FIFA 20, Volta Football è il calcio di cui abbiamo bisogno

Volta Football di FIFA 20 è esattamente l'ingrediente che mancava da tempo al marchio di Electronic Arts, il calcio vissuto tra le strade della città.

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a cura di Alessandro Palladino

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Il calcio, specialmente quello FIFA, è un fenomeno mondiale che ogni giorno unisce miliardi di persone. Le luci dello stadio illuminano le squadre che si danno battaglia sul campo da gioco, mentre dagli spalti tifosi di tutte l’età inneggiano i propri beniamini e vivono con loro gli attimi più cocenti della partita. Un’esperienza unica, certo, ma che non descrive completamente cosa significa veramente la parola “calcio”.

Lontano dal verde prato sistemato dello stadio, tra le piazze e i vicoli sotto le abitazioni, la passione per questo sport vive attraverso una palla di fortuna e pochi amici vogliosi di fare due tiri dopo la scuola o il lavoro. Bambini, adulti e giovani adolescenti si riuniscono in campi raffazzonati sotto le fioche luci dei lampioni, intenti a emulare le gesta di Cristiano Ronaldo o Lionel Messi, solo con meno abilità e gambe più fresche.

Il calcio del resto non è uno sport che si guarda e basta: si vive, si respira tra le strade mentre ci arriva un pallone vagante dal parco vicino o ascoltando le urla dei centri sportivi che riecheggiano per le vie della periferia. Che sia in Italia o in Giappone, l’universalità della palla è tanto domestica quanto competitiva, senza barriere o confini. Quest’anno Electronic Arts ha deciso di tornare ad abbracciare questa filosofia in FIFA 20 attraverso la nuova modalità Volta Football: una declinazione moderna e inglobata del caro vecchio FIFA Street.

Il futuro urbano si è mostrato ben prima della conferenza EA Play e ha subito attirato l’attenzione del pubblico sul panel dedicato al gioco. Ha perfino solleticato il palato dei giocatori più distanti dalle ultime declinazioni del marchio, suscitando interesse per un vecchio spin-off che, tra pregi e difetti, ha fatto innamorare del calcio da strada tantissimi utenti di un tempo. Buona parte dello show di FIFA è stato dedicato a un video girato tra i palazzi di Londra, descrivendo quello che significa calciare la palla tra le reti di metallo di un campo di quartiere.

Una comunicazione particolare quella di EA e che sottolinea l’importanza di questa nuova modalità all’interno del prossimo FIFA 20, tanto da basarci l’intera immagine promozionale, fatta di colori sgargianti e scenari urbani popolati da giocatori di qualsiasi sesso e razza. L’inclusività, tra le altre cose, è una delle colonne in evidenza nella struttura di FIFA 20, permettendo di far scendere in campo uomini e donne in un’unica partita all’interno dei confini della modalità Volta. Le regole della strada del resto non fanno distinzioni e tutto vale per poter arrivare a mettere in porta la palla, l’unico requisito è averne l’abilità sufficienti ai piedi.

In Volta è quindi possibile creare il proprio alter-ego e personalizzarlo in qualsiasi maniera si voglia, dal genere al vestiario (il quale, presumibilmente, sarà composto da elementi sbloccabili in vari modi). Scesi in strada, la modalità offre diversi modi per poterla vivere: nella Volta League World sarà possibile giocare contro gli altri giocatori in maniera competitiva, mentre la modalità Story permette di vivere la campagna single-player urbana, riconfermando la necessaria presenza di un’esperienza cinematica ben oltre le partite casuali e la Carriera classica.

L’importanza di Volta però non è tanto nell’offerta ludica che porta all’interno dell’ecosistema del nuovo capitolo del 2020 – comunque significativa – ma più che altro risiede nella forte affermazione di dover cambiare il modo di comunicare il mondo calcistico e la passione con cui viverlo. Nei precedenti anni, la carriera di Alex Hunter ha riempito il vuoto che intercorreva tra il giocatore e l’esperienza sportiva, facendo vedere a tutti gli utenti l’ascesa di una stella che partiva proprio dalle strade del quartiere. Ciò ha creato una componente di “immedesimazione” rilevante e ha permesso alla comunicazione di FIFA di riuscire a coinvolgere il giocatore in maniere più esplicite di quelle che era possibile fare attraverso la figura manageriale o il punto di vista della stella internazionale.

