Ogni inizio ha una fine, ogni fine è un nuovo inizio.
Sono passati ormai 8 anni da quando il team conosciuto come Creative Business Unit III, guidato da un allora poco conosciuto Naoki Yoshida, rilasciò al grande pubblico Final Fantasy XIV: A Realm Reborn. Questo progetto, nato dalla volontà di salvare il gioco da un catastrofico fallimento, riuscì a recuperare l’utenza che si era allontanata dopo la scottante delusione avuta con la versione 1.0 e vide il numero di giocatori in perenne aumento sino a diventare, negli ultimi tempi, l’MMO più giocato in circolazione.
Oggi, a 11 anni da quello “scampato pericolo”, assistiamo al lancio della quarta espansione che, come suggerisce il suo titolo, ha l’obiettivo di concludere il primo grande ciclo narrativo e di segnare la fine della saga di Zodiark e Hydealyn, le due “divinità” che fino ad ora hanno giocato un ruolo fondamentale nel corso degli eventi vissuti dal protagonista.
Un senso di urgenza
Sebbene nelle prime battute di questa espansione si respiri un’aria abbastanza tranquilla, la trama riesce fin da subito a tenere in allerta i giocatori mostrando, a poco a poco, che la realtà dei fatti è molto più grave di quanto si potrebbe immaginare.
Ed ecco, quindi, che dopo solo poche quest, il cui ruolo è quello di fare in modo che il giocatore possa familiarizzare con le nuove meccaniche introdotte, si viene assaliti da una sequenza di eventi pronta a mettere in dubbio ogni convinzione, oltre ovviamente a far traballare il delicato equilibrio che si è riusciti a ottenere con tanta fatica.
La narrazione procede a ritmo spedito per tutta la durata dell’avventura sciogliendo uno a uno tutti i cosiddetti “nodi venuti al pettine” senza mai scadere nel banale, ad eccezione di un ultimo quarto che, sebbene racchiuda un preziosissimo messaggio di speranza e amore, appare leggermente sottotono rispetto allo standard a cui la saga ci ha abituati.
Uniti si è più forti
Final Fantasy ha da sempre racchiuso nelle sue storie temi come violenza, amicizia e amore, arrivando addirittura a trattare di fantapolitica nel bistrattato dodicesimo capitolo; questo non è da meno e, grazie alla sua natura di MMO, è riuscito a ricreare un continuo crescendo di eventi che culminano in Endwalker e trasmettono ai giocatori un messaggio che non solo colpisce per la delicatezza con cui viene trattato, ma ha un effetto ancora maggiore per via del duro periodo in cui ci troviamo da ormai un paio d’anni.
Un quesito che viene posto con una certa frequenza in contesti diversi affronta il significato della vita e di come questa possa meritare di essere vissuta nonostante la presenza di delusioni e sofferenza, solitudine e morte: il guerriero della luce è prima di ogni altra cosa, portatore di speranza.
L'essere umano non è perfetto in quanto è soggetto a continui fallimenti e limiti, ma la sua forza più grande risiede nella volontà di non arrendersi, imparare dai propri errori, collaborare con gli altri e rialzarsi dopo ogni caduta, non importa quanto rovinosa.
I temi principali su cui il gioco vuole concentrare l’attenzione del suo pubblico sono l’inutilità della guerra e l’importanza di unire le forze per un bene comune mettendo da parte le differenze e gli screzi del passato; ci si trova, infatti, a dover fare i conti con una catastrofe dai tratti apocalittici che si sta abbattendo sul pianeta natale del protagonista e sarà richiesto l’aiuto di tutti i suoi abitanti per avere anche solo una possibilità di sopravvivenza.
Idilliache città e rovine di un impero
Questo aggiornamento aggiunge sei nuove aree e due città alla già enorme mappa di gioco, i cui nomi e la rilevanza all’interno della storia non vengono presentati, onde evitare spoiler; tuttavia, si può dire con assoluta certezza che il giocatore si troverà davanti ad ambientazioni e luoghi tra i più belli dell’intero titolo, che spaziano dai panorami mozzafiato alle rovine di un impero una volta fiorente.
