Il videogioco, l’abbiamo già detto un sacco di volte, è uno degli strumenti di comunicazione più potenti e versatili che siano mai stati concepiti. Si tratta di esperienze crossmediali, capaci per definizione di contaminare ed essere a loro volta influenzate da tutto ciò che è intrattenimento e cultura pop.
Un’evoluzione che abbiamo analizzato a più riprese, e che negli ultimi tempi è riuscita in qualche modo a emergere in maniera ancora più marcata. Pensiamo ai tanti esempi di convergenza tra videogioco e cinema o, meglio ancora, della relazione tra questo medium così unico e il piccolo schermo. Sono sempre più frequenti le produzioni di questo tipo ispirate o totalmente basate su un videogioco, e la serie TV di Halo è solo l’ultimo esempio di un filone che sta poco alla volta iniziando a prendere piede.
Il prossimo anno ci riserverà un’altra trasposizione che i fan di tutto il mondo attendono con ansia: la serie su The Last of Us prodotta da HBO, a oggi uno dei prodotti più ambiziosi parlando di videogiochi e show televisivi. Solo il tempo ci dirà se effettivamente le attese verranno rispettate, ed è proprio su qualche salto indietro nel tempo che vogliamo incentrare l’articolo di oggi. Come? Raccontandovi il meglio e il peggio delle serie TV dedicate ai videogiochi, in un viaggio nella storia (più o meno bella) di una forma di intrattenimento così particolare.
Best - Arcane: League of Legends
Prodotta da Riot Games e Fortiche Production, questa serie prequel di League of Legends ha lasciato gli spettatori di tutto il mondo a bocca aperta. Acclamata a gran voce da pubblico e critica, questa piccola grande meraviglia è riuscita a colpire sotto tantissimi punti di vista: da una trama ben studiata, pensata per catturare sia i fan del gioco che coloro che ne hanno sentito appena parlare, fino a un’estetica in CGI davvero impressionante.
Arcane ci porta nel mezzo dei disordini tra l’utopia di Piltover e la città sotterranea di Zaun, con le sorelle Vi e Jinx che finiscono col trovarsi su fronti opposti di una guerra destinata a mietere migliaia di vittime. Il tutto in 9 episodi, disponibili ora su Netflix in attesa di ammirare - probabilmente durante il prossimo anno - la seconda stagione di uno degli show più sorprendenti degli ultimi anni.
Worst - The Legend of Zelda
È forse possibile, partendo da un capolavoro come The Legend of Zelda, creare una serie animata che sia terribile sotto ogni punto di vista? Sì, sì e ancora sì. Dimenticate completamente tutte le emozioni e le sensazioni che la saga videoludica è riuscita e riuscirà ancora a regalarci: questa trasposizione prodotta da Nintendo appare infatti imbarazzante ma molto divertente, seppur in modo totalmente inconscio.
Una scrittura discutibile, con trame che si vanno a ripetere all’infinito e una recitazione che tutt’oggi è oggetto di scherno da parte di una buona parte del web. Avete presente il meme di Link "Well excuse me, Princess!"? Ecco, è forse una delle cose migliori emerse da questa serie.
Best - The Witcher
Una produzione Netflix che ha diviso gli appassionati e che, a onor del vero, prende ispirazione più dal romanzo di Andrzej Sapkowski che dal videogioco di CD Projekt Red. Basata sulla Saga di Geralt di Rivia, qui interpretato da Henry Cavill, la serie ha debuttato sulla nota piattaforma streaming nel 2019 ottenendo da subito un buon successo in termini di pubblico.
A oggi troviamo due stagioni e una terza attualmente in produzione, per uno show adatto sia agli amanti della saga che a coloro che vogliono avvicinarsi a un mondo fantasy narrato e costruito in modo da appassionare dopo pochi minuti di visione.
Worst - Bubsy
Una piccola perla dal passato, per quella che è con tutta probabilità la serie animata più sfortunata della storia della TV. Realizzare un prodotto del genere su un personaggio come Bubsy, non proprio la mascotte più amata dai videogiocatori, era già di per sé un azzardo… E il flop era chiaramente dietro l’angolo.
Siamo di fronte a un cartoon dove nulla riesce ad andare per il verso giusto: da un’animazione mal realizzata a una scrittura terribile, con tempi comici errati e battute di bassissima qualità. Senza tralasciare tutta una serie di gag e personaggi estremamente clichè e, oggi più che mai, appena al limite di ciò che potrebbe essere trasmesso da una rete televisiva. Non furono in molti a sorprendersi quando, appena dopo l’episodio pilota, la serie venne cancellata e archiviata per sempre. E meno male, aggiungeremmo.
Best - Pokémon
Spesso e volentieri anche gli appassionati tendono a dimenticare che sì, Pokémon nasce come videogioco per poi divenire anche una serie anime. Dal suo inizio nel lontano 1997 a oggi ne sono passate di generazioni, sia di spettatori che di Pokémon, per una serie che ha ormai superato i 1200 episodi.
La storia di Ash Ketchum è divenuta con gli anni un racconto iconico capace, un passo alla volta, di rendere Pokémon uno dei franchise più celebri e affermati in tutto il mondo. La serie è infatti distribuita in 74 paesi, a testimonianza dell’immortalità di un brand che ancora oggi non smette di catturare grandi e piccini.
