Febbraio non sarà solo il mese dei grandi titoli open world, ma anche di diversi altri giochi che meritano certamente attenzione, in particolar modo se si è particolarmente affezionati al genere d'appartenenza. Uno di questo è GRID Legends, seguito dell'ottimo reboot di GRID avvenuto nel 2019.
Del gioco ve ne avevamo già parlato attraverso un'anteprima un mesetto fa, esplorando il gameplay e alcune delle nuove meccaniche offerte dal nuovo episodio sviluppato da Codemasters e distribuito da Electronic Arts. Ciò di cui vogliamo raccontarvi oggi riguarda "Driven to Glory", l'ambiziosa modalità single player che vede cutscene con attori in carne e ossa, puntando su un'esperienza più cinematografica. Il risultato sembra promettere bene, ma qualche piccolo difetto è ben visibile e il giudizio finale completo non può che essere rimandato alla fase di recensione.
Benvenuto in Seneca Racing
"Driven to Glory" è l'ambiziosa modalità storia di GRID Legends. A differenza di Formula 1 2022, dove la vicenda è stata ricreata sfruttando il motore di gioco, in questo nuovo capitolo della serie di GRID il team ha pensato di sfruttare attori reali (tra cui Ncuti Gatwa di Sex Education) per le performance nelle cutscene, quest'ultime sviluppate come se stessimo guardando un documentario.
C'è da subito da sottolineare che la qualità di questi filmati dal vivo sono davvero ben fatti (seppur non eccezionale nell'impianto scenico), non per altro le scene sono state girate sfruttando metodi di produzione virtuale d'alto profilo, non molto lontani da quelli visti nella popolare serie tv di Disney+, The Mandalorian. Anche la recitazione risulta di buon livello (presente il doppiaggio in italiano), almeno contestualizzando il tipo di obbiettivo che il team di sviluppo voleva effettivamente raggiungere con questa modalità.
La storia ruota intorno al team racing "Seneca", gestito da un appassionato di motori di nome Marcus Ado. Marcus ha una forte morale sulla crescita dei piloti e sulla scoperta di talenti, un modo di fare che lo ha portato a scoprire la competente e bravissima Yume Tanaka, primo pilota della scuderia. Tuttavia, il secondo pilota è sempre stato un grosso problema per Seneca, costretta a rifugiarsi in persone non affidabili.
Tutto cambia nel momento in cui lo stesso Marcus Ado nota lo sconosciuto numero "22" (ovvero noi) durante una gara di qualificazione alle GRID World Series, convincendolo a entrare a far parte del team per puntare a vincere il prestigioso campionato.
Il tutto non sarà semplice, il numero 22 dovrà affrontare numerosi colpi di scena e problemi durante le gare, ritrovandosi a tu per tu con diversi rivali e affrontando le numerose avversità della scuderia Seneca.
Come immagino abbiate capito, la storia non sembra particolarmente originale, ma pensiamo sia anche normale puntare su qualcosa di semplice piuttosto che su qualcosa di estremamente ricercato. Dopotutto parliamo di un racing gaming arcade, motivo che lo spinge a non osare più di tanto sotto questo punto di vista.
Cosa cambia?
Vi starete chiedendo se "Driven to Glory" offre cose particolari rispetto al normale gameplay del gioco, la risposta è no, ma non è una cosa necessariamente negativa. I ragazzi di Codemasters sono stati molto bravi nella composizioni degli eventi, cercando di dare vita a una serie di gare diversificate e variegate l'una con l'altra. Nei primi sei capitoli non ci è mai capitato di gareggiare come nella gara precedente. A volte gareggiavamo per la vittoria, altre volte per non farci eliminare; insomma, per quanto riguarda la tipologia di eventi possiamo stare tranquilli e anzi, speranzosi di vederne altri nel proseguo dei capitoli che abbiamo avuto modo di approcciare.
Tirando le somme
La modalità "Driven to Glory" promette bene, ma è inutile dire che nonostante l'elevata qualità dei filmati, il tutto ci è sembrato piuttosto poco originale. Codemasters fece un ottimo lavoro con la "carriera" di Formula 1 2021 con il motore di gioco, ma è chiaro che sfruttare attorni in carne e ossa non è la stessa cosa, soprattutto in un contesto come quello del genere racing. Va però sottolineato che le cutscene sono ben costruite, inoltre dobbiamo ancora giocare la maggior parte della "storia", di conseguenza è complicato giungere già a un giudizio finale di "Driven to Glory". Nonostante questo, le prime ore ci sono sembrate divertenti, seppur contornate da un impatto scenico non esageratamente convincente, ma la strada è ancora lunga e solo all'ultima curva potremmo effettivamente capire se l'auto riuscirà a non uscire fuori strada.