Il 1995 fu un anno davvero importante per la storia dei videogiochi perché, proprio allora, l’attuale ESA , l’Entertainment Software Association, decise di lanciare quello che sarebbe diventato il più roboante, almeno per coloro che avrebbero deciso di criticarlo, evento dedicato ai videogame al mondo: l’E3 di Los Angeles. Abbiamo avuto ben 26 succosissime edizioni, due svoltesi alternativamente in Georgia in Atlanta tra il 1997 e il 1998 e una cancellata l’anno scorso a causa della nefasta pandemia di Covid-19 che fatalmente ha deciso di paralizzare tutto il mondo e che ancora ci tiene sotto scacco.
La manifestazione è cambiata molto nel corso degli anni e ci ha regalato frangenti di varia levatura ed intensità. Siamo passati attraverso momenti epici come la presentazione della prima PlayStation con quel “299”, la rivelazione del Dreamcast, accompagnato da Sonic Adventure e Shenmue, o quello spettacolare “you’re breathtaking!” di Keanu Reeves, legato per sempre al controverso Cyberpunk 2077. Abbiamo vissuto momenti di goffaggine e profondo imbarazzo, con problemi tecnici assortiti, determinati relatori al limite della decenza, dimostrazioni di gameplay a volte squisitamente ridicole e...ho già detto di alcuni relatori al limite della decenza?
Abbiamo sentito urlare “Riidge Raceerr” e ci siamo dovuti districare tra presentazioni sfociate in momenti manicomiali in bilico tra oscenità e puro delirio autoreferenziale. Ci siamo esaltati con gli annunci e i gameplay di giochi meravigliosi che successivamente sono entrati a far parte di diritto nelle nostre collezioni e abbiamo celebrato il mondo delle opere videoludiche interattive in ogni forma possibile.
Prima aperto a un vasto pubblico di giornalisti, poi ristrettosi in una forma più intimistica, poi ancora riapertosi per accogliere addirittura il pubblico comune, alla stregua di una sovraffollata fiera popolare, l’E3 è riuscito a regalarci tanti momenti differenti, belli, brutti, goffi, memorabili, ma sempre da annoverare tra le opere dell’ingegno di una varia umanità. Il 2020 senza E3 non è stato la stessa cosa. È come se mi fosse mancato un pezzo, è come se fosse crollato all’improvviso un pilastro della mia discutibile vita da videogiocatore. Ci si lamenta sempre di qualcosa, ma è quando quel qualcosa viene a mancare che capisci quanto lo ami, per quanto quell’amore sia indecente.
L’ESA però non mi ha abbandonato e ha capito quanto avessi bisogno almeno di un surrogato dell’insostituibile kermesse losangelina. E così, anche grazie a Geoff Keighley, ma in fondo anche senza di lui, perché il Summer Game Fest non faceva parte dell’E3, o forse sì, per favore la mia è una mente semplice, sono riuscito ad uscire dal fango e a ridestarmi per assistere all’E3 Direct...pardon, ad un E3 ripensato in formato completamente digitale. Ok, chissenefrega: l’importante è che sia stato mostrato Elder Ring, no?
E se ritorna l’E3, pur in formato elettronico, tutto torna, magari in forma ovattata, magari tra le righe di uno spettacolo preregistrato e fondamentalmente scriptato proprio come una campagna single player di Call of Duty, ma ogni cosa è lì al posto che gli spetta. Ci sono i grandi annunci, quelli un po’ più piccoli e quelli che potevano essere risparmiati. Ci sono i personaggi famosi, più o meno discutibili. Ci sono i troll e ci sono nuovi potenziali meme, certo non all’altezza di Mr Caffeina e del suo “tulli, tulli, tulli, tulli”, ma ci sono, sono là!
