Poco meno di una settimana fa siamo volati a Parigi, dove, assieme ad altri fan delle opere di FromSoftware, abbiamo potuto provare una “build contenutistica” (vi spiegheremo a breve cosa significhi) della attesissima espansione di Elden Ring: Shadow Of the Erdtree.
Volendo riassumere, con una semplice frase, le tre ore spese assieme all’espansione, potremmo dirvi che FromSoftware non ha mentito quando ha detto che si tratta del contenuto aggiuntivo più grande che abbiano mai realizzato, così come comprendiamo come mai Miyazaki si limitò a dichiarare che nessuno gli avrebbe creduto se avesse detto quante ore di gioco sono necessarie per completare ogni aspetto di Shadow Of The Erdtree.
Prima di iniziare, però, se siete parte di quelle persone che non amano alcun tipo di anticipazione, vi consigliamo di guardare il video che trovate qui di seguito, dove abbiamo volutamente mantenuto la discussione il più possibile “spoiler free” in modo da venire incontro a chi vuole conoscere qualche aspetto ma senza scoprire troppo in merito a lore, boss fight e dettagli sulla trama.
Un’espansione end-game
Cominciamo con il dettaglio potenzialmente più importante di tutti: per poter accedere a Shadow Of The Erdtree, è consigliato avere un livello pari a 150 (almeno per quanto riguarda il NG) ed aver battuto Mohg, in quanto per addentrarsi nel Realm Of Shadows (la traduzione italiana non ci è ancora stata comunicata ufficialmente) dovrete tassativamente toccare la mano di Miquella.
Inoltre, ma stiamo attendendo conferme ufficiali da parte di Bandai Namco, pare che sia necessario aver sconfitto Godrick, Rykard e Radahn, per poter accedere all’espansione.
Se speravate, quindi, di saltare direttamente alla boss fight con il signore del sangue, potreste incappare in una spiacevole sorpresa, motivo per il quale vi consigliamo, se al momento non avete un salvataggio che soddisfi questi requisiti, di portarvi in pari prima dell’uscita di Shadow Of The Erdtree, in maniera tale da non ritrovarvi impossibilitati a giocare al day one.
Contenutisticamente impressionante
Chiarito questo importante aspetto, non appena accederete al Realm Of Shadows vi troverete di fronte a una mappa di dimensioni decisamente vaste e capaci di restituirvi le stesse sensazioni della vostra prima visita a Sepolcride. La prima area di gioco, che nella nostra build era limitata a un’area circoscritta, ha delle dimensioni pari a tre quarti della superficie totale di Speolcride, il che dovrebbe farvi capire quanto grande potrebbe rivelarsi Shadow Of The Erdtree.
Nella porzione di mappa a nostra disposizione erano presenti tutti quegli aspetti che hanno reso iconico l’open world di Elden Ring: NPC sparpagliati sulla mappa e pronti a fornirvi indicazioni in merito alla lore, garantirvi delle missioni secondarie dai contorni molto criptici o, semplicemente, vendervi qualche oggetto per aiutarvi nella vostra avventura.
Tutto, come immaginabile, ruota attorno alla misteriosa figura di Miquella ma per quanto abbiamo potuto conoscere i primi dettagli in merito alla trama dell’espansione, preferiamo lasciarvi scoprire da soli come questo mondo parallelo, e i suoi abitanti, siano stati inseriti all’interno della storia di Elden Ring.
Se dovessimo muovere una lievissima critica, considerando che si tratta di un’espansione accessibile durante l’ultimo terzo del gioco, forse avremmo preferito che gli eventi venissero collegati direttamente con il finale della storia, invece che poco prima delle fasi finali del viaggio del nostro Senzaluce, abbiamo sempre mal digerito le espansioni che si pongono come un contenuto aggiuntivo pre-epilogo, ma nel caso di FromSoftware, e nello specifico di Shadow Of The Erdtree, da sempre le loro espoansioni si pongono come delle aggiunte alla storia perfettamente godibili anche post end-game. Indubbiamente, però, proviamo un po’ di invidia per chi giocherà per la prima volta Elden Ring nella sua Definitive Edition e si troverà a fruire di Shadow Of The Erdtree prima di addentrarsi nelle fasi finali del loro viaggio.
