God Eater 3 per Nintendo Switch, Recensione
A sei mesi di distanza dalla sua release, God Eater 3 arriva su Nintendo Switch. Scopriamo s equesta conversione riesce a salvare l'opera di Marvelous Inc.
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a cura di Andrea Maiellano
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L'Estate é oramai entrata nel suo periodo piú caldo e una moltitudine di Nintendo Switch si apprestano ad accompagnare le giornate sotto all'ombrellone di migliaia di giocatori. Un'occasione d'oro per i ragazzi di Marvelous Inc. per riproporre il loro God Eater 3, a distanza di poco piú di sei mesi, sulla console ibrida del colosso Kyotese e far, quindi, tornare la caccia agli Aragami sul terreno a lei piú fertile, quello dei sistemi portatili. I titoli precedenti della serie, infatti, fin dal loro primo approdo sugli schermi della PSP ricevettero un ottimo riscontro di pubblico e critica, divenendo ben presto una valida alternativa maggiormente chiassosa, diretta, ma non per questo meno ragionata, di quel Monster Hunter in grado di ammaliare generazioni di giocatori.
L'attuale parco titoli di Nintendo Switch, peró, gioca a favore di questa conversione di God Eater 3 in quanto non vi é, attualmente, un vero e proprio rivale diretto in quanto il colosso di Capcom si é spostato sulle console casalinghe piú performanti, lasciando alla conversione di Monster Hunter Generations l'arduo compito di saziare la fame di "caccia al mostro"sui lidi della console ibrida. Resta solo da vedere se le peculiaritá di Nintendo Switch saranno in grado, da sole, di sopperire alle lacune tecniche di God Eater 3, riuscendo a risaltare maggiormente la corposa campagna principale e l'ispirato gameplay.
Schiavi e dei
God Eater 3 mantiene l'ottima atmosfera da Shonen Post-Apocalittico che da oramai nove anni si rivela come il marchio di fabbrica della serie. L'umanità si sta estinguendo celermente a causa di una misteriosa forma di energia, la Oracle Cell, che oltre a inglobare completamente ogni forma vivente, muta in enormi mostri ribattezzati Aragami i sopravvissuti a questo soprannaturale cataclisma. L'unico baluardo a difesa di ció che rimane del genere umano risiede nei God Eater, speciali guerrieri in grado di assimilare le Oracle Cell che nel processo di trasformazione si ritrovano legati a grosse armi ad alta tecnologia, le God Arc. Questi atipici strumenti di distruzione possono mutare in varie forme, adattandosi alle necessitá del proprio ospite, variando forma e trasformandosi da armi bianche, a potenti bocche da fuoco fino a divenire enormi fauci in grado di infliggere ingenti danni agli Aragami e assorbirne le risorse.
Se nei primi due titoli della serie gli eventi ruotavano attorno alla lotta per la sopravvivenza del genere umano, God Eater 3 spinge maggiormente sull'acceleratore dell'emotivitá proponendo una storia che prova a mischiare tematiche piú cupe, come la schiavitù e la crudeltà dell'uomo, alla spettacolaritá degli scontri che da sempre contraddistingue la serie targata Bandai Namco. L'elemento che non permette al comparto narrativo di esprimersi a dovere risiede, però, tutto nella volontà di non dare un'identitá al protagonista, relegandolo nuovamente a un attore muto creato dal giocatore nelle prime fasi dell'avventura. Questo dettaglio, apparentemente poco importante, si rivela il reale motivo per la quale molteplici avvenimenti all'interno della storia non riescono a restituire la giusta immersione e il dovuto pathos. Sarebbe bastato optare per l'inserimento di una manciata di dialoghi addizionali per il nostro alter-ego per garantire un risultato maggiormente efficace e che non andasse a vanificare, parzialmente, il lavoro svolto per rendere maggiormente stratificato il comparto narrativo di God Eater 3.
Aragami per colazione!
