Avete dubbi su cosa voglia dire first, second e third party? Ve lo spiega Sony

Sony spiega le distinzioni tra giochi first, second e third party: Yoshida fa chiarezza sulle diverse tipologie di produzioni videoludiche per PlayStation

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a cura di Andrea Maiellano

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L'ex dirigente di Sony, Shuhei Yoshida, ha fornito parecchi chiarimenti sulle definizioni di first, second e third party utilizzate dall'azienda giapponese per classificare i videogiochi. Durante un'intervista al podcast Sacred Symbols, Yoshida ha spiegato come Sony categorizza le diverse produzioni in base al coinvolgimento e al controllo della proprietà intellettuale.

La distinzione tra le varie tipologie di giochi è spesso oggetto di dibattito tra i videogiocatori, con descrizioni non sempre univoche. Le precisazioni di Yoshida aiutano a comprendere meglio l'approccio di Sony, anche se, come ha detto lo stesso durante l'intervista, potrebbero non rappresentare uno standard universale del settore.

La definizione di first party è decisamente allargata nella visione di Sony.

Secondo Yoshida, Sony considera first party non solo i giochi sviluppati internamente dai PlayStation Studios, ma anche quelli realizzati da team indipendenti e pubblicati da PlayStation. Come esempio ha citato i titoli di Housemarque prima dell'acquisizione da parte di Sony, interamente finanziati e sviluppati in esclusiva.

I giochi second party sono invece quelli "creati da compagnie indipendenti e interamente finanziati, o finanziati in collaborazione da Sony, ma anche con proprietà intellettuale che resta nelle mani degli sviluppatori". Yoshida ha portato l'esempio di Rise of the Ronin di Koei Tecmo.

Infine, i third party sono i giochi non esclusivi e interamente controllati da esterni, come Final Fantasy 16, nonostante eventuali accordi di esclusività temporale con PlayStation.

Yoshida ha sottolineato come Sony abbia sempre realizzato molti giochi first-party sviluppati esternamente, ma negli ultimi anni sia aumentata significativamente la produzione di titoli second-party. Ha citato come primo esempio di successo la serie Nioh:

"Ricordo che il primo esempio è stato quello di Nioh e Nioh 2. Quei giochi sono stati creati e pubblicati da Koei Tecmo in Giappone e in Asia, ma al di fuori dell'Asia, negli Stati Uniti e in Europa, sono stati pubblicati da PlayStation e, secondo la nostra terminologia, si trattava di un accordo second-party. È andata molto bene".

Queste dichiarazioni evidenziano la strategia di Sony di ampliare il proprio portfolio di esclusive attraverso collaborazioni con studi esterni, mantenendo un elevato grado di controllo sui progetti pur lasciando in alcuni casi la proprietà intellettuale agli sviluppatori. Un approccio che permette di diversificare l'offerta e ridurre i rischi legati allo sviluppo interno.

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