Il vivo dell’azione parte da Old Sharlyan, una città neutrale dedita completamente allo studio e all’accumulo di conoscenza; costruita in pietra bianca, è situata su di un’isola da cui si può ammirare un fantastico tramonto mentre le dolci note di una chitarra acustica aiutano a ritrovare la serenità tra una quest e l’altra.
La seconda città, invece, prende ispirazione a piene mani dalla cultura indiana; vi si possono trovare, infatti, i colori tipici dei mandala e gli edifici la cui architettura richiama fortemente quella delle grandi città dell’India, con statue e riferimenti agli animali considerati sacri e la cui struttura caotica farà penare non poco prima di prendere familiarità con le strettissime strade del luogo.
Nuove classi e aggiornamenti
Come già accennato nella nostra prova, l’espansione porta con sé due nuove classi: il reaper, un DPS melee che combatte grazie all’ausilio di una falce e di un avatar oscuro, e il sage, un healer che, così come la classe scholar, ha la funzione di mitigatore del danno grazie a scudi e incantesimi che rigenerano i punti vita. Oltre a questo, è stata messa mano a tutti i job esistenti i quali, chi più chi meno, hanno subito cambiamenti che spaziano dall’aggiunta di nuove abilità fino ad arrivare a rework un pochino più consistenti garantendo ai veterani il piacere della riscoperta di classi con cui hanno già familiarità.
Ottimi anche i nuovi dungeon i quali, finalmente, pongono una sfida degna di questo nome ai giocatori in quanto, nonostante le inevitabili centinaia di ore di gioco, devono fare affidamento sulla loro memoria e sulla conoscenza delle meccaniche imparate in tutti questi anni se vogliono avere anche solo una possibilità di sopravvivere a ciò che gli si para davanti.
Particolarmente ostici anche i trial, le “boss fight” del gioco, che lasciano poco margine d'errore, soprattutto nelle loro versioni Extreme, ma che, grazie a una colonna sonora premiata agli ultimi Game Awards, riescono a evocare momenti davvero memorabili.
La musica come strumento narrativo
Un ruolo decisivo viene assunto anche dalla colonna sonora, che contribuisce a creare nell’immaginario del giocatore un ambiente vivo e pulsante sia sotto il profilo visivo sia sonoro per un’esperienza sensoriale coinvolgente e completa.
La musica detta il ritmo dell’azione e ricrea ambientazioni emozionanti, talora concitate, o rilassanti e tenerissime, adattandosi alla perfezione al dipanarsi della storia.
L’orchestra riempie il vuoto lasciato dall’assenza dei dialoghi in modo misurato, mai eccessivo, anche quando la narrazione, in crescendo, assume toni sempre più incalzanti conducendo, nota dopo nota, i personaggi verso l’epilogo.
Il coro accompagna i momenti più drammatici attraverso i registri acuti delle voci femminili - che non perdono, per questo, in pienezza, potenza e sonorità – e sono magistralmente armonizzate con i registri caldi e profondi di quelli maschili che le avvolgono in un dialogo melodico suggestivo.
Sinfonico, jazz o pop, lo stile musicale scelto per ogni “quadro” è uno strumento narrativo a tutti gli effetti, al pari delle cutscene e degli scambi verbali fra gli NPC.
Il futuro di Final Fantasy XIV
Yoshida e il suo team hanno chiarito fin dalle prime interviste che questa espansione non avrebbe segnato la fine del supporto al titolo; infatti, nel corso dell’ avventura al giocatore viene fatto notare che, nonostante abbia viaggiato in lungo e in largo per il mondo, ci sono ancora molti luoghi e città da visitare dove, con molta probabilità, lo attenderanno nuove avventure, potrà incontrare nuovi personaggi e scontrarsi con nuovi formidabili nemici.