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Ghost of Tsushima Director's Cut | Recensione

Ghost of Tsushima Director's Cut arriva a un anno di distanza dalla versione originale per PlayStation 4 con un'espansione ricca di contenuti

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a cura di Andrea Maiellano, Alessandro Palladino

Ci sono produzioni videoludiche che, pur non conquistando del tutto la critica di settore, diventano delle vere e proprie hit commerciali. Il motivo dietro a questo divario, escludendo a priori la classica frase fatta "il prodotto giusto al momento giusto", è da ritrovarsi in un'alchimia di fattori che, pur non reinventando nulla di un determinato genere, riescono a divertire e a intrattenere.

Ghost of Tsushima, durante la scorsa estate, ci ha mostrato ancora una volta questa tendenza dei giocatori nell'apprezzare un prodotto che diverte con immediatezza e cura dei dettagli, in barba ai voti della stampa specializzata e a qualsivoglia tipo di critica verso la mancanza di reali innovazioni per il genere. Proprio in virtù dell'essersi rivelata una delle esclusive per PlayStation 4 più vendute, e apprezzate, dello scorso anno, Ghost of Tsushima Director's Cut si pone l'obiettivo di conquistare quei giocatori che ancora non hanno dato fiducia alla storia di Jin Sakai, oltre che riportare a Tsushima chiunque ne senta la mancanza.

Il volto del cambiamento

fin dai primi momenti di gioco, Ghost of Tsushima Director's Cut si dimostra esattamente quello che si era prefissato di essere fin dalla su genesi: la più bella lettera d’amore alla cultura giapponese degli ultimi anni. Dai rimandi esplicitissimi ad Akira Kurosawa, alla poetica orientale fino ad arrivare alla religiosità e al simbolismo, non c’è davvero nulla di fuori posto quando si guarda alla rappresentazione estetica, e culturale, del Giappone proposto da Sucker Punch.

Alla base del lavoro di Sucker Punch c’è la rappresentazione della prima invasione mongola, una delle vicende più particolari della storia orientale per via dello scontro culturale/bellico fra queste due importanti civiltà. I primi minuti di Ghost of Tsushima Director's Cut ne sono la prova lampante, mostrandoci un samurai che accoglie i mongoli sfidandoli a un duello d’onore, prontamente rifiutato dai nemici in favore di un’esecuzione in puro stile barbaro. Da questo singolo evento si capisce quanto la battaglia di Tsushima, e le successive fasi della guerra mongola, siano state un punto di svolta nella concezione giapponese della guerra, un cambiamento che viene incarnato dal protagonista Jin Sakai.

Jin, samurai di una nobile casata di Tsushima, sfugge infatti alla morte per un soffio e si risveglia con l’intera isola ormai in mano agli invasori, i quali adottano tattiche brutali e tecniche mai viste prima dai soldati giapponesi. Un semplice incipit che molto rapidamente si apre verso una lotta introspettiva che vede il giovane Sakai divenire il rappresentate della fine di un’epoca di tradizioni belliche, cercando di incanalare i valori immortale ideale del samurai in un qualcosa di nuovo. Una figura ricca di sfumature di grigio, che incarni lo spirito di vendetta di un intero popolo per evitarne l'estinzione.

Ghost of Tsushima Director's Cut racconta, in definitiva, la storia di un eroe paradossalmente lontano dall’ideale giapponese e da tutti i sacrifici richiesti dalla via del samurai. Come nella migliore delle opere Kabuki, i protagonisti si alternano sul palco in momenti ricchi di pathos, emozione e dibattiti serrati sulla cultura tradizionale e per quanto in alcuni attimi l’attenzione tenda a calare per colpa di alcune situazioni eccessivamente riempitive, in altre occasioni vi risulterà evidentissimo la grande ispirazione verso il cinema d'autore giapponese, grazie ad alcune sezioni dal forte impatto emotivo e adornate da un taglio registico coerente, e rispettoso, nei confronti della cultura a cui si ispira.

All'uomo solo, ancora più amica, la Luna

Il titolo di questo paragrafo riprende volontariamente un celebre Haiku di Yosa Buson perché racchiude, in poche lettere, l'importanza che ha il mondo di gioco in Ghost of Tsushima Director's Cut. La maestosa e certosina ricostruzione della celebre isola giapponese, da parte del team di Sucker Punch, è uno dei motivi principali per il quale Ghost of Tsushima è riuscito a entrare nel cuore di così tanti giocatori.

