Fields of Glory Kingdoms | Recensione - È vera gloria?
Nelle scorse settimane ci siamo immersi nel grand strategy di di AGEOD e Slitherine ambientato nei secoli successi al Grande Scisma.
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
Circa un mese fa abbiamo avuto l’opportunità di provare in anteprima una versione non definitiva di Fields of Glory Kingdoms. Un primo hands-on che ci aveva lasciato decisamente soddisfatti, portandoci a dichiarare come: “la storica saga non sembra aver perso la propria verve e pare avere davvero tutto ciò che serve per entrare nelle rotazioni di gioco degli amanti dei videogiochi grand strategy e dei 4X”. Ora, complice il rilascio della versione completa del titolo su PC lo scorso 4 giugno, ci siamo rituffati nell’opera di AGEOD e Slitherine e abbiamo avuto modo di sviscerarla in tutte le sue varie modalità.
Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
Una Europa tumultuosa
Ecco, sviscerare non è forse il termine migliore da usare in questo caso, dato che l’ultima fatica di AGEOD e Slitherine è talmente colma di meccaniche e dinamiche di gioco che sarebbe quasi presuntuoso lato nostro pensare di averle incontrate e sfruttate tutto fino al minimo dettaglio. Proprio la grande quantità di contenuti, miglioramenti e opzioni presenti in Fields of Glory Kingdoms è uno dei principali punti di forza del gioco, capace di tenere incollati allo schermo per centinaia di ore gli appassionati del genere. Quindi se siete dei fan dei grand strategy e ve lo stavate chiedendo, la risposta è si: in Kingdoms avrete decisamente di cui divertirvi.
Andiamo però con ordine: Fields of Glory Kingdoms è uno strategico facente parte della storica saga che negli anni ci ha regalato numerosi esponenti del genere degni di nota. Kingdoms è in particolare ambientato nei due secoli successivi al Grande Scisma avvenuto nel 1054, ossia alla divisione tra la Chiesa cattolica occidentale e quella ortodossa d’oriente. Un periodo particolarmente tumultuoso sul suolo europeo, colmo di divisioni tanto politiche quanto religiose, in cui il gioco ci getterà a capofitto mettendoci alla dura prova sotto ogni punto di vista.
Come insegna la Bibbia dei grand strategy, infatti, in Fields of Glory Kingdoms siamo chiamati a governare il nostro regno sotto ogni punto di vista, a partire da quello politico fino ad arrivare a quello militare, senza ovviamente dimenticare economia e religione, con quest’ultima che, dato anche il periodo storico trattato, assume una notevole importanza. Una missione non certo facile, soprattutto in tempi non esattamente tranquilli come quelli che ha vissuto il suolo europeo dopo il Grande Scisma.
Nel caso non siate dei grandissimi esperti del genere, insomma, ci sarà da sudare nelle prime ore, dato che verrete letteralmente sommersi da cose da fare, da considerare e da gestire. Tutto è infatti collegato, anche quella cosa all’apparenza più lontana e sconnessa. Non porre la giusta attenzione su qualcosa di in teoria secondario potrebbe infatti creare una reazione a catena, in grado di mettere in seria difficoltà il vostro impero.
Se non masticate grand strategy a colazione, non disperate in ogni caso troppo: sebbene Fields of Glory Kingdoms sia decisamente profondo e stratificato è anche maggiormente intuitivo rispetto a prodotti simili. Non aspettatevi certo di avere tutto chiaro in breve tempo, ma dopo qualche partita le innumerevoli interfacce cominceranno a diventare molto più facili da leggere e gestire correttamente.
I tutorial e una veramente grossa guida del gioco si rivelano in particolare più che utili in tal senso, anche se spesso e volentieri non riescono a coprire l’intero scibile del gioco. Anche studiandosi il numeroso materiale messo a disposizione da AGEOD, infatti, non si riesce a comprendere bene ogni singola meccanica e sono diverse le dinamiche lasciate scoperte. L’unico vero insegnante in Fields of Glory Kingdoms è quindi l’esperienza, che aumenta sempre più dopo ogni ora di gioco.
Comandare a 360 gradi
Passando ora più nel dettaglio in quello che è il gameplay vero e proprio, l’ultima fatica di AGEOD e Sliterhine è un grand strategy tutto sommato tradizionale, che si fregia però anche di qualche dinamica più che interessante. Della grande importanza dell’aspetto religioso, quasi pari rispetto a quello culturale di una nazione, abbiamo già parlato, con l’autorità che rappresenta invece un altro spunto di valore di Fields of Glory Kingdom.
L’autorità è una sorta di risorsa particolarmente limitata e preziosa, che consente di eseguire azioni uniche all’interno del gioco. Con essa, ad esempio, si può costruire qualsivoglia struttura anche in città non predisposte per averla o prendere altre decisioni in grado di modificare pesantemente il tessuto economico e politico del proprio impero. Sfruttarla nel modo corretto e al momento più appropriato diventa quindi essenziale per poter ambire alla vittoria finale.
L’aspetto economico e urbanistico del gioco si risolve spesso in un saper leggere e impostare nel miglior modo possibile i bonus dati da edifici e lavoratori. I nostri possedimenti si evolveranno infatti tra +1 e +2, con i nostri sudditi che verranno spostati come pedine dove possono rendere al meglio. Una gestione ad alto livello, quasi come se si avesse a che fare con un libro contabile più che con delle anime, ma che alla fine convince, anche soprattutto considerando il periodo storico in cui è ambientato il titolo.
Le battaglie, invece, tengono in considerazione vari fattori, come ad esempio la conformazione del terreno e le caratteristiche specifiche delle varie truppe, pur svolgendosi attraverso semplici lanci di dadi o con la risoluzione automatica. Nel caso possediate Fields of Glory II Medieval sarà poi possibile viverle con il decisamente più sviluppato sistema di combattimento del gioco, con tale meccanica che a nostro onesto avviso sarebbe però essere dovuta inserita per tutti all’interno di Kingdoms.
Inutile poi dire come in un gioco come quello di AGEOD sia necessario considerare con grande attenzione l’esercito da assoldare. Avere delle truppe è infatti costoso e spesso e volentieri possederne troppe si rivela più uno svantaggio che un vantaggio. Non neghiamo, ad esempio, di aver visto con grande sollievo la fine di una contesa non tanto per la gioia di aver annesso nuovi terreni al nostro regno, ma soprattutto per il fatto di poter così sciogliere qualche unità e far di conseguenza respirare le casse reali.
Non mancano poi rotte commerciali, alleanze, tradimenti e più in generale tutto quello che ci si aspetterebbe di trovare in un grand strategy. Per godervelo armatevi quindi di pazienza e di tanto tempo: complici anche i lunghissimi turni di gioco, infatti, passeranno decine e decine di ore prima di vedere la fine di una partita.
Aspetto tecnico
Piccola chiosa finale sull’aspetto tecnico e artistico: non aspettatevi certo qualcosa di avveniristico, ma il giusto comparto a supporto del gameplay senza farlo sfigurare. Decisamente di valore, invece, la scelta di creare ogni interfaccia e menu di gioco in pieno stile medievale, con certe schermate che paiono dei veri e propri arazzi.
Voto Recensione di Field of Glory Kingdoms
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Un grand strategy con tutti i crismi del caso
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Decisamente profondo e variegato
Contro
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Non per tutti
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Qualche meccanica poteva essere spiegata meglio
Commento
Informazioni sul prodotto
Field of Glory Kingdoms