Dragon Ball Z Kakarot | Recensione
Con Dragon Ball Z Kakarot, CyberConnect2 prova a realizzare il tie-in definitivo per gli amanti dell'immortale opera di Akira Toriyama.
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a cura di Andrea Maiellano
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In sintesi
Con Dragon Ball Z Kakarot, CyberConnect2 prova a realizzare il tie-in definitivo per gli amanti dell'immortale opera di Akira Toriyama.
CyberConnect2 non è solo famosa in campo videoludico per aver dato i natali alla serie .hack ma, soprattutto, per essere riuscita a creare un universo digitale solido e divertente per Naruto, il celebre manga di Masashi Kishimoto. Viene da se quindi il motivo per tanta attesa per Dragon Ball Z Kakarot, il primo action in terza persona sviluppato dal famoso team di sviluppo che si ripromette di offrire il tie-in definitivo per gli amanti dell’immortale opera di Akira Toriyama. Vi possiamo anticipare subito che la carne messa sul fuoco da CyberConnect2 è davvero tanta, e gustosa, ma che chi si aspetta il titolo perfetto dedicato a Goku, potrebbe ricevere un paio di sorprese.
Un Mondo tutto da esplorare
Ripercorrere i temi trattati da Dragon Ball Z Kakarot risulterebbe inutile in quanto la produzione di CyberConnect2 si ripromette di ripercorrere fedelmente gli avvenimenti di Dragon Ball Z, inserendo alcune storyline, totalmente accessorie, che vadano a giustificare la struttura “semi-open world” scelta per questa nuova iterazione videoludica delle avventure di Goku. La storyline di Dragon Ball Z Kakarot viene suddivisa in macro-sezioni che andranno a riprendere le celebri saghe del manga di Akira Toriyama. Ognuna di queste parti della storia sarà divisa a sua volta in differenti episodi, scanditi da una serie definita di battaglie, che richiederanno al giocatore di svolgere alcuni compiti fra uno scontro e l’altro. Quello che rende Dragon Ball Z Kakarot differente dalle produzioni ispirate alla storia di Goku, è l’inserimento di differenti aree liberamente esplorabili e che rappresentano i luoghi maggiormente rappresentativi dell’universo creato dalla matita di Toriyama.
La struttura di gioco è piuttosto semplice: si raggiunge un punto specifico della mappa, che verrà indicato al giocatore di volta in volta, si innesca un dialogo, o uno scontro, terminato il quale si procede al punto successivo. I personaggi dell’universo di Dragon Ball si alterneranno in base agli avvenimenti della trama e, quando la saga di riferimento raggiungerà il suo epilogo, si aprirà una sezione di intermezzo, chiamata intervallo, atto a inframezzare le varie parti della trama di Dragon ball Z Kakarot. Gli intervalli, difatti, sono periodi di tempo libero fra i capitoli della storia principale durante i quali il giocatore può visitare le varie aree, raccogliere oggetti, allenare i personaggi disponibili e completare missioni secondarie, o i capitoli “filler”, dedicate all’universo di Dragon Ball. Quando si parlerà con uno specifico personaggio l’intervallo terminerà e molti degli eventi temporali non saranno più disponibili.
La vera novità introdotta in Dragon Ball Z Kakarot, risiede proprio nella libertà data al giocatore di muoversi nelle varie aree di gioco fra una missione principale e l’altra, dedicandosi all’esplorazione libera, al raccolta di oggetti e al compimento di varie missioni secondarie. Ogni area, infatti, progressivamente col completamento della storyline principale, offrirà al giocatore un ventaglio di attività opzionali che potranno essere portate a termine. Che si tratti di cacciare dionosauri, o animali selvaggi, nelle zone pianeggianti, pescare. nei vari laghi, partecipare a gare di automobili, raccogliere cibo o minerali o effettuare lunghe sessioni di allenamento mentale, le attività a disposizione del giocatore risultano, almeno di primo acchito, molteplici e simpaticamente disimpegnate. A queste si vanno ad aggiungere le numerose missioni secondarie e il raccolta delle Sfere Z, sparse all’interno delle varie aree di gioco, che andranno utilizzate per far apprendere nuove tecniche ai vostri personaggi.
