Google Stadia: il trasferimento dei progressi non è sufficiente

Il trasferimento di personaggi e ore di gioco da Google Stadia a un altro client non sembra essere la soluzione definitiva: ecco perché.

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a cura di Alessandro Adinolfi

La chiusura di Google Stadia è arrivata un po' come un fulmine a ciel sereno, almeno per i modi in cui si è verificata. Due mesi prima dell'annuncio, infatti, la stessa Google aveva affermato che non c'era nessuna previsione di fermare il servizio di cloud gaming, ma i fatti hanno dimostrato il contrario. E mentre ci lanciamo in riflessioni sull'attuale industria dei videogiochi tripla A, restano i problemi di noi consumatori, che con un mercato che spinge sempre di più verso il digital delivery rischia di farci perdere giochi e soprattutto il tempo investito a livello di ore. Alcuni publisher hanno già annunciato l'intenzione di trasferire i loro titoli su altre piattaforme e ovviamente anche i personaggi e lo stesso ha fatto Bethesda, che ha deciso di salvare tutti i giocatori di The Elder Scrolls Online.

Come riportato su Twitter, infatti, il team di sviluppo dietro l'MMO basato sul franchise dell'avventura single player ha deciso di implementare un trasferimento del personaggio, per evitare che tutti perdano i loro progressi. "Siamo contenti di poter annunciare che i giocatori di Google Stadia potranno trasferire i loro account di The Elder Scrolls Online su PC", le parole contenute nel comunicato lanciato tramite il social network. "Visto che i server erano in condivisione con le altre versioni del gioco, tutti gli amici e le gilde resteranno a vostra disposizione". Tutto giusto, vero? Assolutamente no.

La soluzione ci pone infatti davanti a un altro problema, sollevato anche dai colleghi di PC Gamer e soprattutto dagli utenti. Chi giocava su Google Stadia lo faceva perché non aveva a disposizione un PC performante. Il cloud gaming libera dalle barriere dell'hardware e il trasferimento su altri client potrebbe non essere sufficiente. Se è vero che i progressi dei giocatori non vengono persi, è anche vero che risulta difficile poter continuare a giocare se manca una piattaforma dove farlo.

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La chiusura di Google Stadia ci porta dunque ad aprire un interrogativo maggiore: nel momento in cui un determinato servizio cloud gaming chiuderà, come verranno tutelati gli utenti? Al momento questo aspetto riguarda solamente il servizio di Mountain View, visto che ogni gioco era comunque soggetto al pagamento a differenza di quanto accade verso altri lidi, ma la domanda resta legittima. Ed è solamente un'altra delle tante che ci dimostrano come questa tecnologia sia la strada giusta per un'industria democratica, ma forse ancora troppo poco matura.

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