Halo Infinite, la campagna in grande spolvero | Anteprima

Un'analisi approfondita sul gameplay overview della campagna di Halo Infinite: gameplay, plot narrativo e struttura generale.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Durante la giornata di ieri abbiamo avuto modo (finalmente) di dare un primo sguardo alla campagna single player di Halo Infinite, una delle componenti principali dell'FPS made in 343 Industries. Un video di 6 minuti che ha saputo darci tantissime informazioni sul titolo, mettendo su carta alcuni dettagli interessanti per quanto concerne la struttura di gioco e il plot narrativo.

Dopo aver parlato del multiplayer (che si prospetta in gran forma, insieme al gameplay), oggi entriamo più nel dettaglio su tutto il comparto single player, analizzando la presentazione dandovi le nostre impressioni su quello che pare essere un nuovo grande inizio per la saga.

Halo Infinite, a caccia di Cortana

Avevamo lasciato Master Chief in una situazione di "apparente" disfatta contro l'ex comprimaria, divenuta nemica, Cortana. In Halo Infinite ci troviamo sull'Installazione 07, anche chiamato Zeta Halo, uno degli anelli più importanti di tutta la narrativa lore dell'universo creato da Bungie e proseguito da 343 Industries.

L'anello è controllato dai Banished, una fazione composta da ex specie appartenenti all'Alleanza Covenant e capitanati da Atriox, un possente Brute già visto e conosciuto in Halo Wars 2. La fazione ha completamente annientato le difese UNSC dell'anello e ne ha preso interamente il controllo. Il motivo è sconosciuto e spetta noi a scoprire cosa stia succedendo e soprattutto dove sia finita Cortana, apparentemente scomparsa e sconfitta da un non preciso nemico.

Per riuscire a risolvere questo "mistero", Chief si allea con una nuova intelligenza artificiale: l'Arma, un'I.A. creata appositamente per distruggere Cortana stessa, che tuttavia non ha minimamente idea di cosa sia successo durante l'attacco dei Banished e che fine abbia fatto Cortana. Al loro fianco ci sarà Brohammer (nome in codice), un pilota superstite pronto a tutto pur di tornare a casa sano e salvo.

Dal punto di vista puramente introduttivo, Halo Infinite mette in scena una vicenda che si lega perfettamente ad Halo 5 Guardians, andando a eliminare quasi completamente l'idea del "retcon". Molti personaggi non sono stati accennati, ma è molto probabile che la campagna mostri sin da subito il loro destino (Locke su tutti). Solo una volta che avremo modo di approcciare il gioco nella sua forma definitiva potremmo avere un'idea più chiara sull'obbiettivo del gioco, ma certamente l'ambientazione incredibilmente affascinante e tutte le premesse narrative, fanno ben sperare per una campagna ricca di colpi di scena e momenti epici.

Chi è il misterioso Harbinger, per esempio? Un ex profeta (San 'Shyuum)? Oppure una nuova specie? Che fine hanno fatto Locke, Arbiter, Halsey e la Infinity? Tanti dubbi e poche risposte, ma questo non può che rendere l'intera storia estremamente curiosa e intrigante. Nella presentazione video si possono notare tantissime particolarità, basti pensare al Protettore schiantato sull'anello che si mostra in una breve sequenza di gameplay. Potenzialmente avremo modo di rivedere i Flood, magari anche gli stessi Prometeici, e capire maggiormente sulle ambizioni di Atriox ed Escharum, il comandante delle forze Banished su Zeta Halo.

Un mondo da esplorare

Per la "seconda" volta nella serie, Halo prova a cambiare registro per la campagna, introducendo un struttura open map. È importante specificare open map, perché non si tratta di un open world, ma di aree più o meno grandi, ricche di attività e zone da esplorare. Ogni area comprende collezionabili da trovare (terminali, teschi etc), avamposti da liberare, marine da salvare e depositi da distruggere.

343 ci raccontò, in una delle prime anteprime, che queste aree erano rivisitabili e fungevano da enormi missioni. Recuperando proprio uno dei primi pensieri degli sviluppatori, gli equipaggiamenti (potenziabili) fungono infatti da oggetti utili per combattere, quanto per spostarsi e raggiungere luoghi inaccessibili. La grandissima differenza tra Halo e qualsiasi tipo di FPS open map sul mercato è dettato principalmente dalla varietà negli approcci e dalla verticalità, qua maggiormente valorizzata dal rampino e dai velivoli. Oltre a ciò, tutto il mondo di gioco da l'impressione di essere un enorme contenitore di informazioni legate alla storia, oltre che di nemici diversificati e boss.

Non abbiamo potenziamenti relativi alle armi o ai veicoli, ciò che giochiamo rimane Halo, in tutto e per tutto. La vera forza rimane, esattamente come in Combat Evolved, il nostro approccio: passare dal fiume o dalla collinetta? Usare un fucile da cecchino a distanza oppure sparare all'impazzata con un fucile d'assalto? Farsela a piedi oppure a bordo di un Warthog? Fate finta che tutto questo venga esaltato mille volte di più grazie ad aree di gioco grandi 100 volte le missioni di Halo 4 o Halo 5 e avrete l'apparato ludico di Halo Infinite.