In via prettamente teorica, la moltitudine di attività offerte da Dragon Ball Z Kakarot, risulta corposa e interessante ma, alla stregua di numerosi altri titoli open world, dopo una ventina di ore di gioco un latente sintomo di ripetitività si inizia a far strada in maniera invadente, soppresso solo dal carisma dei personaggi di Dragon Ball e dalla curiosità del giocatore nel voler conoscere le brevi story line associate alle missioni secondarie. Poco aiuta l’inserimento di scontri “semi-casuali” all’interno del mondo di gioco che, a causa di una ridondanza dei nemici utilizzati e unita alle poche ricompense che si otterranno sconfiggendoli, diventeranno più un elemento di disturbo all’esplorazione che un vero e proprio stimolo per il giocatore. Apprezzabile, invece, l’inserimento di scontri specifici con avversari più forti all’interno delle varie aree. Impossibili da affrontare, se non quando si raggiunge il livello richiesto, queste battaglie, una volta vinte, garantiranno ricompense che ripagano degnamente l’impegno profuso per allenare i personaggi.
Se, però, la ripetitività delle attività secondarie presenti in Dragon Ball Kakarot viene bilanciato dal carisma del materiale d’origine, lo stesso non si può dire per l’anacronistica decisione di CyberConnect in merito ai comandi dedicati alle fasi esplorative, eccessivamente meccanici, poco intuitivi e in grado di affliggere, seppur parzialmente, il piacere trasmesso dalle fasi esplorative dedicate alla ricerca dei numerosi collezionabili presenti in Dragon Ball Z Kakarot. Gli spostamenti sulla terraferma non si rivelano particolarmente afflitti da una cattiva realizzazione, con l’unica eccezione della corsa supersonica che tende a risultare poco gestibile e imprecisa a causa della eccessiva velocità raggiunta dal nostro personaggio. La situazione, però, si ribalta completamente appena prenderemo il volo, a causa dell’incomprensibile scelta di associare l’elevazione e la discesa del personaggio a due dei tasti dorsali del controller, rispetto alla classica levetta analogica. Questo comporta una costante frustrazione durante le fasi di volo, data da una scarsa precisione nel direzionare propriamente la linea di volo del nostro personaggio, con l’unico risultato di doversi fermare per aggiustare la traiettoria ogni qualvolta ci si trovi a dover raccogliere le Sfere Z sparpagliate nello spazio aereo delle varie aree.
Oltre all’anacronistica scelta del sistema di controllo di volo, dobbiamo puntare il dito anche nella gestione dei colpi energetici all’interno delle fasi esplorative. Considerando che questi attacchi vengono usati prettamente per cacciare dinosauri e distruggere formazioni rocciose alla ricerca di materiali, vincolarle all’attivazione preliminare della visuale in prima persona rende l’esperienza di gioco meno morbida e fluida, restituendo le stesse sensazioni di “legnosità artificiale” riscontrate durante le fasi di volo. A concludere i difetti che abbiamo riscontrato nelle parti esplorative, non possiamo non citare una disposizione degli oggetti, dei nemici e delle attività, poco sensato e a tratti illogico. La maggior parte dei nemici casuali sarà posizionato nello spazio aereo, così come la quantità maggiore di sfere Z. Le missioni, la fauna e le varie risorse da poter raccogliere, invece, saranno tutte redistribuite sulla terraferma. Se letta così non vi sembra una scelta peculiare, aspettate di immergervi nel mondo di Dragon Ball Z Kakarot per comprendere quanto questa suddivisione risulti, a tratti, innaturale e poco omogenea.
Si tratta comunque di difetti che non vanno a inficiare l’esperienza generale offerta da Dragon Ball Z Kakarot che, specialmente per quanto concerne la storia principale, riesce a risultare un action game godibile e convincente. Sono per lo più sbavature tecniche, o scelte stilistiche poco comprensibili, che potrebbero andare a rendere meno piacevole l’esperienza per quei giocatori dediti al completismo e che decideranno, quindi, di spendere un consistente quantitativo di ore nella ricerca dei vari oggetti, nel completamento delle sfide opzionali e nel voler ultimare tutte le voci della mastodontica “Enciclpedia Z” che rappresenta una sorta di compendio per tutto quello che riguarda la lore dell’universo di Dragon Ball.
