieghi quanto questa cosa sia una vittoria per Microsoft?

Si, è vero, il caso specifico di Indiana Jones è molto peculiare, ma se prendete quell’esempio e lo trasponete sull’immenso catalogo di Microsoft vi renderete conto che la possibilità di giocarli spendendo 5€ in più di quanto ci costava noleggiarli, quando era possibile farlo nelle videoteche, è un vantaggio non da poco. Se poi si pensa che bastano uno smartphone e un controller per poter testare un gioco e, magari, decidere in seguito di acquistarlo sulla propria piattaforma di riferimento, viene da se che è tutto a vantaggio del giocatore... e di Microsoft.

Come vi dicevo, però, il Game Pass è importante per Xbox, ma è sempre stato chiaro anche a lei che non potesse ergerci sopra un impero. Sviluppare giochi, acquistare diritti e fare da publisher costa parecchio e per rendere il Game Pass l'unica fonte di profitto di Xbox, sarebbe necessario un numero di abbonati costante di dimensioni davvero incredibili, ma se si fonde la nuova visione di voler trasformare ogni device in una Xbox, alla volontà di voler far "giocare a tutto dappertutto", si capisce come mai Xbox si stia ritagliando uno spazio sempre più grosso all'interno del mercato... ben più grosso di quanta ne avesse fino a qualche anno fa.

Poi per carità... possiamo continuare a dire che Xbox è alla frutta, che non è più rilevante nel mercato delle console, che il Game Pass sia la "morte dei videogiochi", ma la realtà dei fatti è che la divisione gaming di Microsoft, grazie a una serie di acquisizioni mirate, e a una visione aziendale che si distacca dalla tradizione, sta generando entrate costanti (non profitti, sia chiaro, visto che quelli non li possiamo conoscere fino a che non li comunicherà la diretta interessata) da un numero davvero ampio di sorgenti diverse, inclusi migliaia di possessori di una PlayStation... non credete a questa ultima affermazione? Allora guardate i risultati di vendita mensili di Call Of Duty e ricordatevi che ora è proprietà di Microsoft.

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