Dopo mesi e mesi spesi sulla vera isola di Tsushima, gli sviluppatori sono riusciti a forgiare una rappresentazione quasi perfetta dello scenario giapponese. Tra un vicinanza alla conformazione geografica originale ed elementi semi-fantastici dedicati alle principali correnti artistiche orientali, ogni elemento presente all'interno della mappa di Ghost of Tsushima Director's Cut è capace di trasmettere l’impegno del team di sviluppo nella ricerca della fedeltà e immergere il giocatore in uno dei più bei mondi di gioco mai visti in un esponente del genere open world.

Viaggiare per i campi in fiore mentre il vento sospinge i petali verso l’orizzonte o cavalcare tra le fronde di foreste di bambù, circondati da piccole statue Jizo e fioche lanterne di pietra, è qualcosa di impagabile, specialmente quando ogni angolo dell’isola virtuale è pieno zeppo di dettagli da scoprire.

Guidati solamente dal “Vento Guida”, che sostituisce gli antiestetici sistemi per indirizzare il giocatore verso il prossimo obiettivo, in Ghost of Tsushima Director's Cut non troverete mai una ridondanza tematica tra le varie aree che compongono l’isola, anzi il più delle volte avrete di fronte paesaggi unici, capaci di contrastare la violenza dell’invasore con tutta la poesia naturalistica del Giappone.

Le attività accessorie a cui dedicarsi durante le fasi esplorative non sono molte e ben presto si riveleranno ridondanti ma la loro capacità di mescolare spiritualità, tradizione e la composizione libera di Haiku, riesce a trasformarle in momenti rilassanti e disimpegnati, nei quali perdersi negli splendidi scorci che l'isola di Tsushima saprà regalare a chi la vorrà percorrere in ogni sua parte.

La direzione artistica di Ghost of Tsushima Director's Cut è a tutti gli effetti  il maggior punto di forza dell'intera produzione, lo sprone principale che vi accompagnerà in qualsiasi destinazione ammaliandovi a tal punto da farvi ignorare la ripetitività delle missioni secondarie, i comodissimi punti di viaggio rapido e la scrittura sottotono delle storie addizionali. Il tutto in favore di cavalcate in totale libertà, senza una meta precisa, perdendosi alla scoperta delle leggende dei guerrieri di Tsushima oppure deviando verso uno dei numerosi templi Shinto sulle cime dei monti.

Nel nome di Kurosawa

Ghost of Tsushima Director's Cut non è solamente una produzione bella da vedere ma si rivela incredibilmente divertente da giocare. Il merito va alla seconda, grande, ispirazione che getta le fondamenta del titolo di Sucker Punch: il cinema di Akira Kurosawa. Una presenza che non si limita al solo filtro, disponibile nelle opzioni grafiche del gioco, atto a trasformare l'intera produzione in un film in bianco e nero con annesso audio ovattato e grana della pellicola ma che si percepisce, imponente, in ogni duello e in ogni battaglia fra Jin Sakai e l'esercito mongolo.

Sucker Punch ha quindi deciso di adottare il free flow per il suo Ghost of Tsushima, creando combattimenti lampo che mano a mano diventano sempre più complessi grazie alle quattro forme a disposizione di Jin Sakai, ognuna dedicata a una particolare tipologia di nemico. Riprendendo il paragone del teatro Kabuki, potremmo definire le lotte di Sakai con i mongoli esattamente come dei combattimenti da teatro: scenicamente appaganti, divertenti da condurre ma decisamente lontani dall’arte samurai.

La frenesia dell'azione di gioco e l’abbondanza di colpi imparabili trasformano i combattimenti con la spada in un costante spettacolo scenografico. Nelle prime ore di gioco la ripetitività del ritmo degli scontri, unita alla scarsità di tecniche conosciute da Jin, rendono le battaglie uno spettacolo a cui si vorrebbe assistere piuttosto che partecipare. Per fortuna, andando avanti con la storia, il ricco ramo di abilità e la pletora di strumenti a disposizione di Jin saranno in grado di trasformare completamente gli scontri, ampliandone la varietà nell’approccio.