La dura legge dei Saiyan
La parte che andrà a interessare la maggior parte dei fruitori di Dragon Ball Z Kakarot e, indubbiamente, quella dedicata ai combattimenti, da sempre perno centrale dell’opera di Toriyama. Anch’essa è, però, afflitta da qualche sbavatura che potrebbe risultare più o meno importante per i giocatori più esigenti. Procedendo con ordine, ogni combattimento presente in Dragon Ball Z Kakarot è strutturato esattamente come da prassi per le produzioni in tre dimensioni dedicate alle avventure di Goku. I vari combattenti sfrutteranno lo spazio aereo per muoversi in un’area predefinita, e dalle dimensioni generose, inanellando attacchi corpo a corpo, onde energetiche, trasformazioni di varia natura, offensive speciali. e combo assieme ad altri personaggi di supporto. Se questo canovaccio vi sembra fin troppo “già visto”, sono le implementazioni di stampo strategico inserite da CyberConnect2 che andranno a stratificare maggiormente le sessioni di combattimento di Dragon Ball Z Kakarot. Oltre ai comandi classici dedicati alle offensive fisiche, energetiche e alle schivate, i vari tasti dorsali sono dedicati all’apertura di vari menù che vi permetteranno di scegliere fra un bacino di abilità speciali dedicate all’offensiva, alla difensiva e all’interazione con i personaggi di supporto.
Premendo il grilletto dedicato alla parata, infatti, potrete accedere a una serie di contromosse atte a distanziare il vostro avversario per darvi il tempo necessario per contrattare. Il menù degli attacchi energetici, invece, si adopererà di fornirvi quattro abilità che deciderete di assegnare al vostro combattente. Questa tipologia di attacchi può essere di ogni natura e, come da prassi, consumerà energia spirituale che potrete riottenere caricando la vostra aura nei, pochi, tempi morti presenti negli scontri o, semplicemente, dedicandovi alle offensive a corpo a corpo per un breve lasso di tempo, in maniera tale da lasciar agire il recupero automatico. Il bumper destro si occupa di aprire il menù dedicato al supporto, il quale è direttamente collegato alla squadra di cui disporrete durante i vari scontri presenti in Dragon Ball Z Kakarot. I vostri alleati, infatti, avranno a disposizione due abilità ciascuno, che potrete richiamare durante lo scontro per aiutarvi nelle fasi più complesse, o nelle situazioni più caotiche. La divisione fra attaccanti , difensori e supporter, vi permetterà di creare, quando ve ne sarà data la possibilità, dei team dotati di buone sinergie e che possano controllare al meglio il campo di battaglia. Sempre in merito agli alleati è interessante, seppur sviluppata in maniera frettolosa, la possibilità di sfruttare degli attacchi di gruppo quando tutte le rispettive barre di energia saranno piene.
Interessante la gestione delle trasformazioni dei vari personaggi di Dragon Ball Z Kakarot, associata alla pressione dei due grilletti posteriori e basata su un sistema ben bilanciato di buff e debuff che permetteranno al giocatore di decidere come e quando utilizzarle per primeggiare sui vari avversari. Una volta trasformati, infatti, i vari personaggi inizieranno a subire un contraccolpo fisico che ne ridurrà costantemente i punti vitali e ne prosciugherà l’energia. Diventerà quindi importante potenziare le proprie abilità e scegliere quando innescare le varie trasformazioni a disposizione onde evitare di incappare in spiacevoli game over o, semplicemente, abusare dei vari oggetti curativi abbassando notevolmente le valutazioni che si otterranno a fine scontro. Ogni lottatore alleato avrà, come da prassi, due barre che definiranno l’energia vitale, suddivisa in strati di colore differente, e quella dell’aura. Entrambe avranno, inoltre, un contatore numerico che più che aiutare il giocatore a comprendere i valori massimi di vita, e aura, tende a risultare semplicemente un elemento accessorio privo di spessore. In sostituzione della barra dedicata all’energia, i vari avversari ne avranno una indicante lo stordimento. Ogni volta che danneggerete un avversario, infatti, l’energia al suo interno scenderà fino a ridurre in stato semi incosciente il vostro avversario permettendovi di massimizzare le vostre offensive infliggendo un numero maggiore di danni.
