Evil West | Recensione - Un action western in salsa gotica
Flying Wild Dog torna sulle console e i PC con Evil West, titolo action ambientato in un vecchio west decisamente sui generis.
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a cura di Lorenzo Quadrini
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In sintesi
Flying Wild Dog torna sulle console e i PC con Evil West, titolo action ambientato in un vecchio west decisamente sui generis.
Flying Wild Dog torna sulle console e i PC dei videogiocatori con Evil West, titolo action ambientato in un vecchio west decisamente sui generis. Il videogioco cerca di mescolare le classiche vibrazioni della frontiera, con alcuni stilemi propri del genere horror-gotico e steampunk.
La Frontiera incontra i vampiri
Insomma, come si può notare già dall’incipit, Evil West è un po’ un “mappazzone” di generi, stili e approcci narrativi, il che non è un male di per sé ma può diventarlo se non si riesce a trovare la giusta quadratura. La trama del titolo parte in media res, seguendo le gesta di Jesse Rentier, figlio del direttore dell’omonimo Istituto. L’Istituto Rentier, all’interno di questa stravagante ucronia, opera negli Stati Uniti da molto tempo, preservando la brava gente americana dalle insidie delle “sanguisughe”, vampiri (chiaramente di tutti i tipi e di tutte le salse). L’Istituto, però, è vittima di un attacco brutale da parte dei succhiasangue, i quali hanno trovato un nuovo leader, capace di ribaltare le oscure e intricate tradizioni vampiresche a favore di audaci (ed azzardate) sperimentazioni genetiche. Insomma, il racconto prosegue su un tracciato ampiamente prevedibile e scontato, pur se avvantaggiato da alcuni personaggi di indubbio carisma. Il punto di forza della produzione, e credo che sia uno dei motivi principali dietro alla buona curiosità mostrata dal pubblico e dalla critica prima dell’uscita, è dato da questo far west stravagante e ibridato, pieno di riferimenti a generi ludico-narrativi completamente diversi dal classico western (che sia quello lirico americano o il più audace spaghetti western).
Purtroppo ritengo questa ibridazione, alla luce sia degli elementi di trama che degli elementi di gioco, davvero poco ispirata, soprattutto sul lato prettamente “west” - che andava certo rimescolato e ribaltato, ma che avrebbe dovuto trovare maggiore spazio e maggiore approfondimento, rispetto all’inserimento quasi forzato di citazioni sulla storia americana e di qualche revolver. Chiarisco subito: non è certo necessario per un gioco come Evil West offrire la qualità e la profondità della Torre Nera di King, ma è altrettanto vero che il lavoro di Flying Wild Dog non riesce a far emergere nessuna vibrazione, nessuna atmosfera che non sia già abusata e scontata. Meglio, invece, sul versante vampiresco, dove le sensazioni che la storia cerca di evocare - il disgusto, il ribrezzo, ma anche lo scontro tra mondi diametralmente opposti e incapaci di comunicare e convivere - è molto meglio esplicata.
Mi si potrebbe opporre, certo, che Evil West è un titolo tutto sommato caciarone, e che cercare chissà che qualità di intreccio o ambientazione sia fuori fuoco, rispetto al risultato globale. A questo punto, però, bisogna sottolineare che la struttura action del videogame - una sorta di shooter/picchiaduro dotato di albero delle abilità - non brilli anch'essa, pur risultando solida e di buon intrattenimento. In Evil West si approccia la Frontiera con l’ausilio di armi prese di peso dall’immaginario dei cow-boy, declinato in una salsa quasi steampunk, fatta di valvole, vapore e strani congegni elettrici. Le fasi di gioco, quasi esclusivamente votate allo scontro, possono essere divise in due: l’utilizzo del corpo a corpo, attraverso il quale infliggere danni ingenti e l’utilizzo delle armi da fuoco, dedicate ad eliminare al primo colpo solo alcuni nemici o per aiutarci negli scontri. La scelta di non inserire pistole ed affini al centro della scena, relegando le stesse ad un ruolo al più comprimario, declina Evil West in maniera abbastanza poco western, senza che questo infici però il divertimento dell’utente. L’azione si svolge in maniera frenetica, grazie al “gauntlet” dell’Istituto Rentier, una specie di enorme cazzottone metallico, capace di attirare o spingerci verso i nemici attraverso un raggio elettrico, per poi infierire in maniera brutale con una serie di combo, fatte sia di attacchi in mischia che di pistolettate a bruciapelo. Come già accennato, la componente shooter invece funge da strumento sinergico al combattimento ed alla gestione delle ondate, le quali non sono mai troppo impegnative, almeno a difficoltà normale (che è quella specificatamente definita dai developers come “ufficiale”).
