Floodland è il city builder da tenere d'occhio | Provato

Floodland è un city builder post-apocalittico decisamente interessante, nonché un grosso richiamo al cambiamento climatico.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Sono un grande appassionato di gestionali city builder, ragion per cui quando vedo l'arrivo di nuovi titoli appartenenti al genere sono più che felice di poterli provare. L'ultimo previsto è Floodland, il nuovo videogioco del team polacco Vile Monarch, ispirato, sotto certi punti di vista, a uno dei migliori esponenti del genere, Frostpunk.

Con queste premesse non potevo certamente esimermi dal provarlo, anche perché è stato un anno un po' povero per il genere e questo potrebbe essere un'esperienza decisamente interessante per chi apprezza questa tipologia di videogiochi.

Sia ben chiaro, ciò che ho provato rappresenta una piccola sezione del gioco, ma già da quel poco che ho avuto modo di vedere, le sensazioni non possono che essere positive. Ma ora, entriamo nel dettaglio.

Un city builder con diverse sfaccettature

In Floodland, a causa del cambiamento climatico dettato dal riscaldamento globale, il livello del mare è aumentato in maniera drammatica e il mondo è stato sommerso dando origine a paludi e piccoli isolotti in cui le persone sono costrette a sopravvivere collaborando. Oltre a questo, un misterioso avvenimento noto come "Evento" ha letteralmente compromesso tutti i dispositivi elettronici, facendo regredire l'umanità di migliaia di anni.

Proprio a inizio dell'avventura mi viene chiesto con quale tribù iniziare (ognuna con pro, contro e caratteristiche uniche che la contraddistinguono), dopodiché è il momento del livello di difficoltà, che promette di cambiare di molto l'impatto sull'approccio generale.

Il titolo di Vile Monarch è a tutti gli effetti un city builder che prende come ispirazione principale un grandissimo gioco come Frostpunk. A differenza del gioco di 11 bit studios in cui bisogna proteggere la propria popolazione da temperature parecchio rigide, in Floodland lo scopo è quello di radunare i vari superstiti delle varie "isole" presenti nella mappa e cercare di farli convivere attraverso un profondo sistema di gestione sociale.

Infatti, più diventa grande il nostro insediamento più la curva di difficoltà si alza, divenendo più difficile organizzare e tenere sotto controllo gli abitanti, motivo che porta il giocatore a capire quali tecnologie ed edifici scoprire e costruire per prima a seconda delle situazioni di gioco.

Quindi, oltre a essere un city builder, Floodland nasconde tutta una componente di microgestione delle persone e delle problematiche piuttosto avanzata, non molto lontano da quanto visto, per l'appunto, in Frostpunk. Spetta quindi a tutti noi cercare di trovare una quadra con politiche interne adeguate e un livello di soddisfazione generale elevato.

Una parte fondamentale di tutta la componente di gameplay è la fase esplorativa, importantissima per trovare nuovi superstiti, scovare manufatti nei grattacieli crollati del mondo antico per ottenere punti tecnologia aggiuntivi e potenziare le ricerche; nonché per trovare cibo, risorse e altro ancora.

Sia acqua che cibo non vanno solo recuperati (sarebbe troppo semplice, non trovate?). Occorre purificare l'acqua, cuocere il cibo e fare in modo che tutti gli abitanti abbiano da dormire e siano sfamati nella maniera corretta. Insomma, migliorare le tecnologie e potenziare la città è senz'altro utile, ma non senza tenere sotto controllo i nostri concittadini, costruendo strutture in grado di divenire autosufficienti in poco tempo.

La demo termina prima che il gioco inizi davvero a mostrare le meccaniche più complesse, che tra le tante cose comprenderà anche una serie di eventi climatici in grado di metterci in difficoltà durante le fasi più avanzate, in maniera alquanto simile visto in Frostpunk.

Un mondo apparentemente vivace

Dal punto di vista visivo Floodland si presenta come un prodotto dall'impatto vivace e colorato, dove il sole brilla quasi costantemente e i riflessi dell'acqua specchiano il verdeggiare delle paludi.

Onestamente ho apprezzato moltissimo lo stile utilizzato dagli sviluppatori per questo gioco; non punta fortemente sul realismo ma nemmeno si mostra troppo cartoon, in generale penso che sia stato fatto un ottimo lavoro in tal senso e molti giocatori l'apprezzeranno.

Tirando le somme

Floodland sembra essere un'esperienza gestionale parecchio interessante. Anche se il tempo a cui ho potuto dedicare è stato ristretto a praticamente una sola oretta e poco più, devo ammettere che la voglia di continuare a giocarci e capire come sarebbe potuto diventare il mio accampamento è ancora adesso piuttosto viva, il che per un gestionale è senz'altro positivo. Per capire la profondità e la complessità che il gioco potrebbe raggiungere non ci resta che attendere il 15 novembre, data di uscita del gioco. Se state cercando un city builder che possa catalizzare la vostra attenzione nei prossimi mesi autunnali/invernali, il gioco di Vile Monarch è da tenere d'occhio, magari dando una possibilità alla demo prossima all'uscita così da potervi fare un'idea più personale.

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