A tutti questi fattori si vanno ad aggiungere alcuni elementi “situazionali” che vanno a rendere ancora più varie le battaglie presenti in Dragon Ball Z Kakarot. Dai canonici scontri energetici, che si innescheranno quando due abilità speciali entreranno in collisione generando un minigioco basato sulla rapidità di reazione nel premere determinati pulsanti, a veri e propri momenti in cui vi verrà richiesto di contrastare, o fuggire, da un determinato attacco del vostro avversario. Indubbiamente, il combat system sviluppato da CyberConnect2 è ricco e stratificato ma va, inevitabilmente, a scontrarsi con una serie di sbavature che, anche in questo caso, rendono meno interessante e soddisfacente il lavoro svolto, facendo perdere di spessore l’intera struttura ideata dagli sviluppatori. I due problemi maggiori riscontrati duranti i combattimenti sono dati da un’eccessiva velocità dell’azione di gioco, se raffrontata con l’impianto maggiormente strategico ideato da CyberConnect2, e una telecamera che non sempre si rivela funzionale e ben gestita. Il risultato finale di queste due problematiche collima in combattimenti che rischiano di derivare eccessivamente verso il button smashing a causa di una difficoltà generale nel districarsi fra le varie tipologie di attacco e i loro effetti. Poco aiuta l’effetto “a rallentatore” che si innesca quando si richiamano alcuni dei menu, poiché comunque ci si va a scontrare con una necessità di leggere in maniera rapida un hub di gioco poco intuitivo e che nei momenti più concitati rischia di venire ignorato lasciando il giocatore in balia di un paio di attacchi efficaci e di un utilizzo eccessivo della schivata.
Il risultato finale non risulta, comunque, insoddisfacente, grazie anche all’ottimo taglio registico scelto per Dragon Ball Z Kakarot in grado di far rivivere le stesse sensazioni dell’anime dedicato all’opera di Toriyama, ma l’esperienza generale risulta meno profonda rispetto a quanto messo in piedi da CyberConnect2. In molti casi i numeri a schermo, indicanti i danni subiti e inflitti, risulteranno semplici distrazioni in mezzo a un contesto troppo rapido, e caotico, così come un sistema di aggancio automatico, che si allineerà sempre all’avversario più vicino a noi, renderà futile, in numerose occasioni, i tentativi di inanellare combinazioni di attacchi, o strategie ben definite, quando ci scontreremo con un numero più numeroso di avversari. Sensazioni discordanti, invece, derivano dai momenti “situazionali” posti all’interno di alcune battaglie che si affronteranno in Dragon Ball Z Kakarot. Se evitare attacchi nemici imparabili, seguendo le traiettorie indicate a schermo e sfruttando degli ottimi cambi di telecamera, risulta piacevole e in grado di rendere meno monotematici gli scontri più lunghi, differente discorso va fatto per le battaglie con i nemici sovradimensionati, che restituiscono una sensazione di incompletezza e di riempitivo che un’eventuale sessione di quick time event avrebbe potuto rendere meglio digeribile.
Oltre il livello del Super Saiyan
La personalizzazione dei personaggi, e la relativa creazione di team da tre combattenti, è una delle prerogative su cui verte l’intero gameplay di Dragon Ball Z Kakarot. Anche in questo caso alcune sbavature lo rendono imperfetto ma è indubbio l’impegno che CyberConnect2 abbia impiegato per rendere maggiormente profonda e stratificata l’esperienza di gioco. Cominciando dai personaggi, ognuno dei vari lottatori presenti nel titolo avrà un suo albero delle abilità dedicato, il quale si evolverà via via che il nostro personaggio guadagnerà esperienza. Analogamente alla più canonica delle sferografie, salendo di livello si renderanno disponibili delle nuove abilità che, però, potranno essere apprese solamente pagando il giusto prezzo in Sfere Z o recandosi in uno dei numerosi campi allenamento per poter imparare la tecnica a seguito di uno scontro con un personaggio ombra. Il sistema, in linea teorica, funziona e stimola il giocatore a voler apprendere quante più mosse possibili per creare il proprio personaggio, quello che frena l’entusiasmo è la necessità di possedere un quantitativo di Sfere Z decisamente eccessivo per poter sbloccare le abilità con la sola progressione negli avvenimenti delle varie trame presenti in Dragon Ball Z Kakarot. Seppur vero che le Sfere Z si trovano sparse in ogni parte delle aree di gioco, così come possono essere ottenute al termine di ogni attività, o combattimento, che andremo a compiere nel gioco, è anche vero che il farming costante e obbligato rende l’intero impianto di gioco eccessivamente monotono sul lungo termine. Indubbiamente un farming più contenuto sarebbe stato sicuramente più apprezzabile, specialmente considerando i numerosi elementi atti a potenziare alcune statistiche dei personaggi presenti nel titolo.