Mancano parcheggi occupati abusivamente da tendoni pieni di birra e panini, ma sono presenti comunque i diretti responsabili. Il pubblico non è a Los Angeles ma di fronte al proprio PC, ma comunque c’è. L’E3 è tornato forte e contraddittorio come sempre, capace di catalizzare l’attenzione dei videogiocatori e della stampa di settore. E noi di Game Division abbiamo fatto decisamente la nostra parte coprendo tutto ciò che di buono, o perlomeno di commestibile, il festival aveva da offrire, con dirette puntualissime, numerose news, speciali approfonditi, podcast e tanto tanto impegno da parte di tutta la redazione.
L’edizione 2021, come ogni altra edizione dell’E3 ci ha regalato momenti affascinanti, in senso positivo, negativo o puramente goliardico. Non ho voluto fare una top dedicata ai giochi migliori o peggiori dello show, ho deciso piuttosto di regalarvi una personalissima classifica dedicata a determinate situazioni di rilievo mostrate durante il festival. Ecco dunque i magnifici 5 di questo E3 2021!
5. Il coraggio di Payday 3
Koch Media sta diventando grande e lo dimostra il fatto che sia riuscita a ritagliarsi una conferenza tutta sua, più o meno facente parte dell’E3. È stata persino inaugurata una nuova etichetta che prende il nome di Koch Media Prime Matter, dedicata alle IP più importanti della società. Ci si aspettavano grandi cose da questa conferenza, ma a poca distanza dall’E3 Deep Silver si è preoccupata di congelare gli animi assicurando che in nessun modo sarebbero stati mostrati Saints Row, Dead Island, Metro o TimeSplitters.
Andando a fare due calcoli improvvisati con le dita della mano, mi sono arrovellato cercando di pensare a cosa mai allora avrebbe potuto presentare la società fondata nel 1994 in Austria da Franz Koch e dal Dr. Klemenz Kundratitz. Non rimanevano molte opzioni: si doveva per forza parlare di Payday 3! E sì, perché andando a frugare nei meandri del mio cervello, come nemmeno Raz di Psychonauts saprebbe fare, sono andato a ripescare quell’annuncio fatto da StarBreeze Studios in cui si diceva entusiasticamente come fosse stato firmato un accordo da 50 milioni di euro, appunto con Koch Media, per la realizzazione del nuovissimo Payday 3, il simulatore di rapine che avrebbe fatto sembrare i colpi di GTA V delle tranquille file in cassa al supermercato.
Non me ne voglia Trevor, ovviamente si scherza. La notizia in questione comunque riempì di gioia la, tutto sommato, grande community di rapinatori digitali, che tanto si è divertita nel 2011 con Payday: The Heist e nel 2013 con Payday 2, un’opera che è andata ben oltre il semplice videogioco base sconfinando nel mondo del fumetto e gonfiandosi di contenuti aggiuntivi assortiti. E già tutti ci aspettavamo di vedere qualcosa di questo “incredifantasmirripetibile” titolo in via di sviluppo presso Overkill Software. Ed eravamo sicuri che tutto fosse stato calcolato nel dettaglio. Ma certamente: i titoli Koch Media mostrati, ma soprattutto quelli non mostrati, erano lì per essere presentati al pubblico, ma anche per creare un hype strategico verso quel gran finale a base di rapine e sparatorie.
Certo King’s Bounty 2 non è niente male ed arriva pure presto, il ritorno di Painkiller è interessante, ma decisamente misterioso, non vedo l’ora di rivivere esperienze cavalleresche pure su Switch con Kingdom Come: Deliverance, il simulatore ufficiale di “Quei Due Sul Server”, o viceversa, non ricordo bene, si sono viste cose carine tipo Dolmen o Scars Above, ma si sono viste anche intere mezzore di chiacchiere ridondanti con sviluppatori che non avevano nulla da mostrare se non degli apprezzabilissimi scaffali Ikea modello Kellex sullo sfondo.
Ma lo sapevo nel profondo che tutto ciò era semplicemente un terreno ben battuto, una strada amorevolmente preparata per il giocone finale di Overkill Software. E così, dopo aver raccolto con una cannuccia il latte che ormai traboccava dalle mie ginocchia, dopo l’ennesimo soliloquio da parte di un qualche sviluppatore monocorde, è arrivato come previsto il momento tanto atteso, l’annuncio che tutti aspettavamo.
