Immagine di Horizon: Zero Dawn Remastered | Recensione
RECENSIONE

Horizon: Zero Dawn Remastered | Recensione

Horizon: Zero Dawn Remastered è un restauro sontuoso del comparto tecnico della prima, celebre, avventura di Aloy... ma si ferma a quello.

Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

La prima, e più ovvia, domanda che uno si pone nell'esatto momento in cui si avvia Horizon: Zero Dawn Remastered è: "perché?" Sia chiaro, non siamo detrattori dell'ultima ora di queste operazioni, per lo più potremmo definirci totalmente indifferenti a queste costanti riedizioni proposte da Sony per allineare i giochi alla generazione corrente.

Alla fine, chi lo ha già giocato sta bene così; chi lo vuole rigiocare con il comparto grafico aggiornato per PS5 lo può fare spendendo un obolo di 10€ (che si, possiamo discuterne per ore sul fatto che sia una scelta corretta o meno visti i numerosi update gratuiti proposti da altri publisher ma tant'è) e chi non lo ha mai giocato per le ragioni più disparate può scegliere se farlo con la versione vecchia (sempre disponibile sia nel mercato del nuovo che dell'usato a prezzo ridotto) o con quella specifica per la nuova console di Sony a un prezzo, leggermente, inferiore rispetto alle produzioni più recenti.

Il nostro "perché" nasce più dal fatto che queste operazioni portano via tempo, e risorse, che potrebbero essere investite per progetti di restauro molto più interessanti. Verissimo! Commissionare a una Bluepoint un remake come quello di Demon's Souls costa molto di più di un operazione come la Remastered di Horizon: Zero Dawn, ma alla fine stiamo parlando di un gioco del 2017 (con un comparto tecnico già maestoso allora) che non aveva realmente bisogno di un trattamento del genere, né tantomeno di un marketing come quello messo in piedi da Sony per questa riedizione.

La rivoluzione degli open-world

Brontolii da anziani a parte, per chi non avesse mai giocato Horizon: Zero Dawn, si tratta del primo capitolo della saga che ha portato Aloy a diventare uno dei volti della PlayStation odierna. Un'avventura open-world con tantissime idee interessanti, e una storia indubbiamente ispirata, che ebbe la sfortuna di uscire, praticamente, assieme a The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild. Perché diciamo "purtroppo"? Perché la prima avventura di Link su nintendo Switch fu una rivoluzione per il genere open-world, capace di catalizzare l'attenzione di chiunque per via di una serie di scelte di game design votate nell'offrire una estrema libertà al giocatore e, soprattutto, a rompere quegli schemi a cui gli open-world ci hanno abituato, e conseguentemente stancato, nel corso degli ultimi vent'anni.

Viene da se che Horizon: Zero Dawn, per quanto ispiratissimo per quanto riguarda la narrazione e i combattimenti con le macchine, non emerse come avrebbe meritato, portando molto rapidamente la massa a fare paragoni improbabili e a riportare in auge il dibattito su quanto sia importante la grafica rispetto al gameplay.

Perché vi raccontiamo tutto questo? Per il semplice motivo che Horizon: Zero Dawn, come tanti altri open-world tradizionali prima di lui, si perdeva in una serie di cliché atti ad "allungare l'esperienza" senza mai riuscire appieno a valorizzare quello splendido mondo di gioco realizzato da Guerrilla Games.

Non stupisce che il seguito, Horizon: Forbidden West, abbia modificato pesantemente numerosi aspetti del suo predecessore per rendere più centrale, e divertente, l'esplorazione, invece che limitarsi a sciorinare lunghissime, e ridondanti, liste di cose da fare al giocatore.

E qui torniamo al nostro "perché?". Ha davvero senso riproporre nel 2024 un titolo che già nel 2017 era afflitto da scelte di game design capaci di minarne la sontuosità tecnica e l'ottimo comparto narrativo? Per quanto ci riguarda, no. Horizon: Zero Dawn Remastered è lo stesso, identico, gioco uscito nel 2017, con un comparto grafico indubbiamente migliorato (e che lo allinea alla maestosità del suo seguito) e con un prezzo di listino ritoccato verso l'alto.

Siamo, però, perfettamente consci che Sony non è una sprovveduta e se queste operazioni continuano a venire proposte, vuol dire che hanno un mercato molto più ampio di quello che può essere compreso dai giocatori "hardcore"

Tecnicamente Sontuoso

Venendo, quindi, all'analisi dell'opera di restauro svolta da Nixxes e Guerrilla Games, non si può fare altro che dire che è stato svolto un lavoro impeccabile. Il comparto tecnico di Horizon: Zero Dawn remastered è perfettamente allineato a quello del più recente Forbidden West.

Effetti di luce più naturali, vegetazione più viva rispetto alla versione originale, animazioni dei personaggi più armoniose (che annullano quel fastidioso effetto manichino che si poteva constatare nei dialoghi del gioco originale), molti più NPC a schermo nelle zone popolate, particellari e specchi d'acqua resi più realistici e naturali, insomma non si può dire che non sia stato svolto un ottimo lavoro per attualizzare tecnicamente Zero Dawn.