Una volta apprese le varie abilità potremmo assegnarle al nostro personaggio, rispettando il limite delle quattro tecniche utilizzabili in battaglia, decidendo come costruire il nostro stile di gioco orientandoci verso un combattimento maggiormente fisico, energetico o variopinto. In maniera analoga potremmo gestire le tecniche di supporto che i nostri due alleati disporranno in battaglia, permettendoci di definire il loro stile di combattimento e potendo usufruire di diversivi, offensivi e difensivi, utili a “sgattaiolare” via dalle situazioni più concitate. Questa possibilità, unita alla buona differenziazione delle classi dei vari personaggi, offre una stratificazione davvero interessante dei combattimenti. Potremmo, quindi, affiancare al nostro team leader, un personaggio difensivo che vada a intercettare i colpi energetici degli avversari, o un supporter che si prodighi a curarci durante le battaglie più complesse. Analogamente anche i nostri avversari potranno usufruire delle stesse abilità, trasmettendo un’atmosfera generale che, molto flebilmente, richiama gli action/rpg.
Oltre alla personalizzazione dei vari personaggi, Dragon Ball Z Kakarot presenta la peculiare meccanica delle “Comunità”, alberi delle abilità ben definiti e che andranno a migliorare le capacità combattive, l’efficienza in cucina, il guadagno di Zeni e così via. Progredendo con la storia, o terminando alcune missioni secondarie, otterremo degli Emblemi Anima differenziati dall’effige dei vari personaggi dell’opera di Toriyama. Queste monete avranno delle caratteristiche ben definite e mostreranno una predominanza in una delle varie competenze presenti nelle varie Comunità. Inserendole all’interno dei vari alberi delle abilità si potranno guadagnare dei bonus permanenti in quella data pratica, oltre che dei “buff” opzionali se i collegamenti avranno un senso rispetto alle relazioni dei vari personaggi. L’elemento strategico, però, risiede tutto nel fatto che gli emblemi sono limitati e che, ad esclusione di quelli predefiniti per ogni Comunità, possono essere spostati liberamente dal giocatore permettendo di definire in quali competenze si vorrà eccellere, in relazione alle attività che si andranno ad affrontare. La possibilità, inoltre, di potenziare i vari parametri dei differenti emblemi attraverso l’utilizzo dei doni (che altro non sono che oggetti rintracciabili in giro per le varie aree del mondo di gioco), permette di espandere ulteriormente il ventaglio di strategie offerte da un utilizzo ragionato della meccanica delle Comunità.
Terminando l’analisi dell’impianto di gioco dedicato alla progressione dei personaggi, le competenze culinarie si ritagliano un importante spazio in questo contesto. Dirigendovi nei vari villaggi, o a casa di Chi Chi, potrete chiedere ai cuochi di prepararvi dei piatti specifici utilizzando gli ingredienti che raccoglierete nelle varie aree di gioco o che comprerete dai negozianti sparsi qua e la. Questi piatti avranno la duplice funzione di fornirvi dei buff temporanei ad alcune statistiche, così come garantirvi dei bonus permanenti a determinati parametri. Viene da se quindi l’importanza di sviluppare le competenze culinarie per poter riempire il vostro inventario di piatti da consumare prima di determinati scontri o, in alternativa, richiedere un menù completo ai vari cuochi usando uno dei ricettari che troverete esplorando l’universo di gioco. Se la qualità, e la profondità, della proposta offerta da CyberConnect2 risulta indubbia, dispiace vedere un focus così eccessivo verso il farming per poter godere al meglio dell’intero impianto dedicato alla progressione dei personaggi. Una formula maggiormente bilanciata sicuramente avrebbe regalato un’esperienza, generalmente, più piacevole, specialmente considerando le varie sbavature a livello tecnico che rendono meno scorrevoli le numerose sessioni di esplorazione, così come la ridondanza delle varie missioni secondarie offerte da Dragon Ball Z Kakarot.
