Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato di un possibile ritardo di GTA VI: il prossimo capitolo della storica saga firmata Rockstar avrebbe avuto diversi problemi durante lo sviluppo, tanto da spingere la software house a rinviarlo al 2026. Secondo il report in questione, Rockstar voleva lanciare GTA VI nei primi mesi del 2025, ma questi ritardi l'avrebbero portata a rimandare il debutto del gioco alla fine dell'anno, o addirittura all'inizio di quello successivo.
Se ci pensate, non è niente di strano: lo sviluppo dei videogiochi deve rispettare tabelle di marcia sempre più serrate e basta il minimo problema a far saltare i piani, costringendo a ritardi e rinvii. Negli ultimi anni ce ne sono stati davvero tantissimi e, spesso, non sono bastati nemmeno a permettere agli sviluppatori di completare il gioco a dovere. Pensate a Cyberpunk 2077: è stato rinviato 3 volte, passando da aprile 2020 a dicembre 2020, per arrivare sul mercato con ancora molti problemi.
Ciò che sembra assurdo nel caso di GTA VI non è però l'indiscrezione di un possibile rinvio, quanto cosa questa voce di corridoio, peraltro già smentita da altre fonti, ha generato: un ritardo non confermato ha causato perdite per milioni di dollari a Take-Two, che ha visto il suo titolo scendere del 5,2% in borsa.
Se ci pensate, però, non è così strano: come ora il titolo è calato a causa di indiscrezioni che mettono incertezza, è schizzato alle stelle lo scorso dicembre quando Take-Two ha rilasciato il primo trailer di GTA VI. La verità è che il successo dell'azienda è legato a doppio filo al successo dei suoi videogiochi, quindi è naturale che qualsiasi notizia negativa o ritardo nella pubblicazione influenzi l'andamento in borsa.