Farming Simulator 19, che segue l’edizione 17 visto il “buco” dello scorso anno, si ripropone ancora una volta agli appassionati di simulazioni agricole di tutto il mondo, forte di un nome ormai di una certa importanza e della mancanza di una vera e propria alternativa sul mercato.
A ben vedere, conservato intatto lo spirito del prodotto, le sue peculiarità e alcune novità che non si mancherà di enunciare in articolo, questo ultimo videogioco rurale dimostra di sopravvivere proprio grazie a quanto detto in apertura. La mancanza di rivali, il nome blasonato e le aggiunte più furbe che intelligenti continuano a renderlo appetibile per il pubblico, ma le idee di rinnovamento e di una sincera volontà di miglioramento latitano.
Storia di un agricoltore
Per chi non lo sapesse, la serie si incentra sulla produzione agricola massiccia, dando la possibilità di controllare un singolo agricoltore all’interno di una mappa di gioco fissa, contraddistinta da diverse caratteristiche morfologiche, numerosi appezzamenti di terreno, negozi e altri contadini. Sebbene quindi il nostro alter ego si muova e si inserisca nel mondo di FS19 in maniera tangibile e fisica, allo stesso modo si deve tener conto di decine di features complesse e, soprattutto, automatizzabili.
Le colture a disposizione (tra cui va menzionato il cotone, vera new entry della saga) sono tantissime, tra loro abbastanza varie e sufficientemente realistiche. Attraverso un classico sistema piramidale l’abilità del giocatore si deve concentrare non tanto sull’attività pratica - chiaramente necessaria ma di indubbia facilità - quanto sulla capacità di gestire la catena produttiva in maniera efficiente ed economicamente vantaggiosa. Tendenzialmente, ogni singola pianta non solo necessita di cure specifiche, ma comporta anche delle scelte di realizzazione e vendita non indifferenti.
Tanto per fare un esempio: il frumento può generare - a seconda della mietitrebbia utilizzata e solo se previamente selezionata l’opzione - la paglia in fase di raccolto. Una volta preso il frumento vero e proprio quindi il nostro campo sarà sommerso da strisce di scarto, raccoglibili direttamente (e vendibili come mangime) oppure ammassabili in rotoballe. Già per questa prima fase, è evidente, bisogna capire quanto convenga acquistare o noleggiare il macchinario raccogli-erba, quello per le balle o ancora non raccogliere affatto.
Più nel dettaglio, le rotoballe possono essere create a pressione o con copertura elastica: in questo secondo caso la paglia è pronta per il processo di insilamento, ossia la creazione di insilato, un derivato della paglia usato come alimentazione per animali. A questo si collega infine il processo di preparazione della razione alimentare per bovini, un mix di paglia e insilato necessario per far sì che le mucche del nostro allevamento generino latte.
Come appena scritto quindi, per ogni tipo di produzione discendono diverse possibilità, per ogni possibilità sono necessari diversi attrezzi, il che comporta ulteriori costi (e una discreta capacità nel gestire il tempo a disposizione). Risulta ovvio dopo pochissime ore che guidare il proprio trattore o utilizzare uno spargiconcime siano l’ultimo dei problemi dell’agricoltore videoludico, che deve invece fare il conto con il conto in banca in rosso.
Sfide agricole per veri farmer
La difficoltà di Farming Simulator è il parametro più importante per cambiare la propria esperienza da tranquilla passeggiata in campagna a vero e proprio inferno del settore primario. Alcuni valori influenzano in maniera drastica la giocata: la presenza di erbacce inficia la crescita delle piante fino al 20% (e costringe a usare nuove macchine, oltreché nuovo tempo-lavoro), l’appassimento delle colture forza il giocatore a correre letteralmente da un campo ad un altro; a questo si aggiunge il danno alle piante dovuto al passaggio dei mezzi, il consumo di benzina, la necessità di rizollare e quella di utilizzare la calce viva. Tutti elementi selezionabili o meno, che come si può immaginare fanno passare il videogioco da casual a prettamente simulativo.
Sebbene i mezzi a disposizione siano tantissimi, tra cui molte new-entry, e le attività altrettante, non si può nascondere una certa delusione in merito alle meccaniche di guida, che pur complesse dal punto di vista delle peculiarità dei mezzi, rimangono davvero ben poco soddisfacenti. Certo, ogni macchina ha le sue caratteristiche uniche, sia come resa produttiva che come utilizzo (dalle braccia meccaniche, fino ai carrelli estendibili o alle seghe da legna), ma rimane il fatto che guidare sia noioso e poco realistico.
I trattori collidono malissimo con l’ambiente - che è praticamente indistruttibile - mentre i danni sono un semplice valore sul HUD, oltreché dipendenti quasi esclusivamente dall’usura. Frontali, cappottamenti e incidenti ferroviari neanche scheggiano i nostri macchinari, i quali tra l’altro si guidano in maniera identica ad esclusione della diversa trazione e velocità. Certo non si può pretendere dal titolo un (meraviglioso) mix con Euro Truck Simulator, ma dopo numerose sessioni tutte uguali in tal senso ci si aspettava molto di più.
Senza scendere più nel dettaglio, il gameplay di Farming Simulator 19 non manca di tutte quelle features già note ai giocatori di lungo corso, non mancando nemmeno di novità affini alle diverse produzioni agricole (molto gradevoli, per esempio, i cavalli). Quello che manca tantissimo però è un vero passo in avanti, capace di dare linfa vitale alla saga con novità concrete e coraggiose.
Di idee ce ne sarebbero molte: una migliore gestione dei lavoratori (non più automi senza cuore e limitati a poche attività, oltreché ben poco reattivi in caso di presenza di ostacoli, bensì veri e propri dipendenti a libro paga), una campagna che non sia semplicemente un grandissimo sandbox ma che possa dare un certo qual senso di progressione, una migliore gestione delle finanze e via discorrendo. Purtroppo però il titolo rimane immobile da questo punto di vista, potendo portare alla noia i meno avvezzi ai ritmi calmi e placidi della vita di campagna.
Un nuovo stupendo vestito
Se il gameplay quindi non si è scrollato di dosso i suoi vecchi limiti, l’aspetto grafico al contrario ha fatto veri e propri passi da gigante, anche grazie all’acquisizione di un motore di gioco proprietario. Le luci, soprattutto quelle naturali, sono ora molto più calde e piene, aiutando tantissimo ad immergersi nel gradevole mondo di gioco (anch’esso ben caratterizzato e per nulla vuoto). Stessa cosa per le macchine agricole, per le animazioni delle stesse e per i campi coltivati e gli animali da allevamento.
Un miglioramento davvero impressionante, che rende l’esperienza particolarmente coinvolgente dal punto di vista visivo. In generale, il mood di FS19 è per la prima volta attento a creare nel giocatore un senso di connessione con la natura circostante e con il lavoro della terra, un aspetto che delizierà sicuramente gli appassionati.
Poco da dire invece per quel che concerne gli aspetti più estetici - o meglio cosmetici per usare un’espressione più videoludica - che sono rimasti piuttosto minimalistici. Stessa cosa anche per il comparto audio, certo non il fiore all’occhiello dell’opera, ma che compensa con la possibilità di usare una propria playlist durante le diverse attività.
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