Nel dare vita allo stile HD-2D probabilmente nemmeno Square Enix e Acquire avevano pianificato in partenza altri futuri utilizzi, tuttavia il suo potenziale non ha tardato a farsi notare e potrebbe rivelarsi l’uovo di colombo per un nuovo modo di immaginare i remake.
Square Enix è nota per puntare molto sulla riproposizione delle sue glorie del passato, ma tale processo è sistematicamente soggetto a una certa controversia. Già azzeccare la scelta del formato giusto non è così scontato e difatti dà luogo a vari scontenti. Un remake troppo modernizzato rischia di perdersi per strada parte del feel dell’originale, mentre un porting o una remaster troppo fedele può risultare un’operazione pigra e di scarso vigore (e valore).
C’è poi il problema del gap generazionale, della collisione tra vecchio e nuovo: quando un gioco classico, con una struttura gameplay d’altri tempi, viene riproposto in una grafica moderna, il contrasto inevitabilmente si fa sentire. Basti pensare a Trials of Mana, titolo delizioso ma che fa sicuramente sentire l’età dietro alla sua ricostruzione in 3D; o ancora Oddworld: Soulstorm, i cui controlli legnosi e poco reattivi potevano essere sopportabili negli anni ‘90, ma che ora provocano più che altro frustrazione.
Finora, quindi, è sempre rimasto per lo più insoluto un annoso problema di fondo: come fare a replicare la sensazione di entusiasmo nel (ri)vedere un titolo classico, dato che i videogiocatori hanno ormai lo sguardo abituato agli standard grafici moderni, ma allo stesso tempo senza esagerare nel cambiarne l’aspetto originale? Ecco, l’HD-2D sembra davvero rivelarsi la risposta ideale a questa esigenza.
Questo stile grafico è stato creato da un utilizzo assolutamente anticonvenzionale dell’Unreal Engine 4. In pratica l’HD-2D utilizza degli sprite in pixel art 2D all'interno di ambienti tridimensionali, che a loro volta imitano lo stile degli sfondi pre-renderizzati disegnati a mano, ma con un reale spessore 3D. Per smussare il contrasto tra gli elementi, le location sono raffigurate con texture pixellate che richiamano visivamente i titoli a 16-bit, ma con un livello di dettaglio maggiore. A completare la commistione ci pensa un vivace sistema di illuminazione che si posa sorprendentemente bene sugli sprite 2D, e una telecamera che mette a fuoco progressivamente il piano in cui il personaggio si muove e amplifica il senso di profondità degli spazi.
Il risultato è davvero incantevole. Gli ambienti di gioco sono dei diorami sospesi nel tempo, in un equilibrio perfetto tra il fascino rétro ed effetti moderni. Si rimane incantati tanto dalla cura della pixel art quanto dall'affascinante accostamento di effetti di luce e particellari che accompagnano le animazioni minimali.
Va da sé che l’HD-2D dà il meglio di sé per giochi costruiti da zero con una direzione artistica originale, come appunto Octopath Traveler o Triangle Strategy, piuttosto che doversi adattare alla matrice di giochi d’altri tempi, strutturalmente più limitati. Tuttavia il remake di Live A Live ha dimostrato che questa tecnica grafica rappresenta la soluzione ideale per realizzare delle rivisitazioni di titoli di altri tempi.
Nel farne la recensione ho appositamente evitato di prepararmi rigiocando l’originale, per verificare che effetto mi facesse a primo impatto, e in effetti è stato come giocarci per la prima volta. Live A Live su Nintendo Switch è piacevole da guardare, eppure allo stesso tempo i suoi controlli, le dinamiche e i ritmi mi davano la giusta sensazione di giocare a un titolo per SNES, che però non mi ha fatto pesare troppo i suoi anni sullo schermo.
Square Enix ha già annunciato di voler produrre altri remake di questo tipo, il prossimo dei quali sarà quello di Dragon Quest III. Personalmente spero soprattutto che continui il trend di riportare alla luce soprattutto titoli poco conosciuti ma meritevoli di attenzione, come appunto è stato per Live A Live. Questo intento potrebbe essere davvero un’opportunità di riscoprire titoli dell’età d’oro del genere RPG degli anni ‘90, sia per i giocatori che se li sono persi che per quelli a cui piacerebbe rigiocarci.
Dato che ci piace sognare un po’ ad occhi aperti, di seguito vi riportiamo una lista dei titoli che pensiamo meriterebbero un remake in HD-2D.
Final Fantasy Tactics
Palesemente una delle maggiori ispirazioni per la realizzazione di Triangle Strategy e in generale uno degli RPG tattici più influenti di tutti i tempi. Ci sono diversi motivi per cui ancora oggi viene ricordato con affetto dagli amanti del genere, dall’ottima sincronia delle dinamiche gameplay con il brillante Job System della saga, alla memorabile storia carica di temi dalla forte componente umana e politica (che tra l’altro abbiamo celebrato nella retrospettiva di Final Fantasy Tactics in occasione del 25° anniversario dalla sua uscita).
