I politici italiani non riescono proprio a non associare "videogiochi e problematiche giovanili"

Ripensare le sospensioni scolastiche: meno tempo libero, più impegno sociale per educare i bulli e promuovere la solidarietà tra gli studenti.

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a cura di Andrea Maiellano

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Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha criticato il sistema delle sospensioni scolastiche, citando nuovamente i videogiochi come un elemento negativo. Durante un'intervista a "Il giorno de La Verità", Valditara ha affermato che le attuali sospensioni sono inefficaci e possono favorire comportamenti problematici.

Il ministro propone di rivedere le sanzioni disciplinari nelle scuole, puntando su misure alternative che promuovano la comprensione delle regole e il rispetto degli altri. Per sospensioni fino a due giorni, Valditara suggerisce di aumentare le ore di scuola, mentre per periodi più lunghi propone attività socialmente utili.

Il problema del bullo deriva da un ego ipertrofico che lo porta a credere di essere padrone del mondo per compensare altre mancanze.

"Non ha senso la sospensione come è intesa oggi", ha dichiarato Valditara, "perché se sospendo 15 giorni un ragazzo che ha picchiato un insegnante gli faccio un regalo, perché giocherà alla PlayStation, o al cellulare, e frequenterà magari cattive compagnie".

L'obiettivo delle nuove misure sarebbe quello di contrastare i comportamenti antisociali attraverso esperienze di solidarietà e servizio alla comunità. Valditara sostiene che questo approccio possa aiutare a combattere il bullismo e l'egocentrismo di alcuni studenti problematici.

Nonostante la proposta di riforma delle sanzioni disciplinari possa avere meriti, colpisce la ricorrente menzione negativa dei videogiochi nelle dichiarazioni del ministro. Valditara non è la prima volta che paragona l'uso della PlayStation, di cui usa il nome per indicare l'intero settore videoludico, ad altre influenze negative, come le generiche "cattive compagnie", ignorando il valore culturale, sociale, industriale e, per certi versi educativo, del medium videoludico.

Non è la prima volta che il ministro esprime opinioni critiche sui videogiochi. Il mese scorso, Valditara aveva fatto dichiarazioni controverse sui "videogiochi violenti" in cui si "i giovani imparano ad ammazzare".

Questo atteggiamento riflette una tendenza della politica italiana a sottovalutare l'importanza del settore videoludico, sia come forma d'arte e comunicazione, sia come industria in crescita.

La posizione del ministro solleva interrogativi sulla comprensione del mondo digitale da parte delle istituzioni e sulla necessità di un approccio più informato e equilibrato verso i nuovi media nella formulazione delle politiche educative.

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