Foamstars, un titolo che fa schiuma da tutte le parti | Recensione
Foamstars è il nuovo sparatutto PvP di Square Enix per PlayStation 4 e 5 che cerca di innovare ma finisce per fallire: ecco la nostra recensione.
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a cura di Giulia Serena
Editor
A più di cinquant'anni dall'uscita del primo videogioco commercializzato, ormai esistono titoli di qualsiasi genere e capaci di offrire infinite tipologie di esperienze ai giocatori. È comprensibile, dunque, che un'opera tragga ispirazione da altre già uscite, ma in quel caso per avere successo è necessario cercare di fare meglio e portare comunque qualcosa di innovativo per convincere il pubblico. Il team di Pocket Pair ci è riuscito con Palworld, mentre Square Enix ha decisamente fallito con Foamstars.
Uscito il 6 febbraio come parte dei giochi mensili del PlayStation Plus per PS4 e PS5 e in rilascio sullo Store a marzo a 29,99€, Foamstars è uno sparatutto PvP in terza persona che, se di primo acchito sembra una merda copia di Splatoon, in realtà non lo è... ma forse sarebbe stato meglio se lo fosse stata, dato che la sua ripetitività, la pessima sensazione del gunplay, le microtransazioni e l'estrema esuberanza di ogni elemento del gioco lo trasformano in un titolo che, se non per provare qualcosa di nuovo finché è gratuito, è difficile consigliare.
Un mondo di colori e schiuma
Partiamo dalle basi: vestirete i panni di uno dei "Foamstars", ovvero dei personaggi capaci di usare la loro bizzarra abilità per secernere dal loro corpo un fluido simile alla schiuma (sì, avete capito bene) e spararlo da un'arma. Tutto ciò non viene spiegato oltre nella breve campagna singleplayer — e forse e meglio così — ma, in ogni caso, questi poteri vengono sfruttati per competere nel Foamsmash Tournament, un torneo con l'obiettivo di riempire gli avversari di questa schiuma fino a immobilizzarli, per poi colpirli con la tavola da surf e spedirli fuori dall'arena.
Se sulla carta sembra un'idea originale, nella pratica appena avvierete la prima partita nella modalità online principale, "Colpisci la Stella", vi renderete conto che, in realtà, il tutto si svolge in modo simile a Splatoon, con i giocatori che riempiono il suolo di schiuma per potervi surfare sopra velocemente. La differenza è che lo scopo in Foamstars è quello di far rotolare via gli avversari e non colorare maggiormente l'arena e, allo stesso tempo, è possibile anche aiutare i propri compagni di squadra che si trovano intrappolati colpendoli con la tavola nello stesso modo in cui si eliminano i nemici; insomma: chiunque sia inglobato nella schiuma va fatto schizzare via.
Stelle e paperelle
Il roster di Foamstars, al lancio, comprende otto personaggi tra cui scegliere, i quali possiedono differenti attributi e armi, ognuno con i propri punti di forza e debolezze. Per esempio, c'è il classico personaggio veloce ma con armi a corto raggio, quello forte solo a lungo raggio, quello equilibrato e così via. Purtroppo, però, il gunplay non è stato sviluppato nel migliore dei modi: nonostante le armi siano diverse, tutte sparano con gettate strane dei proiettili imprecisi e spesso fin troppo lenti, rendendo davvero difficile fare l'azione che si desidera nei giusti tempi.
Come se non bastasse, è ostico anche capire se e dove si stanno colpendo i nemici, mentre anche i movimenti nella mappa sono lenti e goffi, potendo surfare velocemente solo sulla schiuma della propria squadra, e ritrovandosi praticamente intrappolanti come una mosca sul miele dove vi è quella avversaria. Inoltre, in più di una partita mi è capitato di trovare team che sfruttavano una tattica a dir poco fastidiosa: giacché per vincere bisogna eliminare il "Giocatore Stella" della squadra avversaria, ovvero colui o colei che sta performando meglio dopo un certo numero di uccisioni, spesso questo si rifugiava in un punto molto alto della mappa, rendendolo praticamente impossibile da colpire se non spendendo un sacco di tempo a costruire montagne di schiuma o usando le abilità speciali di alcuni personaggi.
Vi sono poi altre modalità online che si possono svolgere a rotazione solo entro un certo tempo o giorno, come la "Buona sopravvivenza al bagno di schiuma", dove gli scontri sono 2 vs 2, e "La festa delle paperelle di gomma", ovvero la più interessante del gioco e che funziona in modo simile al Payload di Overwatch, solo che ballare sulla testa della paperella posta al centro del livello fa scattare la squadra verso il traguardo.
Infine, vi sono anche delle missioni da svolgere singolarmente o in co-op online le quali, essenzialmente, consistono in orde di adorabili nemici fluttuanti che si muovono verso di voi e che dovrete eliminare prima che raggiungano un generatore di energia. Mentre le prime partite sono interessanti, il tutto diventa ben presto monotono, anche se comunque più godibile rispetto alle caotiche partite PvP
Soldi ovunque
Ciò che mi aveva attirato di più di Foamstars sin dal trailer d'annuncio è lo stile artistico colorato ed esuberante che è possibile riscontrare in ogni elemento del titolo, dai personaggi alle ambientazioni. Nonostante ciò, se nei primi minuti di gioco questa esplosione di colori è piacevole, più le partite vanno avanti e più il tutto si ritorce contro l'esperienza di gioco: la schiuma ricopre tutto e diventa sempre più difficile vedere sia i nemici che i compagni di squadra, mentre le varie abilità e mosse ultimate contribuiscono solo ad aumentare il caos, rendendo persino arduo capire cosa si stia facendo e finendo col ritrovarsi inglobati in una palla mentre si prova ad attaccare.
Inoltre, sebbene l'attrattiva principale del gioco sia quella di essere parte dei giochi del mese inclusi nel PlayStation Plus, a vanificare il tutto è la pesante inclusione di microtransazioni. Dagli oggetti cosmetici che arrivano a costare più del prezzo di retail del gioco (fino a 50 euro) alle emoticon da 5 euro l'una ai bonus per guadagnare più XP, sembra che Square Enix voglia cercare a tutti i costi di spillare soldi ai giocatori, e nel modo sbagliato. Essendo uscito in concomitanza con la demo di Final Fantasy VII Rebirth si poteva pensare, infatti, di inserire dei personaggi dell'iconica serie all'interno di Foamstars, magari come skin o armi, rendendo effettivamente sensato l'acquisto di prodotti in-game.
Di collaborazioni con altri titoli Square Enix, invece, non ve n'è neanche l'ombra, e l'unica cosa che davvero mi sento di premiare è il comparto sonoro, composto da brani dai toni jazz, funky e pop davvero orecchiabili e in perfetta armonia con l'estetica dell'opera. Infine, anche il doppiaggio dei personaggi (a scelta fra inglese e giapponese) è lodevole, così come la localizzazione in italiano.
Voto Recensione di Foamstars | PS5
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Caratterizzazione dei personaggi
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Comparto sonoro
Contro
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Gameplay impacciato e caotico
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Troppe poche e ripetitive modalità di gioco
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Microtransazioni ovunque