Harvest Moon: Mad Dash | Recensione
Harvest Moon: Mad Dash si presenta come un particolare spin-off della saga di Natsume, scalzando via l'agricoltura per dedicarsi ai puzzle.
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a cura di Alessandro Palladino
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Quando si parla di Harvest Moon si entra sempre in un mondo rilassato, fatto di campagne sterminate e una dolce vita agricola in salsa giapponese. Recentemente il franchise, che sotto Marvelous si chiama Story of Seasons nella controparte internazionale, è stato anche protagonista di un tenero crossover con Doraemon che ha rapito i cuori di tutti i nostalgici e amanti dall’animazione.
Tuttavia, tornando alla produzione di Natsume Inc., Harvest Moon ritorna sulle nostre console grazie a uno spin-off chiamato Harvest Moon: Mad Dash, il quale non è altro che un puzzle game di stampo simile ai tanto amati titoli tipici dello scenario mobile. Già questo, purtroppo, suggerisce un approccio tutt’altro che stellare per lo storico marchio nipponico.
Stelle nella giungla
Contrariamente a tutta la storia della saga, in Harvest Moon: Mad Dash non si gestirà una fattoria o si vagherà per una simpatica cittadina rurale. La premessa in cui si viene calati è infatti basata su una strana magia che ha avvolto tutta la terra circostante trasformando città e pianure in giungle incontrollate, rovinando i raccolti e costringendo i nostri eroi a dover fare qualcosa per riuscire a rompere l’incanto.
Dopo aver ascoltato il breve dialogo introduttivo vi ritroverete nella classica struttura da puzzle game per smartphone. L’intero gioco si svolgerà infatti su un “percorso” con numerosissimi livelli in cui dovrete ottenere più stelle possibili per sbloccare nuove aree e andare avanti. Per far questo dovrete accoppiare i vari frutti, vegetali, animali e via dicendo attraverso la classica meccanica delle file di simboli. Più simboli metterete insieme, più effetti bonus otterrete aumentando il vostro punteggio vertiginosamente.
Noterete fin da subito che i livelli di Harvest Moon: Mad Dash saranno veramente tanti e si divideranno perfino in percorsi secondari per ottenere altri oggetti con cui interagire, mentre la struttura dei puzzle diventerà leggermente più complessa grazie a elementi di disturbo e potenziatori.
Per quanto si vada avanti nel gioco però, ottenere le famigerate tre stelle sarà particolarmente facile e richiederà davvero il minimo della strategia, rendendo questo gioco una passeggiata anche per i giocatori più piccoli. Il problema però è che questa accessibilità nel design fa velocemente perdere interesse nel completamento dei livelli, rendendoli quindi tediosi ed estremamente ripetitivi.
Non aiutano le musiche messe in un loop tendenzialmente infinito, distruggendo il candore delle loro note in favore di un tartassamento immotivato e condito giusto dagli effetti sonori delle varie combinazioni riuscite. A favore di Harvest Moon: Mad Dash c’è però la linea estetica tipica della saga, la quale quantomeno rende giustizia ai colori e allo stile del marchio di Natsume. Ma oltre questo, Mad Dash propone davvero poco per il prezzo che richiede e sembra più un riempitivo che altro, considerando soprattutto l’assenza di qualsiasi altro elemento di gioco eccetto la parte puzzle. Anche a livello tecnico non raggiungiamo affatto livelli stellari, anzi è evidente un netto passo indietro di qualche generazione.
Nonostante tutto, la presenza di un comparto multigiocatore potrebbe far felici gruppi di famiglie con dei bambini piccoli al seguito, mentre per i più grandicelli completare i livelli in più di una persona significherebbe abbassare ulteriormente la già facile difficoltà del gioco, rendendo anche il più tosto dei puzzle una bazzecola. Quantomeno però, la localizzazione italiana aiuta nell'approccio al pubblico nostrano.
Voto Recensione di Harvest Moon: Mad Dash - PS4
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Accessibile a un pubblico molto giovane
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- Colorato e longevo
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- Possibilità di giocare in più di una persona
Contro
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- Troppo facile
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- Livelli estremamente ripetitivi
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- Design poco ispirato
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- Tecnicamente arretrato
Commento
Harvest Moon: Mad Dash è uno spin-off di cui sinceramente non si sentiva il bisogno. Non che non abbia i suoi lati positivi, accostabili al vibrante stile rurale tipico del lavoro di Natsume e all’aura cartoon innocente, tuttavia la sua eccessiva semplicità sia nel design che nella difficoltà lo rendono un qualcosa che difficilmente potrebbe attrarre anche il più accanito fan della serie. Il fatto che possa essere giocato in più di un giocatore lo rende abbastanza vicino a un pubblico molto giovane, rendendo l’acquisto una buona idea nel caso in cui si voglia avvicinare un bambino a una produzione colorata, innocente e super facile.