Epic Mickey Rebrushed è il gioco che volevamo nel 2010 | Recensione
Epic Mickey Rebrushed riprende l'opera più istrionica di Warren Spector e la riporta a nuova vita, sistemando i difetti del passato.
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a cura di Andrea Maiellano
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Epic Mickey fu allo stesso tempo un classico mancato per un soffio e una di quelle gemme che non potevano mancare nella libreria dei possessori dell’iconica Wii.
Uscito in esclusiva per la console di Nintendo, Epic Mickey si presentò fin da subito come un progetto interessantissimo. Warren Spector dietro le quinte, un art design cupo, alcune meccaniche di gioco decisamente peculiari per quell’epoca e la forte volontà di celebrare gli action platform degli anni 90, infilando Topolino in un contesto decisamente diverso dal solito.
Insomma una serie di ingredienti che sembravano proporre la ricetta perfetta, soprattutto considerando che in quel periodo su Wii non erano previste uscite analoghe (al netto di Donkey Kong Returns). Eppure Epic Mickey mancò l’obiettivo per un soffio, diventando solo un buonissimo primo capitolo di quella che tutti si sarebbero aspettati diventare una serie potenzialmente eterna, ma non riuscendo a risultare come quel classico che tutti si aspettavano.
I motivi furono tutti da ritrovarsi in una serie di lacune tecniche, specialmente sul versante dei comandi e della gestione della telecamera, che minavano quella che a tutti gli effetti si rivelò essere un’esperienza fresca e ricca di idee interessanti, al netto di alcune fasi eccessivamente dilatate.
La critica, comunque, premiò l’opera di Spector e il pubblico, al netto dei numerosi difetti presenti, apprezzò questa nuova visione del personaggio più famoso della Disney. Ovviamente Epic Mickey divenne un brand, ma non durò a lungo e si fermò dopo un disutibile capitolo per console portatili (che tentava di riprendere i fasti della serie Illusion) e un sequel che volendo proporre una serie di novità, senza badarsi di risolvere prima i problemi evidenti del primo capitolo, alla fine non riuscì a convincere sotto quasi nessun aspetto, decretando la fine della serie.
Quattordici anni dopo, però, THQ Nordiq ha deciso di riportare Epic Mickey sotto ai riflettori, consegnandolo nelle sapienti mani della software house Purple Lamp (che a più riprese hanno dimostrato di essere capaci di rispolverare a dovere le opere del passato) e coinvolgendo Warren Spector nel progetto.
Il risultato è Epic Mickey Rebrushed, una rivisitazione quasi totale del titolo del 2010 che, pur riuscendo a dimostrarsi un gioco davvero ottimo sotto molteplici punti di vista, forse si palesa sul mercato fuori tempo massimo.
Benvenuti a Rifiutolandia
La storia di Epic Mickey è decisamente brillante sotto molti punti di vista e comincia con un incidente fatto da Topolino mesi prima di diventare una star internazionale.
Intrigato dalla voce di uno specchio magico, il giovane topo lo attraversa nel cuore di una notte come tante, ritrovandosi nello studio del potente stregone Yen Sid (si il mago di Fantasia). Spinto da una curiosità molto infantile, accidentalmente devasta con una mescola di solvente e pittura un modellino sul tavolo, danneggiandolo irrimediabilmente e creando, suo malgrado, una creatura deforme composta da inchiostro.
In preda al panico, Topolino scappa via e ritorna a dormire, non curante di quanto appena fatto. Passano i mesi, e poi gli anni, la mascotte di Disney diventa un personaggio celebre in tutto il mondo ma, nel bel mezzo di una notte come tante, la tetra creatura attraversa lo specchio e trascina Topolino dentro al modellino che aveva distrutto anni prima.
Il povero topo si ritrova, suo malgrado, a Rifiutolandia (che nella versione originale risponde al nome ben più tetro di: Wasteland), una landa, oramai desolata, dove i personaggi dimenticati da Walt Disney vivevano serenamente, almeno fino all’arrivo della minaccia di Macchia Nera.
Armato solo di un pennello magico, capace di dissolvere o colorare il mondo animato di Rifiutolandia, Topolino partirà per un viaggio all'interno di una versione distorta di Disneyland, rivivendo i classici del passato di cui fu protagonista, rincontrando vecchi amici, acerrimi nemici e confrontandosi con Oswald, il coniglio fortunato che Walt Disney fu costretto ad abbandonare, prima di creare Topolino.