Si sono viste tante sequenze di gameplay di Payday2, filmati di PayDay 2, gameplay di PayDay 2, si è parlato del grande successo di PayDay 2 e, un momento dov’era Payday 3? Ah alla fine della fine! E sì, perché poi avrebbero mostrato uno “sneak peek” di quello che sarebbe stato il grande Payday 3 ed eccolo lì: uno, e non più di uno, strepitoso e sensazionale...artwork!? Cioè mi volete dire che avevate solo un artwork?
Allora, fermiamoci un momento. Capisco che Overkill Software abbia rischiato il collasso dopo il disastroso Overkill's The Walking Dead e dopo il tentato engine fallimentare da ennemila dollari, capisco che sia passato poco tempo dalla firma dell’accordo con Koch Media, capisco che magari le maschere per il colpo non si trovavano perché erano rimaste nascoste in qualche cassetto dell’armadio, ma vi prego un artwork no, di wallpaper salvati ne ho già abbastanza!
E pensare che Blizzard era stata criticata per aver pensato di timbrare il cartellino con Overwatch 2 presentando solo un paio di skin e qualche balletto. Ma in confronto quello era oro colato, qui abbiamo raschiato davvero il fondo. Sarebbe bastato un teaserino in stop motion, mica tanto, davvero! Dunque, per questo motivo, il quinto posto dell’E3, in quanto a magnificenza, va senza ombra di dubbio al coraggio di Koch Media nel presentare una conferenza esaltante come La Corazzata Potëmkin “degnamente” chiusa da un’illustrazione di Payday 3.
4. La freddura di Xbox Mini Fridge
“Meme, meme e ancora meme” insegnano i saggi della redazione di Game Division. Ed io da novizio non posso far altro che imparare. È quando credi di aver raggiunto un buon livello di conoscenza che però i titani del mondo esterno iniziano a muoversi per cambiare completamente l’universo che conosciamo. Nasce così la rinomata scuola dei meme di Microsoft capitanata da quel furbo maestro di “buontemponeria” che è Aaron Greenberg, il responsabile del marketing di Xbox. I mematori internettiani danno fiato alle trombe paragonando Xbox Series X ad un frigorifero? E allora non lasciamo che il meme resti un sogno impalpabile e trasformiamo la fantasia in realtà.
Dapprima venne realizzato un frigorifero da cucina full scale, destinato principalmente ad essere regalato a celebrità del calibro di Snoop Dogg. Il meme era stato accolto a braccia aperte, anche grazie al geniale confronto ufficiale tra le misure della console e quelle dell’elettrodomestico in questione. Ma il genio malvagio di Microsoft non era ancora pago. Occorreva qualcos’altro per autoincoronarsi come imperatori industriali del meme. Occorreva un dispositivo ancora più vicino alla console, qualcosa di meno ingombrante, che potesse agevolmente essere inserito accanto alla macchina da gioco vera e propria.
È così che alla conferenza Xbox & Bethesda viene presentato in “world premiere” l’Xbox Mini Fridge, “il mini frigo più potente del mondo”, basato sull’Xbox Velocity Cooling Architecture, in grado di ospitare una dozzina di lattine e di congelare in un istante lo spirito memante della rete. Non si conosce il prezzo, non sono note le specifiche tecniche, si sa solo che tutto ciò sta accadendo per davvero e che il dispositivo verrà distribuito anche fuori dagli Stati Uniti entro Natale. Per alcuni questa potrebbe essere l’unica Xbox ad entrare in casa, ma diciamocelo ragazzi, che colpo, che classe, letteralmente che freddura! E a questo punto resta da vedere se Sony risponderà con l’atteso router a forma di PlayStation 5, o forse i ragazzi del colosso nipponico si prendono troppo sul serio? Nell’attesa assegno il quarto posto per magnificenza al mini frigo di Microsoft.
