E3 2020 cancellato: cosa succede ora?

La prossima edizione di E3 è stata cancellata: quali scenari attendono il mondo del gaming oggi? Riflettiamoci insieme, analizzando tutti i casi possibili.

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a cura di Michele Pintaudi

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Appena un mese fa, nessuno si sarebbe potuto immaginare lo scenario di emergenza che il mondo si trova a fronteggiare oggi. Il Coronavirus, che fino a poco tempo fa sembrava così lontano, è divenuto un problema concreto anche per la società occidentale, che è stata in breve tempo travolta da una delle minacce dal maggior impatto di questa generazione. Il periodo di quarantena iniziato da ormai una settimana durerà, molto probabilmente, anche più del previsto al fine di eliminare totalmente il virus: a tal proposito va detto come in molti, anche all’interno della community dei videogiocatori, si siano organizzati al fine di rendere produttivo questo periodo di temporanea reclusione.

Per fare definitivamente chiarezza su cosa si può e su cosa non è possibile fare, noi di Tom’s Hardware abbiamo poi voluto stendere questo vademecum che riassume in maniera semplice e completa il contenuto delle ultime normative sulla questione.  Ciò che vogliamo fare oggi è riflettere insieme su una tematica, sempre relativa al mondo del gaming e del Coronavirus, che ha suscitato sorpresa e sgomento nei videogiocatori di tutto il mondo: la cancellazione, ormai inevitabile, della prossima edizione dell’E3 di Los Angeles.

Un evento da sempre al centro dell’industria videoludica, nel quale sono state scritte vere e proprie pagine di storia legate al medium stesso, oggi si vede cancellato per cause di forza maggiore: cause che, sia chiaro, non potrebbero essere più legittime. Dal punto di vista del mercato del videogioco sorge dunque spontanea una domanda: e adesso?

No E3, no party?

Dopo attente consultazioni con i nostri partner riguardo alla salute e alla sicurezza di ogni membro dell’industria – ovvero i nostri fan, i dipendenti e gli espositori  – abbiamo preso la difficile decisione di cancellare l’E3 2020, precedentemente previsto per il 9-11 giugno a L. A.

Con poche e semplici parole il comunicato di ESA, ente organizzatore di E3 e di altri eventi legati al mondo dell’entertainment, va a confermare il sospetto che in molti nutrivano ormai già da qualche giorno: una decisione che, seppur nell’aria e quantomai prevedibile, ha comunque lasciato sorpresi i videogiocatori di tutto il mondo. Dal 1995 E3 è infatti una costante, un appuntamento centrale e immancabile per una delle community più affezionate nel panorama dell’intrattenimento: una cancellazione così improvvisa è dunque qualcosa di molto doloroso, per tutti.

Una cocente delusione che però, come detto, è assolutamente motivata: E3 attira da sempre decine di migliaia di appassionati da tutto il mondo, e permetterne lo svolgimento anche quest’anno avrebbe significato mettere a repentaglio salute e sicurezza di un numero spropositato di persone. Giusto così dunque, ma come reagirà il mercato dei videogiochi adesso? Non dimentichiamo che si tratta dell’anno delle nuove console e, nonostante l’assenza di Sony fosse già stata annunciata mesi fa, è ora evidente quanto Microsoft abbia perso quello che era forse il palco più importante su cui presentare la nuova Xbox Series X.

Con un improvviso rallentamento nella fase di promozione – e, con tutta probabilità, anche di produzione – non è così remota la possibilità di un rinvio delle nuove console, altra scelta dolorosa ma che Sony e Microsoft stanno indubbiamente valutando negli ultimi giorni. Se, anche alla luce della cancellazione di E3, ciò dovesse verificarsi davvero ci troveremmo di fronte a una situazione quantomai singolare: i requisiti di sistema e molte delle caratteristiche di base delle nuove console sono già infatti note al pubblico – sia Sony che Microsoft hanno rilasciato, negli ultimi giorni, informazioni molto importanti in proposito - e ciò porta i due colossi dell’industria del gaming verso una problematica fino a qui non troppo rilevante. Il rinvio dei nuovi dispositivi potrebbe infatti significare lanciarli sul mercato in un secondo momento, quando ormai non sarebbero più così all’avanguardia.