Oswald il coniglio fortunato è uno dei tanti personaggi creato da Walt Disney e Ub Iwerks. Realizzato un anno prima di Topolino, è stato il primo vero successo di Disney. Purtroppo., però, la licenza del personaggio era nelle mani della Universal (che ne aveva co-prodotto i cartoni a lui dedicati), motivo per il quale, Walt Disney, fu costretto ad abbandonare Oswald e a creare un personaggio nuovo.
Con questo incipit indubbiamente interessante, Epic Mickey Rebrushed riesce a tenere impegnato il giocatore per una quindicina, comoda, di ore, anche se siamo certi che stranierà molti giocatori delle nostre parti, visto che, facendo riferimento al periodo dei corti animati che durò dagli anni 20 ai 50, all’interno di Rifiutolandia non si troverà solo Oswald il coniglio fortunato ma anche personaggi che, almeno per noi italiani, non sono mai stati dimenticati, quali Clarabella e Orazio.
Metti la cera, togli la cera
Epic Mickey si erge su una meccanica di gioco tanto semplice, quanto efficace: attraverso il pennello magico, Topolino può spruzzare vernice e solvente in giro per Rifiutolandia. Con la prima può ridisegnare gli ambienti (rendendoli nuovamente tangibili e colorati), rendere docili alcuni nemici e, in linea di massima, riportare a nuova vita il parco oramai decadente; con il secondo, invece, potrà letteralmente far sparire porzioni di livello e dissolvere i nemici.
Il lato interessante di questa meccanica è la maniera davvero intellignte con la quale è stata implementata per tutta la durata dell'avventura, rispecchiando, almeno in parte, tutti quei tratti stilistici che hanno reso Warren Spector una figura chiave per il genere degli Immersive Sim.
Innanzitutto i livelli sono tutti pensati per far ragionare il giocatore su cosa dissolvere e cosa dipingere per poter risolvere puzzle ambientali, scovare segreti e proseguire nella storia, ma l'aspetto più interessante arriva quando si deve decidere come approcciarsi ai vari scontri: sfruttare la pittura può, difatti, rendere alleati i nemici e portare a termine gli scontri con alcuni boss in maniera persino pacifica. Allo stesso tempo, però, utilizzare la vernice renderà gli scontri più complessi rispetto che al dissolvere rapidamente i propri avversari con il solvente.
Laddove per esplorare a dovere i livelli sarà necessario bilanciare l'utilizzo di questi due strumenti, una meccanica di morale molto ben implementata si prodigherà nello spronare il giocatore a far prendere, e a far seguire per tutta l'avventura, una condotta morale a Topolino.
Durante la storia, difatti, il celebre topo si troverà a prendere delle decisioni tanto semplici quanto capaci di mutare completamente alcuni avvenimenti, precludergli l'ottenimento di alcuni oggetti e far mutare l'atteggiamento dei personaggi nei suoi confronti.
Volete un esempio? Se deciderete di usare un oggetto per scagionare un determinato personaggio, invece che barattarlo per un collezionabile che non potreste ottenere altrimenti, salterete una boss fight, otterrete un oggetto unico e nelle sezioni di gioco successive le varianti di quel personaggio non saranno ostili con voi.
Tutte queste decisioni che si pareranno di fronte a Topolino, non sono esageratamente impattanti in termini narrativi (purtroppo non potrete renderlo un personaggio totalmente malvagio se stavate pensando di farlo), ma riescono a modificare l'esperienza quel tanto che basta da rendere godibile un secondo playthrough, in modo da ottenere tutti i collezionabili e scoprire come cambiano gli eventi compiendo scelte diverse.
La magia di questa meccanica, però, risiede nella capacità di Spector di riuscire a far immergere completamente il giocatore all'interno di Epic Mickey, portandolo a seguire, quasi involontariamente, una condotta morale ben definita dall'inizio alla fine dell'avventura.
Per riuscire in questo scopo, Spector ha sfruttato il suo know how negli Immersive Sim, per riuscire, anche in un contesto decisamente più scanoznato qual'è quello proposto da Epic Mickey, a offrire un mondo di gioco che risulta comunque vivo e capace di spronare il giocatore a voler scoprire come i personaggi reagiranno alle azioni che compirà.
Una ritinteggiata necessaria
Epic Mickey, al netto di tutti questi aspetti, poggia le sue fondamenta sul genere degli action-platform, alternando aree da colect-a-thon, tipicamente anni 90, a sezioni in due dimensioni che strizzano fortemente l’occhio a quel Topolino Mania che, nel lontano 2994, divenne un piccolo cult del genere platform.