La possibilità di scegliere se bloccare o meno la telecamera sui nemici più vicini (una delle novità introdotta in Ghost of Tsushima Director's Cut) offre due tipologie di gioco ben precise: una maggiormente "old school", più nervosa e che richiede al giocatore di spostare costantemente il protagonista verso il nemico che vuole attaccare; e una molto più "canonica", e per certi versi maggiormente statica, dove il giocatore potrà inanellare combo di attacchi con maggior facilità al prezzo di una minor dinamicità dell'azione di gioco.

La punta di diamante del combat system di Ghost of Tsushima Director's Cut, sono i Duelli contro i singoli nemici. Utilizzati occasionalmente in momenti chiave della trama, o contro determinati guerrieri presenti sull'isola, trasformeranno l'azione di gioco in un film di Kurosawa. Tecnica e riflessi saranno i vostri alleati migliori contro avversari capaci di mettervi al tappeto in poco tempo se lasciati agire indisturbati.

Nonostante anche qui ci sia un po’ di ridondanza nell’approccio, sempre lontano dalle filosofie viste in altre produzioni dedicate all’arma bianca, la profondità dei duelli da samurai è esattamente quello che si cerca da una produzione di questa tipologia e che, purtroppo, viene confinata solo a questi specifici momenti a causa di una evidente necessità verso il genere open world, che ne ha reso impossibile l'utilizzo in ogni combattimento presente in Ghost of Tsushima Director's Cut.

Ludicamente parlando, Ghost of Tsushima Director's Cut fa davvero fatica a trovare una sua dimensione in termini di gameplay. Da un lato cerca di posizionarsi nel genere open world, stupendo con il suo mondo di gioco meravigliosamente ispirato ma non riuscendo a rinnovare dei canoni oramai difficili da non rispettare; mentre dall'altro versante si presenta come un’esperienza cinematografica quasi d’autore, adornata da un combat system divertente, disimpegnato ma mai realmente appagante, se non in poche situazioni ben circoscritte.

Trasferimento dei salvataggi

Chiunque possieda la versione originale di Ghost Of Tsushima, potrà comodamente trasferire i propri salvataggi nella versione PlayStation 5 della Director's Cut. Una praticissima opzione nel menù principale avvierà la ricerca dei salvataggi presenti sulla vostra console di gioco, convertendoli nella versione per PS5 in maniera pratica e veloce.

L'isola di Iki

La più grande novità presente in Ghost of Tsushima Director's Cut risiede in una porzione di storia inedita, ambientata nell'isola di Iki. Senza farvi anticipazioni di alcun tipo sui contenuti trattati, possiamo dirvi che questo arco narrativo aggiuntivo verrà reso disponibile all'incirca a metà del viaggio di Jin e sarà selezionabile attraverso una sezione inedita del diario di gioco.

In termini di scrittura non possiamo appuntare nulla a questa nuova espansione; la narrazione si amalgama perfettamente con gli avvenimenti trattati dalla storia principale, infilandosi al loro interno con naturalezza e offrendo molteplici informazioni aggiuntive in merito al passato di Jin e della sua famiglia, fornendo un ottima deviazione dalla storia principale capace di rendere ancora più longeva l'esperienza per chi non ha mai avuto modo di provarla.

I veri dubbi in merito a questa espansione, introdotta con Ghost of Tsushima Director's Cut, risiedono tutti nel reale appeal che possa avere nei confronti di chi ha già sviscerato in ogni suo aspetto il gioco principale. Non fraintendeteci, gli avvenimenti che si svolgono sull'isola di Iki non si presentano mai alla stregua di un contenuto tagliato dal prodotto originale, ne tantomeno fanno le veci del mero "contentino".

Semplicemente la decina di ore abbondanti spese per calcare ogni metro dell'isola di Iki, ci ha offerto ben poche novità rispetto al gioco originale, limitandosi a mescolare alcune attività inedite a quelle già vissute più e più volte sull'isola di Tsushima. Al di fuori del suonare il flauto (sfruttando i controlli di movimento del Dualsense), cimentarsi in sfide con l'arco che richiedono una buona dose di velocità e concentrazione e perdersi nei meandri della mitologia dell'isola di Iki, ci siamo ritrovati ben presto all'interno di un canovaccio già visto per troppo tempo, liberando accampamenti, componendo Haiku e rinvenendo oggetti estetici disseminati qua e la.