3. Mamma mi compri il Game Pass?
Recita l’anziano: “non di soli mini fridge campa Xbox”. E infatti, per quanto la presentazione del mini frigo abbia battuto persino Halo in quanto a visualizzazioni, bisogna riconoscere come la vera vittoria di Microsoft sia stata un’altra: l’avermi fregato, sì perché, sono un po’ in imbarazzo ma lo dico lo stesso, dopo l’E3 ho sentito il bisogno impellente di abbonarmi al Game Pass. Cosa potevo mai fare? Il Game Pass Ultimate era in offerta con i primi tre mesi ad un euro e con i successivi alla ragionevole cifra di 12,99 euro. C’era un fragoroso marasma di giochi in catalogo che solleticava le mie guanciotte paffute con le sue manine soavi.
C’era Bethesda con un Todd Howard ormai di casa che, nemmeno fosse stato Babbo Natale, ha messo sul tavolo della Microsoft il suo sacco pieno di classici come Skyrim e Dishonored. Inoltre all’E3 ci ha riempito di strenne con Starfield, Fallout, Redfall e quant’altro. Si sono unite alla festa Sega con la mitica saga di Yakuza ed Electronic Arts con i titoli EA Play. In più possiamo dire che il 90% dei giochi presentati all’E3 2021 sarà inserito nel Game Pass al day one, con Forza Horizon 5, Halo Infinite e S.T.A.L.K.E.R. 2 in cima alla lista. Inoltre ero deciso ad intraprendere la carriera del buon pirata con i miei amici in Sea of Thieves e volevo ripassare la saga di Halo per non fare brutta figura con certi colleghi appassionati della serie in redazione. E quindi, dannazione, cosa potevo mai fare? Ho preso il bancomat e ho regalato i miei soldi a Microsoft! Ditemi quello che volete, ma io sono soddisfatto.
Sony, Nintendo, fate attenzione! Il Game Pass sta diventando davvero conveniente e rischia seriamente di configurarsi come il Netflix dei videogiochi. Dovete reagire abbastanza in fretta altrimenti, in futuro, rischiate di dover aprire le vostre console allo stesso Game Pass di Microsoft, un po’ com’è accaduto con le app di film e serie on demand! E ora scusate, ma torno a sparare ai Covenant. Terzo posto per magnificenza, stavolta parlando seriamente, assegnato.
2. L’orgoglio italiano di Mario+Rabbids Sparks of Hope
Non so se si possa parlare di karma o di strani allineamenti astrali. Fatto sta che Nintendo negli anni ottanta inventa uno dei personaggi più iconici della storia del videogioco, Mario, raffigurandolo come un baffuto idraulico italiano. Nel corso del tempo viene realizzata una sequela di capolavori indimenticabili dedicati all’uomo col vestito rosso-blu, successivamente Masayuki Uemura nega l’italianità di Mario dichiarando che la sua nazionalità è nipponica ed ecco allora che uno dei giochi più importanti per Switch, dedicato all’ormai ambiguo idraulico, diventa proprio un certo Mario + Rabbids Kingdom Battle prodotto da quel team tutto italiano che risponde al nome di Ubisoft Milano.
Che orgoglio, che trionfo! Il primo capitolo di questo inedito gioco di combattimento strategico ha avuto talmente tanto successo da meritare un secondo episodio, Mario+Rabbids Sparks of Hope, che si prospetta più bello, più epico, più vasto, più libero e soprattutto più italiano! Il titolo è davvero stato sotto i riflettori, andando praticamente a chiudere la conferenza di Ubisoft, escludendo ovviamente quell’incredibile “one more thing” che è stato Avatar: Frontiers of Pandora, a base di Na’vi, fauna e flora aliena e grafiche tutte ancora da dimostrare.
