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Final Fantasy XIV: Dawntrail, nuovo mondo, nuova partenza | Recensione

Dopo la conclusione di Endwalker, Final Fantasy XIV inizia un nuovo ciclo con Dawntrail. Sarà all'altezza del glorioso passato?

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a cura di Marco Patrizi

Editor

Con Endwalker abbiamo assistito a un climax che qualsiasi amante di Final Fantasy XIV non dimenticherà facilmente. È stata la degna conclusione e il coronamento di innumerevoli avventure, scontri, colpi di scena che hanno delineato la lunga saga di Hydaelyn e Zodiark e che hanno accompagnato milioni di giocatori per oltre dieci anni.

Considerate le aspettative altissime instillate da tale epilogo, Dawntrail si ritrova con il gravoso onere di raccogliere questa pesantissima eredità e porre le basi per un nuovo ciclo che si prevede durerà ancora molti anni. Un compito alquanto difficile, che naturalmente gli attirerà a prescindere delle occhiate critiche dei giocatori, i quali tenderanno a vedere gravi delusioni in ogni suo difetto.

Io per primo ho conservato un certo scetticismo in questi mesi, persino dopo le prime (positive) impressioni maturate in occasione del Media Tour. Il mio timore era che Dawntrail, a causa del suo compito di “punto e a capo”, sarebbe stato un nuovo A Realm Reborn, quindi narrativamente piuttosto fiacco rispetto alle espansioni successive.

Fortunatamente mi sono dovuto ricredere, perché nonostante alcune incertezze e inciampi, e alcuni elementi che il team di sviluppo deve ancora sistemare, nel complesso la nuova espansione di Final Fantasy XIV si è rivelata solida e capace di rinvigorire la curiosità verso il futuro.

Benvenuti a Tural

Vi sarete accorti che Dawntrail è stata presentata con un tono più festivo rispetto al passato, il che potrebbe portarvi a credere che si tratti di un’espansione “filler”, una sorta di grande vacanza estiva per il gruppo di eroi che ha salvato il mondo dall’immane calamità del passato.

Questa scelta di stile mi è stata anche confermata dallo stesso Naoki Yoshida in occasione della mia intervista. Si è scelto consapevolmente di rendere la prima parte dell’avventura come un momento di relax per riprendere il fiato e allentare per un po’ la tensione narrativa. Tuttavia non fatevi ingannare dalle apparenze, perché dopo una prima parte più rilassata le cose torneranno ad agitarsi.

 

In Dawntrail c’è novità non da poco dal punto di vista narrativo: protagonista principale non sarà realmente il/la Warrior of Light, bensì Wuk Lamat, una guerriera Hrothgar proveniente dal continente di Tural. Ella è la figlia adottiva di Gulool Ja Ja, leader della nazione multietnica di Tuliyollal, il quale ha deciso di organizzare una competizione per selezionare il suo erede: il primo che aprirà l’ingresso della leggendaria Città Dorata diventerà il prossimo Dawnservant e successore alla guida di Tuliyollal.

Per prevalere sui suoi concorrenti, Wuk Lamat chiede l’aiuto del/la Warrior of Light e dei compagni Alphinaud, Alisaie e Krile. In modo vagamente reminiscente a quanto visto in FFX, il nostro ruolo sarà quello di supporto e di guida della giovane Hrothgar, dato che il suo viaggio non sarà solo una caccia al tesoro, ma un percorso di maturazione e scoperta dei vari popoli di Tural.

Questo ci porterà a stabilire un legame intimo con gli abitanti del continente, a conoscerne e accettarne le diverse civiltà. Uno dei temi di Dawntrail è proprio la questione sul perché nutriamo un’istintiva avversione verso chi è diverso da noi, ma anche l’accettazione del prossimo nonostante le differenze culturali e quanto di importante è possibile realizzare quando si lavora insieme.

Il personaggio di Wuk Lamat ha un certo carisma (anche se non è detto che risuoni coi vostri gusti) e il suo rapporto conflittuale con gli altri fratelli e sorelle contendenti incarna il tema di cos’è che rende importante una famiglia.

Devo dire comunque che, soprattutto nelle fasi iniziali, la storia viene sviluppata con una certa superficialità e senza una grande attenzione allo sviluppo dei personaggi. Non che sia necessaria per forza una trama dalla grande profondità, ma in generale diciamo che si fa sentire una certa tendenza allo stile raffazzonato a la shonen.

Al di là della sostanza, comunque non disprezzabile, quello che mi ha fatto più specie è il ritmo narrativo incostante. L’arco della storia di Dawntrail può essere suddiviso brutalmente in due parti: nella prima viene presentato il continente di Tural e tutto il suo contesto culturale, e sebbene faccia un ottimo lavoro di worldbuilding, lascia un po’ a desiderare in quanto a slancio narrativo. La seconda parte mette in scena dei risvolti davvero imprevisti e cambia radicalmente tono; si lascia alle spalle l’atmosfera rilassata e vacanziera e torna a farsi riconoscere come espansione del FFXIV che abbiamo imparato a conoscere in passato, con annessi diversi riferimenti alla saga principale.

Non che questo sia un male, anzi, ma è un passaggio forse troppo repentino e disarmonico nel quadro generale della narrazione.