Questo potrebbe rendere Halo Infinite certamente il videogioco della serie più grande di sempre, basti pensare alle mille possibilità che il gioco può offrire in termini d'esplorazione. Ma va detto che questo, come più volte sottolineato, si tratta del primo verso esperimento open map del franchise (il tentativo di ODST rimane piuttosto blando). ragion per cui è lecito aspettarsi scelte derivative (su cui vi raccontiamo poco sotto) e declinazioni narrative maggiormente aperte. Questo ci porta ai nostri dubbi: riuscirà Halo Infinite a dare vita a una storia epica e appassionante, nonostante la possibile dispersività di Zeta Halo?

Derivativo?

Halo nasce come struttura sandbox, non per altro Halo Combat Evolved è stato l'artefice degli FPS open map, il precursore di titoli quali Half-Life 2, Far Cry, Crysis. Di conseguenza quello che stiamo vedendo con Halo Infinite non è altro che l'evoluzione naturale della serie, che finalmente sfrutta le ambientazioni sci-fi della serie, rendendole liberamente esplorabili senza chiudersi in corridoi lineari.

La sua struttura, quindi, non fa altro che proseguire con la classica composizione degli open world moderni, open world di qualità come: Marvel's Spider-Man, Horizon Zero Dawn, Far Cry, Ghost of Tsushima e via dicendo, che comprendono tutti la stessa identica retorica: avamposti, torri radio, collezionabili, seppur rappresentati in maniera diversa. Descritto ciò, Halo Infinite non punta certamente a un determinato tipo di originalità, poiché la sua forza risiede nella sua dinamicità negli approcci e non necessariamente nelle attività, che per quanto presenti, appaiono come riempitive e di contorno rispetto alla classica storia principale.

Certamente, va specificato, una struttura più originale e meno derivativa avrebbe certamente attratto di più, ma non conosciamo ancora tutto quello che la campagna avrà da offrire, ragion per cui non possiamo ancora esporci totalmente sull'argomento. Ma a conti fatti, quello che abbiamo avuto modo di vedere di Halo Infinite, non sembra altro che un classico Halo con elementi sandbox e qualche attività già rodata degli open world odierni. Una giusta evoluzione che non snatura il gioco e non può che rendere l'intera campagna, potenzialmente tra le più grandi di sempre.

Sotto la scocca

Parliamo ora brevemente del comparto tecnico. Questo non è un giudizio finale, ma un primo accenno, che poi dovrà trovare un riscontro nella versione completa. Durante l'anteprima eravamo rimasti parecchio soddisfatti dei miglioramenti sul nuovo SlipSpace Engine, un motore grafico nuovo, che deve però far fronte alla natura cross-gen della produzione. Un grosso limite che ha causato ritardi e problemi al gioco, anche e soprattutto per via del fatto che le due versione (Xbox One e Xbox Series X|S) devono convivere online, insieme. Per farvi capire meglio, Battlefield 2042 uscirà anche su Xbox One, ma la sua versione sarà separata, cosa che non succede con Halo, che invece comprende già da ora un multiplayer e una co-op (quando verrà aggiunta) condivisa. Una scelta rispettosa nei confronti dei fan e dei possessori della passata generazione Xbox, ma piuttosto problematica nel lato tecnico.

L'anno scorso avevamo assistito a una dimostrazione poco stimolante, per non dire disastrosa. Questo ha spinto 343 a rimandare il gioco e rimboccarsi le maniche per rendere il titolo quantomeno soddisfacente. Il risultato è stato, almeno da quanto visto e giocato, raggiunto. Non siamo dinanzi a un titolo graficamente miracoloso, ma il sistema d'illuminazione, le texture, la distanza visiva e la fisica sembrano funzionare, soprattutto se consideriamo i 60 FPS e la risoluzione 4K dinamica. Ora non resta che la speranza di poter vedere qualcosa di più per quanto riguarda I.A. (da sempre importante per la serie) ed eventuali nuovi biomi naturali. Le cutscene, invece, sembrano buone, così come la regia (apparentemente in piano sequenza), mentre audio e colonna sonora potrebbero regalarci momenti davvero di altissimo livello.

Non è tutto oro quello che luccica, ovviamente. Alcuni effetti visivi sono piuttosto blandi (basti vedere le scintille dello Wasp o le esplosioni), così come le animazioni (che tra l'altro hanno un framerate ridotto) e alcuni pop-up, che dimostrano che il gioco soffre parecchio la natura cross-gen. In generale, quindi, il miglioramento c'è stato, ma non siamo davanti a un prodotto che profuma di next-gen, almeno dal punto di vista grafico e l'art style asettico, tipico di Halo, non aiuta in questo senso.

Tirando le somme

Halo Infinite sembra essere in ottima forma. Il comparto tecnico sembra reggere, nonostante i chiari limiti dettati dalla sua natura cross-gen, dimostrandosi visivamente appagante e solido. I miglioramenti, quindi, ci sono e son ben percettibili; un bel sospiro di sollievo per tutti gli appassionati timorosi. Il vero dubbio riguarda la struttura generale delle sub-quest, non perché il titolo prenda spunto da altri giochi, ma perché è la prima volta che Halo si affaccia in un ambiente così nuovo e impervio, un rischio che potrebbe snaturare la formula generale della serie e portare i giocatori in un binario ridondante e poco stimolante. 343 dovrà essere brava a presentare un mondo di gioco dinamico e vario, non banale e soprattutto ben immerso nella storia principale, vero punto fondamentale per la riuscita di un'ottima campagna. Non tutti i dubbi sono stati dissipati, ma certamente ora potremmo arrivare all'8 dicembre con un po' di tranquillità e ottimismo in più, per un Halo che si preannuncia essere, senza dubbio, uno dei più grandi di sempre. Nonostante tutto.

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