Tornando alla nostra esperienza diretta con l’espansione, abbiamo apprezzato che, così come si può spostarsi rapidamente fra i due regni presenti nel gioco principale, si può viaggiare rapidamente in qualsiasi punto della mappa originale anche mentre si visita il Realm of Shadows.
Per quanto riguarda le ore spese assieme all’espansione, siamo rimasti sorpesi da come ognuno dei partecipanti a questa sessione a porte chiuse, abbia vissuto un’esperienza diversa.
Noi siamo riusciti a visitare due main dungeon, e a scontrarci con i rispettivi boss principali dell’avventura, altri si sono persi nelle lande desolate del Realm Of Shadows, affrontando creature enormi, scovando segreti, visitando chiese demolite e cercando caverne opzionali che gli fornissero nuovo equipaggiamento.
Come avrete capito la gestione dell’open world è analoga a quella del gioco principale e le cose da fare non mancano assolutamente. Potenzialmente nemmeno col doppio delle ore a nostra disposizione saremmo riusciti a visitare ogni anfratto e a scovare ogni segreto presente in quella porzione di mappa.
Un nuovo modo per salire di livello
Venendo all’aspetto più curioso di Shadow Of The Erdtree, possiamo confermarvi che esistono due nuovi oggetti (denominati Scadutree fragments) che definiranno quanto il vostro Senzaluce potrà confrontarsi con le minacce del Realm Of Shadows.
Questi frammenti, reperibili in quantità limitate durante l’avventura, potranno essere bruciati nei falò e permetteranno di ottenere due diverse tipologie di Scadutree blessing. La prima garantirà un’aumento di tutte le protezioni alle offensive nemiche in maniera indistinta, la seconda si occuperà di migliorare gli aspetti offensivi del Senzaluce e, soprattutto, di potenziare le Ceneri.
I buff acquisiti bruciando i frammenti verranno indicati attraverso una nuova colonna presente nella finestra di stato del vostro personaggio e saranno effettivi, e visibili, esclusivamente quando si entrerà nel Realm Of Shadows.
Al momento non ci è stato confermato se il livello del personaggio abbia una qualsivoglia valenza all’interno dell’espansione, ma possiamo dirvi che i nemici presenti al di fuori dell’area dove ci si scontra con Mohg, non sono minimamente paragonabili, in termini di forza e resistenza, a quelli che abbiamo dovuto affrontare all’interno del Realm Of Shadows.
Sono bastati pochi metri spesi all’interno di un suggestivo prato erboso, costellato da una miriade di lapidi fatte di luce, per venire attaccati da un nemico rapido e letale, capace di metterci fuori combattimento con soli tre colpi e in grado di accusare diverse combo complete prima di venir debellato. Una situazione che non si è rivelata unica nel suo caso, ma che si è riproposta più e più volte durante tutta la nsotra prova, facendoci capire che i nemici presenti in Shadow Of The Erdtree, rappresenteranno una sfida particolarmente ostica anche per i giocatori più navigati.
Una build contenutistica
Prima di raccontarvi la nostra esperienza diretta con le nuove creature che popolano il Realm Of Shadows è doveroso che vi riportiamo ciò che ci è stato spiegato durante la nostra prova.
Abbiamo volutamente speso qualche minuto a parlare con i team europei di Bandai Namco e FromSoftware presenti all’evento per capire se gli aspetti che risultavano evidentemente sbilanciati fossero così anche nella versione finale del gioco.
