Good Job! | Recensione
Good Job! è il un nuovo, sorprendente e imperdibile puzzle game basato sulla fisica, uscito in esclusiva su Nintendo Switch!
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a cura di Andrea Maiellano
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In sintesi
Good Job è il un nuovo, sorprendente e imperdibile puzzle game basato sulla fisica, uscito in esclusiva su Nintendo Switch!
A seguito di un Nintendo Direct Mini trasmesso a sorpresa lo scorso 26 Marzo, il colosso di Kyoto ha rilasciato sull’eShop Good Job!, un puzzle game basato sulla fisica che grazie alla sue meccaniche semplici, unite a un level design davvero ispirato, si è rivelato una produzione davvero sorprendente. Non siamo di fronte, ovviamente, a quello che potrebbe essere considerato un System Seller ma più dinnanzi a un titolo fresco e ispirato come quel Untitled Goose Game che, letteralmente, spopolò fra i videogiocatori proprio in virtù della sua natura volutamente disimpegnata e demenziale.
Da grande voglio essere come te!
In un Mondo popolato da anonimi Stick Man, Good Job! ci mette nei panni del goffo figlio di un ricco imprenditore. Spinto dal padre a entrare nel mondo del lavoro, sia per seguire le orme di famiglia che per cercare di essere meno goffo e sbadato, il nostro protagonista si troverà a dover scalare i ranghi aziendali cominciando come semplice manutentore e cercando di diventare il nuovo CEO dell’azienda di famiglia. Se tutto questo vi sembra il canovaccio di un gioco aziendale come tanti altri, non fatevi trarre in inganno perché Good Job! è, in realtà, una dei puzzle game più divertenti, e demenziali, disponibili su Nintendo Switch. Il protagonista, infatti, è una vera e propria calamita per disastri benedetto da una sfortuna eguagliabile solamente da quella del Disneyano Paperino. Che si tratti di spostare un proiettore in una sala per le conferenze, o semplicemente di lucidare un pavimento, è sicuro che una ineluttabile serie di eventi si metterà in moto per generare un tornado di distruzione al limite dell’incredibile.
Le dinamiche alla base di Good Job! sono molto semplici e richiederanno al giocatore di muovere il protagonista all’interno dei vari uffici dell’azienda per compiere degli, apparentemente, semplici incarichi per poter ottenere essere promosso e scalare i vari ranghi fino a diventare quel “chairman” tanto desiderato da suo padre. La progressione di gioco è stratificata attraverso i vari piani del palazzo che accoglie l’azienda di famiglia, suddivisi a loro volta in differenti uffici che andranno a ospitare i veri e propri livelli di Good Job!. Ognuno di questi scenari, liberamente selezionabili, andranno completati a loro volta per poter accedere all’ultimo livello presente in ogni piano, il quale servirà per far ottenere al protagonista, una volta terminato il relativo incarico, la promozione necessaria a spostarsi in una nuova sezione dell’azienda.
Good Job!
Il gameplay di Good Job! è sorprendentemente basilare, il giocatore potrà muovere il protagonista dell’avventura, all’interno dei vari scenari, potendogli far compiere due semplici azioni: saltare e interagire con tutti gli elementi presenti nei vari livelli. Gli incarichi che verrà chiesto al giocatore di portare a termine sono molto semplici e variano dal trasportare un determinato oggetto da un ufficio all’altro, cablare una rete internet, trovando un modo per far passare il cavo di rete lungo l’area di gioco, raggruppare i dipendenti fuggiti da un noiosissimo meeting sulla sicurezza, lucidare pavimenti o semplicemente servire il caffè. Per rendere difficile il conseguimento di questi incarichi, entreranno in gioco tutta una serie di situazioni, realistiche o meno, che modellano la struttura da puzzle game della produzione. Fra porte che si apriranno solo attraverso un cablaggio corretto, una coda di dipendenti di fronte alla toilette che vi impedirà di passare e un macchinario che non ne vuole sapere di collaborare, bisognerà spostarsi all’interno dei vari scenari per risolvere tutti questi piccoli intoppi che impediranno il corretto conseguimento delle vostre mansioni.
Se tutto questo da l’idea di un puzzle game canonico e poco intrigante, è nel momento in cui si può tastare il motore fisico del gioco, unito all’elevato tasso di distruttibilità offerto da Good Job!, che il titolo assume un’identità ben precisa. Ogni oggetto presente nei vari livelli, difatti, può essere spostato, o distrutto, senza alcun limite di sorta e sarà affidato solamente al buon senso del giocatore, il cercare di portare a termine ogni incarico collezionando il minor numero di incidenti possibile. Il ché è davvero complicato poiché, seppur la fisica di gioco sia credibile e non esasperata ai livelli di titoli quali Human Fall Flat o Octodaddy, spostare scatoloni, libri, mensole o semplicemente usare le sedie degli uffici per caricare i vari dipendenti “perdigiorno” e riportarli alle loro scrivanie, risulterà complicato nel momento in cui il giocatore non effettuerà queste semplici azioni con la dovuta cura.