Come per le iterazioni precedenti, anche in God Eater 3, ci troveremo a guidare una squadra di combattenti nello svolgimento di missioni di eliminazione di Aragami di varia natura e dimensione. A differenza, però, del Gameplay più ragionato di Monster Hunter, la produzione di Marvelous Inc. prova a emularne il concept di base mescolandolo con un Gameplay che richiama alcune meccaniche tipiche del genere “Souls” alla frenesia degli Hack ’n’ Slash. Un risultato, invero, non facile da ottenere e che nelle iterazioni precedenti della saga si è rivelato, seppur divertente, eccessivamente farraginoso nella messa in opera, offrendo soluzioni di Gameplay che non riuscivano a rispecchiare appieno l’immediatezza dell’idea originaria.
Con God Eater 3, Marvelous Inc., non ha voluto stratificare solamente il comparto narrativo ma ha attuato un'operazione di svecchiamento anche alle meccaniche di gioco cercando di limare le macchinosità del passato e enfatizzare la componente Hack'n'Slash. Per quanto, peró, in questa terza iterazione del brand combattere i giganteschi Aragami "in nome del Loot" si riveli piú immediato e meno farraginoso che in passato, permangono ancora alcune meccaniche figlie di un paio di generazioni videoludiche precedenti e che, come per quanto visto con il comparto narrativo, vanno a vanificare parzialmente l’ottimo lavoro svolto per rendere maggiormente dinamica l'azione di gioco.
Laddove un ripensamento del consumo della stamina, unito a una velocizzazione generale dei movimenti del personaggio, hanno permesso una maggior dinamicitá degli scontri con gli Aragami, un'inspiegabile farraginosità del sistema di puntamento delle armi da fuoco e delle trasformazioni dei God Arc vanno a rendere meno divertenti, nonché difficilmente fruibili, queste peculiari meccaniche del gameplay. Un vero peccato considerando che le nuove introduzioni alle meccaniche di gioco permetterebbero delle combinazioni, fra le differenti forme dei God Arc, davvero performanti e in grado di porre fine anche agli scontri con gli Aragami piú tosti, in una manciata di minuti. Un sistema di controllo cosí macchinoso, però, finisce per non sfruttare a pieno tutte le soluzioni offerte dal gameplay di God Eater 3, orientando l'utente verso azioni di gioco che, seppur efficaci, si rivelano maggiormente ripetitive.
Sarebbe bastato un totale ripensamento del sistema di controllo per rendere piú in linea con le produzioni attuali God Eater 3 e riuscire, finalmente, a scrollare di dosso al titolo di Marvelous Inc. l'etichetta di gioco "nato vecchio". Le nuove implementazioni al gameplay, inoltre, tendono a rendere maggiormente semplificata lésperienza di gioco anche a causa di una straniante sensazione di "lasciato a metá". Provando a spiegarci meglio, durante le ore passate in compagnia di God Eater 3, conoscendo giá le meccaniche tipiche della serie, ci siamo ritrovati costantemente pervasi dalla sensazione di trovarci di fronte a un gameplay forzatamente moderno inserito in un titolo di qualche generazione precedente, come se in Resident Evil 4 aveste la possibilitá di muovere Leon mentre mirate con la pistola. Le nuove abilitá, seppur interessanti, rendono irrimediabilmente piú semplici gli scontri con gli Aragami richiedendo a gran voce, nelle iterazioni future, un maggior bilanciamento del livello di difficoltá, onde evitare esperienze troppo semplicistiche per gli utenti giá affini a questo genere di produzioni. La base di ri-partenza, peró, é indubbiamente valida e potrebbe tranquillamente rivelarsi il semplice principio di un ripensamento generale delle meccaniche di gioco che permetta, in futuro, di far risaltare sapientemente le divertenti dinamiche che da sempre contraddistinguono il brand.
