Pensare a Final Fantasy XIII oggi porta alla mente tantissimi ricordi: tra i tanti capitoli della saga di Square-Enix, probabilmente il tredicesimo capitolo è quello che meno spinge la nostalgia a conquistare il nostro cuore, anzi rischia di innalzare una barriera di scetticismo. Ancor più del recentissimo Final Fantasy XV, le avventure di Lightning, Snow e Sazh riuscirono a raccogliere molte più critiche negative di quanto ci si aspettasse, per l'impoverimento di una saga che, perso Hironobu Sakaguchi dopo il decimo capitolo, aveva iniziato un percorso di declino che rischiava di imbastardire sempre di più la serie.
Chi si aspettava un Final Fantasy classico venne prontamente deluso, così come è successo oramai due anni fa per Final Fantasy XV. C'è da dire che il tredicesimo capitolo, però, fu indubbiamente il primo passo verso una modernizzazione della saga, che Hajime Tabata ha poi reinterpretato con l'epopea di Noctis Lucis Caelum. A prescindere da quello che possa essere il vostro schieramento, a favore o meno di quelle che furono le avventure di Lightning, Square-Enix ha pensato di proporre un'edizione speciale, che raggruppa l'intera Fabula Nova Crystallis, sotto il nome di Trilogy. Arrivato su Xbox One e Xbox One X, Final Fantasy XIII è ora disponibile sia singolarmente in digital delivery su Xbox Store in versione Xbox 360 che nella sua versione pensata per Xbox One e Xbox One X, con delle migliorie grafiche che portano dei giovamenti interessanti dal punto di vista artistico.
Fal'Cie e L'Cie
Ovviamente non siamo dinanzi a degli stravolgimenti dal punto di vista tecnico, ma appunto dei giovamenti, tantomeno ne troviamo altri per quanto riguarda il gameplay: le ottimizzazioni che ci offre la Trilogy, in versione Xbox One, parlano di un impatto visivo più gradevole rispetto a quello che era stato Final Fantasy XIII nella sua versione originale, su old gen. La telecamera riesce a offrirci dei movimenti molto più fluidi e l'intera animazione si ferma in maniera molto solida ai 30 frame al secondo. Vi capiterà poi, nella seconda fase del gioco, quando l'avventura di Lightning svestirà i panni della monorotaia, di notare anche come gli scenari all'aperto siano più in grado, adesso, con la tecnologia di dieci anni in più sulle spalle, di donare degli scorci molto più luminosi.
Arrivare a Gran Pulse, la vasta pianura che aveva permesso a Square-Enix di concretizzare il sogno di una Piana della Bonaccia inespressa e di anticipare quanto Tabata avrebbe fatto con Final Fantasy XV, ci permette di apprezzare la lussureggiante distesa sulla quale si staglia una bozza di open world della saga nipponica. Grazie alle operazioni di enhanchment avvenute su Xbox One X, poi, avremo un dettaglio ancora più preciso dei personaggi, che nei primi piani si esalteranno come mai prima d'ora, grazie a un pixel count che aumenterà esponenzialmente, offrendo delle texture davvero affascinanti. Lightning è a oggi tra i protagonisti più affascinanti della saga di Final Fantasy, almeno per come ci è stata proposta nella sua versione originale, e poterla rivedere in questa veste migliorata e più dettagliata è indubbiamente un piacere per gli occhi.
La Fabula continua
Ovviamente il trattamento estetico che abbiamo notato in Final Fantasy XIII è stato possibile riscontrarlo anche in Final Fantasy XIII-2 e in Lightning Returns: Final Fantasy. I 4k nativi riescono a donare un aspetto completamente diverso alla Trilogy rispetto a quanto già visto su Xbox 360, con un'ovvia maggior attenzione a quella che è la versione per Xbox One X, che gode sempre di una potenza superiore a quelle che sono le altre console. Il titolo di per sé, come è facile ricordare per chi aveva avuto occasione di addentrarsi in una trilogia composta da più sfortune che fortune, presentava delle pecche maggiori rispetto al suo predecessore: nei panni di Serah, la sorella di Lightning che aveva caratterizzato gran parte del movente del primo capitolo, ci ritroviamo a vivere una storia che ha ben pochi spunti affascinanti e soprattutto ad affrontarla con degli elementi in più, ma che dal punto di vista contenutistico non aiutavano affatto il complesso.