Triangle Strategy ha ampiamente dimostrato come lo stile HD-2D si applica magnificamente alle ambientazioni con visuale isometrica e riesca a rendere espressivi anche degli sprite molto piccoli. La trasposizione grafica sarebbe ideale, e in effetti già tempo fa sono circolati dei rumor su un possibile remake di FFT. Non ci resta che sperare che fossero veritieri.
Bahamut Lagoon
Una delle perle più sconosciute della produzione Square dei tempi dei 16-bit, Bahamut Lagoon uscì in esclusiva per Super Nintendo nel 1996 purtroppo solo in Giappone. I giocatori occidentali hanno potuto giocarci grazie patch inglese fan-made, ma solo in tempi relativamente più recenti.
Si tratta di un altro RPG tattico con mappe organizzate a griglia, ma al posto della visuale isometrica ne utilizzava una più classica frontale, molto simile a quella dei primi Fire Emblem. Tra le sue particolarità principali c’era un sistema di crescita di vari tipi di draghi, che accompagnavano i protagonisti in battaglia con un vasto repertorio di abilità, ma anche delle magie che avevano effetto sulle caselle delle arene.
La resa grafica degli sprite e la colonna sonora erano assolutamente notevoli per l’epoca. Una rivisitazione con grafica aggiornata riporterebbe a galla uno dei titoli più ingiustamente trascurati di quegli anni.
Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars
Probabilmente la prima occasione in cui Nintendo ha affidato a uno studio esterno l’onore e l’onere di realizzare un gioco con Super Mario come protagonista. Questo dovrebbe rendere l’idea di quanto Square fosse on fire in quegli anni.
Il titolo era una deliziosa combinazione di platform e combattimenti a turni, il tutto intriso dell’umorismo demenziale tipico dei prodotti Nintendo; e se questa formula vi sembra familiare, è perché in seguito venne ripresa per la serie Mario & Luigi.
Super Mario RPG non è “solo” uno degli RPG più originali e divertenti per SNES, ma anche uno dei titoli che sfruttarono al limite le capacità grafiche della console Nintendo. Purtroppo per noi non raggiunse mai il mercato europeo, motivo in più per crearne una conversione moderna da far riscoprire ai tutti.
Se poi volessimo colorare questa speranza con una nota romantica, proprio all’inizio di quest’anno Chihiro Fujioka, director di Super Mario RPG (che poi ha preso parte al team dei vari Mario & Luigi), durante un’intervista ha rivelato che prima di andare in pensione gli piacerebbe lavorare a un suo seguito.
Final Fantasy V e VI
Ok, affrontiamo l’elefante nella stanza: se si parla di SNES e giochi di ruolo il collegamento a Final Fantasy VI è immediato. Stiamo parlando di uno dei capitoli migliori della saga bandiera di Square Enix, nonché uno dei capolavori assoluti del genere JRPG. Non sorprende che molti dei suoi fan chiedano di dedicargli un’attenzione simile a quella così tanto profusa verso il settimo capitolo. Un’operazione simile a quella di Final Fantasy VII Remake potrebbe però non essere l’opzione migliore, dato che lo stile visivo di FFVI è legato a doppio filo alla pixel art a 16-bit, quindi una rivisitazione in HD-2D potrebbe essere la soluzione ideale.
Anche se storicamente adombrato dal sesto capitolo, ci sembra giusto annoverare in questa lista anche Final Fantasy V, sia perché si tratta di un titolo ingiustamente sottovalutato e sia perché, proprio in virtù della riscoperta di titoli “minori” avrebbe tanto più senso che ricevesse le luci dei riflettori. Dopotutto FFIV ha ricevuto un remake su Nintendo 3DS e un (discutibile) sequel, quindi sarebbe giusto dedicare un po’ di attenzione anche all’avventura di Bartz & Co.
Anche perché non dimentichiamoci che è stato FFV a inaugurare il sempreverde Job System che è stato poi ripreso da diversi altri capitoli della saga; che poi a sua volta è stato ereditato da Bravely Default e, in seguito, è finito per costituire uno dei punti di maggior forza di Octopath Traveler.
Star Ocean: The Second Story
Negli ultimi anni la saga di Star Ocean non se l’è passata proprio benissimo e solo l’ultimo The Divine Force sembra aver risollevato la situazione, anche se non inmodo eclatante. Per molti fan della saga creata da tri-Ace il secondo capitolo rimane tutt’ora il capitolo migliore, nonché uno dei migliori JRPG usciti per la prima PlayStation, nonostante non sia esattamente tra i più popolari. Il titolo ha avuto in seguito una trasposizione su PSP col titolo di Second Evolution, ma - complice la limitata portata dell’handheld Sony - non ha ottenuto vendite degne di nota.
