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É con il motto "Finish The Fight" che Microsoft presenta Halo 3, l'ultimo capitolo della fortunata serie di Master Chief. Com'è questo terzo capitolo? Semplicemente fantastico!

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a cura di Andrea Ferrario

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di Andrea Ferrario

Sono uno di quei giocatori che ha assaporato fin dall'inizio la serie. Con Halo, il primo, lo storico, correvo a casa dopo il lavoro e consumavo i polpastrelli sui grilletti del joypad. Il secondo capitolo mi ha quasi del tutto offuscato le impronte digitali, e finalmente posso "finire la guerra"!

Halo 3, come gli altri due capitoli, ha delle chiare limitazioni, nella grafica e nel gameplay ma...è Halo. É il videogioco che ha portato gli FPS su console, un ambiente fino a quel momento controverso per gli sparatutto. Ricordo il coro di tanti amici, "..se si potesse attaccare la tastiera e il mouse..", ma con Halo non era necessario.

Nell'articolo ho evidenziato oggettivamente i "difetti", se così possiamo chiamarli. Ma per un vero appassionato della serie, Halo è una sorta di Fede, un dogma, un principio assoluto a cui credere al di là dell'esistenza o meno di prove contrarie.

È un gioco equilibrato, che si adatta sia a campagne single player che a sessioni multiplayer. I comandi sono basilari, ma sono quelli che servono. Anche se altri videogiochi recenti, come per esempio Bioshock, brillano per grafica ed effetti speciali, esaltati dall'alta definizione, non mi aspettavo nulla di più da Halo 3. Va bene così.

Non dimentichiamo inoltre la storia, una delle più belle e coinvolgenti trame mai viste su console, che dopo più di mezzo decennio, decreta la fine dell'avventura di Master Chief.

Insomma, Halo non è un FPS qualunque, è…Halo.

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