Nel 2022 torneremo a fare squadra con i folli Rabbids. Potremo creare un team composto da 3 eroi e girare così per la galassia per esplorare pianeti misteriosi e confrontarci con temibili nemici. Potremo acquisire nuovi poteri grazie agli Spark e potremo combattere ancora una volta in maniera tattica eseguendo scivolate o nascondendoci dietro le coperture. Tutto questo per respingere una misteriosa entità malevola.
Ubisoft Milano sta davvero dimostrando di saper fare il suo mestiere con competenza e passione. Non importa quale sia veramente la nazionalità di Mario e compagni, ciò che conta è che un team nostrano stia facendo capire a tutto il mondo come un gruppo di connazionali sia in grado non solo di gestire un’eredità pesante come quella di Nintendo, ma di farlo nel migliore dei modi. Sono emozionato: “mamma mia!”. Un orgoglioso secondo posto è appena stato assegnato.
1. Max Pass + Premium Purchase
Ed eccoci arrivati alla prima prestigiosissima posizione, alla quale solo i più magnificenti del pianeta terra possono ambire. Non hanno potuto occupare abusivamente gli spazi di fronte al Convention Center di Los Angeles, distribuendo birre e panini, ma erano ugualmente lì in tutta la loro gloriosa follia digitale. Signore e signori stiamo parlando di Devolver Digital! Dal Texas con furore, operante ormai dal lontano 2009, il loro teatro comico demenziale ci accompagna con produzioni, magari distanti dagli eccessi economici delle opere quadrupla A, ma pur sempre stilose ed affascinanti un po’ come il tamarrissimo sparatutto Shadow Warrior 3, Trek to Yomi, un affascinante gioco a base di samurai 2.5D o lo squisito survival cooperativo isometrico Wizard With a Gun, tutti presentati all’E3 ovviamente.
Giochi a parte ora vi spiego il senso di ciò che si è visto durante lo streaming di Devolver Digital. Dunque, gente improbabile, hot dog a profusione, pareti che esplodono, impiegati che prendono a testate le tastiere, fotocopiatrici impazzite… dove avevo messo il foglio con la spiegazione? Ah eccolo qui: sì tutto ciò non ha senso e va bene così. Come? Pure il PC Gaming Show tutto sommato è stato divertente? Ahahah, andiamo avanti per favore.
Ma signori, ci rendiamo conto del genio e della magnificenza di questo publisher che ci trolla consensualmente dall’inizio alla fine presentandoci il suo perfettissimo servizio in abbonamento Devolver Max Plus +, persino riscattabile attraverso un pulsante presente sul sito ufficiale, e giocando con i nostri sentimenti, mostrandoci pure una scatola con sopra scritto “Hotline Miami 3 Fan Requests”? Abbiamo il vincitore, senza ombra di dubbio! I signori della satira videoludica vincono lo scettro della magnificenza assoluta dell’E3 2021. Poco importa se lo spettacolo tende ad occupare l’80% dello show relegando i giochi ad una sorta di appendice aggiuntiva, poco importa se non li abbiamo potuti incontrare dal vivo.
Ciò che conta è che la satira del servizio in abbonamento come monetizzazione sia lì (sì lo so, mi sono abbonato al Game Pass, non mi insultate), e che la “videocassetta non fottibile”, quella senza linguetta, dov’era registrata l’unica copia dell’evento Devolver, sia stata realmente venduta alla modica cifra di mille dollari... che però sono stati devoluti in beneficenza all’associazione Scratch Foundation.
Lunga vita all’E3!
Meno male, soprattutto per voi, siamo arrivati alla fine! Anche questo E3 si è concluso regalandoci momenti di varia umanità. Non potevano togliermi la mitica fiera losangelina, la mia vita non sarebbe stata più la stessa e la redazione avrebbe perso uno dei pilastri principali del suo universo memico. Sono troppo felice perché si parla di un ritorno fisico dell’evento già per il 2022. Rivoglio i problemi tecnici, rivoglio i presentatori strampalati, rivoglio l’hype collettivo e la folla appassionata.