La risposta è stata ovviamente negativa e ci è stato spiegato che non solo stavamo testando una build non recente, ma che quest’ultima era pensata principalmente per presentare esclusivamente alcuni dei contenuti iniziali dell'espansione.
Le armi a disposizione dei vari personaggi sono state inserite per mostrare le nuove categorie introdotte con l’espansione e gli unici combattimenti effettivamente bilanciati a dovere erano quelli contro i primi due boss principali.
Tutto il resto andava considerato come puramente indicativo… e per certi versi meno male, visto che ogni singolo nemico era dotato di un’aggro praticamente infinita, capace di fargli seguire il nostro personaggio all’interno di un intero dungeon senza mai mollare la presa.
Questo è stato solo uno dei molteplici aspetti che, li per li, ci hanno fatto sorridere ma, allo stesso tempo, ci hanno portato a chiedere al team se fosse una build definitiva.
Per farvi qualche altro esempio: nemici semplici che attaccavano a raffica con un intervallo fra le offensive così breve da non permettere alcun tipo di reazione; critici che, in molteplici casi, restituivano 1 di danno; alcune armi che non facevano danno efficace pur essendo potenziate al massimo, mentre altre letteralmente “scioglievano” gli avversari; nemici giganti apparentemente immortali e così via.
Insomma una build ottima per realizzare video divertenti ma che, senza le dovute indicazioni da parte dei presenti all’evento, ci avrebbe fatto dubitare dello stato attuale dell’espansione.
Tante nuove armi
Shadow Of The Erdtree introduce oltre cento nuove armi utilizzabili all’interno sia dell’espansione, che del gioco originale. La novità, però, è che con questi nuovi strumenti di morte, sono state introdotte anche numerose categorie inedite di armi.
Durante la nostra prova abbiamo avuto modo di provare i coltelli da lancio, le sciabole reverse, le zampe da orso, le fasciature da mani e alcune spade molto particolari, tutte armi che si portavano in dote dei moveset completamente inediti capaci di fornire nuovi approcci ai giocatori.
Per farvi qualche esempio: i coltelli da lancio sono una arma pensata per essere usata senza scudo, sfruttando l’impugnatura a due mani (che per chi non lo sapesse si attiva premendo Triangolo/Y + R1/RB) per usare entrambi i coltelli e inanellare combo a distanza precise e letali.
Il range dei coltelli e analogo a quello delle fruste, in maniera tale da bilanciare il fatto che le munizioni siano infinite ed evitare che i giocatori stiano troppo lontani dall’azione di gioco. La Weapon Art consiste in un coltello caricato, in questo caso con range infinito, capace di far barcollare per mezzo secondo l’avversario, interrompendone l’attacco se il coltello lo colpisce prima della finestra d’affondo. Insomma un’arma pensata per appagare tutti gli amanti delle build con arco e frecce ma alla ricerca di qualcosa di più frenetico e dinamico.
Le fasciature, così come le zampe da orso, trasformano il Senzaluce in un Glass Cannon, ovvero in un personaggio capace di fare tantissimi danni corpo a corpo (sfruttando due moveset completamente diversi) in breve tempo, ma di ritrovarsi conseguentemente esposto in mainera eccessiva, rischiando di venir eliminato alla prima distrazione.
Le sciabole reverse, invece, si sono rivelate fantastiche da usare sia a una che a due mani. Trattasi di due lame curve impugnate al contrario, ovvero con le lame rivolte alle spalle del giocatore, corredate da un movset che, se usate a due mani, presentano una elegante danza fatta di passi diagonali, affondi, schifate e fendenti. Un mix letale che permette, nelle giuste mani, di concatenare attacchi e azioni difensive indubbiamente letali e insidiose.
