Nonostante il biennio da dimenticare, il settore del gaming competitivo ha resistito malgrado non si siano effettuati eventi dal vivo. Fortunatamente si sta ritornando ad un contatto con gli appassionati, gli addetti ai lavori e soprattutto ai videogiocatori.
Gli eventi dal vivo
Dal rapporto sugli Esports pubblicato da IIDEA per il biennio 2020-2021, si denota che il settore, per il 2022, è ripartito con uno slancio ancora più deciso. Un mercato ancora emergente, ricco di opportunità insieme agli eventi dal vivo che sono i principali fattori positivi per gli Esports.
L'Italia si sta sempre di più arricchendo di appuntamenti se consideriamo per esempio il Napoli Comicon, Lucca Comics & Games e la Milan Games Week. Oltre a questi ovviamente ci sono l'EIC con Apex Legends, GT Sport, Pokémon Unite e il Circuito Tormenta.
Ma i trend che possono trainare l'Italia sempre più negli Esports quali sono?
Il mobile gaming negli Esports
Ricordiamo che il gaming su dispositivi mobile dovrebbe raggiungere e superare i 3,07 miliardi di Dollari. Già adesso, siccome non può esser più considerato una novità, Publisher e sviluppatori guardano il gaming mobile con sempre maggior interesse, un poco come Blizzard ha fatto con Diablo, oppure Ubisoft con i prossimi The Division e Rainbow Six Siege.
Il gaming competitivo può rappresentare il principale mezzo attraverso cui ammaliare giocatori competitivi e appassionati di Esports. Davanti agli occhi abbiamo già molte esperienze di successo: basti pensare ai titoli che vantano da anni una scena Esports strutturata e stratificata come le IP Supercell, PUBG, Call of Duty e praticamente tutti i giochi di proprietà di Tencent.
Lo stream
Ovviamente l'Esports non è solo competizione ma anche concetto di intrattenimento. Questo biennio ha incrementato di base la voglia di iniziare a fare streaming e per chi facesse già parte di questo mondo ovviamente ha incrementato sempre di più l'utenza.
Tra Twitch (che detiene l'oltre 80% del mercato), YouTube Gaming e Facebook Gaming, lo streaming vale oltre due miliardi di dollari e crescerà fino a quota 3,5 miliardi entro il 2025, in questo gli Esports sicuramente hanno variabili positive per quanto riguarda non solo lo streaming dei team o dei giocatori singoli, ma anche lo streaming degli eventi.
Pensate all’investimento di sponsor endemici ma soprattutto non endemici che decidono di mettere il proprio marchio su squadre, giocatori e tornei, attratti da un’esposizione dal potenziale immenso e a costo ridotto per il marchio, tra l’altro incontrando una delle categorie di consumatori più difficili in assoluto: la Gen Z.
Opportunità lavorative
Questa crescita del settore ha portato, e sta portando, la creazione di nuovi posti di lavoro del tutto nuovi che prima o non esistevano oppure non venivano per nulla riconosciuti. Questo è dovuto anche al fatto che piano piano le organizzazioni Esportive sono diventate delle vere e proprie aziende, basti pensare ai Qlash, Mkers, Macko e molti altri. Insomma, ad acquistare valore non è più il giocatore o il team. O, almeno, non solo. Ad acquistare valore è il logo; il nome della società Esports, la riconoscibilità del marchio e della sua realtà.
La maggior parte delle organizzazioni, esattamente come avviene per le società sportive tradizionali, ha nel proprio organigramma medici, social media manager, psicologi, personal trainer, manager, esperti di comunicazione, tutti profili professionali inediti che permettono a chi cerca un impiego di mettersi in gioco sin d’ora, nonostante siamo ancora agli inizi, perlomeno in Italia.
Gli NFT
Nel gaming esistono da diversi anni, basti pensare al mercato che circonda lo skin trading in Counter-Strike: Global Offensive. Ad ogni modo, le organizzazioni possono promuovere il loro franchise attraverso ogni tipo di NFT: da una serie limitata di carte collezionabili dedicate ai propri giocatori a prodotti digitali veri e propri, come skin, messaggi o contenuti registrati e personalizzati dai pro player o dai content creator dell’org.
In questo modo si potranno produrre molteplici esiti positivi: affezione al brand, investimenti, inedite fonti di guadagno per la crescita e l'espansione dell’organizzazione e così via.
Se interi universi competitivi come CS:GO, VALORANT, FIFA, League of Legends, Hearthstone e Overwatch possono creare mercati NFT al loro interno, questi potranno beneficiare di una quantità di entrate ingente, così da trainare ancor di più la crescita e la sostenibilità dell'intero ecosistema trasformandolo in una delle industrie più ricche di sempre.