L’umanità, da secoli, è alla costante ricerca di una luce da seguire. Non importa da dove provenga, quale energia trasmetta e come essa si estenda nel Cosmo, divenendo di conseguenza l’appiglio necessario per resistere alle intemperie e alla brutalità del mondo. La società ci vuole perfetti, simili, non ammette differenze e neppure idee che vadano contro il consumismo sfrenato tipico di un mondo che corre, non si ferma, non riflette e non ha voglia di prendere un lungo respiro e ricominciare daccapo.
Cammina su sentieri diversi ma non così insoliti come qualcuno penserebbe, e ragionare come ha insegnato Tetris qualcuno lo ha purtroppo dimenticato, abbracciando fin troppe soluzioni semplici. So per certo, però, che la luce si trova negli angoli più tenebrosi, anche quando tutto appare buio e impossibile da sostenere nei momenti di reale difficoltà. Rimettere a posto quei pezzi è complesso quanto lo è intraprendere un viaggio su una monta sperando di non cadere e scivolare ripetutamente a causa di un sentiero poco battuto, ma è la soluzione più elegante che si insinua in maniera prepotente nella psiche di chiunque cerchi un nuovo appiglio.
È così che Humanity, sviluppato da tha ltd., è riuscito a conquistarmi durante la presentazione del recentissimo State of Play, che non ha certamente sorpreso molti ma ha comunque mostrato delle produzioni interessanti che sembrano avere tutto il potenziale per lasciare di stucco. Humanity è stato mostrato per la prima volta nel lontanissimo 2019 a una presentazione dedicata all’ecosistema PlayStation che aveva come videogioco di punta Death Stranding, l’acclamata opera del game designer nipponico Hideo Kojima.
A differenza ormai da quella kermesse, e scomparso per quasi tutto il periodo del Covid, Humanity è tornato a far parlare di sé con un lungo trailer dedicato e una finestra di lancio prevista per maggio, nonostante non sia stata ancora mostrata la sua data definitiva. Mi è bastato avviare il download per capire cosa avessi davanti, e nel frattempo leggevo di sfuggita qualche informazione a riguardo, già pronto a vivere un’esperienza fuori dal comune e, al contempo, un viaggio che mi avrebbe realmente condotto oltre la luce e le sue meravigliose seccature. La routine può cambiare, così come la società. E può cambiare l’amore che si prova verso qualcuno, migliorare il proprio approccio alla vita e in generale persino viverla senza sentirsi una vittima. Può capitare, basta seguire la luce, che in questo caso è un cagnolino.
Un cane, l'umanità e gli ostacoli della vita: cosa potrebbe andare storto?
Nulla, in realtà, anche se della trama si sa molto poco e non tutto ancora appare chiaro. In tal senso, preferisco concentrarmi su cosa offra effettivamente in termini di sensazioni. Vestire i panni di un cane e guidare l'umanità è certamente un elemento curioso da approfondire, perché questo personaggio rappresenta di conseguenza l'unica speranza per l'uomo e la sua evoluzione. Nonostante io abbia soltanto provato undici delle sezioni disponibili nella demo, ho incontrato negli enigmi da risolvere vari messaggi di fondo potenti e intelligenti al tempo stesso, che riguardano l'evoluzione, la resa e la paura della nostra specie nei confronti dell'ignoto. Cosa significa creare un contesto e riempirlo di interessanti riflessioni capaci di coinvolgere ed emozionare? Di sicuro, vuol dire provare a cambiare il mondo e approcciarlo in una misura diversa.
Un cane, secondo la letteratura, è una guida che accompagna nell'inconscio verso la consapevolezza. La sua importanza è quindi fondamentale per chiunque adori sognare e spingersi oltre le proprie possibilità, andando così oltre le aspirazioni che tutti - o quasi - percepiscono nell'arco della loro esistenza. Lo scopo del team, infatti, è far cogliere al giocatore questi elementi attraverso un modo classico quanto comunque impegnativo e intelligente, mettendolo sullo stesso piano di un animale fedele all'uomo così che possa espandere una visione che non è solo parziale ma è fondamentale, sorretta da pilastri che danno vita e concretezza al cervello dell'uomo, che è così costretto a cambiare il suo approccio, a migliorare e a capire chi è.
