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RECENSIONE

Flintlock: The Siege Of Dawn è una divertente "crisi d’identità" | Recensione

Flintlock: The Siege Of Dawn è un action game tanto assurdo quanto onesto, capace di mescolare decine di elementi diversi senza prendersi mai sul serio

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a cura di Andrea Maiellano

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Non è una novità il fatto che FromSoftware non solo abbia coniato il genere dei Souls-Like, ma abbia soprattutto rinnovato molteplici aspetti del gameplay del genere action in generale.

Checkpoint dove ricaricare le risorse del proprio personaggio, perdita dell’esperienza in seguito a una morte, comandi di attacco posti sui dorsali del controller (per favorire un controllo di camera maggiore) e tanti altri elementi di gamedesign sono stati, in via sempre maggiore, abbracciati da numerosi sviluppatori che li hanno innestati in contesti più action e meno “Soulseggianti” (scusateci ma, oramai, pare che tutti possano coniare qualsivoglia termine con la parola Souls quindi chi siamo noi per tirarci indietro?).

Flintlock, nel caso non lo sappiate, è il termine con cui sono indicate le armi da fuoco che utilizzano un meccanismo di innesco a percussione, tramite una pietra focaia.

Questo abbracciare così tante caratteristiche presenti nelle produzioni di FromSoftware, però, ha generato moltissima confusione nei giocatori che, sempre troppo frettolosamente, hanno iniziato a definire Souls-Like tutti quegli action che si limitano a “prendere in prestito” alcune delle ottime scelte di game design ideate dal team di Miyazaki.

Flintlock: The Siege Of Dawn è proprio una di queste produzioni che, in virtù dello sfruttare numerose meccaniche rese celebri dai titoli di fromSoftware, è stata subito considerata come un “Souls-Lite”, quando in realtà altro non è che un divertente action capace di mescolare così tanti elementi al suo interno da risultare come una “divertentissima crisi d’identità”.

Sia chiaro fin dal principio, non si tratta di un capolavoro assoluto del genere, anzi, ma pur presentando una mole di difetti, più o meno, gravi, una serie di ottime intuizioni, unita al suo essere un minestrone di elementi presi a destra e a manca, per qualche arcano motivo funziona. 

Un'invasione di non morti capitanata da degli dei... interessante

Il canovaccio di Flintlock: The Siege Of Dawn non si fa problemi nel mescolare un pantheon di divinità discutibili, un’invasione di non morti, un contesto da guerra civile americana e una serie di improbabili protagonisti. 

Nor è una geniera al soldo dell’esercito di Alba, una città impegnata nel contrastare un'invasione di non-morti da oltre un decennio. Per via di un errore di calcolo, o meglio di un'azione troppo avventata, in seguito a una missione di soccorso la geniera apre accidentalmente un portale dimensionale, il quale genera una connessione fra il mondo degli umani e quello delle divinità.

Queste ultime, quasi tutte al soldo del temibile dio: Uru il razziatore, decidono semplicemente distruggere il mondo e, molto celermente, riescono a mettere in ginocchio le forze militari di Alba.

Quando tutto sembra perduto, però, Nor incontra casualmente Enki, una divinità che ha deciso di opporsi a Uru, il quale, con non poca riluttanza, propone a Nor di collaborare per rimettere a posto la situazione e porre fine alla tirannia di Uru.

Con il rapporto conflittuale fra i due protagonisti a fare da collante alla vicenda, il quale ricalca tantissimo le dinamiche viste, e straviste, nei buddy movies americani, la storia di Flintlock: The Siege Of Dawn scorre in maniera piacevole, e altrettanto confusionaria, fino ai titoli di coda.

L’assurdità delle situazioni proposte ci hanno ricordato il Raimi degli anni d’oro; mentre la terribile localizzazione in Italiano, così come decine di momenti spiccatamente trash, ci hanno riportato alla mente quei capolavori del B-Movie horror, che Italia Uno trasmetteva durante l'oramai iconica "Notte Horror" (se non vi ricordate questo capolavoro condotto dal nostrano Zio Tibia, vi lasciamo un'immagine che vi sbloccherà qualche ricordo).