Per quanto riguarda le modalità grafiche (che supportano tutte l'HDR), troviamo: qualità (che da priorità alla risoluzione abbassando i frame rate a 30/35 FPS), prestazioni (che gira a 1440p upscalati a 4K per protare il frame rate a 60 FPS stabili) e bilanciata (che sfrutta il soft spot dei 45 FPS come base di partenza per garantire un'esperienza visivamente affascinante ma senza obbligare ai 30 FPS).

Di tutte queste opzioni grafiche (attendiamo di scoprire quella per PS5 Pro), possiamo dirvi tranquillamente che "prestazioni" e "bilanciata" sono quelle che ci hanno convinto di più. La prima non obbliga a grossi compromessi tecnici per raggiungere i 60 FPS stabili per tutta l'esperienza, mentre la seconda offre scorci graficamente più impressionanti, ma allo stesso tempo riesce a raggiungere anche picchi da 50/55 FPS, usando i 45 PFS solo come base minima per rendere più fluida l'azione di gioco.

Insomma al netto di tutto quello che si può appuntare a questa operazione, il lavoro svolto da Nixxes e Guerrilla Game è indubbiamente di qualità e lo si può notare molto più dal vivo, che limitandosi a guardare i filmati comparativi realizzati da Sony.

Bentornati nel 2017

Il vero problema, come dicevamo prima, è sul versante prettamente ludico. Horizon: Zero Dawn, più per colpa delle produzioni uscite assieme o dopo di lui che per demeriti diretti, risulta molto più obsoleto di quello che ci ricordavamo. Per farvi un esempio molto banale: dopo Breath Of The Wild, Forbidden West o Elden Ring, trovarsi nuovamente in un open-world dove un muro è un'ostacolo insormontabile perché Aloy può aggrapparsi solo dove è indicato dal gioco, risulta una forzatura capace di diventare tediosa molto rapidamente. L'assenza dell'alascudo (che nel seguito permette ad Aloy di planare e spostarsi con maggiore libertà) si fa sentire tutta, così come la gestione delle cose da fare, delle zone acquatiche e della verticalità della mappa di gioco.

Siamo perfettamente consapevoli che siano modifiche che non ci si deve aspettare da una Remastered, ma è proprio per questo che fin dall'inizio ci siamo domandati il perché di tutta questa operazione.

Una domanda che ritorna prepotentemente quando si percepisce che anche la quality of life dell'intera esperienza non è allineata a quella del secondo capitolo. Un esempio su tutti? Il focus che poteva essere reso più rapido, e completo, come nel seguito, invece di rimanere perfettamente identico all'originale. Se quest'opera di conservazione tecnica è stata fatta per proporre il titolo a chi non lo ha mai giocato fino a ora (vedi chi comincia la sua esperienza videoludica su una PS5 o chi, per un motivo o per l'altro, non ha mai avuto una PS4), nella miglior veste possibile, il risultato finale è che si sta mettendo nelle mai dei giocatori un downgrade in termini di gameplay rispetto a Forbidden West.

Quello che ci siamo trovati fra le mani è un titolo che tecnicamente è perfettamente allineato alle migliori, e più sontuose, produzioni uscite in questo 2024, ma che risulta pesantemente ancorato al 2017 (se non addirittura a qualche anno prima) in termini di gameplay... e questo è un gran peccato visto che già che si è deciso di investire tempo e risorse in questa operazione, si poteva spingere leggermente più in la gli obiettivi e non rendere tutta questa operazione solo un meraviglioso esercizio di stile.

Voto Recensione di Horizon: Zero Dawn Remastered


7.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Restauro tecnico impeccabile e sontuoso

  • La storia è ancora oggi solidissima

  • Le opzioni grafiche sono tutte ben ottimizzate

Contro

  • La struttura dell'open-world risulta leggermente obsoleta.

  • Nessuna miglioria alla quality of life

  • L'assenza di novità nel gameplay stride con il maestoso comparto tecnico

Commento

Horizon: Zero Dawn Remastered è un titolo che tecnicamente è perfettamente allineato alle migliori, e più sontuose, produzioni uscite in questo 2024, ma che risulta pesantemente ancorato al 2017 in termini di gameplay. Il titolo rimane affascinante, sia in termini narrativi che per quanto riguarda alcune splendide intuizioni di game design, ma l'assenza di qualsivoglia miglioria, anche solo in termini di quality of life, rende il tutto meno interessante e sontuoso. Resta, comunque, la migliore versione disponibile  per chi non ha mai giocato la prima avventura di Aloy, anche se è importante approcciarla contestualizzandola a dovere onde evitare spiacevoli delusioni. 

Informazioni sul prodotto

Immagine di Horizon: Zero Dawn Remastered

Horizon: Zero Dawn Remastered

La prima avventura di Aloy ritorna su PS5 in un'edizione restaurata sontuosamente sul versante tecnico.
Leggi altri articoli