Stiamo per entrare in un periodo di grande incertezza economica. La cosa su cui sono più concentrato è lo scenario macro economico. Stiamo assistendo tutti i giorni all'impatto dei licenziamenti, e dei fallimenti, sulle persone. È dura. In Microsoft ci occupiamo di tempo libero. Non siamo un bene di prima necessità. Non siamo cibo e non siamo un tetto. Quindi vogliamo che il lancio della nostra prossima console sia in sintonia con la situazione attuale. Come possiamo rendere la prossima generazione videoludica il più economica possibile? Come possiamo offrire una reale scelta agli acquirenti? Abbiamo introdotto l'abbonamento Xbox All Access, che consente di acquistare una console pagandola a rate mensili. Ma se questo non bastasse, e per voi non fosse il momento economicamente migliore per acquistare una nuova console, noi continueremo a supportare la vostra attuale macchina da gioco, senza imporvi alcuna spesa per godere dei prossimi titoli in uscita per la famiglia Xbox. La nostra strategia è incentrata sul giocatore, non sull'hardware. Se quest'anno una famiglia non vuole, o non può, prendere la decisione di acquistare una Xbox Series X, va bene. La nostra strategia non gira più attorno a quante console venderemo durante l'anno.
Abbiamo volutamente deciso di iniziare questo editoriale riportando le dichiarazioni che Phil Spencer, durante un’intervista alla BBC, ha voluto rilasciare in merito alla prossima generazione di console in uscita il prossimo autunno. Una serie di sentenze molto chiare e che lasciano poco spazio all’immaginazione, il futuro di Microsoft, come più volte ribadito dallo stesso Spencer, verterà principalmente sul software e a rafforzare questo concetto troviamo tutta una serie di servizi, e offerte, che sono cominciati a diventare il cuore pulsante dell’universo Xbox da quando Phil ha preso le redini del progetto.
Una visione che, se dalle dichiarazioni riportate in apertura potrebbe profumare di apparente “mecenatismo verso i giocatori”, in realtà mostra fortissimi sintomi di next-gen… ma non di quella nuova generazione che passa attraverso una linea di macchine maggiormente performanti, no. Quella che ha in mente Spencer è una vera e propria rivoluzione del punto focale del media stesso, che passerà dalla macchina da gioco alla scelta, che verrà offerta all’utenza, su dove fruire dei giochi futuri.
Si potrebbe cominciare questa disamina andando ad analizzare i recenti servizi proposti da Microsoft, quali il Game Pass o il futuro xCloud, ma crediamo che il punto più importante per comprendere al meglio le fondamenta della visione di Spencer, sia quella retrocompatibilità che da anni, oramai, permette ai possessori di una console di casa Microsoft di fruire di un catalogo vastissimo di produzioni, tutte permeate da un’esperienza di gioco fluida e continuativa. Pensateci un secondo, nelle ultime generazioni la possibilità di giocare titoli di console precedenti è diventato sempre più una chimera, poter fruire di titoli del passato si è trasformato in una forma di retrogaming, non eccessivamente retrò, che richiede all’utente di possedere macchine differenti per fruire della propria libreria di giochi cresciuta nel corso degli anni. Quando la retrocompatibilità, insieme al servizio Xbox Play Anywhere, furono resi disponibili, i giocatori poterono sperimentare in prima persona il concetto di “continuità”.
Un qualsiasi titolo giocato su Xbox 360 anni prima poteva essere ripreso, nell’esatto punto in cui era stato interrotto l’ultima volta, sulla nuova console grazie ai salvataggi in cloud. Se si giocava a un titolo disponibile sia su PC che su console Xbox, bastava passare da una all’altra piattaforma per poter riprendere a giocare senza interruzioni di sorta. Questa rinnovata possibilità di fruire della propria libreria di giochi su una famiglia estesa di macchine, però, poteva sembrare ad appannaggio esclusivo di chi era interessato a rigiocare titoli del passato, così come la mutazione del concetto di esclusive, che con Xbox Play Anywhere spostava il focus dalla console verso una famiglia di prodotti più grande, era facilmente fraintendibile come ”un autogol” che sulla distanza avrebbe reso inutile il possedere una console di casa Microsoft, visto che tutti i titoli First Party sarebbero stati disponibili anche su PC Windows. La verità, però, è che furono solo i primi tasselli di un mosaico molto più complesso.
Un progetto che cominciò con l’abbattimento dei canoni generazionali, attuando un piano di retrocompatibilità che permettesse agli sviluppatori di migliorare l’aspetto tecnico dei propri giochi senza costi aggiuntivi per il giocatore (basti pensare ad Assassin’s Creed giocato oggi su Xbox One X), ripensando il concetto di esclusiva, offrendo al giocatore il Game Pass (che dona all’utenza l’importante scelta di non trovarsi costretta a fare scelte grazie a un catalogo di titoli attuali, compresi i giochi first party al day one, con un biglietto d’ingresso dal prezzo irrisorio) e che proseguirà nell’immediato futuro con il concetto alla base dell’oramai noto Smart Delivery, che permetterà ai giocatori di acquistare un titolo una volta sola e averlo disponibile, nella sua forma migliore, sulle macchine di nuova generazione.