In buona sostanza, non ci sono momenti realmente memorabili nella storia di Flintlock: The Siege Of Dawn, ma proprio l'estrema esasperazione che avvolge ogni situazione, riesce sempre a divertire e a intrattenere, esattamente come un ottimo b-movie da godersi, in un cinema all’aperto, in una serata di mezza estate.

Fra asce e moschetti

La stessa mescola di situazioni diverse la si percepisce nel gameplay di Flintlock: The Siege Of Dawn, il quale pesca a piene mani, dai capisaldi del genere, una serie di meccaniche consolidate, unendole a un paio di intuizioni che riescono a rendere, tutto sommato, convincente questo minestrone di contenuti.

Uno dei principali punti di forza di Flintlock: The Siege of Dawn è il suo sistema di combattimento, capace di offrire un’equilibrio, quasi, perfetto tra la precisione richiesta dai souls-like e la freneticità tipica degli action-game.

Nor ha un parterre di azioni molto “canoniche”: attacco melee, parata, parry, schivata (qui rielaborata in una scivolata) e una serie di azioni eseguibili da Enki che serviranno a indebolire i nemici prima di finirli.

Ovviamente, non mancano diversi “attacchi finali” pensati per annientare rapidamente i nemici di basso rango o, in alternativa, fare parecchi danni ai boss di fine area.

La finestra di esecuzione delle manovre evasive è molto permissiva e se questo non bastasse, Nor ha a disposizione un’arma da fuoco, un moschetto per l'appunto, con la quale può interrompere gli attacchi dei nemici e stordirli per qualche istante in caso di necessità. 

Molto intelligente il sistema di ricarica delle armi da fuoco, il quale richiede di inanellare quattro colpi corpo a corpo per ricaricare un proiettile nell’arma, garantendo il giusto dinamismo, e varietà, agli scontri.

Inoltre Nor potrà sfruttare le abilità di Enki per indebolire i nemici prima di finirli ocn un colpo critico. Anche in questo caso, più si combatterà in maniera varia, più rapidamente i cooldown di Enki si ricaricheranno.

Abbiamo particolarmente apprezzato l’estrema agilità di Nor, la quale potrà sfruttare delle abilità magiche, basate sulla polvere nera (l’antenata della odierna polvere da sparo) per eseguire doppi salti, schivate in rapida successione e tutta una serie di manovre evasive atte a rendere gli scontri più dinamici. Queste abilità, inoltre, potranno essere sfruttate per esplorare con maggiore libertà le aree, forse fin troppo lineari, presenti in Flintlock. 

Quello che, invece, non ci è piaciuto è che anche in Flintlock: The Siege of Dawn, così come in quasi tutti i titoli del genere realizzati con un budget più contenuto, la protagonista sembra sempre caminare sul sapone, non restituendo mai una sensazione di totale controllo dei suoi movimenti.

Abbiamo, inoltre, riscontrato parecchie hitbox poco precise, per quanto questo difetto lo abbiamo percepito meno, rispetto ad altre produzioni del genere afflitte dallo stesso problema, proprio in virtù di una maggiore permissività del combat-system.

Il risultato finale, al netto dei difetti già elencati, è un concentrato di varietà che garantisce a al giocatore di approciarsi agli scontri come meglio crede. Si preferisce  l’azione frenetica, con combo rapide e spostamenti costanti? Nessun problema! Si vuole optare per un approccio più ragionato, fatto di parry e contrattacchi? Flintlock permette anche questo.

Una progressione originale

Per rendere originale, e sopratutto coeso, il gameplay di Flintlock: The Siege of Dawn, interviene la progressione dei due protagonisti, la quale introduce una meccanica tanto semplice quanto efficace.

Come da prassi, eliminando i vari nemici, Nor acquisirà della reputazione la quale, ovviamente, potrà essere convertita, durante le soste nei checkpoint, in nuove abilità atte a rendere più forti la protagonista e Enki. 

Quello che cambia rispetto agli altri titoli del genere è, però, un sistema di moltiplicatori inserito in maniera molto intelligente. Uccidere i nemici variando gli approcci offensivi (in pratica sfruttando attacchi differenti o inanellando le offensive di Nor alle abilità di Enki), genererà dei moltiplicatori che, una volta riscattati, aumenteranno la reputazione ottenuta.