Come vi accennavamo poc'anzi la narrazione si inserisce in maniera fluida con la trama principale al punto che le molteplici citazioni e i numerosi approfondimenti trattati al suo interno, risultano difficili da collegare se si torna su Ghost of Tsushima Director's Cut solamente per vivere questa nuova parte di storia, rischiando di rimanere spaesati nel sentire alcune affermazioni o ritrovarsi spaesati dinnanzi ad alcuni eventi.

La stessa isola di Iki, per quanto realizzata con la stessa cura maniacale con cui è stata riprodotta l'isola di Tsushima, non riesce a restituire mai lo stesso stupore avuto durante le prime cavalcate sul suolo giapponese. Quasi tutti i biomi già visti si ripetono all'interno di Iki, così come gli scorci e i paesaggi restituiscono sempre una sensazione di già visto. Niente di male se si sta vivendo l'avventura per la prima volta, anzi, tutto sembrerà perfettamente coerente; ma se deciderete di tornare su Tsushima solo per la sua nuova espansione, probabilmente rimarrete meno affascinati dalle sue ambientazioni.

Resta ineluttabile che il costo del biglietto d'ingresso per l'isola di Iki, sia assolutamente onesto e bilanciato grazie alla mole di contenuti offerti. La storia principale è ben scritta e approfondisce molti aspetti del passato di Jin, le nuove attività (per quanto vengano ripetute anch'esse in maniera eccessiva) riescono a offrire un minimo senso di novità, la longevità generale è più che sufficiente e l'ottima direzione artistica che pervade Ghost of Tsushima Director's Cut, viene riproposta in ogni suo aspetto.

La modalità Leggende

In questa analisi non analizzeremo la modalità multigiocatore: Leggende. Il motivo dietro a questa decisione è tutto da ritrovarsi nel fatto che la rinnovata modalità multiplayer presente in Ghost of Tsushima Director's Cut, sarà resa disponibile nella sua interezza il 20 agosto. Rimandiamo quindi alle prossime settimane un'analisi dettagliata di tutte le novità che Sucker Punch ha introdotto nella sua modalità cooperativa/competitiva.

Ghost of Tsushima Director's Cut su PlayStation 5

In conclusione cerchiamo di capire come si comporta Ghost of Tsushima Director's Cut su PlayStation 5, specialmente considerando che questa edizione nasce proprio con l'intento di rendere giustizia alla produzione di Sucker Punch sfruttando ogni aspetto dell'hardware realizzato da Sony. Sul versante tecnico non c'è nulla da eccepire la nuova opzione per favorire la risoluzione in 4K o il frame rate ancorato a 60fps funziona egregiamente, seppur si riveli quasi accessoria in numerosi frangenti in quanto anche favorendo una miglior resa visiva, raramente Ghost of Tsushima Director's Cut mostra il fianco a evidenti cali di frame rate.

Precisiamo però che per chi possiede già la versione PlayStation 4 di Ghost of Tsushima, l'aggiornamento alla Director's Cut per PS5 non comporterà un mutamento dell'impatto visivo così incredibile rispetto alla versione old gen riprodotta in retrocompatibilità. La risoluzione è più alta, è vero, così come i caricamenti sono lievemente più veloci ma l'ottimo lavoro svolto da Sucker Punch con il recente upgrade si discosta davvero poco da questa nuova edizione. Discorso diverso invece per le funzioni aggiuntive quali il supporto al Dualsense e il labiale in sincrono con il doppiaggio in giapponese.

Nel caso specifico del controller di PlayStation 5, l'implementazione delle sue funzioni in Ghost of Tsushima Director's Cut è davvero sorprendente, specialmente per quanto riguarda il feedback aptico. Dallo sguainare una spada, al soffiare del vento fino alle differenze nei terreni che Jin andrà a solcare, tutto viene trasmesso in maniera sopraffina dalle vibrazioni presenti nel Dualsense. Il voler riproporre un'esperienza sensoriale con così tanta perizia però va a rendere meno accurati alcuni armamenti che, nel gioco originale, sfruttavano la vibrazione per segnalare al giocatore determinati elementi presenti nel mondo di gioco, peculiarità che ora rischia di essere soverchiata dalla pletora di vibrazioni trasmesse costantemente dal Dualsense.