Allo stesso tempo però, Alex Hunter non era comunque il giocatore stesso, rimaneva un mezzo che rapidamente si spostava nel palco più prestigioso del calcio, abbandonando le linee perimetrali del campo in cemento per calcare gli stadi più rinomati con la maglietta delle squadre più forti. Per quanto questo descriva il sogno di molti giovani ragazzi delle associazioni sportive regionali, allontanava da loro il valore dello sport quotidiano per favorire l’inseguimento dell’ultimo obiettivo, che è altrettanto importante ma non può assolutamente essere onnicomprensiva del significato di questa passione.

Volta spazza via questo gap e ci immedesima all’interno del calcio più vicino al giocatore, portando le leggende degli stadi nei sottopassaggi allestiti per ospitare una partita al volo. Trucchi, acrobazie e spavalderia sono all’ordine del giorno, trasformando queste occasioni lontano dai luccicanti riflettori delle arene in momenti di svago per allenarsi in pratiche inusuali. Ad aiutare EA in questa missione ci sono una serie di accorgimenti all’intelligenza artificiale, che dal nostro provato ci è sembrata più sveglia e reattiva.

Si vive il calcio per quello che è: aggregazione, maestria e svago. Non per fare carriera o per far salire il proprio nome sulle testate giornalistiche, tantomeno per accaparrarsi modelle all’ultimo da esibire su Instagram. Se si sbaglia si finisce sull’asfalto, se si butta a terra un avversario non c’è nessun arbitro a intervenire e a farlo rialzare. È un mondo duro che richiede la sportività e la incita, accogliendo chiunque abbia voglia di mettersi in gioco e di misurarsi con il prossimo, senza barriere o pressioni.

Da tempo FIFA appariva lontano, distante. Le carte invitanti, e persistenti in FIFA 20, di Ultimate Team lasciano i giovani a vestire in giacca e cravatta, micro gestendo nomi altisonanti attraverso numeri, acquisizioni e mercato. Il calcio dell’uomo comune non è questo, non è lo scambio dell’icona dorata introvabile o la partita super competitiva del mondo esportivo, quello è un universo a parte che merita di essere vissuto da chi vuole diventare un professionista e trasformare la propria esperienza in qualcosa di ben più complesso.

Ma non tutti lo vogliono, non tutti desiderano avere a che fare con formazioni, dati statistici e soldi da amministrare. C’è chi ha la smania di mettere mano alla palla e c’è chi invece vorrebbe avere una rappresentanza maggiore per il calcio che vive, a prescindere dal proprio sesso o dalla conoscenza che si ha del mondo delle superstar. Volta è la risposta a queste richieste, ed è una risposta forte, decisa e di cui avevamo estremamente bisogno. Ne aveva bisogno anche FIFA per slegarsi dall’aura di inaccessibilità e complessità che aveva assunto negli ultimi anni, riportando il tutto al vero giocare che contraddistingue l’università dello sport su cui è basato.

Oggi come non mai, il calcio può essere un mezzo d’unione e sportività. Un mezzo che permette di creare spazi d’aggregazione in qualsiasi luogo possibile solo attraverso una palla e, se si vuole, due porte. Che siano due lampioni o la rete dell’Allianz Arena poco importa, la magia dello sport si diffonde a partire da chi lo vive e la respira. In Volta gli spalti diventano quindi i balconi dei palazzi antistanti, i giocatori dei semplici sportivi con il sogno di giocare in giro per il mondo, poco importa quale sia la fattura della partita: è questa la forma più pura del calcio. Electronic Arts torna finalmente con gli scarpini per terra, FIFA 20 è pronto a farci assaporare nuovamente la passione che ha accomunato sia i grandi campioni che i più piccoli giocatori in erba, portandocela proprio sotto il naso del nostro palazzo.

FIFA 20 uscirà il 27 settembre 2019 su PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. I pre-ordini aperti su Amazon!
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