Proprio per questo motivo, la telecamera ingestibile e i controlli approssimativi presenti nella verisone originale di Epic Mickey, affossarono il titolo e gli impedirono di diventare un classico senza tempo.
Risulta quindi naturale che i primi elementi che Purple Lamp ha voluto sistemare in questa rivisitazione, siano stati proprio questi. In Epic Mickey Rebrushed Topolino ha a disposizione un ventaglio di comandi molto più consono al genere di appartenenza e, finalmente aggiungeremmo noi, ognuno di questi risulta reattivo come ci si aspetterebbe da una produzione del genere.
Gli sviluppatori, finalmente liberi dalle limitazioni imposte da Wii Remote e Nunchuk, hanno deciso di sfruttare lo spostamento della visuale, e i grilleti del controller, per indirizzare gli spruzzi di vernice e hanno aggiunto alla lista di mosse di Topolino, un comodo sprint e uno scatto direzionale utile per uscire dalle situazioni più complesse.
Il risultato è, innegabilmente, ottimo, ma si scontra con un game design che non sembra essere stato aggiornato di conseguenza. Molti puzzle ambientali risultano più semplici, o meno frustranti, rispetto al titolo originale e alcune soluzioni di level design si sgretoleranno nelle mani di giocatori affini al genere, visto che combinare sprint, salti doppi e attacchi in salto, permette a Topolino di coprire delle distanze in volo che erano semplicemente impossibili da raggiungere nella versione originale del gioco.
Come per i controlli di gioco, anche la telecamera è stata rivista completamente ed è migliorata drasticamente rispetto al gioco originale. Chi non ha mai avuto modo di giocare all’Epic Mickey del 2010 non capirà cosa vogliamo dire, ma per tutti gli altri vi annunciamo che finalmente la camera segue a dovere Topolino, risponde perfettamente alle correzioni apportate con l’analogico destro e, al netto di alcuni corridoi molto stretti o di momenti in cui “virtualmente” si trova costretta contro degli oggetti, tende sempre a dimostrarsi precisa nel seguire l’azione di gioco.
Le migliorie, però, non si fermano qui visto che Epic Mickey Rebrushed è una di quelle produzioni che stanno a metà strada fra la “remastered” e il “remake”. Come per tante operazioni analoghe, anche in questo caso Purple Lamp ha preso lo scheletro originale del gioco e ha rifatto praticamente tutto da zero, dai modelli poligonali dei personaggi, fino alle ambientazioni.
Il risultato è incredibile sotto molteplici aspetti, soprattutto per quanto riguarda le varie ambientazioni del gioco che, non essendo più vincolate ai limiti tecnici imposti dalla Wii, ora riescono a esprimere tutta quella decadenza che Warren Spector riusciva a trasmettere negli artwork che hanno ammaliato migliaia di giocatori nell’arco di tutti questi anni.
La cura dei dettagli riposta da Purple Lamp in questa operazione è incredibilmente elevata (anche se per chi non ha mai provato il gioco originale molte accortezze non saranno percepibili) ma, purtroppo, come anticipavamo all’inizio di quest’analisi, ci sono aspetti che non potevano essere cambiati, se non realizzando un remake totale del titolo, e che affossano, almeno parzialmente, Epic Mickey Rebrushed.
Su quale piattaforma giocare Epic Mickey Rebrushed
Abbiamo potuto provare Epick Mickey Rebrushed su PC, PS5 e Nintendo Switch e, senza ripensamento alcuno, vi possiamo dire che se avete modo di scegliere, vi consigliamo caldamente di giocarlo su PlayStation 5. Il motivo di questa decisione è molto semplice: la versione per console di Sony (e di Microsoft visto che la software house ha confermato le stesse performance) è quella meglio ottimizzata. Gira a una risoluzione di 4K con un framerate ancorato a 60FPS, i caricamenti sono molto rapidi e, differentemente dalla versione per PC, non presenta stutter nei filmati e un’ottimizzazione più sommaria del codice finale. La versione per Nintendo Switch, invece, è un compromesso che, pur rimanendo godibile in ogni suo aspetto (il gioco lo abbiamo terminato proprio sulla ibrida di Nintendo visto che eravamo fuori porta) gira a una risoluzione di 720p/1080p (dipende se lo giocherete in mobile o “docked”), con un frame rate bloccato a 30FPS, dettagli grafici al minimo e caricamenti eccessivamente lunghi, al punto da rompere in maniera fin eccessiva il ritmo di gioco.
