Dopo l’arrivo di Final Fantasy VII Remake su PC (nella sua versione Intergrade) era ovvio che al termine del periodo di esclusività sull’ammiraglia Sony anche il secondo capitolo di questa nuova trilogia, ovvero Final Fantasy VII Rebirth, sarebbe arrivato su PC, libero di esprimere al meglio tutto il suo potenziale.
Differentemente da quanto successo con il porting di Final Fantasy XVI, difatti, questa conversione si presenta in maniera molto più solida, a parte due grosse lacune, a tratti inspiegabili, che speriamo, per non dire “siamo certi”, verranno risolte da un futuro aggiornamento.
Huston… ci siamo dimenticati lo schermo intero
In merito alle qualità ludiche di Final Fantasy VII Rebirth ve ne abbiamo già parlato a sufficienza nella nostra precedente recensione. molto semplicemente siamo di fronte a uno dei migliori JRPG di matrice action usciti nel 2024, qui trasposto nella sua versione graficamente migliore e con tutte le funzioni che sono state implementate nella versione per PS5 nel corso degli ultimi mesi.
Prima di dedicarci all'analisi di questa versione per PC, vogliamo subito dirvi cosa non funziona... o meglio cosa manca. Square Enix, difatti, sembra essersi dimenticata della visualizzazione a "Schermo Intero", visto che il titolo si può riprodurre solo in modalità "Finestra" e "Finestra senza bordi" (fra l'altro con il difetto che ogni volta che si alternano queste due modalità la risoluzione del titolo torna quella nativa dello schermo e non quella scelta dall'utente).
Allo stesso tempo ci è smebrato decisamente peculiare l'impossibilità di rimuovere completamente l'antialiasing e la totale assenza del supporto alle tecnologie FSR e Xess. Sia chiaro, non si tratta di mancanze di poco conto e per molti giocatori potranno essere un motivo più che valido per evitare l'acquisto, almeno per il momento, ma vogliamo essere fiduciosi che un eventuale aggiornamento a ridosso dell'uscita ufficiale del gioco, colmi queste lacune.
Gaia al suo massimo splendore
Venendo, invece, all'analisi d questa conversione per PC di Final Fantasy VII Rebirth, c'è ben poco da appuntare. Il titolo risulta ben ottimizzato su diverse confgurazioni, offrendo dei risultati molto convincenti sia sulla nostra 4070 desktop, che sulla nostra 4090 laptop (usata per testare la maggior parte del tempo questa conversione).
CONFIGUARZIONE DI PROVA - ROG Zephyrus G16 (2024)
- NVIDIA GeForce RTX 4090 Laptop GPU (16GB)
- Intel Core Ultra 9 185H
- 32 GB RAM: 2X 16 DDR5, 5200 MHz
- Nebula OLED 2560 x 1600, 16:10, 240Hz
Sul nostro PC fisso, limitandoci a impostare i dettagli al massimo e a non abilitare alcuna tecnologia di upscaling, con la nostra 4070 desktop siamo riusciti a ottenere 50 FPS, più o meno stabili, con una risoluzione di 2160p (il tetto massimo raggiungibile da questo porting).
Con il nostro ROG Zephyrus G16, invece, abbiamo voluto cominciare a lavorare di fino con le impostazioni, non prima di aver provato il titolo in maniera analoga a quanto svolto sul nostro PC fisso.
Con dettagli al massimo, e nessun upscaling, Final Fantasy VII Rebirth ha mantenuto i 60 FPS stabili (dopo che li abbiamo bloccati manualmente visto che tendevano a "basculare in positivo con troppa frequenza"), con tutti i dettagli al massimo e a una risoluzione di 1600p.
Non appena, però, ci siamo iniziati a divertire con un po' di "fine tuning", il contatore degli FPS h cominciato a incrementare notevolmente e siamo riusciti a non trovarci di fronte a un'immagine complessiva troppo impastata o artificiosa.
Il merito è tutto da ritrovarsi nella mole di impostazioni messe a disposizione dei giocatori in questo porting. Come vi abbiamo già anticipato la risoluzione massima raggiungibile è 2160p, mentre gli FPS possono toccare il tetto massimo di 120. Al netto di queste due impostazioni, Final Fantasy VII rebirth, permette di modificare praticamente qualsiasi aspetto del comparto grafico: v-sync, risoluzione dinamica, accuratezza dei fondali, dettagli delle superfici acquatiche, numero di personaggi non giocanti a schermo, qualità degli effetti, dettagli dei personaggi, qualità delle ombre e della nebbia, risoluzione delle texture, tipologia di anti-aliasing (TAA, TAAU e DLLS) e persino la distanza delle ombre dei vari personaggi, giocanti e non giocanti.
Insomma tantissima ciccia sulla quale mettere le mani per cucire al meglio l'esperienza finale in base alle proprie necessità e alla propria configurazione. Se proprio dobbiamo muovere una critica, possimao appuntare che i valori del DLSS sono stati messi in percentuale e non seguendo il classico "pattern" di prestazioni, qualità e così via.
Vi sembrerà un'inezia ma abbiamo dovuto capire che portando il DLSS al 66% avremmo potuto giocare a una risoluzione di 1440p ("upscalata" per il nostro monitor) incrementando gli FPS (che sono arrivati a 85) e non abbassando il dettaglio generale. Un ottimo risultato indubbiamente, anche considerando che visivamente il titolo è notevolmente migliore della sua controparte console sia per definizione che per quanto riguarda la gestione di luci e ombre, ma che ci ha portato via qualche minuto di troppo per decifrare al meglio questa scelta di indicare il DLSS in percentuale.
Ovviamente, e non serve dirlo, partendo da quella base e iniziando ad abbassare i vari dettagli grafici, siamo arrivati a raggiungere in fretta i 90 FPS, ma l'immagine mostrava degli evidenti compromessi che non abbiamo trovato sensati visto il già ottimo risultato ottenuto implementando il DLSS e giocando a 1440p.
Al netto di tutto questo, Final Fantasy VII Rebirth si è presentato ben ottimizzato, altamente scalabile e siamo curiosi di poterlo provare più a fondo, non appena tutte le tecnologie verranno implementate, anche sui nostri handheld, per capire se il lavoro svolto da Square Enix si riveli notevole come quello svolto con il primo capitolo di questa nuova trilogia.
Al momento, però, tenete a mente le lacune che vi abbiamo indicato e verificate che siano state implementate prima di acquistarlo, soprattutto se per voi si rivelano imprescindibili per poter fruire del gioco.
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