Fithos. Lusec. Wecos. Vinosec.
Sono bastate queste quattro parole (anzi, forse solo la prima) cantate sullo sfondo di uno schermo nero per accendere gli animi e le speranze nei fan di uno dei capitoli più amati di Final Fantasy.Annunciato all’E3 di pochi mesi fa, a vent’anni dal suo primo debutto, il 3 settembre esce in formato digitale per PS4, Xbox One, PC (Steam) e Nintendo Switch Final Fantasy VIII Remastered.Aspettando la prossima primavera per mettere le mani sul promettente remake di Final Fantasy VII, questa versione rimasterizzata dell’originale FFVIII permette ai fan più datati e a quelli più recenti di rivivere le avventure di Squall e compagnia bella, con un comparto grafico migliorato e nuove funzionalità che facilitano chi si approccia per la prima volta al gioco firmato Square Enix.
Per chi non conoscesse l’ottavo capitolo della saga ci troviamo di fronte a un JRPG vecchio stampo, con combattimenti a turni in arene temporanee, grande varietà di ambientazioni, una caratterizzazione profonda dei personaggi e minigiochi all’interno del gioco stesso.Il design e le idee Yoshinori Kitase – direttore del gioco – risultano così tutt’oggi ancora estremamente avanzate e ricche di ispirazione: rispetto ai precedenti capitoli della saga, Final Fantasy VIII ha introdotto una serie di novità di grande importanza, come la traduzione in lingua italiana, l’utilizzo della grafica 3D e di sfondi pre-renderizzati e la stesura di una colonna sonora creata ad hoc, composta da due canzoni: “Liberi Fatali”, brano corale in latino, e “Eyes on me”, una ballata interpretata dalla cantante cinese Faye Wong; entrambe sono state scritte da Nobuo Uematsu, compositore storico della saga Final Fantasy (per la remastered sono state utilizzate le tracce originali, non quelle della versione PC che non erano state tanto apprezzate dal pubblico).
SeeD, semi di un arido giardino
Uematsu ha scelto “Liberi Fatali”, il main theme con cui inizia il video introduttivo, per presentare i temi principali del gioco: fithos lusec wecos vinosec, infatti, non sono parole latine, ma l’anagramma di “succession of witches” e “love”, ossia “successione delle streghe” e “amore”.
L’intera trama del gioco ruota proprio intorno al cosiddetto “potere della strega”, tramandato di generazione in generazione dal momento in cui il Grande Hyne scomparve dal mondo: secondo una leggenda, il dio che creò la razza umana nascose i propri poteri negli uomini e, in punto di morte, lo trasferì alle donne dando così via alla “successione delle streghe”, le sue vere eredi.
Durante l’avventura di Final Fantasy VIII seguiamo un gruppo di cadetti SeeD – il corpo militare di mercenari d’elite del Garden di Balamb – composto da Squall Leonhart, il protagonista taciturno e freddo, Zell Dincht, iperattivo e istintivo, e Selphie Tilmitt, allegra e spensierata; la loro missione è quella di fermare l’espansione del regno di Galbadia, guidato dalla potente strega Edea, il cui obiettivo è quello di invadere il mondo intero.In questa avventura i SeeD non sono soli: a supportarli troviamo la giovane professoressa Quistis Trepe, il tiratore scelto (nonché donnaiolo) Irvine Kinneas e Rinoa Heartilly, componente di un gruppo della resistenza che intende ottenere l’indipendenza della propria città dallo stato galbadiano.
L’atmosfera della storyline è un continuo crescendo di tensione, dove però non troviamo ambientazioni cupe come nel predecessore Final Fantasy VII: il direttore artistico Yusuke Naora ha preferito allontanarsi dello stile che avevano utilizzato nella precedente avventura dando un’impronta più “luminosa” all’opera. i toni vengono alleggeriti anche da alcuni flashback che si alternano con la storia principale e che vedono come protagonisti i soldati galbadiani Laguna Loire, Ward Zabak e Kiros Seagul: il trio offre momenti più spensierati e divertenti, grazie al carattere simpatico e un po’ impacciato di Laguna, pur trattando argomenti non banali.
Kitase e Nomura hanno svolto un lavoro egregio nello sviluppare e intrecciare le storie di tutti questi personaggi. Procedendo nell’avventura possiamo assistere alla loro evoluzione grazie a un sentimento che li accomuna: l’amore, raccontato magnificamente dalla seconda canzone principale del gioco, “Eyes on me”: una romantica dichiarazione d’amore che attraversa le generazioni e che non scade mai nello sdolcinato. Questo tema, però, non va considerato solo come rapporto tra due persone, ma anche (e soprattutto) tra amici: importante è lo sviluppo delle relazioni tra i vari personaggi, i quali da “sconosciuti” diventano fratelli e sorelle che si difendono a vicenda e combattono all’unisono contro le forze del male.
