Dopo un lunghissimo silenzio, e tante anteprime puramente hands-off, possiamo finalmente raccontarvi qualcosa di più su Dying Light 2 Stay Human, l'atteso seguito di quel Dying Light che nel 2015 avvicinò milioni di giocatori, coltivando una community ancora oggi particolarmente attiva e appassionata. Per l'occasione siamo volati a Varsavia, in Polonia, dove Techland ci ha offerto la possibilità di provare con mano il gioco per ben quattro ore (si, avete capito bene), dandoci in mano l'open world e spiegandoci tutte le novità di questo secondo capitolo.
Nonostante alcune cose ancora da sistemare, siamo tornati a casa con un'insieme di sensazioni positive che ci hanno lasciato buone premesse per quello che sarà il titolo nella sua forma finale, atteso per il 4 febbraio 2022 per Xbox One, PlayStation 4, Xbox Series X|S, PS5 e PC.
Stay Human
Dying Light 2 Stay Human è ambientato ben 20 anni dopo le vicende di Kyle Crane, mettendoci nei panni di un nuovo protagonista, Aiden Caldwell, appartenente a un gruppo di emarginati chiamato Pilgrims. Spinto alla ricerca della sorella, Mia, Aiden si avventura nella città di Villedor, l'ultimo baluardo dell'umanità. Questo posto, chiamato anche la "Città", è grande ben quattro volte Harran (l'ambientazione del primo capitolo) e comprende sette zone macro aree da esplorare liberamente, tutte interconnesse fra loro.
Villedor è controllata principalmente da tre fazioni: i Survivors, pronti a tutto per sopravvivere, i Peacekeeper, maggiormente concentrati nel "controllare" la popolazione seguendo specifiche regole e infine i Renegades, i più cruenti di tutti. Il nostro compito è quello di collaborare con le tre fazioni (o anche solo una delle tre) per salvare nostra sorella.
Il semplice plot narrativo è in realtà un'espediente per giustificare dialoghi ed esplorazione, ma vi possiamo garantire che la narrazione è ampia e mette in gioco decine di personaggi carismatici. Nelle oltre quattro ore giocate, ci siamo trovati ad affrontare discorsi complessi, prendere scelte complicate (che cambiano il proseguimento dell'avventura) e a visitare tetti e fortezze ricchi di negozi e bar.
Anche le numerose quest opzionali mostrano una cura nei dettagli al di sopra della media, motivo che ci convince sempre di più del buon lavoro da parte di Techland dal punto di vista narrativo, ben superiore a quanto visto nel primo capitolo. Un esempio può essere una missione che ci ha portato a capire i motivi che hanno spinto un personaggio a prendere una determinata scelta, facendoci decidere a nostra volta se aiutarlo nella sua realizzazione, oppure consegnarlo alla "giustizia". I personaggi, primari e secondari, hanno tutti una loro storia, un loro background e approfondirli ci offre sempre quel qualcosa in più che ci permette di apprendere molteplici aspetti della lore del gioco.
Ciò che forse manca è un personaggio che riesca a spiccare più degli altri, ma il titolo si prospetta longevo e, di conseguenza, c'è ancora molto da scoprire e soprattutto da conoscere anche in termini narrativi.
Un mondo ricco di strade
Il mondo di Dying Light 2 Stay Human è incredibilmente sfaccettato, ricco di strade, tetti ed edifici da visitare. Esplorarlo è una vera gioia, oltre che un autentico divertimento; un po' come un grandissimo parco giochi.
Techland ha lavorato molto per rendere la "Città" varia e dinamica, capace di cambiare radicalmente tra la notte (infestata dagli Freaker) e il giorno (dove è possibile trovare le varie fazioni). Oltre a ciò, il completamento delle missioni con una o con l'altra fazione, permette di sbloccare interessanti e utili strumenti e "strutture" per supportarci durante il nostro girovagare. Per farvi un esempio pratico, se si decide di consegnare una specifica zona ai "Survivors", questi cominceranno a edificare teleferiche per i nostri spostamenti. Capite, dunque, che il decidere di schierarsi con una o con l'altra fazione, non è solo una scelta puramente narrativa, ma anche e soprattutto strategica.
Inutile dire che la maggior parte del divertimento è legato al parkour, che in questo sequel è stato ulteriormente ampliato con nuove animazioni e abilità. Aiden può spostarsi agilmente praticamente ovunque, una particolarità piuttosto utile durante le fughe notturne dai Freaker, ma anche per sfuggire, volendo, dai vari nemici sparsi per la mappa. Gli sviluppatori non hanno solo, però, perfezionato un sistema parkour già di per se perfetto, ma hanno anche dato vita a un level design del mondo di gioco, semplicemente eccezionale.
Sembra banale sottolinearlo, ma non è scontato riuscire a spostarsi con così tanta rapidità tra gli edifici, per riuscirci è necessario studiare l'ambiente e trovare le giuste movenze e questo Techland lo sa bene. Non capita mai di rimanere bloccati, non sapendo dove andare e come muoversi. Spesso ci troviamo, al massimo, a decidere per diverse strade da percorrere e quasi sempre si riesce comunque ad arrivare a destinazione, chiara testimonianza del lavoro sopraffino svolto sul level design. A esaltare ancora di più tutti i vari spostamenti, ci pensa il paracadute (utilizzabile sfruttando le correnti ascensionali delle turbine presenti a Villedor) e il rampino, parecchio utile per scalare raggiungere luoghi inaccessibili.
