I videogiochi possono aiutare a salvare l'ambiente?

I videogiochi, oltre a farci divertire, possono davvero aiutare a salvare l'ambiente? Ecco come il settore si sta impegnando.

Avatar di Giulia Serena

a cura di Giulia Serena

Editor

I videogiochi sono diventati una parte integrante della cultura audiovisuale, con oltre due bilioni di persone che ne fanno uso in tutto il globo. Grazie a tecnologie e grafiche sempre più avanzate sono diventati luoghi in cui scappare dai problemi del mondo esterno, ma negli ultimi anni sempre più aziende videoludiche stanno mettendo il cambiamento climatico al centro dei loro universi fittizi. Così come per i film, i videogame sfruttano uno schermo e dei personaggi per raccontare delle storie. I secondi però hanno il vantaggio di essere interattivi: i giocatori in molti casi fanno decisioni che hanno delle conseguenze sulle situazioni in cui si trovano. E se aveste la possibilità di salvare il mondo, lo fareste?

Dai videogiochi all'ambiente

È una tendenza crescente nel settore far affrontare ai giocatori situazioni di dislocamento, malattia, deforestamento e siccità. Gli alberi vengono tagliati, il cielo si incupisce, i fiumi e mari vengono inquinati, gli animali si intossicano. Ma non si tratta solo di morte e desolazione: molti videogiochi sono orientati a trovare una soluzione, altri forniscono informazioni su come aiutare l'ambiente e altri ancora fanno riflettere sulla situazione del mondo esterno.

Se in passato la maggior parte dei videogiochi di genere world-building erano basati sulla costruzione di una civiltà sempre più grande e prospera - come Civilization -, in tempi più recenti l'industria ha iniziato anche a pensare a versioni più green di questi titoli. Ad esempio, Civilization VI: Gathering Storm prevede il cambiamento climatico e induce il giocatore a pensare sulle conseguenze delle proprie scelte; Final Fantasy VII ha una chiara impronta ecologica, mostrando un mondo in cui la stessa energia vitale del pianeta diventa un motivo di sfruttamento; in The Sims 4: Eco Lifestyle invece si possono intraprendere progetti di riciclo, costruire mulini a vento e generare energia rinnovabile.

Azioni concrete a portata di controller

Ma nell'effettivo, i videogiochi possono avere un impatto in coloro che ci giocano, contribuendo a salvare l'ambiente? Nonostante sia presto per affermarlo con certezza, alcune aziende credono che la risposta sia affermativa, e si stanno impegnando per andare in quella direzione. Endling, programmato per uscire a luglio di quest'anno, è disegnato per stimolare nei giocatori la consapevolezza del degrado ambientale causato dall'uomo; nell'opera si vestiranno i panni dell'ultima mamma volpe della Terra, la quale deve aiutare i suoi cuccioli a sopravvivere in un mondo che si sta distruggendo da solo, e dove l'estinzione è per sempre.

L'obiettivo degli sviluppatori di Endling è quello di far crescere un legame affettivo tra i giocatori e i cuccioli di volpe, perché solo in questo modo il messaggio può essere trasmesso veramente. Il team di Herobeat Studios ha deciso di creare qualcosa di significativo, e la loro speranza è che l'impatto emotivo spinga le persone a informarsi sul cambiamento climatico, iniziando ad agire oltre che a guardare passivamente il problema. Nonostante il gioco intero non sia ancora stato rilasciato, la demo gratuita disponibile su Steam ha già prodotto dei risultati concreti: alcuni hanno iniziato a piangere per la morte di una piccola volpe, altri hanno smesso di giocare perché l'esperienza era troppo straziante.

Un altro esempio di azione tangibile è quello di Pokémon Go: negli ultimi quattro anni Niantic ha promosso campagne collegate alla sostenibilità in occasione della Giornata della Terra, stimolando i giocatori a partecipare in attività di pulizia di rifiuti dagli spazi pubblici e donazioni a sostegno di iniziative non-profit a beneficio dell'ambiente. Ad esempio, nel 2019 ben 17 mila giocatori da 41 stati sono riusciti a raccogliere un totale di 145 tonnellate di spazzatura con l'obiettivo di completare missioni e ottenere ricompense in-game.

La mobilizzazione più significativa dell'industria videoludica nel sostegno del pianeta è rappresentata dall'iniziativa Playing for the Planet Alliance, lanciata nel 2019 dall'UN Environment Programme (UNEP). L'alleanza comprende oltre quaranta colossi del settore come Sony e Microsoft, i quali si sono riuniti in un fronte comune: sfruttare le capacità dei videogiochi nell'affrontare il tema dei problemi ambientali. I membri si sono impegnati a raggiungere obiettivi di sostenibilità come ridurre la loro impronta ecologica, bilanciare le emissioni di gas a effetto serra e integrare temi ambientali nei loro titoli.

È stato effettivamente fatto qualcosa?

Fortunatamente sì: Sony si è impegnata a migliorare l'efficienza energetica delle console PlayStation, con il traguardo di evitare il rilascio di 30 milioni di smog entro il 2030; Bandai Namco ha promesso di ridurre del 35% le emissioni di gas a effetto serra e di diventare a impatto zero entro il 2050. Microsoft ha deciso di prendere un approccio più creativo, creando all'interno di Minecraft una serie di mondi chiamati "Climate Futures", che i giocatori possono esplorare per scoprire le cause della crisi ambientale grazie a fattorie e foreste virtuali, le quali mostrano quali siano i loro effetti sull'ecosistema, sull'economia e sulle comunità locali.

Ovviamente mantenere le promesse non sarà facile, dato che l'intero settore ha un grande impatto ambientale con cui avere a che fare. Come avevamo discusso in un articolo dedicato, i videogiochi inquinano tanto: si stima che una singola copia fisica di un'opera produca circa 0,39 grammi di CO2, a cui vanno aggiunte le emissioni prodotte durante il download e, ovviamente, durante il tempo di gioco. Se moltiplichiamo questi numeri per ogni videogame uscito, e per gli oltre due bilioni di giocatori in tutto il mondo, il totale diventa impressionante, quindi il lavoro da fare è immenso.

La UNEP sta lavorando a braccetto con l'industria per poter ridurre le cifre spaventose. Insieme a Microsoft stanno infatti eseguendo test di laboratorio su vari videogiochi per misurare i prelievi di kilowatt, in modo che le aziende possano analizzare in modo più preciso lo spreco di energie prodotto; inoltre, stanno costruendo strumenti per ridurre le emissioni e arrivare all'impatto zero.

Tutte queste iniziative, insieme alle altre che possono essere consultate alla pagina ufficiale del programma, dimostrano che i videogiochi rappresentano un grosso alleato nella lotta contro il riscaldamento climatico e i problemi legati all'ambiente. La loro natura interattiva e immersiva permette la generazione di stimoli potenti nel pubblico rispetto ad altri tipi di media e, nonostante ci sia ancora molta strada da fare, l'industria videoludica può davvero aiutare a salvare il pianeta.

Leggi altri articoli