Questi moltiplicatori manterranno sospeso il guadagno di reputazione e permarranno fino a che Nor non verrà colpita o, in alternativa, il giocatore non deciderà di riscattarli.

Questo, molto banalmente, si traduce in un costante cercare di giocare in maniera molto precisa e pulita, per poter guadagnare un quantitativo di reputazione tale da permettere a Nor di progredire molto rapidamente.

Quando Nor viene colpita, invece, i moltiplicatori si annulleranno e la reputazione "base", guadagnata fio a quel momento, verrà automaticamente ottenuta. Come anticipavamo poc'anzi, sarà sempre possibile interrompere manualmente questa catena di moltiplicatori, decidendo, in totale indipendenza, quando riscattare la reputazione ottenuta fino a quel momento.

Viene da se che questo sistema attiva dei processi mentali involontari nel giocatore, il quale  inizierà a sfruttare tutto il ventaglio di abilità offensive a disposizione, per aumentare la reputazione ottenuta e far progredire più rapidamente la protagonista, riuscendo a bilanciare, e per certi versi "dare una direzione ben precisa", proprio a quella molteplicità di approcci messia disposizione da Flintlock: The Siege of Dawn.

Purtroppo, e ci dispiace davvero, nelle fasi più avanzate dell'avventura subentreranno delle dinamiche che andranno a inficiare questa meccanica così fresca, rendendola meno impattante rispetto alle fasi iniziali dell'avventura.

Cosa rimane da aggiungere?

Non c’è molto altro da aggiungere in merito al gioco, al netto di tutte le evidenti sbavature, tutto riesce, comunque, a funzionare e a intrattenere. Questo arcano mistero potrebbe trovare risposta nel fatto che Flintlock non sembra mai curarsi di voler, realmente, innovare, così come non prova mai a stupire particolarmente il giocatore.

Nor inizialmente sembra la classica protagonista iper-stereotipata, così come Enki veste perfettamente il ruolo del co-protagonista altezzoso, saccente e schivo. Il loro percorso di crescita, però, riesce ad ammorbidire notevolmente queste caratterizzazioni iniziali, rendendo il duo di protagonisti l’elemento meglio riuscito dell’intera produzione.

Il contesto da guerra civile americana, unito a un pantheon in piena crisi di nervi, convince più per la sua assurdità che per una messa in scena realmente ragionata.

La realizzazione tecnica è ricolma anch'essa di sbavature: dai movimenti scivolosi di Nor, passando per dei modelli poligonali “tagliati con l’accetta”, fino ad arrivare a una serie di incertezze tecniche che mostrano chiaramente i limiti posti da un budget contenuto.

Eppure, anche considerando tutto questo, Flintlock: The Siege of Dawn riesce nel suo intento di risultare onesto, divertente e perfetto per essere fruito fra una produzione importante e l’altra, che sia tramite Game Pass o in virtù del suo "prezzo budget".

Voto Recensione di Flintlock: The Siege Of Dawn


7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Combat System molto vario

  • È un minestrone di elementi che funziona

  • Riesce a intrattenere in maniera molto onesta

Contro

  • Tante imperfezioni tecniche

  • Altrettante imperfezioni in termini di game design

Commento

Ambientare una invasione di non-morti, capitanata da un pantheon privo di scrupoli, in un contesto da guerra civile americana potrebbe essere già di per se un buon motivo per dare una possibilità a Flintlock: The Siege of Dawn, ma se a questo si aggiunge anche un gameplay che, per quanto si ispiri palesemente ai suoi colleghi più celebri, riesce a presentare una manciata di intuizioni davvero interessanti, allora non ci sono reali motivi per non provare, almeno una volta, la produzione di A44 Games. Ovviamente non dovete aspettarvi un tripla A, in quanto Flintlock: The Siege of Dawn è una produzione che, con estrema onestà, mostra i suoi limiti fin dai primi istanti di gioco, limitandosi a intrattenere i giocatori, in maniera genuina, per tutta la sua durata.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Flintlock: The Siege Of Dawn

Flintlock: The Siege Of Dawn

Un action che profuma di Souls-Like, dove si dovrà fronteggiare un intero pantheon per salvare la propria terra natia.
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