Inutile specificare che i ragazzi polacchi hanno disseminato in tutta la città una serie di percorsi platform, perfetti per sfruttare nei migliori dei modi tutti nostri talenti. Tutte le varie zone platform sono state pensate per garantire una serie di ricompense, che vanno dai potenziamenti per la vita e l'energia, all'equipaggiamento fino alla possibilità di ottenere punti abilità per potenziare Aiden. Chiaramente ci sono altri metodi per migliorare le nostri doti, come per esempio completare le missioni e continuare ad allenarsi nel parkour o nei combattimenti per ottenere esperienza dedicata.
Se sull'esplorazione e la possibilità di cercare oggetti utili per il crafting, risulta tutto divertente e ben fatto, non si può dire altrettanto per quanto concerne gli scontri. Quando si combatte con i Freaker o si frutta lo stealth, il gioco da il meglio di se, dimostrandosi ben pensato e fluido. Ma il vero problema si presenta durante i combattimenti contro gli "umani", dove l'I.A. si è dimostrata poco intelligente e soprattutto con un range melee di danno forse troppo elevato. Nulla che non si possa sistemare in tempo per la release del gioco, ma va comunque specificato.
Per fortuna i combattimenti rimangono variegati, anche grazie alle svariate armi presenti e alle tantissime combinazioni che è possibile adottare. Possiamo agire indisturbati, magari dalla distanza con arco e frecce, oppure scontrarsi a viso aperto, attirare l'attenzione degli Freaker sparando alle luci UV di notte o con del banale rumore. Anche l'ambiente circostante ci viene in aiuto, grazie al parkour e a una serie di combo utilizzabili e i classici barili esplosivi. Insomma, da questo punto di vista, non ci si annoia veramente mai.
Come nel primo Dying Light la ricerca di equipaggiamento migliore è essenziale per continuare a sopravvivere, questo può essere trovato nelle casse chiuse (apribili con il classico sistema a grimaldelli già visto in svariati titoli, quali Skyrim), dai nemici, come ricompensa o tramite il sofisticato sistema di crafting, utile anche per riparare armi o produrre medikit e oggetti di prima necessità. Alcuni di questi oggetti e armi/armature di grado superiore, possono essere trovate nei tenebrosi edifici completamente cosparsi di Freaker, un vero e proprio suicidio entrare di giorno, ma un po' più sicuri di notte, momento in cui i raccapriccianti mostri escono dalle loro tane. A prescindere da tutto, quindi, Siamo sempre alla ricerca di qualcosa che ci può tornare utile per sopravvivere.
Nella nostra inesorabile ricerca di nostra sorella, abbiamo l'opportunità di svolgere diverse attività nel mondo di gioco: missioni secondarie, liberare avamposti, azionare dei mulini a vento per l'energia (e ottenere rifugi sicuri) e tantissimo altro. Nonostante possa sembrare un open world piuttosto classico e "di già visto", il "City Alignment" garantisce un bel po' di dinamismo, offrendo una mappa in continua evoluzione, anche se molto meno di quanto gli sviluppatori si erano preventivati di riuscire a realizzare durante l'annuncio del gioco.
Densità e semplicità
Dying Light 2 Stay Human è un'esperienza cross-gen che riesce comunque a convincere dal punto di vista tecnico, anche e soprattutto considerando la grandezza della mappa e la quasi totalità assenza di caricamenti. Se consideriamo la verticalità e la densità di contenuti al suo interno, questo secondo capitolo può essere considerato come un piccolo prodigio tecnico.
Se su PC e console di nuova generazione si punta a un gioco godibile graficamente e soprattutto fluido, ciò che ci ha lasciato convinti è la prova su PlayStation 4. Techland ha infatti voluto che provassimo il gioco anche su old gen, per verificare come girasse e per tranquillizzarci sulla sua qualità, per fortuna tutto funziona bene, con chiari limiti grafici e di distanza visiva.
Sulla componente del sound design la prova ci ha convinto, con rumori ambientali, dialoghi ed effetti acustici avvertibili anche a distanza. Quando la notte scende, i versi dei Freaker e la paura degli umani situati negli avamposti ci ha immerso in un contesto di gioco che ci ha convinto pienamente.
Tirando le somme
Dying Light 2 Stay Human promette bene. Il titolo di Techland si propone come un'importante evoluzione del suo predecessore, migliorando notevolmente il level design e offrendo al giocatore svariate nuove possibilità d'approccio. Siamo consci del fatto di non trovarci dinanzi a quel rivoluzionario, e ambizioso, secondo capitolo che gli stessi sviluppatori si auspicavano di poter creare, ma senza ombra di dubbio abbiamo di fronte uno dei potenziali migliori titoli del 2022, capace di sorprendere sia dal punto di vista narrativo che da quello legato al gameplay. Ora non resta che attendere il 4 febbraio, giorno in cui entreremo ufficialmente nella "Città" e lotteremo, fino alla fine, per difendere la nostra umanità.