Humanity, a differenza di molti videogiochi rompicapo, offre dunque un contesto che parla degli ostacoli da superare e affrontare, facendo inevitabilmente leva sulle emozioni primarie e secondarie, e dando così spessore all'uomo, che si ritrova assieme ad altri membri della sua specie a ripercorrere una linea segnata da qualcuno. Seguendola, non sa mai cosa potrebbe accadere ma è comunque consapevole, nonostante le difficoltà, che sarà un viaggio da vivere per capire sé stesso e le proprie debolezze. Quando mi sono interfacciato con la demo, lo ammetto, non avevo idea di cosa mi sarei trovato di fronte e cosa avrebbe effettivamente proposto: le sensazioni che ho inizialmente provato sono state contrastanti e temevo che fosse l'ennesimo videogioco che intendeva mettere nero su bianco delle tematiche importanti e delicate.
Invece, è stata una sorpresa continua: ho superato ostacoli che pensavo insormontabili, raggiungendo vette e facendo leva su sogni e desideri che a volte, nel mondo reale, appaiono remoti e difficoltosi per chiunque non comprenda cosa ci sia attorno a chiunque soffre ed è costretto a nasconderlo. Ci sono sentieri che a volte non tutti sanno dove potrebbero condurre, né esistono reali costanti cui l'uomo può rivolgersi. C'è solo tanto silenzio, che può essere rotto dalla memoria e da chi è disposto a offrire al mondo una possibilità per migliorarsi. Senza l'Universo non esistono la Galassie, e senza i pianeti non esisterebbe un luogo in cui ospitare una vita. L'uomo, sin dalla sua creazione, è solo un granellino nel Cosmo. Humanity lo fa comprendere sin da subito, proponendo enormi spazi in cui guidare l'umanità attraverso le difficoltà della vita.
Humanity è un gioco di ingegno e intelligenza
Superato il primo livello, che introduce celermente le meccaniche principali, si viene immediatamente accolti da una strana magia che permea l'aria e la riempie di novità. Per qualcuno potrebbe essere solo un'altra sfida da superare, ma per chi conosce ottimamente questa tipologia di videogiochi, improntati sulla risoluzioni di enigmi, si traduce in altro modo: è il desiderio di trovare soluzione. Humanity, in tal senso, è un videogioco con visuale libera in cui si selezionano diverse tipologie di movimenti, facendo saltare i gruppi infiniti di persone e rendendoli piume, prendendo ispirazioni dalle leggi della fisica.
L'opera, infatti, cattura alcune caratteristiche tipiche della materia scientifica, non risultando soltanto un videogioco rompicapo, bensì si basa sulle sue principali regole e formule, utilissime per raggiungere un traguardo stabilito e all'apparenza impossibile. A differenza di tante altre opere, Humanity concentra tutte le sue energie sull'approccio alla sfida, dando al giocatore la possibilità di cambiare percorsi, evitando così che i gruppi di esseri umani cadano nell'oscurità. Nonostante sia una struttura ludica estremamente classica, è riuscita comunque a intrattenermi nelle prime sequenze che ho vissuto a stretto contatto con difficoltà che pensavo complesse anche per me.
Invece, è stato piacevole risolvere gli enigmi, trovare strade diverse e dopo interfacciarmi con altre missioni, per poi proseguire nel cammino e facendo di tutto per trovare nuove sperimentazioni. Anche se è soltanto una piccola ma comunque ben composta proposta di scene e momenti da capire, riesce in ogni caso a dare maggiore chiarezza su cosa l'esperienza potrebbe offrire nella sua totale interezza. Mi sono divertito a evitare ostacoli, a far saltare gli esseri umani da una sponda all'altra e ho trovato piacevole vederli raggiungere la fascia di luce che consente loro di proseguire nel loro difficile cammino cammino di vita, perduti ma allo stesso tempo concentrati a ritrovarsi fra le difficoltà, accettando di essere deboli, di sbagliare e di capire come potersi rinnovare.