Per quanto riguarda la sincronizzazione del labiale con il doppiaggio giapponese, dettaglio che per molti giocatori potrebbe risultare di poco conto, il lavoro svolto trasmette ancora una volta l'enorme cura che Sucker Punch ha rivolto alla sua ultima produzione. Rimangono, però, una serie di caratteristiche che da sole non valgono i 10€ richiesti per questo aggiornamento, specialmente considerando la qualità complessiva della versione retrocompatibile. Discorso diverso, invece, per il pacchetto disponibile per 29,99€ che, oltre all'update  per PS5 aggiunge anche l'espansione ambientata sull'isola di Iki.

Per quanto l'offerta proposta da Ghost of Tsushima Director's Cut sia corposa, ben confezionata e indubbiamente allettante per chiunque non abbia mai vissuto l'odissea di Jin Sakai, permane in noi la convinzione che il semplice upgrade per PS5 poteva essere reso disponibile in forma gratuita per i possessori del gioco originale o, in alternativa, essere venduto in esclusiva con la nuova espansione (che tra l'altro esiste anche nella versione per PS4). La scelta di Sony, per quanto gli sviluppatori abbiano a più riprese confermato la necessità di far pagare le modifiche apportate al gioco, sembra più voler imporre a tutti i costi un biglietto di ingresso alla next-gen, rispetto al giustificare contenutisticamente una pratica che oramai si sta perpetrando da quasi un anno.

Voto Recensione di Ghost Of Tsushima Director's Cut - PS5


8.4

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Uno dei mondi di gioco più bello e curato degli ultimi anni

  • - Direzione artistica dal grande rispetto per la cultura giapponese, specialmente nei suoi simboli e tradizioni

  • - La storia principale convince per tutta la sua durata, specialmente nelle fasi finali.

  • - Uno dei combat system più divertenti e assuefacenti da un pò di tempo a questa parte

  • - Gestione dell'interfaccia ottima, specialmente nel meccanismo del vento come guida

  • - Le aggiunte della Director's Cut soddisfano le richieste della fan base e rendono ancor più completo il gameplay.

Contro

  • - Le attività presenti nel mondo di gioco, seppur differenti, sfociano presto nella ripetitività più estrema.

  • - Le missioni secondarie non presentano quasi mai una scrittura al pari della main story.

  • - L'espansione aggiuntiva si rivela un buon contentino per i fan più irriducibili ma non stupisce in termini di varietà o di longevità.

Commento

Ghost of Tsushima Director's Cut si riconferma una produzione poetica e ammaliante nella sua bellezza e nel rispetto per la cultura da cui prende forma. La Tsushima immaginata da Sucker Punch sorprende e stupisce in ogni suo angolo, trasformando il folklore religioso e sociale in un viaggio di una nuova generazione di guerrieri della patria. Jin Sakai, e la sua storia, narrano di un Giappone intento a cambiare per difendersi, di come spesso il nemico più potente sia quello interiore e non i demoni venuti dal mare che affrontano i Venti Divini. Per la cura proposta, nonché per l’amore verso il cinema del sol levante che gli sviluppatori mostrano attraverso il vasto mondo di gioco, il viaggio di Jin è decisamente valevole di essere vissuto ben oltre la sua conclusione, solleticando le giuste corde di qualunque appassionato. Tuttavia, per quanto merito ci sia in questo palese elogio, è impossibile soprassedere di fronte a un open world basico e ripetitivo, in grado di creare un dualismo costante fra la cura proposta nella creazione della storia e del suo mondo di gioco e le attività poco stimolanti che lo compongono. Bisogna però ammettere che Ghost Of Tsushima Director's Cut punta tutto sull'intrattenere e sul divertire il giocatore con un combat system che, specialmente in questa rinnovata edizione, si rivela solido e in grado di generare dipendenza. Ma laddove la difficoltà dell'analizzare un'opera così divisiva ci frena dallo sbilanciarci, in positivo o in negativo, con un numero incapace di definirne tutte le sue qualità, indubbiamente premiamo Ghost of Tsushima Director's Cut per la sua direzione artistica (grafica/sonora/narrativa), capace di farci innamorare più e più volte nei suoi indimenticabili scorci in un Giappone che mai avremmo pensato di vedere realizzato, con così tanto amore, su di uno schermo.

Informazioni sul prodotto

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Ghost Of Tsushima Director's Cut - PS5

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