Tecnicamente piatto
Evil West cerca poi di inserire dinamiche già note negli action contemporanei, come i bauli pieni di dollari od oggetti estetici ed alcuni collezionabili. Purtroppo, però, le mappe sono strutturate in maniera troppo semplice, svolgendo gli eventi su dei binari talmente scontati da eliminare la sensazione di “esplorazione” solitamente legata alla ricerca degli oggetti secondari. Ancora, non posso non criticare, blandamente ma inesorabilmente, l’approccio ai movimenti del personaggio, attraverso sequenze completamente scriptate (spingere A per sorpassare il baratro usando la corda e via discorrendo) e slegate in maniera esagerata dal contesto di gioco. La presenza di un albero delle abilità, nonché di alcuni potenziamenti acquistabili tramite l’utilizzo dei dollari, unita a dei combattimenti frenetici e pieni di tipologie differenti di mostri allevia la sensazione di cliché dovuta alla non ottimale riuscita di mappe e narrazione, intrattenendo e distraendo il giocatore dai difetti della produzione.
Tecnicamente Evil West appare piuttosto datato, ad esclusione di alcuni video CGI appariscenti e votati allo stile cinematografico. Purtroppo però si segnalano degli ambienti ripetitivi e poco curati dal punto di vista delle textures, oltre che infarciti di elementi decorativi a dir poco banali (capisco che a volte sia necessario infarcire le mappe di oggetti decontestualizzati, ma Evil West a volte sembra un diorama da luna park, e non lo dico in senso buono). Le animazioni, pur se accurate nei movimenti e nella resa degli scontri in mischia, risultano prive di mordente, Gli sviluppatori, inoltre, hanno deciso di evidenziare gli elementi interattivi in maniera talmente plateale da restituire una sensazione straniante e per nulla gradevole in termini di immersività e realisticità - qui chiarisco: non serve la riproduzione della realtà fattuale, ma è comunque utile per l’esperienza ludica almeno una certa plausibilità. Le musiche, infine, pescano a piene mani dallo standard imposto dal Maestro Morricone, senza lo stesso lirismo e senza la stessa qualità (ma questo è normale). Sebbene svolgano il loro lavoro, non riescono a recuperare il generale piattume descritto soprattutto per quel che concerne la trama e la costruzione visiva di Evil West.
Voto Recensione di Evil West - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Combattimenti frenetici e divertenti
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- Albero delle abilità corposo
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- Presenza del multiplayer
Contro
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- Tecnicamente banale
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- Storia scontata ed ambientazione west mal gestita
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- Mappe fin troppo sui binari
Commento
Evil West è un videogioco poco più che sufficiente, che non sfrutta praticamente nulla delle sue (buone) premesse per spiccare il volo o stagliarsi dal marasma di competitors di cui il mercato è pieno. Il punto di forza, ossia la fascinazione del pubblico per il selvaggio west, non viene approfondito, se non con cliché e luoghi comuni ampiamente superati - soprattutto se inseriti in un contesto più fantasioso e variegato come quello dei cow-boy contro i vampiri. La fortuna del titolo è il suo gameplay, non rivoluzionario, non eccezionale, ma indubbiamente divertente e frenetico. Considerando anche il comparto tecnico non entusiasmante, mi sento di consigliare Evil West solo agli appassionati degli action su binari o a chi ha necessità di un'esperienza ludica senza pretese. Segnalo la presenza di un multiplayer, che non è stato valutato per ovvie ragioni di mancanza di utenza nella fase di recensione e che potrebbe convincere qualche acquirente in più.