Ogni danno che effettuerete, infatti, verrà contabilizzato in tempo reale abbassando la valutazione che otterrete al termine del livello. La genialità di questo sistema, però, risiede nella totale libertà di svolgere le mansioni senza curarsi di demolire, letteralmente, gli uffici dell’azienda di famiglia. Non sapete come aprire la porta di vetro che vi separa dall’ufficio in cui dovete installare il proiettore? Nessun problema! Vi basterà collegare un cavo elettrico fra due colonne e utilizzarlo come balestra per lanciare il proiettore attraverso le porte a vetro, distruggendo tutto quello che ne intralcia il tragitto.
Se tutto questo vi sembra assurdo… non preoccupatevi perché lo è realmente. L’unico metro di giudizio in Good Job!, difatti, è il vostro buon senso unito alla volontà di ottenere valutazioni elevate, in rapporto al tempo e all’ammontare di danni che genererete durante le vostre missioni. Ogni livello presente nel gioco offre una libertà di risoluzione che ci ha ricordato, solamente a livello di sensazioni, The Legend Of Zelda Breath Of The Wild. Ogni compito presente in Good Job!, difatti, offrirà una soluzione più o meno univoca per ottenere la massima valutazione disponibile ma, allo stesso tempo, permetterà al giocatore di portare a termine il proprio lavoro come meglio creda… anche demolendo interamente un ufficio. Per quanto la longevità del titolo non spicchi per quantitativo di ore richieste per arrivare ai titoli di coda, la possibilità di rigiocare ogni livello cercando strategie più, o meno, distruttive espande a dismisura il “fattore rigiocabilità”. Se a tutto questo ci aggiungete una settantina di collezionabili nascosti all’interno dei nove piani dell’azienda e la possibilità di giocare assieme a un amico, Good Job! assume dei connotati del tutto inaspettati abbracciando, con ardore anche, il genere dei party game.
Come ti disegno l’ufficio.
Per quanto concerne il comparto tecnico di Good Job! ci troviamo di fronte a una direzione artistica minimale ma convincente dove su tutto spiccano le ottime animazioni degli stick-man e la realizzazione della fisica degli oggetti. Volendo appuntare una sbavatura, possiamo affermare che la visuale isometrica a telecamera fissa non riesce sempre a garantire una buona visuale e una percezione degli spazi e delle distanze ottimale ma a parte questo piccolo difetto siamo di fronte a un titolo tecnicamente semplice ma con stile da vendere. In termini di level design, invece, è da incensare la capacità degli sviluppatori nel riuscire a realizzare scenari che, seppur ridondanti in termini di ambientazione all’interno dei vari piani presenti nel gioco, si rivelano ispiratissimi in termini di architettura.
Considerando che gli obbiettivi proposti da Good Job!, tendono a ripetersi in maniera a tratti eccessiva con il progredire del gioco, l’ottimo level design messo in piedi dai ragazzi di Paladin Studios riesce a sopperire la ripetitività degli incarichi, specialmente nelle fasi più avanzate del gioco. Il comparto audio, infine, offre dei motivetti “Jazzy-Swing” che ben si sposano con la natura disimpegnata della produzione e che, anche dopo ore che si ripeteranno nelle case dei vostri monitor, non tendono mai ad annoiare. Il titolo, inoltre, è completamente localizzato in italiano, sia per quanto riguarda le poche indicazioni offerte che per quanto concerne gli ambienti di gioco.
Voto Recensione di Good Job - Nintendo Switch
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Gameplay basilare ma funzionale e divertente.
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- Level design ispirato e in grado di permettere situazioni surreali e divertenti.
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- Realizzazione della fisica esasperata e convincente.
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- Elevata rigiocabilità sia in singolo che in compagnia.
Contro
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- Per quanto il level design sia ben realizzato, si nota una certa ripetitività negli obiettivi da portare a termine.
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- In alcune circostanze l’impossibilità di muovere la telecamera rende confusionaria l’azione di gioco.
Commento
Seppur basilare nelle meccaniche di gioco Good Job si è rivelata una produzione divertente, ispirata e, per certi versi, sorprendente. Pur rientrando nella categoria dei puzzle game basati sulla fisica, la nuova esclusiva per Nintendo Switch offre al giocatore un approccio diverso, distanziandosi da titoli quali Human Fall Flat, o Gang Beast, e mettendo nelle mani del giocatore una totale libertà d’azione non vincolata dalle leggi di una fisica surreale, già vista in altri titoli del genere. Questo importante fattore, unito a un gameplay immediato e divertente e a un canovaccio totalmente demenziale, si risolve in un potpourri di situazioni comicamente esasperate, puzzle intelligenti e un level design dannatamente ispirato, che restituiscono un prodotto convincente e soddisfacente, sia che decidiate di giocarci in solitaria che in compagnia di un amico. Un ottimo rapporto qualità prezzo, unito a una rigiocabilità elevata, rendono Good Job un titolo che ci sentiamo di consigliare a chiunque voglia dedicarsi a un titolo in grado di divertire ne senso più puro del termine.