God Eater 3... sei mesi dopo
Sulle problematiche tecniche e strutturali di God Eater 3 si é giá parlato a lungo negli scorsi sei mesi e, ve lo anticipiamo subito, la conversione per Nintendo Switch non va a modificarne minimamente le criticità, limitandosi a integrare la modalità Co-Op locale e due skin ispirate a Tales Of Vesperia. La longevità del titolo rimane artificiosa come in passato, sfruttando pochi scenari tutti molto simili fra loro, privi di interattività e poco dettagliati che tentano goffamente di variare le ambientazioni delle oltre cento missioni disponibili. La struttura di queste ultime, inoltre, risulta, sulla distanza, troppo ripetitiva e costantemente alla ricerca dell'allungare un'esperienza generale che avrebbe meritato una maggior sintesi per potersi esprimere al meglio.
Il comparto tecnico, invece, sembra trovarsi maggiormente a suo agio sul piccolo schermo di Nintendo Switch. Seppur in molti si aspettassero uno stacco netto con i modelli poligonali arretrati delle due precedenti iterazioni, che ricordiamo sono nate a cavallo fra le due precedenti console portatili di SONY, God Eater 3 ha deluso parecchio le aspettative della sua fan base quando arrivó su PlayStation 4, offrendo un comparto tecnico arretrato e una direzione artistica poco ispirata che impattarono pesantemente il giudizio di pubblico e critica che ne elogiarono solamente le divertenti dinamiche di gioco e l'atmosfera ispiratissima.
Sull'ibrida console di Nintendo non assistiamo a nessun miracolo particolare, specialmente considerando l'abbassamento della risoluzione e un eccessivo utilizzo dell’antialiasing per far fronte alle specifiche tecniche della console, ma lo schermo di dimensione ridotte riesce a rendere meno evidenti le magagne grafiche cha affliggono il titolo, rendendolo maggiormente godibile, cosí come la possibilitá di giocarlo in mobilitá riesce a risaltare egregiamente le dinamiche di gioco grazie alla possibilitá di fruirne in brevi sessioni mordi e fuggi, sia offline che online, nel quale completare un paio di missioni prima di spostarsi su altri lidi. Permangono i problemi alla telecamera, troppo ballerina per seguire correttamente l’azione di gioco nele fasi più caotiche, e un “lock-on” non particolarmente preciso, elemento non trascurabile considerando la natura Hack ’n’ Slash di God Eater 3.
Per quanto riguarda la componente online non abbiamo notato alcun problema di sorta durante le nostre partite di prova con un netcode che si è rivelato stabile e privo di incertezze. Seppur sia indubbio, però, che God Eater 3 si trasformi in un’esperienza maggiormente divertente se giocata in compagnia, in più di un’occassìone il livello di sfida, già tarato verso il basso, si è quasi totalmente annullato di fronte a una squadra di combattenti gestiti da giocatori reali. Rimane invariata, nella sua bellezza, anche la colonna sonora a cura di Go Shiina (Xenoblade Chronicles X) così come l’ottima localizzazione dei testi in Italiano.
Voto Recensione di God Eater 3 - Nintendo Switch
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Gameplay divertente.
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- Realizzazione degli Aragami.
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- In mobilità trova il suo habitat naturale.
Contro
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- Eccessivamente ripetitivo.
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- Sistema di controllo a tratti troppo macchinoso.
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- Narrativa a tratti inconsistente.
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- Comparto tecnico eccessivamente arretrato.
Commento
God Eater 3 arriva, a circa sei mesi di distanza, su Nintendo Switch dove, seppur mostrandosi maggiormente a suo agio, non riesce a scrollarsi di dosso una serie di criticità al comparto tecnico impossibili da ignorare. Se non si considerano, però, le arretratezze tecniche, alcune farraginosità nel sistema di controllo e un livello di difficoltà tarato verso il basso, ci si trova di fronte a una produzione comunque solida e divertente che, anche grazie anche alle nuove introduzioni al Gameplay, potrebbe saziare la fame di “caccia al mostro” dell’utenza di Nintendo Switch. Le modernizzazioni attuate dagli sviluppatori, però, lasciano ben sperare per il futuro della serie, mostrando una volontà di allineare al mercato attuale la loro peculiare produzione momentaneamente prigioniera delle sue stesse radici.