Mixed - Halo
Non fraintendeteci: non andremo assolutamente a criticare o a bollare in modo negativo la serie targata Paramount. Per molti di noi lo show dedicato a Halo è e resta un sogno a occhi aperti, capace di portare in scena e ampliare ancora di più un immaginario davvero spettacolare e unico nella storia del medium videoludico.
A conti fatti siamo però di fronte a un prodotto che ha diviso il pubblico in due fazioni totalmente opposte, tra chi ha mostrato forti apprezzamenti per la serie e chi invece ha storto il naso di fronte ad alcune scelte narrative. Alcune cose, a parere di questi ultimi, andavano lasciate avvolte in un alone di mistero… Il nostro parere? Halo è e resta una serie capace di intrattenere il pubblico, e anche soltanto perciò merita quantomeno una chance. Indipendentemente da tutto.
Worst - Resident Evil
Una serie Netflix rilasciata nel luglio 2022 e talmente apprezzata da… Essere cancellata nell’agosto dello stesso anno. Quando Resident Evil incontra il grande o il piccolo schermo, del resto, i precedenti non sono mai troppo incoraggianti: questa produzione non riesce purtroppo a distinguersi ricadendo in questa ormai comune maledizione.
La trama è articolata su due linee temporali: una legata alle sorelle Jade e Billie Wesker, figlie di Albert, e un’altra ambientata quattordici anni dopo su un pianeta Terra ormai devastato dal Virus T. Nonostante un cast con nomi del calibro di Lance Reddick Adeline Rudolph, l’ennesima trasposizione della saga targata Capcom risulta inconsistente e fin troppo lontana dalle atmosfere che hanno reso l’opera originale celebre in tutto il mondo. Un vero peccato.
Best - Cyberpunk: Edgerunners
Senza ombra di dubbio, il fenomeno assoluto degli ultimi mesi. Se il gioco ha faticato a imporsi come la ricca esperienza che CD Projekt mirava a realizzare, Cyberpunk: Edgerunners ha decisamente risollevato le sorti di un brand che ha davvero molto da raccontare.
Disponibile su Netflix e prodotta da Trigger, questa serie anime è una vera chicca per tutti gli amanti del filone cyberpunk e non solo. La storia racconta le vicende del giovane David, un ragazzo che decide di diventare mercenario dopo aver perso tutto in una sparatoria su strada. Il tutto supportato dalle atmosfere di una distopia corrotta e, soprattutto, dalla colonna sonora magistralmente realizzata dal maestro Akira Yamaoka.
Worst - Donkey Kong Country
Altro giro, altro buco nell’acqua targato Nintendo: un’azienda che ha rivoluzionato il mondo dei videogiochi, ma che sotto quest’altro aspetto non ha mai avuto troppa fortuna. Era il 1996 quando, in collaborazione con lo studio di animazione Nelvana, venne rilasciata una serie dedicata a Donkey Kong: una produzione passata alla storia, ma non proprio per i motivi che ci si poteva aspettare.
Una scrittura assai bizzarra, una colonna sonora ancor più strana e un’animazione che lasciava alquanto a desiderare: tre dei tanti elementi che decretarono la cancellazione della serie, acquistata peraltro da Mediaset che però decise di non trasmetterla mai sulle proprie reti. Note positive? Si tratta del primo show televisivo del genere a sfruttare il motion capture per la realizzazione di personaggi animati in tre dimensioni, caratteristica che gli valse quantomeno la vittoria di un 7 d'or.
Best - Maniac Mansion
Una produzione d’annata che probabilmente pochi, pochissimi di voi ricorderanno. Ispirata al celeberrimo videogioco LucasArts, pur distaccandosi sotto molti aspetti dall’opera originale, questa simpatica sitcom riuscì a ritagliarsi una buona fetta di pubblico a inizio anni Novanta: un tono scanzonato, un cast capace di coinvolgere e intrattenere, e uno zoccolo duro di appassionati decretarono il discreto successo della serie.
I 66 episodi che compongono le tre stagioni, in onda dal 1990 al 1993, contengono a tutti gli effetti momenti esilaranti che ancora oggi sarebbero in grado di strappare un sorriso a chiunque. Il tutto per una serie ideata da Eugene Levy, noto ai più come “il padre di Jim” di American Pie.
Worst - Mortal Kombat: Conquest
Chiudiamo con un prodotto anche qui assai divisivo, ma che a riguardarlo oggi non sembra invecchiato affatto bene. Sull’onda di tanti show dalle tinte fantasy come Hercules e Xena ecco arrivare Mortal Kombat: Conquest, una serie concepita con l’idea di cavalcare il grande successo della saga videoludica. Il risultato finale? Pessimo, sotto diversi punti di vista.
Nonostante le coreografie dei combattimenti risultino ancora piacevoli da guardare (e ci mancherebbe altro!) lo show è caratterizzato da una trama ambientata secoli prima del gioco che, a conti fatti, appare fin troppo confusionaria. Il tutto condito da diverse sezioni in computer grafica realizzate senza troppa cura e, perciò, involontariamente esilaranti.