Il sistema di combattimento e le novità della remastered
Come nei suoi predecessori, anche in questo Final Fantasy i nostri personaggi si muovono in una mappa di gioco piuttosto ampia dove le battaglie si avviano in maniera casuale mentre girovaghiamo. Gli scontri avvengono in un’arena temporanea con modalità “a turno”: è possibile utilizzare attacchi diretti, magie o i Guardian Forces (le invocazioni). Ogni personaggio presenta una barra HP (Health Points), la barra ATB (Active Time Battle, la barra che indica il tempo che manca per poter compiere un’azione) e, a differenza dei capitoli che lo precedono, non è più presente la barra MP (Magic Points), in quanto le magie vanno “a consumo unitario”. Queste, insieme all’equipaggiamento dei GF, possono essere utilizzate nel sistema Junction per andare a migliorare determinati parametri del personaggio (ad esempio, la resistenza a uno status elementale come il fuoco o il freddo).
Sia i personaggi che i GF accumulano punti esperienza con le battaglie, utili per salire di livello e per imparare nuove tecniche speciali (selezionabili dal menù “Abilità” per i personaggi e “GF” per le invocazioni).
Tra un combattimento e l’altro, mentre esploriamo il mondo e interagiamo con i vari personaggi secondari, è possibile intrattenersi anche con un mini-gioco: il Triple Triad, famoso e complesso gioco di carte il cui obiettivo è quello di ottenere carte più efficaci e rare possibili.
La remastered non ha modificato nulla di tutto ciò, ma ha apportato alcune implementazioni sia dal punto di vista grafico che tecnico.
Visivamente parlando ciò che salta all’occhio è il fatto che, finalmente, i nostri beniamini hanno un volto anche mentre giochiamo! Scherzi a parte, quelli che per i nostalgici erano solo un ammasso di pixel che creavano volti spigolosi, ora sono veri e propri nuovi modelli poligonali dei personaggi, dei nemici e dei GF; in particolare, i modelli di Squall, Rinoa e Laguna ricordano molto quelli già visti in Dissidia.
Per quanto riguarda il mondo di gioco, invece, notiamo un netto miglioramento grazie all’utilizzo del full HD (1920 x 1080), ma non è stata adottata la risoluzione 16:9 – che avrebbe implicato la costruzione delle porzioni mancanti di background e, di conseguenza, una mole di lavoro non indifferente – obbligando così l’utilizzo delle fasce nere laterali (più accentuate per chi dispone di una TV grande e con il 4K). A molti forse la “fusion” tra i due stili (modelli poligonali aggiornati su sfondi più pixellati) non fa impazzire, però è da ammettere che pone in primo piano i personaggi, risaltando il lavoro svolto per questa remastered (chi non ha mai visto il meme del “ragazzo più carino” del ballo? Ora Squall non potrà più essere preso in giro, grazie Square Enix).
Anche il fronte gameplay presenta alcune novità, che si riassumono in due “boost”. Il primo permette di migliorare i parametri dei personaggi in battaglia, riportando al massimo la barra HP e ATB e rendendo le tecniche speciali sempre disponibili; questo rende la vita più facile, specialmente contro i boss e i nemici più spietati che decidiamo di affrontare per livellare. Inoltre, durante le battaglie è possibile utilizzare il comando “assimila” in due modi alternativi: o per utilizzare le magie seduta stante o per accumularle nel proprio stock (chissà, se siamo fortunati possiamo persino trovare dei Guardian Forces). Se invece non abbiamo bisogno di salire di livello, ma vogliamo goderci un’esplorazione pura e senza interruzioni (a piedi o con differenti mezzi di trasporto, come le auto), possiamo disattivare gli incontri casuali.
Il secondo invece permette di triplicare la velocità di gioco: questo ci viene in grande aiuto quando vogliamo risparmiare tempo durante i combattimenti (e, di conseguenza, allenarci più velocemente), durante le transizioni tra un’arena temporanea e il mondo di gioco, oppure semplicemente per farsi una bella speed run. Una piccola pecca che abbiamo riscontrato, però, coinvolge l’audio delle scene quando il boost è attivo: specialmente quando utilizziamo i GF l’audio è ritagliato in modo tale da accompagnarne l’animazione, ma spesso i due non vanno bene a braccetto, creando una sorta di “caos” di sottofondo dato dal sovrapporsi di più tracce.
Per la versione Steam sono state introdotte, oltre a quelle elencate, altre funzioni che sono principalmente dei “trick”: la possibilità di ottenere tutti gli oggetti (eccetto alcuni) e tutte le carte (eccetto quelle rare); di maxare tutti i gil (la moneta del gioco), i GF e le magie; di sbloccare tutte le abilità dei GF già ottenuti e tutti i Limit Breakes (le tecniche speciali).
Tutte queste implementazioni tecniche danno un valore aggiunto al già meraviglioso titolo originale, permettendo alle persone già navigate di godersi nuovamente con tempi più rapidi il gioco, mentre a chi si avvicina per la prima volta – e, forse, abituato a sistemi più recenti e avanzati – di affrontare con qualche elemento d’aiuto una modalità di gioco ormai datata.
Per godere di un’esperienza autentica, però, consigliamo di giocare Final Fantasy VIII Remastered senza l’utilizzo (o con un utilizzo moderato) dei due boost sull’aiuto in battaglia e sulla velocità incrementata.
Chissà se dopo il progetto di Final Fantasy VII anche l'avventura di Squall beneficerà di un vero remake. L'idea sicuramente ci stuzzica non poco.