Giochi per PC a 80€, barzelletta o triste realtà?

Square Enix ha lanciato i primi giochi per PC al prezzo i 79,99 Euro. Giusto o sbagliato? Proviamo a fare il punto in questo articolo.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Qualcuno doveva prendere iniziativa e alla fine ci ha pensato Square Enix a rompere gli indugi. Già, perché a meno che non abbiate vissuto completamente isolati dal mondo negli ultimi giorni, il publisher giapponese ha annunciato l'apertura dei pre-order di Final Fantasy VII Remake Intergrade per PC e Forspoker (quest'ultimo in arrivo anche su console). Nulla di strano, ovviamente, se non fosse che questa doppietta non arrivi a costare ben 160 Euro anche su Steam ed Epic Games Store. Una mossa che non ha precedenti nel mercato PC e che si allinea al prezzo dei giochi “next gen”, uno degli argomenti più caldi lo scorso anno quando PlayStation 5 e Xbox Series X|S cercavano di avvicinarsi (senza riuscirci) nelle case dei videogiocatori.

È difficile valutare il tutto. Già, perché qui non si parla di una situazione dove il bene e il male sono ben divisi tra di loro, ma di logiche produttive ed occorre analizzare per bene i fatti in merito. Il primo riguarda sicuramente la qualità dei videogiochi e il loro costo di realizzazione. Nel corso degli anni abbiamo visto aumenti praticamente per tutto il settore dell'intrattenimento: i biglietti per concerti sono stati i primi ad alzarsi di prezzo in maniera vertiginosa, seguiti a ruota da quelli del cinema e dello stadio.

Anche i prezzi degli abbonamenti digitali crescono a dismisura: Netflix e Amazon hanno alzato di molto il costo di un singolo abbonamento, DAZN lo ha fatto nel momento in cui ha ampliato il servizio prendendosi a mani basse i diritti esclusivi per la trasmissione della Seria A (ed ha anche cercato di eliminare la visione in contemporanea da luoghi differenti). I videogiochi non fanno eccezione: sono uno dei media dai costi di produzione più alti, dalle fasi di pre-sviluppo fino al marketing, oggi il sogno di creare qualcosa a zero budget è praticamente sparito e anche gli studi indie si rivolgono sempre di più a round di investitori e cercano publisher in mille modi diversi, girando tra tantissime fiere B2B sperando che qualcuno sganci un finanziamento, un aiuto economico e anche lavorativo.

Se si vive con l'anima anni '90, inutile dirlo, non andremo da nessuna parte. Dall'altra parte, però, il mercato dei giochi PC è sempre stato quello più economico per una serie di motivi molto particolari e comprensibili, a partire dalla distribuzione e dal costo delle licenze di sviluppo, praticamente assenti.

Il prezzo di un videogioco, infatti, è influenzato da moltissimi fattori. Si possono pagare i server per tenere attivo un comparto multiplayer, si deve corrispondere un costo deciso dal produttore di una determinata piattaforma e si devono pagare i devkit, macchine costosissime che permettono alla software house di ottimizzare un prodotto per un specifico hardware e si paga la già sopracitata distribuzione del supporto fisico e digitale. Su PC queste barriere non ci sono: lo sviluppatore crea e produce un videogioco basandosi su un hardware specifico e poi lo va a scalare man mano per rientrare nel range dei tanto discussi requisiti minimi e consigliati, ma non deve necessariamente acquistare un kit di sviluppo.

Steam, Epic Games e Origin non chiedono una quota su licenza, ma solamente una commissione sulle vendite (alta secondo alcuni, giusta per altri). Insomma, c'è un motivo se i giochi per PC costano 59,99 Euro e non hanno mai subito allineamenti di prezzo a quelli console, anche per tasse come la SIAE ad esempio, introdotta solamente negli ultimi anni. Cu sono un po' di differenze e per quanto tutto ciò possa far arrabbiare, la scelta di Square Enix va difesa: è un privato che ha la libertà di decidere il prezzo per quello che ha creato, nessuno glielo può impedire. Il problema è capire però se davvero quel 79,99 Euro rispecchia due parametri imprescindibili: la qualità del gioco e soprattutto il valore dello stesso.

Considerando che la distribuzione dei giochi PC è completamente differente a livello di costi, quali sono i motivi per cui un titolo come Final Fantasy VII Remake Integrade, già disponibile da oltre un anno e stampato in più versioni, venga messo in vendita full price per PC? Forspoken, del quale abbiamo visto pochissimo e non abbiamo neanche uno straccio di preview in grado di valutare la bontà del gioco può mai attestarsi al prezzo di un Ratchet & Clank o del prossimo gioco di Kojima? Certo, qualcuno di voi potrebbe dire che è sempre sbagliato prenotare, che bisogna attendere le recensioni e che alla fine il modus operandi di tutti i publisher è praticamente lo stesso, ma la realtà è che qui si sta cercando di vendere qualcosa che è in circolazione da più di un anno (e neanche un prodotto completo, visto che manca la seconda parte). Senza dimenticare, poi, che un utente PC sono oramai anni che non paga un titolo a prezzo pieno tra sconti e il mercato grigio delle key.

La scelta di Square Enix è legittima: ognuno di noi decide il prezzo di qualcosa che ha creato. Il difficile poi è risponderne a chi deve decretare il successo o il fallimento del prodotto. E per ora, se lo chiedete a me, il prezzo richiesto per Final Fantasy VII e Forspoken in versione PC è al momento troppo alto. Se e quando questi costi verranno giustificati, allora forse potrò acquistare i giochi al prezzo di listino. In caso contrario mi rivolgerò agli store solamente in occasione degli sconti, che probabilmente mi faranno risparmiare sempre di meno ma almeno sarò sicuro di pagare videogioco X il giusto.

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