Square Enix sembra voler continuare a supportare la saga, come dimostra la fiducia concessa per l’ultimo capitolo (tutt’altro che scontata dopo il tonfo di Integrity and Faithlessness) e Star Ocean: First Departure R, la riedizione del capostipite per Nintendo Switch e PlayStation 4. Un remake di The Second Story sarebbe una buona occasione per far riscoprire questo classico, nonché di testare l’HD-2D con il genere action-RPG.
Treasure of the Rudras (Rudora no Hihō)
Similmente a Bahamut Lagoon, questo titolo è una piccola perla cult che non ha mai superato i confini del Giappone e che gli appassionati hanno potuto giocare solo grazie a patch in inglese.
Treasure of the Rudras è stato tra l’altro l’ultimo gioco sviluppato da Square per Super Nintendo e in quanto tale dimostra tutta l’esperienza della software house nel padroneggiare le potenzialità grafiche della console, come testimoniano i bellissimi sprite dei personaggi e delle varie creature.
Il titolo tra l’altro proponeva alcune idee piuttosto originali per l’epoca, in primis una gestione della storia fuori dal comune. La storyline era infatti divisa in tre archi narrativi, ciascuno condotto da un protagonista diverso; il giocatore era libero di completare questi archi nell’ordine che preferiva, e poteva persino interromperne uno per proseguirne un altro. La cosa intrigante è che certe azioni compiute in un arco potevano avere un effetto sugli altri. Aggiungete a questo un sistema di magie basato sulla combinazione di parole e il coinvolgimento di alcuni temi ispirati dalla mitologia induista e avrete uno dei JRPG più atipici della generazione.
Se vi è venuta voglia di giocarci sapete a chi rivolgere le vostre speranze per un remake.
Xenogears
Xenogears è un gioco tanto venerato dai fan quanto totalmente sconosciuto da tutti gli altri. Descrivere i motivi del suo status di cult sarebbe troppo lungo, ma basti pensare che è considerato da molti uno dei migliori JRPG di tutti i tempi, soprattutto a livello narrativo.
A essere sinceri la sua inclusione in questa lista è un po’ azzardata. Se da un lato Xenogears proponeva effettivamente dei personaggi bidimensionali in ambienti 3D, è anche vero che durante le cutscene e le battaglie a bordo dei mech venivano usati abbondantemente dei modelli poligonali in movimento, quindi non esattamente nelle corde dell’HD-2D. Almeno per quanto si è visto finora.
C’è però da dire che se si riuscisse ad adattarlo, sarebbe l’occasione perfetta per recuperare uno dei più grandi classici dell’epoca PlayStation, nonché di riscrivere in modo completo la storia del gioco così come avrebbero voluto i suoi autori. A suo tempo, infatti, le limitazioni di tempo e budget per lo sviluppo costrinsero il team ad affrettare la conclusione, lasciando una buona metà del gioco palesemente frammentaria. Il director del gioco Tetsuya Takahashi sarebbe felice di poter rettificare quell’occasione mancata, tanto più che dopo Xenoblade Chronicles 3 sarebbe davvero il momento per lui di prendersi una pausa dalla saga per valutarne il futuro.
Chrono Trigger
Assieme a Final Fantasy VI non poteva mancare l’altro massimo capolavoro JRPG su Super Nintendo, e ancora oggi uno degli apici più influenti del genere. Chrono Trigger è stato un’autentica meraviglia visiva, sia sul lato tecnico che artistico, e vederne un remake con una qualità grafica moderna sarebbe un sogno per molti. Senza contare che è sicuramente uno dei titoli che più meriterebbe di essere riscoperto da tutti quei giocatori che, per un motivo o per un altro, se lo sono persi per strada. E dopo la remaster di Chrono Cross sarebbe cosa buona e giusta.
Tra l’altro Keisuke Miyauchi ha recentemente rivelato in un’intervista a Famitsu che per la realizzazione della grafica di Octopath Traveler II si sono ispirati proprio a Chrono Trigger. C’è poi da considerare che il director della pietra miliare per SNES Takashi Tokita è lo stesso di Live A Live, quindi possiamo dire che, in teoria, esisterebbe già una naturale disponibilità creativa da Square Enix.
Le possibilità per lo sfruttamento dell’HD-2D sono certamente tante, e ancora di più i desideri dei giocatori. Square Enix sembra intenzionata a continuare a impiegarlo nel futuro e già in Octopath Traveler II dovremmo vederne un ulteriore miglioramento. Il produttore di Triangle Strategy Tomoya Asano ha tuttavia rivelato che lo stile grafico è più costoso di quanto si potrebbe pensare, quindi ci auguriamo che titoli come il remake di Live A Live vendano abbastanza da stimolare una produzione longeva e dare una chance ai nostri desideri.