Artisticamente impressionante
Tutto quello che concerne l'art direction di Epic Mickey Rebrushed rimane, tutt'ora, un qualcosa di mai visto prima nell'immaginario Disney. A un primo colpo d'occhio, potrebbe sembrare la più classica fra le riproposizioni dello stile reso celebre da Tim Burton, ma ben presto ci si rende conto che si tratta di qualcosa di completamente diverso.
Dai dettagli più piccoli, quali Topolino che sgocciola inchiostro costantemente come se fosse una creatura informe priva di corpo, fino alla decadenza di Rifiutolandia che traspare anche quando la si rimette a nuovo a colpi di vernice, mostrandosi come una pallida copia di Disneyland dove i personaggi confinati al suo interno vivono una vita di apparente felicità, tutto riesce a restituire delle sensazioni discordanti.
Lo stesso personaggio di Oswald, che a un occhio meno attento sembra descritto in maniera superficiale, viene caratterizzato durante tutto il corso dell'avventura dalle ambientazioni di gioco e dalle brevi descrizioni cariche di stima che gli altri personaggi gli riserveranno costantemente. Un parco giochi, simile in tutto e per tutto a Disneyland; costruito con l'unico scopo di sentirsi realizzato e di vivere una realtà immaginaria dove è lui ad aver ottenuto il successo di Topolino, non venendo invece dimenticato da Walt Disney.
Le musiche dissonanti, simili a un carrilon rotto, riprendono quelle che si sentono costantemente in un parco a tema Disney, le giostre sono le stesse (anche se qui sono state ricostruite con messi di fortuna, e persino gli animatronic riprendono le fattezze dei migliori amici di Topolino, in modo da garantire anche al congilio fortunato dei fidati compagni analoghi a quelli del più celebre topo.
Difficile non provare una costante tristezza nel realizzare, scenario dopo scenario, come Warren sia riuscito a donare delle emozioni a un cartone animato dimenticato e questo, a mani basse, è uno dei pregi maggiori di Epic Mickey.
Cosa non funziona più
Per quanto Epic Mickey Rebrushed sia un opera di restauro encomiabile, come accennavamo in apertura a questa recensione, arriva leggermente fuori tempo massimo, visto che si porta con se tutte quelle scelte di game design che potevano funzionare ancora nel 2010, ma faticano a convincere appieno quattordici anni dopo, specialmente quei giocatori che si avvicineranno al gioco per la prima volta.
La struttura di gioco, che molto banalmente alterna pedissequamente aree tridimensionali, con al loro interno obiettivi principali, secondari e collezionabili, a sezioni bidimensionali molto brevi e votate al platforming più puro, alla lunga ci rendiamo conto che stanca per la ridondanza con cui alterna le due formule.
Alla stessa maniera, molte soluzioni dettate dai limiti tecnici della Wii, permangono anche in questa versione, la quale però arriva sul mercato 14 anni dopo, per macchine da gioco più performanti e, soprattutto, per un’utenza molto più smaliziata e abituata a soluzioni meno anacronistiche.
Una manciata di missioni secondarie risultano ancora approssimative nel loro svolgimento, con indicazioni confuse o con risoluzioni che sembrano quasi casuali.
I caricamenti fra le varie sezioni sono ancora presenti, risultano fin troppo anacronistici considerando le dimensioni della produzione, e, in linea di massima, si percepisce sovente un’assenza di armonia fra le varie sezioni del gioco.
È grave? No. Epic Mickey Rebrushed è un action-platform che funziona a dovere oggi come allora e che riesce a far soprassedere sulle sue anzianità in virtù di un gameplay immediato, fresco, divertente e adornato da un art-direction di primissima fattura.
Sicuramente, però, se i giocatori più giovani non contestualizzeranno propriamente Epic Mickey Rebrushed (ovvero non comprenderanno appieno che si tratta di una produzione di 14 anni fa tirata a lucido il più possibile), si troveranno in alcune occasioni ad inarcare il sopracciglio in senso di disappunto.
Per chi, invece, godette del titolo nella sua versione originale, questa è indubbiamente la versione migliore di Epic Mickey, capace di enfatizzare a dovere quel level design che venne minato da una serie di evidenti difetti tecnici, e di presentare la follia visionaria dell’opera di Warren Spector, nella migliore veste grafica possibile.
Voto Recensione di Epic Mickey Rebrushed
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
Epic Mickey come doveva essere nel 2010
-
Art direction incredibilmente ispirata
-
Gameplay fresco, divertente e assuefacente
Contro
-
La camera non è ancora perfetta
-
Alcune soluzioni di game design sono invecchiate male
-
Il rinnovato sistema di controllo lo rende effettivamente più semplice
Commento
Informazioni sul prodotto
Epic Mickey Rebrushed