I tecnicismi di Dragon Ball Z Kakarot
Appare a tratti ironico che ogni paragrafo dedicato a questa lunga analisi di Dragon ball Z Kakarot sia una miscela di pro e contro ma anche per quanto riguarda il comparto artistico, e tecnico, dell’ultima produzione di CyberConnect2 alcune sbavature ne inficiano il risultato finale, lasciando sempre quella sensazione costante di “si poteva fare di più”. Cominciando dall’analisi del comparto grafico, i modelli poligonali dei personaggi sono tutti ben realizzate, ricchi di dettagli e con una pletora di animazioni, specialmente per quanto riguarda le varie mosse speciali, rispettosa del materiale originale. Non si può dire lo stesso per quanto riguarda le animazioni durante le vasi esplorative o nei dialoghi al di fuori delle scene di intermezzo, dove una penuria generale di espressività facciali, unita a una mancanza di dettagli quando si interagisce con i vari oggetti presenti nel mondo di gioco, restituisce una sensazione di un lavoro svolto in maniera “frettolosa” che si pone in netto contrasto con quanto si può notare durante i combattimenti o durante le cinematiche presenti in Dragon Ball Z Kakarot.
Discorso diametralmente opposto, invece, per i personaggi secondari e i vari NPC presenti nelle differenti aree di gioco. Questa pletora di personaggi presenti in Dragon Ball Z Kakarot, non solo sono ciclicamente sempre gli stessi (specialmente per quanto riguarda i mercanti) ma sono risultano realizzati in maniera davvero superficiale per quanto riguarda le animazioni e i dettagli. Per quanto riguarda le ambientazioni di gioco, invece, sono tutte evocative, ampie e ricolme dei personaggi iconici presenti nell’opera di Toriyama. Abbiamo particolarmente apprezzato la forte volontà degli sviluppatori di cercare di ricreare le stesse atmosfere presenti nell’anime ma, anche in questo caso, non ci è piaciuto come sono stati gestiti gli spazi di gioco. Le varie zone, raggiungibili da una mappa del mondo principale, risultano tutte spoglie e troppo vaste. Non fraintendeteci, fra Sfere Z, personaggi stazionari che aspettano di colloquiare e i modelli poligonali della fauna che si ripetono, ciclicamente, in base alle zone che visiteremo, il tutto risulta particolarmente ricco di “cose da fare” ma appena si scalfisce la superficie si nota come ci si ritrovi ciclicamente a sorvolare acri e acri di terra dannatamente simili fra loro e con una necessaria scarsità di dettagli, dettata dall’eccessiva vastità delle aree di gioco.
In maniera analoga abbiamo apprezzato la semi-distruttibilità di tutte le ambientazioni, seppur temporanea, che restituisce il giusto feeling durante le battaglie o nei momenti in cui ci si sconrterà con delle conformazioni rocciose a velocità supersonica. Il contraccolpo, però, lo si riceve dalla povertà di dettagli delle ambientazioni esterne, o interne, presenti in Dragon Ball Z Kakarot. Le abitazioni sono spoglie e con pochi arredi anonimi, le vegetazioni sono tutte simili fra loro e, seppur il primo colpo d’occhio restituisce delle atmosfere piacevoli, pian piano che si passerà del tempo nelle stesse aree si comincerà a notare la scarsità di dettagli e la povertà generale di elementi interattivi presenti nel mondo di gioco.