Lavori in corso

L’aspetto principale che rende Dawntrail ben più solido rispetto A Realm Reborn è l’esperienza accumulata in questi anni del team di sviluppo che si traduce in contenuti di grande qualità. Dungeon e Trial ben progettati, boss battle avvincenti, nuove idee e trovate durante le istanze della storia mi hanno tenuto impegnato e coinvolto. C’è da dire però che le parti migliori di Dawntrail iniziano dove finiscono le MSQ.

Nel post-game ci sono due dungeon di livello Expert che sfruttano bene le particolari ambientazioni di Dawntrail e sperimentano alcune nuove meccaniche di battaglia. Ci sono poi le role quest, che come in passato inquadrano narrativamente i Job che portiamo avanti. Magari non risultano efficaci come quelle viste in Shadowbringers o Endwalker, ma valgono la pena di essere viste e aggiungono un tocco piacevole per collegare altre parti di FFXIV.

C’è poi da tenere conto delle promesse per il futuro che saranno aggiunte nelle successive patch: la serie di raid Arcadion, il limited job Beastmaster, la Cosmic Exploration e altre novità che il team di sviluppo realizzerà nei prossimi due anni.

Grande focus dell’espansione sono ovviamente i due nuovi job introdotti: Viper e Pictomancer, di cui vi avevo già parlato in occasione del mio hands-on.

Il primo è uno dei job più rapidi e intenzionalmente stylish del gioco, con una discreta complessità e obiettivamente esaltante da guardare. Devo dire però che in generale non mi ha colpito più di tanto, nonostante l’interessante dinamiche di rotazioni ramificate.

Ben più interessante e originale è invece il Pictomancer, ispirato al personaggio di Relm Arrowny di Final Fantasy VI; una sorta di via di mezzo tra il Black Mage e il Summoner che, in contrasto con i cambiamenti apportati ad altre classi, dà molta più libertà e flessibilità alle rotazioni. E ho trovato adorabile il tono poco serioso delle sue abilità.

 

Il tasto dolente che riguarda le modifiche di gameplay riguarda però i job già esistenti, i quali hanno subito un processo di omogeneizzazione che ha sollevato molte critiche nella community.

Il team di sviluppo è comunque conscio di tale insoddisfazione e lo stesso Naoki Yoshida ha precisato che sono dei cambiamenti “di passaggio”, ovvero che sono destinati a essere ri-calibrati in futuro. Il director ha dichiarato, e spiegato in dettaglio anche durante l’intervista, che il ri-bilanciamento delle classi è un progetto a lungo termine che è appena iniziato. Per l’uscita di Dawntrail si è voluto intenzionalmente dare priorità alla creazione di contenuti e l’introduzione di nuove meccaniche, per poi in un secondo momento concentrarsi sui job.

Sarà un processo che verosimilmente durerà anche anni, quindi per ora dovremo pazientare e affidarci alle loro mani.

Il nuovo mondo

Uno degli aspetti migliori di Dawntrail è decisamente l’esplorazione del nuovo continente. Apertamente ispirato alla Mesoamerica e all’America del Sud, il continente di Tural è meravigliosamente esotico e ricco di culture affascinanti, dai piumati Hanuhanu e i loro festival, ai massicci Yok Huy con le loro credenze sulla vita e sulla morte. Ogni civiltà viene presentata con una profusione di dettagli che contribuiscono alla solidità di questo vasto, nuovo mondo.

La direzione artistica è semplicemente encomiabile e regala degli scorci impressionanti e variegati. Si inizia da paesaggi tipici fatti di catene montuose, depressioni desertiche e giungle, fino ad ambientazioni completamente diverse della seconda metà dell’avventura come la megalopoli di Solution Nine.

Il tutto viene ovviamente enfatizzato dall’aggiornamento grafico introdotto con ’espansione, che migliora parecchio le texture, le ombre e in generale la diffusione della luce, e che possiamo apprezzare particolarmente osservando i modelli poligonali e il livello di dettaglio degli equipaggiamenti.

Masayoshi Soken da parte sua non si è adagiato sugli allori e ha colto l’occasione di questo cambio di ambientazione per esibirsi in generi musicali diversi dal solito, con brani jazz, rielaborazioni lo-fi di temi già conosciuti, ma anche battle theme elettronici.

Voto Recensione di Final Fantasy XIV: Dawntrail


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Ambientazioni spettacolari e opulenza culturale

  • Apprezzabile miglioramento grafico

  • Buon lavoro su dungeon trial e nuovi elementi

Contro

  • Ingenuità e sbilanciamenti narrativi

  • Ancora molto da fare nel bilanciamento dei job

Commento

Nonostante una certa superficialità narrativa e l’evidente lavoro ancora da fare sui job, ho apprezzato Dawntrail per il suo tema di fondo, incarnato da Wuk Lamat, che valorizza lo scambio culturale come chiave per rendere migliore il mondo; ma anche per i suoi contenuti affatto grossolani. L’impegno e l’esperienza sul campo del team di sviluppo capitanato da Naoki Yoshida sono palpabili e possiamo solo sperare che continuino in questo modo negli anni a venire.
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