Risolvere una sequenza permette, oltre che a superarla e proseguire così nell'esperienza, anche di godere di un'ottima scenografia, con le persone che si accalcano, cercano di raggiungere un nuovo obiettivo e provano di tutto pur di mostrare la loro felicità in un mondo che vale la pena assorbire. Sono spesso rimasto incantato a godermi il panorama e ad assimilarlo, provando a capire in che modo avrei potuto cambiare invece le sorti degli esseri umani e le soluzioni che avrei potuto prendere. Ho riprovato a ripercorrere alcuni dei livelli proprio per capire come approcciarmi a diversi metodi, ed è stata una sorpresa constatare che è possibile cambiare la tipologia di risoluzione in base alla propria posizione. Nonostante la soluzione sia comunque la medesima, apprezzo invece che le modalità possano cambiare, dando così la possibilità al giocatore di sperimentare nuovi metodi.
La demo, che è durata circa un'ora e mezzo, ha saputo mettermi in difficoltà. Quando parlo di ragionamento e risoluzione, mi riferisco essenzialmente all'approccio scelto e alle modalità che si possono optare nel corso delle operazioni. Sembra facile ma non lo è per niente, perché Humanity spinge ad andare ben oltre il classico concetto di videogioco enigmi ed espande inevitabilmente la propria visione, focalizzandola sulle sensazione, le percezione, le emozioni e cosa può esserci di complesso durante un percorso. Spesso, e lo ammetto, ho dovuto ricaricare una sequenza perché non avevo immediatamente compreso come superare un ostacolo. Una volta scoperto, non è stato così complesso avanzare e conoscere nuove modalità.
Humanity spinge a scoprirsi e superare i propri limiti, e lo fa con naturalezza e compostezza, riuscendo a definire in maniera concettuale ogni sua particolarità. Questo è già di per sé incoraggiante, perché i livelli che ho incontrato erano tanti e tutti diversi. Immagino ce ne saranno di diversi e molti di essi saranno complessi da affrontare. Questa potrebbe essere un'ottima notizia per chiunque adori questa tipologia di videogiochi. Humanity, però, è meglio non sottovalutarlo del tutto: sa come far esplodere il cervello.
Cosa aspettarsi dal futuro?
Humanity è innegabilmente uno dei videogiochi indipendenti più interessanti del 2023. La buona notizia, inoltre, è che non sarà soltanto proposto per PlayStation VR e PlayStation VR 2, ma sarà disponibile anche per chi non possiede il nuovo visore Sony tramite una versione PC. Anche se si è fatto attendere, mostrandosi raramente in questi ultimi quattro anni, Humanity sembra prepararsi egregiamente a entrare nel mercato odierno, collocandosi proprio là dove molte produzioni indipendenti sanno raccontarsi meglio di tante proposte blasonate. A riguardo, meglio non sottovalutare una proposta del genere, perché potrebbe rappresentare ben più del classico gioco a enigmi cui si è abituati.
Ormai manca sempre meno a maggio, e l'unico modo che avete per provare la demo è accedere su Steam e PlayStation Store e scaricarla, godendo così delle prime undici sezioni. Non approcciatevi ad esse senza prima aver adeguatamente compreso il tutorial in tutte le sue declinazioni: il rischio di ritrovarsi davanti un'enigma insuperabile è probabilmente la peggiore delle sensazioni esistenti. A volte sarà complesso riuscire a risolvere tutto per tempo, ma forse il miglior insegnamento è proprio questo: la vita è da prendere con calma e poi vedere come va. Non tutto è già scritto e stabilito.