Per farvi capire al meglio l’importanza di una scelta del genere vogliamo utilizzare due titoli third party della serie Assassin’s Creed: Black Flag e il prossimo Valhalla. Abbiamo scelto di non usare un’esclusiva Microsoft proprio per farvi comprendere quanto questo servizio non vincoli in alcun modo la categoria di gioco ma si rimetta alla volontà degli sviluppatori nell’aderire a questa futuristica iniziativa. Black Flag fu uno dei numerosi titoli Cross-Gen usciti a cavallo fra la generazione attuale e quella precedente. Molti utenti aspettarono a comprarlo proprio perché la data di uscita delle nuove console era pianificata poche settimane dopo il lancio dell’annuale capitolo di Assassin’s Creed.
Questo per evitare di dover effettuare due volte l’acquisto o, molto semplicemente, di ritrovarsi, come chi vi scrive, un titolo per una nuova console appoggiato su una mensola in attesa di essere giocato. Con Assassin’s Creed Valhalla, grazie allo Smart Delivery, questa casistica non si ripeterà. Potrete acquistare il gioco e fruirne al massimo delle potenzialità della macchina che possedete adesso (Xbox One S o Xbox One X) e, nel momento in cui deciderete di acquistare Series X, vi basterà inserire il disco nella nuova console per scaricare la versione “next-gen”. Nessun costo aggiuntivo, nessuna meccanica particolarmente complessa.
Vi percepiamo già mentre, leggendo queste righe, elucubrate pensieri quali: ma anche SONY, Microsoft non ha inventato nulla, ecc. ecc. Ma il punto di questo articolo è analizzare il futuro del gaming secondo Microsoft e non fare console war. Volessimo addentrarci in questo meraviglioso campo potremmo tranquillamente elencare ogni volta che la concorrenza ha rincorso le idee avveniristiche di Microsoft, partendo dai Trofei, passando per il PS Now che è risorto magicamente poco dopo l’avvento del Game Pass e terminando con le dichiarazioni di CD Projekt RED in merito all’assenza di informazioni da parte di SONY su un modello similare allo Smart Delivery, poi annunciato qualche settimana dopo in un insieme di dichiarazioni non proprio chiarissime.
In questo articolo vogliamo semplicemente mostrarvi come la visione di Phil Spencer sia davvero rivolta verso una “next-gen” che non passa semplicemente attraverso una nuova console ma vuole smuovere le fondamenta dell’industria con un’infrastruttura ripartita fra cloud, e servizi collegati, che vuole imporsi come un nuovo standard per la fruizione del nostro amato media. Le recenti prove di xCloud danno un ulteriore conferma di come Microsoft non voglia semplicemente “fare campionato a parte” ma intenda, con le dovute tempistiche, far prendere una direzione ben precisa al gaming del futuro. Non stiamo parlando, ovviamente, di una strada unidirezionale ma chiunque sia dotato di un minimo di onestà intellettuale può analizzare come le strategie di Microsoft, dalla prima Xbox a oggi, pur non avendogli garantito il dominio di vendite sul mercato console, abbiano influenzato le abitudini di noi giocatori.
Ci teniamo a precisare che non sosteniamo che Microsoft abbia inventato tutto, sia chiaro. PlayStation 2 provò fin dagli albori a favorire i giochi online, tramite adattatore di rete, così come la stessa SONY provò in più riprese a offrire un catalogo di giochi da fruire in streaming. La differenza è che Microsoft, nella maggior parte dei casi, ha seguito una filosofia in linea con quella della Apple degli anni d’oro, proponendo una nuova tecnologia solamente quando quest’ultima fosse pronta e in grado di mantenere uno standard qualitativo ottimale. Tutta questa disamina, infine, non vuole imporre alcun pensiero “monoteista” nei confronti del colosso di Redmond.
Siamo pienamente consci che ci saranno sempre detrattori del formato digitale, persone che preferiranno il gioco in locale o ancora utenti che riterranno più idoneo, per il loro modo di vivere questa passione, possedere un gioco in copia fisica, o digitale, rispetto al fruirne attraverso un servizio. L’obiettivo ultimo di quest’analisi era farvi ragionare sul fatto che pur potendo, e dovendo, coesistere differenti modi per videogiocare, la volontà di Microsoft di effettuare uno step ulteriore che si distacchi da una macchina composta da plastica e silicio per offrire al giocatore la scelta di come, e dove, fruire delle produzioni future è indubbiamente una visione nuova, futuristica e di nuova generazione. D’altro canto quanti fra voi, una decina di anni fa, avrebbero creduto di guardare la tv solamente attraverso servizi di streaming, o di considerare CD e DVD supporti obsoleti in quanto, oramai, musica e film passano attraverso dei servizi online?