I feedback della community avevano spinto Square-Enix a inserire nuovamente i villaggi e le città all'interno del percorso di gioco, leggermente meno lineare del precedente, ma tutte le aggiunte, compresi i mini giochi, non avevano dato altro che un sentimento di ridondanza. A fornire un rattoppo alla problematica della linearità arrivano i viaggi spazio temporali, che provano a dare un approccio più libero all'intera esperienza, ma di palliativo pur sempre si tratta.
Potere del Cristallium
Il leitmotiv di Final Fantasy XIII era molto vicino a quello di Final Fantasy X: la tredicesima fantasia va a riproporre una sorta di Sferografia aggiornata, qui presentata col nome di Cristallium, che creava anche una commistione con le Licenze di Final Fantasy XII, figlie a loro volta del system job dei titoli più classici e tattici di Final Fantasy. La struttura del sequel, in ogni caso, tendeva a mantenere salda quella che era la natura dell'intero titolo, senza allontanarsi troppo dalle meccaniche che avevano fatto per anni da colonna portante a tutta la saga.
Quello che potremmo quasi definire come uno stravolgimento avviene con Lightning Returns, il capitolo finale della trilogia, che rappresenta il titolo più action dei tre e allo stesso tempo anche quello con la narrativa più instabile. Cercando quell'equilibro tra innovazione e tradizione che poi Square-Enix ha lentamente abbandonato fino ad arrivare a una nuova idea con Final Fantasy XV, l'eroina della Fabula Nova Crystallis si ritrova a combattere con l'ausilio di quel sistema che prende il nome di SATB, lo Style-Change Active Time Battle, un'evoluzione del Command Synergy Battle utilizzato nel primo capitolo della trilogia, che a sua volta aveva reinterpretato le teorie dell'ATB.
Pensato strizzando l'occhio sempre di più al job system dei primi Final Fantasy, Lightning ha la possibilità di cambiare vestito così da poter abbinare a ogni veste un assetto di combattimento: un cambio che avveniva al volo, così da dare dinamismo all'azione e permettere ai giocatori di ottenere quelle varianti che un po' provavano a scimmiottare sistemi ben più elaborati e rapidi come quello di Devil May Cry e i suoi stili di lotta. L'altra particolarità che condiziona l'incedere dell'avventura è l'orologio che va a scandire il tempo che rimane prima della fine del mondo.
La catastrofe che ci racconta la Fabula Nova Crystallis, d'altronde, in Lightning Returns si fa ancora più viva, proiettandoci in un futuro ancora più distopico, dove il nostro amico Hope prova a tessere la tela delle vicende e unire i puntini a sua disposizione. Con scarso successo, c'è da dire. Con delle quest secondarie di una banalità spesso disarmante, che costringono la protagonista a compiere un avanti e indietro da un punto all'altro senza alcuna utilità alcuna, il terzo capitolo di Final Fantasy XIII fu davvero la tomba di quel progetto che Tetsuya Nomura aveva annunciato come rivoluzionario, provando a condurlo verso sprazzi di genialità sempre più latenti e che culminarono, poi, con il re-brand di Final Fantasy XV.
Per nostalgici e per novizi della saga
La Fabula Nova Crystallis di Square-Enix fu abbastanza un flop concettuale: Nomura non riuscì mai a costruire quell'ecosistema che sperava avrebbe contenuto al suo interno diversi giochi e capitoli della medesima avventura. Di rimando, però, Final Fantasy XIII fu un discreto tentativo da parte di Square-Enix di avvicinarsi a qualcosa di nuovo, salvo poi proseguire la propria trilogia con delle proposte non all'altezza del primo capitolo. Arrivata ora in questa nuova edizione, la Trilogy ci permette di guardarla in un modo diverso, con un occhio più affascinato.
Lo stile e la grafica ne risentono gradevolmente e permette a tutti i nostalgici di tornare ad apprezzare la storia di Lightning, mentre per chi non aveva avuto occasione di cimentarsi nelle scorribande a Gran Pulse diventa un acquisto obbligato, soprattutto per il prezzo di 14,99 euro. Voler riscoprire a distanza di qualche anno Final Fantasy XIII con un 4k nativo, dei filtri che aiutano l'illuminazione degli ambienti ed esaltano quella riedizione che viene giustamente acclamata nel claim della Trilogy, è sicuramente un movente valido per procedere all'acquisto.
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