Abbiamo anche potuto provare alcune nuove armi uniche, nella fattispecie due tipologie di spade con la loro rispettiva Weapon Art, che si sono rivelate “sbagliate” al punto da rendere fin troppo facili alcuni scontri. Sappiamo che si tratta di armi reperibili nelle fasi avanzate dell’espansione, così come siamo stati rincuorati che non saranno così tanto sbilanciate nella versione finale di Shadow Of The Erdtree, motivo per il quale preferiamo non anticiparvi niente, almeno fino alla nostra futura recensione.
Tanti nuovi nemici
Come per le armi, anche in termini di nemici quanto provato di Shadow Of The Erdtree non ci ha deluso. Come vi anticipavamo poc’anzi, fin dalle prime fasi di gioco si viene accolti da una nuova creatura particolarmente letale e fastidiosa, così come per tutta la durata della nostra prova abbiamo incontrato un sacco di volti nuovi, decisamente poco simpatici.
Sia chiaro, sono presenti anche i vecchi nemici, ma, al netto di una moltitudine di cani indemoniato, la loro presenza è stata molto ridotta. Non possiamo sapere se sarà così per tutta la durata dell’espansione, ma l’ aver visto così poco riciclo di avversari ci ha fatto decisamente piacere.
Ovviamente ci sono alcune reskin, ma si sono limitate alle ombre che popolano le pianure della prima area del Realm Of Shadows, le quali ricordano una versione fantasma degli schiavi che si potevano incontrare per tutta Sepolcride.
Discorso completamente diverso, invece, per i primi due boss principali del gioco, i quali non solo ci hanno offerto una degna sfida ma si sono presentati in ottima forma sia per quanto riguarda il character design che per quanto concerne i pattern d’attacco. Il primo era un leone di pietra danzante, il quale poteva ricoprire rapidamente delle distanze particolarmente generose e attaccare rapidamente muovendo il suo corpo in maniera analoga ai draghi di cartapesta cinesi. Una creatura molto grossa e veloce, capace (come da prassi n.d.r.) di mandare i crisi la telecamera, giocando sulla confuione per disorientare il giocatore. Al netto di questo, però, tutti i suoi attacchi si sono rivelati perfettamente leggibili e la sua, gentilissima, capacità di alternare rapidi attacchi fisici a devastanti attacchi elementali ad’area (che ricoprivano ogni tipologia di elemento conosciuta all’uomo), lo hanno reso una boss fight indubbiamente interessante e appagante.
Il secondo boss, invece, si è rivelato molto più tecnico. Si trattava di un cavaliere dotato di due spade elementali, capace di attaccare molto rapidamente e spostarsi in maniera sinuosa come la celebre Danzatrice della Valle Boreale. Un moveset leggibile ma molto rapido, capace di mettere alle strette anche i giocatori navigati e con una fase finale che toccava vette inedite per quanto riguarda lo sfruttare i movimenti a disposizione del Senzaluce. Una bellissima boss fight ma che non volgiamo anticiparvi eccessivamente per non rovinarvi la sorpresa.
Tirando le prime somme
Non abbiamo voluto dilungarci troppo analizzando le ambientazioni esplorate durante la nostra prova perché, fino a che non abbiamo potuto osservare uno scorcio della seconda parte della mappa, le prime impressioni sono state molto altalenanti.
Da una parte abbiamo apprezzato la continuità con le prime aree del gioco, mentre dall’altro lato le scelte stilistiche ci sono sembrate una sapiente mescola fra Sepolcride e la Ring City di Dark Souls 3, niente di male, sia chiaro, ma nemmeno quel tipo di differenziazione a cui ci ha abituato FromSoftware nel corso degli anni. Come dicevamo, però, già dalla seconda area le cose sembrano cambiare sostanzialmente, motivo per il quale abbiamo parecchia fiducia nei confronti del risultato finale in termin idi art direction.
Per quanto riguarda, invece, Shadow Of The Erdtree, penso che quanto detto finora basti per farvi capire che siamo stufi di attendere e che dopo tre ore passate nel Realm Of Shadows, l’unica cosa che vogliamo e starci molto molto di più.