Addentrandoci nell’interfaccia di gioco, e quindi nella “quality of life” di Dragon Ball Z Kakarot, nuovamente ci siamo scontrati con la macchinosità tanto amata dalle produzioni di stampo nipponico. L’hub di gioco è onnipresente e, particolarmente, invadente, andando a occupare una parte sostanziosa dello schermo con messaggi poco interessanti e uno schema di comandi che non comprendiamo il perché debba stare incollato all’interfaccia di gioco costantemente durante tutte le fasi esplorative. Alla stessa stregua tutti i menu, con le loro sottocategorie, seppur pratici e ben confezionati, risultano macchinosi nel loro utilizzo. Per farvi un breve esempio una volta raccolto un oggetto questo finirà nella sezione dedicata all’interno dei menu di gioco, per usarlo dovremo andare a selezionarlo, decidere se inserirlo o meno nella griglia degli oggetti rapidi (che ne accoglie solo quattro al suo interno) o, in alternativa, utilizzarlo per curare un membro del gruppo o tutto il party. Questo noioso “modus operandi” si andrà a ripetere in tutte le operazioni che andremo a fare all’interno dei menu di gioco rendendo l’esperienza finale inutilmente tediosa e poco intuitiva.
Niente da dire in merito alle prestazioni generali del gioco. Su PlayStation 4 PRO, Dragon Ball Z Kakarot, si presenta fluido, con tempi di caricamento nella media e privo di bug e glitch fastidiosi. Abbiamo riscontrato giusto alcuni brevi freeze dati da alcuni caricamenti posti direttamente all’interno del mondo di gioco ma nulla che abbia compromesso la nostra esperienza complessiva. Bisogna tenere in considerazione, però, che sono uscite già tre patch correttive (al momento la versione più recente é la 1.03) e che quindi queste prestazioni fanno riferimento alle migliorie già applicate dagli sviluppatori a posteriori. Meno interessante, invece, il largo utilizzo di didascalie testuali, inserite qua e la al posto di cutscene che avrebbero restituito una sensazione di maggior completezza e rifinitura.
Per quanto riguarda la direzione artistica di Dragon Ball Z Kakarot, CyberConect2 ha lavorato a fondo per restituire al giocatore una pletora di emozioni agrodolci. Il fan service è all’ordine del giorno e fra musiche riprese direttamente dall’anime, riassunti che riportano la mente del giocatore ai pomeriggi spesi a guardare Dragon Ball e citazioni di ogni forma e colore, non si può che elogiare il lavoro svolto e il rispetto rivolto verso il materiale d’origine. Un’ottimo doppiaggio in Giapponese, o in inglese, e una localizzazione dei testi in Italiano priva di sbavature, vanno a guarnire una produzione indubbiamente convincente per quanto riguarda la sua direzione artistica.
Voto Recensione di Dragon Ball Z Kakarot - PlayStation 4
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Direzione artistica di prim’ordine
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- Combattimenti divertenti e frenetici.
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- Sistema di progressione stratificato e profondo.
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- Longevo e ricco di contenuti.
Contro
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- Svariate sbavature tecniche, in particolar modo nella gestione della telecamera.
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- Leggera ripetitività nelle attività opzionali e ridondanza dell'azione di gioco.
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- Interfaccia utente poco intuitiva e afflitta da diverse farraginosità.
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- Il comparto grafico poteva essere maggiormente rifinito.
Commento
Dragon Ball Z Kakarot è, indubbiamente, la miglior iterazione in tre dimensioni realizzata, fino a ora, sull’immortale opera di Toriyama. Questo, però, non sta a indicare che sia perfetta e priva di difetti. La frustrazione più grande deriva dalla costante sensazione che “si poteva fare di più” derivata dalla moltitudine di sbavature tecniche presenti nel titolo. É però vero che, Dragon ball Z Kakarot, riesce a far soprassedere a tutti i suoi difetti grazie a una commistione di generi che, seppur timida nell’osare, riesce a tenere incollato il giocatore alo schermo, intrattenendolo e giocando con le sue emozioni d’infanzia. Sarebbe quindi ingiusto punire l’ultima produzione di CyberConnect2 visto che riesce, al netto dei difetti analizzati nella nostra recensione, a regalare un’esperienza all’interno dell’universo di Dragon Ball convincente e, fattore molto più importante, divertente.