Senza voler sollevare la consueta polemica legata al confronto tra i PC e le console, che dopo tutti questi anni sta iniziando a risultare stantia e sempre più priva di vere argomentazioni da entrambe le parti, emerge dunque un quesito molto importante: avrebbe senso mettere sul mercato delle console “già vecchie”? Probabilmente la differenza in tali termini sarebbe di portata molto ridotta, ma è anche vero che in ambito tecnologico anche soltanto un mese può risultare un’eternità. È fondamentale dunque, per Sony e Microsoft, pianificare un’attenta strategia tesa a fornire un supporto post-lancio che vada a ottimizzare le prestazione delle console a discapito degli hardware offerti.

L’entità del rinvio potrebbe poi influenzare la produzione stessa: nel momento in cui esso si rivelasse superiore ai sei mesi, slittando dunque fino all’estate 2021, potrebbe rivelarsi necessario un intervento anche dal punto di vista progettuale. Nulla di stravolgente, anche alla luce del fatto che si tratti di progetti già avviati e anzi in dirittura d’arrivo. E3 insomma sarebbe stato un ottimo banco di prova per Xbox Series X, al quale Sony avrebbe con tutta probabilità risposto con una presentazione in stile Nintendo Direct capace di entusiasmare allo stesso modo i fan da tutto il mondo. Al momento, però, le cose importanti sono altre: le nuove console possono anche aspettare, e in ogni caso siamo certi che PlayStation 5 e la nuova Xbox sapranno, a tempo debito, soddisfare tutti i giocatori in trepidante attesa.

Questione di… Rinvii!

La cancellazione di E3 2020 potrebbe dunque portare a un cambio di strategia per quanto riguarda promozione e distribuzione delle nuove console, che però non sono gli unici prodotti attesi per i prossimi mesi. Il calendario delle prossime uscite è infatti al momento molto ricco con titoli che vanno da The Last of Us Part II a Resident Evil 3, passando per Final Fantasy VII Remake e Ghost of Tsushima: e se una o più di queste opere dovesse riscontrare dei problemi analoghi a quelli citati in precedenza?

Nel momento in cui venissero applicate delle norme ancor più restrittive sulla circolazione di merci “non essenziali”, i videogiochi sarebbero certamente tra i primi prodotti a esserne colpiti. Di conseguenza la distribuzione a livello globale dei titoli in questione risulterebbe difficoltosa, e le grandi software house sarebbero costrette a fronteggiare rinvii a pioggia a data da destinarsi. Con il rischio, anche in questo caso, di mettere in vendita prodotti che non siano più all’avanguardia al momento dell’immissione sul mercato.

Anche questo scenario, va detto, è il peggiore immaginabile da questo punto di vista: la probabilità che esso si verifichi realmente è molto bassa, anche alla luce delle affermazioni di alcuni publisher come ad esempio CD Projekt RED.

L’industria del videogioco sta insomma affrontando di petto la situazione Coronavirus, adattandosi alle misure di sicurezza necessarie e plasmando i propri sforzi produttivi di conseguenza. Questo perché, nonostante si tratti perlopiù di colossi dalla fama incommensurabile, fermarsi completamente costituirebbe un danno non da poco. Ciò non significa chiaramente proseguire come se nulla fosse: la situazione resta drammatica e anche molti personaggi di spicco del settore si stanno muovendo in prima persona per dare una mano, con la speranza di tornare presto alla più completa normalità.

Pur non essendoci ancora notizie ufficiali, va detto che esiste la reale possibilità che altre manifestazioni oltre all’E3 di Los Angeles possano essere rinviate. Eventi come la Gamescom di Colonia prevista per la fine di agosto 2020, o addirittura il Tokyo Game Show di settembre sono tuttora in discussione: vedremo nei prossimi giorni cosa succederà, ma ancora una volta ricordiamo come sia fondamentale mettere davanti a tutto la salute.

La cancellazione di E3 2020 è sì un brutto colpo, ma ora il mondo si trova davanti a sfide di ben altra portata che non può e non deve assolutamente sottovalutare. C’è bisogno dell’impegno di tutti, nessuno escluso: tutti dobbiamo fare dei sacrifici anche e soprattutto rinunciando momentaneamente alle cose che più ci stanno care. Se a noi appassionati di videogiochi dispiace, senza ombra di dubbio, l’idea di trascorrere un anno senza le emozioni che solo E3 riesce a regalarci non c’è problema: pazientando raccoglieremo qualcosa di ancora più bello, e siamo certi che riusciremo a vivere la prossima edizione della fiera e quelle a venire con un entusiasmo sempre più grande. Il videogioco saprà rialzarsi, come sempre. Come tutti noi.

Vi ricordiamo nuovamente una lettura della nostra guida, con tutte le domande e risposte più frequenti legate alla situazione attuale.
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